30-8-2005
Avete continuato a fare considerazioni retoriche sulle
questioni che andiamo discutendo? O
avete cessato di pensare totalmente? Se io affermassi,
per esempio, che il corpo non ha nulla a che fare con il linguaggio, qualcuno
avrebbe qualcosa da obiettare o sareste tutti assolutamente d’accordo con me?
Intervento: obiettiamo
Bene, allora obiettate…
Intervento: il
linguaggio del corpo esprime gli stati d’animo…
Sì è vero, con i movimenti si può
esprimere uno stato d’animo, e quindi?
Intervento: esiste il
linguaggio del corpo
Sì Francesca, ma questo nessuno
lo ha negato, anzi io affermo che esiste il corpo e quindi esiste il
linguaggio, nessuno ha negato l’esistenza del linguaggio, semplicemente lo si
pone come effetto anziché come condizione, ed è questo che ho affermato: il
corpo è fuori dal linguaggio, che ci sia linguaggio questo è ovvio, nessuna
obiezione da pormi?
Intervento: è ovvio…
Si però io non volevo che mi ripetesse
il luogo comune, volevo eventualmente un’obiezione a questo, so ciò che dice il
luogo comune…
Intervento: allora ci
dimostri che il corpo non ha nulla a che fare con il linguaggio visto che noi
affermiamo che il linguaggio è la condizione del corpo, a questo punto e solo a
questo punto da quando ci siamo anche noi abbiamo il
diritto di affermare delle cose) questo nessuno ve lo nega (se lei afferma che
il corpo non ha…
Non dipende dal linguaggio, questo ho
detto…
Intervento: adesso ci
dimostri che il corpo è indipendente dal linguaggio…
Intervento:…
No, ma lo dimostrerò lo stesso…
Intervento: il corpo
come lo saprebbe di essere un corpo fuori da una
struttura che lo costruisce
Il corpo sa, sa qualche cosa,
però il sapere che appartiene al corpo è un sapere differente da quello che
appartiene al linguaggio, il sapere che appartiene al linguaggio è un sapere
inferenziale, il “sapere” che appartiene al corpo è invece un bagaglio di
percezioni che il corpo percepisce. È ovvio che il corpo non può inferire delle
cose, è il linguaggio che lo fa, però il corpo percepisce perché il linguaggio
possa compiere tutte le sue operazioni, prime fra queste l’inferenza, occorre
che ci sia qualcosa da cui muovere, qualcosa che viene
percepito e sul quale il linguaggio disquisisce perché se non ci fosse
assolutamente nulla e il corpo non percepisse assolutamente niente il
linguaggio su che cosa inferirebbe? Occorre il corpo, che è quell’elemento che
per primo fornisce delle percezioni, delle sensazioni a
partire dalle quali il linguaggio può esistere, perché le prime cose di
cui il linguaggio si occupa sono le sensazioni del corpo: fame, freddo, caldo…
Intervento:…
È un luogo comune perché è la verità…
Intervento:…
Il corpo di che cosa parla quando
si avvia il linguaggio, quali sono le prime cose di cui parla? Le sensazioni
del corpo…
Intervento: le cose che
avvengono quando si avvia il linguaggio lei sta
affermando che sono le sensazioni del corpo, ma lo sta affermando lei per
parlarmi di ciò che avviene quando si installa, si avvia il linguaggio… dovremmo
chiederlo almeno a un bambino quali sono le percezioni che percepisce il suo
corpo
Appena è in condizioni di dire qualche cosa in effetti è questo che dice…
Intervento: dice
tantissime cose prima di tutto deve imparare a
utilizzare queste proposizioni che gli vengono insegnate dalla mamma o da chi
per lei
Intervento: come dire che il corpo in assenza di linguaggio percepirebbe
comunque
Esatto sì…
Intervento: come si può
sapere qualche cosa se il corpo percepisce anche in assenza di linguaggio?
