INDIETRO

 

Giovedì 28 ottobre 1999

 

Discorso paranoico.

Discorso isterico (introduzione).

 

Nella tecnica analitica la questione essenziale, per quanto riguarda ciascun discorso, consiste nel portare alle estreme conseguenze il luogo comune che sorregge tale discorso. La questione centrale è sempre la stessa, varia ovviamente il luogo comune su cui si sorregge e il modo di portarlo alle estreme conseguenze, ma l’algoritmo fondamentale è questo, potremmo dirla così in modo approssimativo, ciò che consente al luogo comune di esistere deve essere distrutto, fatto esplodere. Esplodendo che cosa fa? Esplodendo questo luogo comune si dissolve in proposizioni, questa esplosione produce altre proposizioni che, finché permane il luogo comune, non sono consentite, non hanno accesso. Non è che debba avere accesso a delle proposizioni particolari, occorre che un discorso possa avere accesso ad altre proposizioni, qualunque esse siano, il problema è questo, perché ha accesso a molte proposizioni ma non a tutte, alcune no. Alcune sono impedite dal luogo comune, il quale luogo comune ha la funzione appunto di impedire alcune proposizioni. Alcune proposizioni non hanno e finché non avranno accesso non c’è niente da fare, continua a girare in tondo. Ma tenete conto che è possibile intervenire se e soltanto se c’è una domanda di analisi, cioè se la persona ha deciso di mettere in gioco il proprio discorso, sennò non potrete fare assolutamente niente. Potrete chiaramente ascoltare ma l’intervento non è possibile. Ciò che avevamo in animo tempo fa di fare era di porre le condizioni perché delle persone potessero giungere a una decisione del genere. Le condizioni si pongono attraverso delle conversazioni ma l’intervento fuori dell’analisi non solo non hanno alcun effetto ma in molti casi allontanano la persona. Questo è un punto centrale, occorre sempre averlo presente. Le conferenze sono l’occasione per porre le condizioni perché qualcuno possa prendere questa decisione.

Dicevo, dunque, che la questione fondamentale è portare alle estreme conseguenze qualunque assioma, qualunque luogo comune. I vari discorsi di cui stiamo dicendo non sono altro che dei luoghi comuni, il discorso ossessivo si attiene a un luogo comune, il discorso paranoico a un altro, ecc. Dobbiamo intendere come fare esplodere ciascuno di questi assiomi, di questi luoghi comuni, tenendo conto che il luogo comune è fatto tale per mantenersi, per rimanere assolutamente immutato, questa è la sua funzione, che nulla si modifichi, che nulla cambi. E quindi si tratta di inserire degli elementi perché non possa non cambiare. Rispetto al discorso paranoico abbiamo detto che l’arma migliore da utilizzare è quella della logica, come se si trattasse ciascuna volta di costringere il discorso paranoico alla logica, quindi a confrontarsi con ciò che più minaccia la stessa struttura. Quindi, ancora, intervenire in modo massiccio, nel senso di intervenire spesso, ponendo continue obiezioni agli asserti che produce il discorso paranoico. Inoltre, non è affatto una buona idea il supporre che chi si trova in una struttura di discorso paranoico riesca ad ascoltare meglio chi si trova nello stesso discorso, assolutamente no.

Intervento:…

Vediamo se è possibile costruire una sorta di tecnica. Tempo fa avevo detto che nei confronti del discorso paranoico occorre mostrare una certa superiorità, cioè mai accondiscendere sullo stesso piano. Il paranoico tenta questa operazione, non soltanto lui, condurre la persona che avverte come superiore a qualcosa di eliminabile, pertanto mai recedere da questa posizione. Tutto questo però senza ostentare distanza, mantenere quindi un tono affabile ma facendo la caricatura in alcuni casi, se occorre, anche della superiorità - non che l’analista creda a una cosa del genere ovviamente, è una caricatura – in modo da mantenere il discorso paranoico sempre sulla corda. Cosa vuol dire “tenere sulla corda”? Vuol dire che non gli si dà mai il destro per potere pensare di avere sotto controllo l’altro, non deve avere mai questa impressione, perché se comincia ad avere questa impressione parte con un altro delirio e questo complica le cose, talvolta anche in modo irreversibile, cioè la persona non riesce più ad ascoltare il proprio discorso: se pensa di avere raggiunto la verità allora è finita.

Intervento:…

Vi faccio un esempio. Si trova, per esempio, di fronte a una persona che ha molto potere politico ed è interessato. Si farà un tappetino di fronte a questa persona. Appena questa persona perde il potere politico, o comunque se ai suoi occhi perde questo potere politico, questa persona diventa niente, diventa l’ultima persona di questo mondo da trattare come una pezza da piedi.

Intervento: ...

Il discorso paranoico cerca di demolire la persona appena può, soprattutto quella che ritiene più importante. È un lavoro minuzioso, metodico, sistematico, per fare in modo che l’altro cada, finché raggiunge il suo obiettivo, può anche non raggiungerlo mai, il che sarebbe preferibile. Non è che però resta nel frattempo in attesa, lavora, si dà molto da fare in questo senso.

Intervento: ...

Questo potrebbe essere il terzo incontro. Il primo la narrazione, il racconto; il secondo, la tecnica e il terzo la tecnica in atto. Si prende l’assioma principale da cui parte e dal quale procedono altre proposizioni; poi, queste proposizioni si modificano, diventano altre cose, queste cose modificate sono un’altra proposizione ancora, la quale proposizione ritorna al punto di partenza e dissolve questo assioma fondamentale.

Interventi vari:...

Il discorso paranoico può di primo acchito mostrare aspetti di quello ossessivo ma non lo è. Il dubbio che può enunciare il paranoico è funzionale alla conferma di una sua certezza, nel discorso ossessivo invece non accade. Il discorso ossessivo è caratterizzato da questa impossibilità a decidere, impossibilità a prendere una decisione e quindi agire sulla base della decisione presa. Il discorso paranoico è invece assolutamente sicuro.

Intervento: ...

È vero che il discorso isterico crea un dio per abbatterlo ma la questione è che, mentre nel discorso paranoico l’abbattimento dell’altro è funzionale per diventare dio, nel discorso isterico no, il discorso isterico deve dimostrare paradossalmente che dio non esiste, e che quindi qualunque persona si ponga al posto di dio non sarà all’altezza, sarà sempre un’altra cosa, sempre un altro dio, la verità sta sempre da un’altra parte. Per questo Lacan era affascinato dal discorso isterico che a modo suo indica che dio non c’è, chiunque cerchi di mettersi al posto di dio sarà sconfitto, non sarà dio. Quindi, compie incessantemente questa operazione, con tutti i suoi tic. L’assioma fondamentale è questo, che non c’è dio, non c’è la verità, ma non c’è in quanto non la si trova, non è praticabile, però c’è. L’isteria si fa portavoce della verità che ignora assolutamente, mentre il discorso ossessivo sa perfettamente qual è, l’isteria non sa cosa sia né dove sia, sa soltanto che c’è. L’isteria indica “guardate che questa non è la verità, la verità è un’altra”, “quale?”, ”non lo so, ma non è questa”. L’enunciato dell’isteria è “non è questo”, mentre il discorso paranoico dice “è questo”.

Il discorso isterico non vuole sapere della logica ma in modo differente, cioè è generalmente incapace di condurre un’argomentazione logica, quindi qualunque argomentazione logica venga proposta è assolutamente incomprensibile, non capisce nulla, non sa nemmeno di che cosa si sta parlando. C’è un rifiuto assoluto e questo segue al fatto che, mossa l’isteria dall’idea che la verità esista da qualche parte e di cui lei si fa portavoce anche se la ignora, l’eventualità che qualcuno ponga in discussione anche solo il fatto che ci sia da qualche parte crea uno smarrimento. Il discorso isterico giustifica la propria esistenza con la necessità di dovere muoversi per questa verità che lei ignora. Ma c’è sempre qualche cosa che la muove, qualche cosa che in quel momento è assolutamente necessario, vero, incontrovertibile ma soprattutto urgentissimo. Può essere qualunque cosa, dalla più cretina alla più nobile, non ha nessuna importanza, però deve essere ciascuna volta travolta da questa cosa che mostra che è una verità alla quale occorre obbedire, lei e tutti quanti, tutti debbono obbedire a questa verità. Quindi, la questione è che è pilotata da questa idea di verità rispetto alla quale non recede per nulla al mondo, così come il discorso paranoico non recede dall’idea di possedere questa verità. L’isteria non può recedere di fronte all’idea di essere portavoce di qualcosa che occorre fare, infatti trova sempre qualcuno di cui occuparsi e farsi immediatamente carico del desiderio dell’altro.

Come portare alle estreme conseguenze le fantasie nel caso del discorso isterico? Indubbiamente questa verità assoluta di cui si fa portavoce è ciò su cui occorre che l’analista faccia leva, perché se di che non c’è penserà, non come nel caso del discorso paranoico che siete stupido ma certamente che non avete capito. L’intervento punta a dissolvere la necessità di essere sempre travolta da questa verità, che è poi ciò che il discorso isterico accusa continuamente, la fretta, il dover correre, ecc. È buffa perché è come se fosse sempre assente, travolta da questo pensiero che urge e a cui deve sottostare, soddisfare immediatamente. L’urgenza che enuncia è ciò che deve essere dissolta. L’idea che qualcosa o qualcuno abbia bisogno di lei. Con il discorso isterico non occorre mostrarsi né distanti né superiori, ci pensa già lei, l’isteria, a mettervi in una posizione di superiorità. In questo caso potete giocare questa maschera della familiarità ed eventualmente una certa bonaria severità. Con il discorso isterico funziona, si sente capito, importante, ecc.

Intervento: ...

Sa soltanto che c’è questa verità, è questo sapere che deve essere messo in gioco, anche passando attraverso il suo manifestarsi, cioè il fatto che l’isteria è costretta a indicare come una missione, a indicare che c’è la verità.