Sappiamo che il corpo essendo provvisto di sensori è in
condizioni di percepire delle variazioni di stato, e
quindi percepisce cose che accadono…
Intervento: il corpo si
comporta come un qualunque altro elemento che subisce una variazione di stato e
reagisce a una sorta di stimolo… come un bicchiere che
cade e quindi qual è allora la differenza fra il copro e il bicchiere…
Nessuna, le reazioni del corpo sono più sofisticate, più complesse, però in realtà sono sempre
reazioni, certo…
Intervento: non si dice che il bicchiere abbia delle sensazioni mentre del
corpo umano si dice
Non possiamo saperlo…
Intervento: è
importante che non si possa spere perché il fatto che non si possa sapere fa
pensare a questo saper e sia prodotto dal linguaggio e quindi dalla presenza
del linguaggio per cui in assenza di linguaggio io non
posso sapere ora tutto ciò che io posso concludere rispetto alle considerazioni
che sono state fatte, immaginiamo che la cosa sia in questo modo, proprio per
il motivo che in assenza di linguaggio non c’è la possibilità di sapere, quindi
non c’è la possibilità di dimostrare per esempio che in assenza di linguaggio
il corpo umano percepisca
Sì ma se io ho mal di denti non
ho bisogno di dimostrarmi che ho mal di denti perché lo sento, senza bisogno di
nessuna dimostrazione…
Intervento: quando un
qualunque effetto di questo corpo entra nel linguaggio automaticamente questo elemento diventa automaticamente vero, diventa una
sorta di criterio vero funzionale
Stavo pensando che la fate
troppo lunga, dovete metterci meno tempo, essere più rapidi…
Intervento: se lei non
può dimostrare che il corpo… non è possibile dimostrare ciò che lei afferma in
assenza di linguaggio…
Lei dà molta importanza al linguaggio Cesare, e
giustamente si fida molto del linguaggio, fa bene perché è lo stesso linguaggio
che ci consente di sapere che anche in sua assenza i fenomeni accadono, sì
proprio il linguaggio, le costruzioni linguistiche ci consentono in base ad
altri elementi, stabiliti sempre dal linguaggio, di sapere…
Intervento: ci consente
di dirlo ma non di provarlo perché in assenza di linguaggio ci viene meno lo
strumento per provarlo
Lo strumento ce l’abbiamo, è il
linguaggio stesso che ci consente di provare queste cose, ci dà indicazioni di
quali siano le premesse corrette, ci dà indicazioni di quali siano i passaggi
corretti, ci mostra alla fine qual è la conclusione vera, è il linguaggio che
ci consente di farlo, è perché c’è il linguaggio che sappiamo che la terra
esisteva anche prima di noi, se non ci fosse il linguaggio noi non lo sapremmo,
ma proprio perché c’è il linguaggio sappiamo che la terra esisteva prima di noi…
Intervento: se non ci
fosse il linguaggio?
Non lo sapremmo, non sapremmo questo dato di fatto che
il linguaggio ci consente di sapere, e cioè che la
terra è esistita prima di noi…
Intervento: il linguaggio ci consente di
compiere infinite inferenze perché proprio quello che lei sta affermando deve
essere necessario? Ci sono altri che di fronte a questa questione possono
inferire differentemente e quindi questa rimane una sua opinione, esatto il
linguaggio funziona per inferenze però qual è l’unica
inferenza necessaria in tutto questo? quella che
afferma che le cose funzionano perché c’è una natura, perché c’è dio… tutte
queste cose e quindi deve andare fuori di sé a cercare un criterio e cioè che
qualcuno dice così? oppure il linguaggio può trarre
anche quell’inferenza che afferma che non posso uscire dal linguaggio, questa è
l’unica inferenza necessaria, a questo punto non c’è la sua contraria perché
provi ad affermarlo
Tutto ciò che dice va bene, ma non inficia per nulla ciò
che io ho affermato…
Intervento: lui sta dicendo che è il linguaggio che consente di dire che le cose
esistevano da…
Intervento: d’accordo
ma consente qualsiasi tipo di inferenza…
Intervento: è un’altra
la questione consente tutto questo ma non è provabile…
perché per poterlo provare io devo uscire dal linguaggio…
Intervento: sì al di là di questo però io volevo cercare di chiuderlo perché
se no va avanti per tre ore… io sto dicendo che il linguaggio può anche inferire
che il linguaggio è la condizione perché esista quello che lui va dicendo e
quello che lui va dicendo non ha la stessa necessità io lo posso provare e lui
no
Lei dice che il linguaggio è la
condizione per potere affermare queste cose, è vero, così come è anche la
condizione per potere affermare che la terra esisteva prima di noi, è sempre il
linguaggio la condizione, in effetti come dicevamo prima se non ci fosse il
linguaggio non lo sapremmo che c’era prima…
Intervento: sì, sì ma
qui non si tratta di sapere se c’era prima o se c’era dopo si
tratta di provare quello che stiamo dicendo e se il linguaggio è la condizione
per affermare che la terra esisteva prima di noi allora se questa è la
condizione io posso affermare che la terra esisteva prima di noi e posso
affermare che la terra come diceva Wittgenstein “io lo posso affermare che la
terra è esistita da milioni di anni però questo vuol dire che io l’ho imparato,
non posso consapevolmente rifare tutti i pensieri che portano a questa
affermazione, a questo sapere”
Perché no? Qualunque
geologo lo sa provare…
Intervento: il geologo
per compiere i suoi studi per datare un sasso, deve partire da delle premesse e
attraverso una serie di calcoli giustificare quello che lui va dicendo
Sì, è ovvio…
Intervento: quindi
qualcosa che lui ha costruito, costruisce e con questo giustifica, è una
petizione di principio tutto sommato
Perché?
Intervento: giustifica
con quello che lui ci mette dentro attraverso un calcolo
Non lo giustifica, lo prova…
Intervento:…
Il calcolo è solo lo strumento che consente di provare
delle cose certo…
Intervento: però sono
tutti criteri che vanno benissimo… il discorso occidentale si fonda su questi
criteri parte da una premessa dice io osservo che la pietra cade…
E stabilisco che in qualunque
circostanza sul pianeta se la pietra non è trattenuta da qualcosa cadrà, lei
può provare il contrario?
Intervento: certo se
continuiamo a partire dall’osservazione come criterio
che stabilisce come stanno le cose...
E da cosa partiamo invece?
Intervento: partiamo
dal linguaggio che è la condizione… in assenza di linguaggio…
Non potremmo dire che la pietra
cade, non sarebbe una questione acquisita, non potremmo calcolare la velocità
di caduta, non sapremmo un sacco di cose, ma la pietra cadrebbe…
Intervento: questo è un
atto di fede, anche dio esiste
Un atto di fede? Ma a suo
parere affermare che adesso siamo qui, un numero di persone e che stiamo
chiacchierando su queste questioni, è un atto di fede? Cioè
lei per potere dire questo deve compiere un atto di fede? Oppure constata la
presenza di Cesare, Francesca etc.? Allora deve
spiegarci cosa intende con atto di fede?
Intervento: stiamo
facendo certi giochi…
Sì, l’affermare che siamo qui presenti adesso è un atto
di fede oppure no?
Intervento: non è un
atto di fede, stiamo affermando delle cose
Allora perché invece vedere,
osservare che una pietra cade lei lo pone come atto di fede, è la stessa cosa,
è sempre un’osservazione, io vedo la pietra cadere, vedo Francesca davanti a me…
Intervento: perché parte da una necessità sensibile…
Intervento: forse
l’osservazione è la regola di un gioco linguistico
Che cos’ha contro l’osservazione, io
osservo che davanti a me ci sono Cesare e Francesca…
Intervento: io non ho
assolutamente niente solo…
Quindi possiamo affermare con assoluta
certezza che siamo qui in questo momento…
Intervento: in base al
gioco…
In base a quale altro gioco potremmo non
affermarlo con assoluta certezza?
Intervento: se non ci
fosse questa struttura linguistica noi non potremmo
compiere questa operazione…
Per cui non ci saremmo?
Intervento: non ci
saremmo se non ci fosse questa struttura linguistica
E questo al pari di ciò di cui diceva prima io posso dire che è un atto di fede: affermare che non ci saremmo
Intervento: assolutamente
no…
Ci spieghi perché no…
Intervento: perché fuori dal linguaggio non avrei gli strumenti per affermare
che sto osservando, visto che l’osservazione è uno dei giochi più praticati
Ci sarà un motivo, visto che è uno dei giochi più
praticati…
Intervento: nessuno si
è mai interrogato, ha mai portato le interrogazioni…
Allora ci spieghi perché affermare che in assenza di
linguaggio noi non saremmo qui…
Intervento: è un non
senso perché intanto lo stiamo affermando
Non lo stiamo affermando, ho solo ripetuta
la sua affermazione…
Intervento: se non ci
fosse il linguaggio non ci sarebbero gli strumenti per
potere…
Doveva mettermi nell’angolo, si
ritrae così facilmente?
Intervento: quali
strumenti ci sarebbero in assenza di linguaggio?
Chi dà una mano a Beatrice?
Intervento: quali
strumenti ci sarebbero per poterlo a affermare?
Si, certo, per poterlo affermare è ovvio che ci vuole il
linguaggio, questo chiunque lo sa, ma era un’altra la
questione…
Intervento: bisogna
dimostrare la verità di questa cosa per poterla descrivere
Intervento: non ci
sarebbe un criterio per poterlo fare e quindi per sapere che una cosa è vera o falsa
Quindi non sapremmo se il fatto che siamo
qui questa sera è vero o falso?
Intervento: non
significherebbe nulla per nessuno…
Posso concederle anche questo, che non significherebbe
nulla, ma che cosa non significherebbe? Quale evento,
quale fatto non significherebbe nulla, occorre pure che ci sia un fatto di cui
si possa dire che non significa nulla…
Intervento: questo è il
solito luogo comune che afferma che prima del linguaggio esisteva qualcosa ma
se non esistessero, per esempio, il prima e il dopo,
queste due preposizioni…
Avremmo difficoltà a stabilire degli appuntamenti…
Intervento: non sarebbe
possibile affermare che prima di questo evento c’è o
non c’è il linguaggio, per esempio stabilire dare un giudizio di esistenza
visto che se non esistono queste preposizioni…
Perché parla di giudizio di esistenza?
Perché tira fuori questa categoria? Che
ce ne facciamo?
Intervento: perché
qualsiasi cosa noi affermiamo e diciamo che esiste
questa esistenza pare essere fuori dalla struttura linguistica e invece
l’esistenza è all’interno non si può entrare o uscire a piacimento dal
linguaggio, qualsiasi cosa esiste perché esiste questo concetto di esistenza
senza il quale…
Però non ci ha spiegato perché noi qui
adesso in questo momento senza linguaggio non ci saremmo, che è la domanda che
io avevo e posta alla quale lei non ha risposto…
Intervento: in prima istanza non possiamo porci questa domanda
Ma siccome abbiamo il linguaggio
ce la possiamo porre…
Intervento: non può
dimostrare che possa sapere la stessa cosa al di fuori
del linguaggio, al di fuori del linguaggio non sa di poterlo sapere e questo lo
rende indecidibile questa affermazione e quindi può essere come può non essere
Intervento: sì è
un’opinione e nulla più invece noi possiamo affermare che grazie al linguaggio
noi possiamo affermare che siamo qui…) (la questione “è vero in base al linguaggio…” quando affermiamo queste cose la persona che
ribatte lo afferma in modo assoluto…sta dicendo senza mettere in dubbio
Intervento: certo è
abituato a farlo da sempre
Intervento: dimostrare
non tanto che è falso ma dimostrare che non è comunque
assoluto) (cioè può essere così ma anche diversamente
Intervento: non lo
sappiamo come sia fuori dal linguaggio… noi possiamo
dire che siamo qui perché siamo nel linguaggio, il linguaggio utilizza
determinate regole… fuori dal linguaggio possiamo dire di essere qui? Dobbiamo
dirlo intanto… fuori dal linguaggio non abbiamo
nessuno strumento per poter dire né una cosa né l’altra
Intervento: e
soprattutto non possiamo uscire è inutile e possiamo pensare qualsiasi cosa e
il suo contrario
Ma se io ponessi l’esperienza, l’osservazione, come
referente cioè ciò che i miei sensi percepiscono, per
esempio, insieme con tutte le altre persone del pianeta oggi e da sempre
abbiamo sempre osservato immutabile il darsi di un certo fenomeno, sempre e
comunque, allora potremmo stabilire che quel fenomeno esiste visto che è stato
osservato sempre, comunque e sempre allo stesso modo, parlo per esempio della
pietra che cade, fenomeno che si verifica se la pietra non è trattenuta da
alcunché, potremmo dunque giungere a stabilire in questo un criterio certo su
cui fondare, per esempio, una teoria scientifica, al punto da costruire una
legge e potere tranquillamente affermare che questo fenomeno si verificherebbe
comunque anche in assenza di linguaggio, non potremmo dire questo?
Intervento: questo si
fa comunemente e costantemente, queste sono induzioni neanche deduzioni come il
sole che sorge al mattino si induce che sorgerà tutte
le mattine, la vita nostra è proprio fondata su questo
Chiaro, ma in questo caso la legge presuppone che
rimangano immutate delle condizioni e cioè che il sole
rimanga al suo posto e che la terra mantenga la stessa velocità di rotazione…
Intervento: questo è
codificato nel senso che…
Io sto dicendo in queste date condizioni quel fenomeno si verifica sempre e comunque, se il sole rimane dov’è e il
sole mantiene la sua velocità di rotazione allora il sole sorgerà sempre. Questa
affermazione non possiamo stabilire che sia
assolutamente vera?
Intervento: questa affermazione è vera rispetto a un gioco le cui
premesse sono quelle poste, nulla di più è un gioco che viene praticato, un
gioco linguistico che…
Non ci sta dicendo niente, sta dicendo
che è un gioco linguistico…
Intervento: che cosa fa
un’esperienza?
Rileva l’esistenza di un fenomeno…
Intervento: posso
rilevare qualunque cosa ma perché sia un’esperienza anche nel discorso
scientifico o in quella che si trova a fare in ciascun momento della propria
giornata, l’esperienza perché sia tale occorre che di questo fenomeno dia una spiegazione
A questo ci pensa la conoscenza, quindi il linguaggio
certo, ma se non ci fosse la percezione non ci sarebbe
esperienza, l’esperienza deve la sua esistenza alla percezione, all’atto
percettivo, in questo caso visivo…
Intervento: siamo
sempre lì alla questione della percezione, alla questione del corpo in effetti che è fuori da una struttura linguistica
Sì, questo è ciò che sto affermando io, sarebbe in condizioni di affermare il contrario? Nonostante la mia prepotenza?
Intervento: la
percezione, dello stimolo e di qualche cosa che reagisce a
uno stimolo… qualche cosa che possa essere identificato come stimolo, come
reazione, qualcosa che possa essere identificato come piacere, come dolore…
Lei surrettiziamente inserisce un nuovo elemento, e cioè l’identificazione di un atto percettivo, perché la
percezione deve essere identificata? Questo avviene dopo, è l’esperienza che
identifica l’atto percettivo e organizza il linguaggio, ma la percezione in
quanto tale fornisce soltanto l’input…
Intervento: cos’è
l’esperienza al di fuori della possibilità di dare un
senso?
L’esperienza deve dare un senso, ma lo dà in seguito allo
stimolo che riceve dal dato sensoriale e questo precede l’esperienza
anzi, ne è la condizione…
Intervento: quindi
percepisco e poi organizzo…
Esattamente, la scienza funziona così…
Intervento: sarebbe l’atto
primitivo, l’atto originario…
Sì, il grado zero della conoscenza,
senza il quale evento non ci sarebbe conoscenza. Francesca vuole dare una mano a
questi signori?
Intervento: e quindi?
E quindi lo dico io… quindi? Lei è
d’accordo con me? Le cose stanno così?
Intervento: potrebbero…
È già un passo, e potrebbero a
quali condizioni? Visto che ha usato un condizionale seguiamo questa direzione,
a quali condizioni potrebbero essere così? Cosa può
certificare un’affermazione?
Intervento: la
percezione
Esatto, sì, che altro al mondo se no? Se no perché dio
ci avrebbe forniti di sensazioni se non per
consentirci…
Intervento: e il libero
arbitrio per poter discernere il bene dal male?
Oh là, ma se io, Francesca, compio un’affermazione come
faccio a potere stabilire con assoluta certezza che è vera? Supponiamo che io
adesso abbia detto che è la percezione a consentirmi
di farlo, deve potere dire che la percezione è un dato assolutamente certo, ora
o è la percezione stessa che mi dà questa certezza oppure devo cercarla altrove.
Posso affermare che è la stessa percezione a darmi questa certezza, quindi la
percezione sarebbe come dire “causa sui” sarebbe ciò che muove e che non è
mosso da nulla, la percezione, cioè il dato sensoriale,
come dire ancora che ponendo la percezione come criterio assoluto escludo la
possibilità che ce ne siano altri, solo la percezione è preposta a stabilire
ciò che è vero e ciò che non lo è. Ma Francesca, se io le chiedessi, adesso supponiamo che sia lei ad affermare una cosa del genere, se
può provare questa affermazione che lei fa facendo, che cosa potrebbe
utilizzare come dimostrazione? Per potermi persuadere, oltreché convincere che
la percezione, il dato sensoriale è la condizione di qualunque cosa? Potrebbe
accampare la sua esperienza, quella di chi l’ha preceduta forse, ma se io le
chiedessi una prova, una prova inconfutabile tale che
risulti necessaria che sia così…
Intervento: l’istinto…
Quindi l’istinto, beh l’istinto in realtà
non ci porta molto lontani, sposta solo la questione sulla natura, sulla natura
madre di tutte le cose…
Intervento:…
Non è naturale?
Intervento: sì
Quindi la questione è spostata sulla natura,
madre di tutte le cose, sì e quindi noi possiamo affermare che la natura è la
madre di tutte le cose e quindi regola l’universo. Beh, per il momento abbiamo
solo la sua parola a conforto di ciò, potrebbe anche essere sufficiente, però
supponiamo che non lo sia, facciamo questa ipotesi per
assurdo, ché non ci accontentiamo della sua parola, più che autorevole e degna
di essere ascoltata, ma in questo caso invece facciamo uno strappo alla regola
e non ci basta la sua parola, che altro può addurre? Cos’altro
potrebbe addurre a sostegno della sua affermazione? Oltre alla sua nobile
parola? Potrebbe non essere semplicissimo trovare qualcosa di più solido. È
chiaro che può dire che è la natura come può dire
qualunque altra cosa, che sono stati i marziani, ci sono le prove che i
marziani sono arrivati sul pianeta e hanno portato la civiltà, oltreché gli
umani… un’idea come un’altra, al pari di quella di dio, però se qualcuno mai le
chiedesse di provare questo che lei afferma intanto lei dovrebbe subito
rinviare a me la cosa chiedendomi cosa intendo con prova. Visto che non accolgo
la sua, cosa intendo con prova? Quando accoglieremo un
processo…
Intervento:…
Sì certo, ma quando qualcosa è dimostrabile? E cioè possiamo dire che è dimostrata...?
Intervento: quando si può ripetere
Come quando si può ripetere? Anche
un calcolo errato si può ripetere all’infinito, ma non prova nulla. Quando
dunque possiamo dire che un certo procedimento è una
prova? Beh questo non è difficilissimo poterlo affermare, quando muove da una
premessa certa e attraverso una sequenza di passaggi coerenti con la premessa giunge alla conclusione, che ovviamente dovrà essere
coerente con i passaggi e di conseguenza con la premessa. Quindi
dobbiamo muovere da una premessa certa, ma quale?
Intervento: qual è la
premessa certa?
Già, e poi come faremo a sapere che è certa? Lo
stabiliamo in base a quale altro criterio? Ci vorrà un
criterio, e poi un criterio per il criterio, un
criterio per il criterio del criterio e non ne veniamo più fuori…
Intervento:…
E quindi? Abbandoniamo ogni speranza?
Oppure abbiamo una via di uscita?
Intervento: andiamo
avanti per tentativi
E come sapremmo che il tentativo è
quello giusto se non abbiamo un criterio di verità adeguato? Come sapremo che abbiamo trovata la verità se non sappiamo che
cos’è la verità? Anche questa è una considerazione
legittima da farsi. Beatrice venga in soccorso lei questa volta…
Intervento: l’unica
premessa necessaria è che qualsiasi cosa è un elemento linguistico cioè il linguaggio è la condizione…
È la condizione per costruire il criterio di verità,
qualunque esso sia sarà comunque costruito dal
linguaggio e quindi, se ne è la condizione, allora è la struttura stessa del
linguaggio ad esserne la condizione, il modo in cui funzionerà il linguaggio
sarà comunque necessariamente quello attraverso il quale costruiremo un
criterio. Se utilizzeremo come criterio la struttura
del linguaggio o il linguaggio stesso, allora sarà assolutamente sicuro, perché
è l’unico di cui disponiamo, non ce ne sono altri. Oppure, se ne costruiamo un
altro, sempre con il linguaggio, beh potrà essere vero nel senso che costruiamo
delle regole e dopo stabiliamo che se una cosa si applica a queste regole
allora è vera, ma sarà comunque sempre una sorta di
sovrastruttura, così come le leggi della fisica sono delle sovrastrutture
rispetto al linguaggio che ne è la condizione, e anche le leggi della fisica in
effetti se interrogate oltre il dovuto mostrano di sé una sorta di
inconsistenza, come dire che a fondamento di tutto c’è un atto che è arbitrario,
che non è dimostrabile, mentre rispetto al linguaggio no, abbiamo questo
vantaggio che essendo la struttura che ci consente di costruire qualunque
criterio, se noi utilizziamo questa stessa cosa come criterio allora non avremo
problemi quali quelli menzionati prima, poiché ciò che rispetto alla struttura
del linguaggio risulterà vero, risulterà vero in assoluto, risulterà
necessario, perché non ci sono altri criteri, è l’unico, e allora a questo
punto se questo criterio afferma che una certa cosa è vera allora lo sarà
necessariamente e non ci sarà la possibilità di affermare che è falsa perché in
questo caso, avendo utilizzato lo stesso linguaggio, se noi per assurdo
potessimo dimostrare che è falsa allora la struttura stessa del linguaggio
sarebbe falsa, cioè non utilizzabile e quindi non esisterebbe più il linguaggio,
e quindi tutto quello che abbiamo costruito cesserebbe di esistere. Ecco perché
questo criterio che abbiamo inventato utilizzando la struttura stessa del
linguaggio risulta necessario, non negabile in nessun
modo, negarlo significa negare la possibilità stessa di affermare o negare alcunché.
Così è. Però non è possibile che ci mettiate tutto
questo tempo. La settima prossima l’esercizio consisterà
in questo: io affermerò la stessa cosa che ho affermata questa stasera e il
vostro compito sarà quello di zittirmi in non più di dieci minuti, chiudendomi
tutte le strade possibili. Dovete pensare più velocemente.