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28-5-2008

 

Ci sono questioni?

Intervento: il pensiero deve assolutamente trovare, produrre proposizioni vere per continuare a funzionare e mentre funziona c’è una continua implementazione di elementi e l’altra volta avevo posto una domanda e cioè se di fronte a questa implementazione le premesse permangono e permanendo sono quelle che danno l’avvio a una stringa di inferenze che concludono in un certo modo Lei mi ha risposto che queste premesse sono quelle che permettono al linguaggio di costruire quello che costruiscono …

Quali sono le premesse che permangono?

Intervento: quelle che ciascuno ha acquisito al momento in cui incomincia a dire delle cose … le premesse quelle che consentono l’installarsi del linguaggio sono sempre e comunque nonostante l’implementazione di tutto ciò che si accoglie nel corso della vita se non vengono confutate permangono e continuano a fare in modo che la macchina concluda sempre continuando quel filo di discorso…il “questo è questo” ha funzionato e ha dato l’avvio…mi interessava la modifica che avviene nel modo di pensare …

Sì mi ricordo, e infatti avevamo concluso la volta scorsa proprio su questo aspetto cioè come si passa dalla formulazione fondamentale che afferma questo è questo fino ad arrivare alla fanciullina che deve sedurre il fanciullino, dunque come si fa?

Intervento: si diceva mettere in gioco qualsiasi cosa che si configuri come assolutamente vero … però adesso siamo più avanti è quasi un lavoro matematico rendere falso … perché il linguaggio accoglie solo le proposizioni vere e scarta quelle false …

Come avviene che la fanciullina sia costretta in qualche modo a sedurre un fanciullino? Dico costretta perché il più delle volte non ha neanche questo desiderio però è come se lo dovesse fare, adesso faccio un esempio, Eleonora ci teneva che lo facessi; la questione è abbastanza semplice in realtà …

Intervento: in fondo adempie ad un programma tutto sommato …

Qualcosa del genere, dunque dobbiamo ricondurre questa necessità di sedurre il fanciullino ad affermare che questo è questo. Innanzi tutto la necessità di stabilire una cosa del genere è fondamentale almeno per il linguaggio cioè il “questo è questo”, come dire “se p allora p” come si diceva una volta, però non basta questo perché nel caso della fanciullina potremmo dire che in tutta la sua esistenza, anche se breve, fatto sta che ha appreso una sequenza di informazioni e cioè tutti quanti le amicizie, i genitori, i parenti, il mondo intero non ha fatto altro che comunicarle questa cosa che per essere una fanciullina come si deve occorre avere un fanciullino, per essere una donna come si deve occorre avere l’uomo. E allora cosa succede? Che per mantenere intatto questo primo elemento “io sono una fanciullina, quindi la fanciullina è questo”, occorre che questo si mantenga e ci sia anche quell’altro e cioè che ci sia il fanciullo, come se la presenza del fanciullo le garantisse di essere una fanciullina perché una fanciullina come si deve ha da avere il fanciullino, è questo ciò che generalmente si comunica volenti o nolenti alle fanciulline le quali fanciulline acquisiscono questo elemento e questo è importante perché a questo punto il se p allora p cioè questo è questo troverà conferma dal fatto che al se p allora p segue il se p allora q, come dire che soltanto se trova il fanciullino allora è una fanciullina come si deve, come dio comanda, questo fatto di essere una fanciullina come si deve è qualcosa che retroattivamente conferma il questo è questo cioè “io sono una fanciullina quindi sono una fanciullina” e lo sono perché ho un fanciullino e potremmo dire che a questo punto potremmo formalizzare scrivendo così se, se p allora p, allora se p allora q ma, e qui la logica ci viene in aiuto, occorre che il conseguente sia vero perché sia vero anche l’antecedente, se il conseguente è falso cioè se p allora q è falso, perché se la fanciullina vuole il fanciullino e questo non c’è e cioè il conseguente è falso allora anche l’antecedente è falso. Come dire che questa prima formulazione: questo è questo non è una formulazione assoluta ma ha la necessità ogni volta che è inserito all’interno di una sequenza di trovare nel conseguente la sua verità e questo avviene continuamente per cui è vero che, come andiamo dicendo, questo primo elemento è fondamentale ma non è fondante da solo. Con questo stiamo dicendo che questa prima formulazione che possiamo anche considerare che sia la formulazione di base per semplicità, di fatto non è assoluta ma necessita ogni qual volta è inserita all’interno di una combinatoria che il conseguente che interviene all’interno di questa combinatoria sia vero per poterla confermare. Questo ha delle implicazioni notevoli, come dire che il conseguente cioè le implicazioni che ciascuno trae dalla sua vita, dalle sue vicende, da qualunque altra cosa non importa, sono importanti perché sono quelle che di volta in volta rendono vero ciò che ha costituito l’antecedente, lo certificano, per questo è necessario che nel discorso un qualche cosa che sia stata posta come un conseguente, facevo l’esempio della fanciullina quindi in questo caso il fanciullino ci sia, se non c’è viene minato l’antecedente, è come se a questo punto si creasse un problema rispetto al questo è questo, come dire “sono una fanciullina” sì però se non ho il fanciullino non sono proprio una fanciullina come dire che questo non è proprio questo, lo è se c’è questo conseguente. Il conseguente deve esserci e deve essere vero perché se non c’è oppure se è falso allora anche l’antecedente risulta falso e quindi risultando non confermato l’antecedente deve a questo punto necessariamente trovare un’altra conferma, deve trovarla ché non può procedere, non può utilizzare p se questo p non viene confermato in quanto vero, non può utilizzarlo. Questo rende conto anche del fatto che la logica non ha inventato qualcosa dicendo che nel caso dell’implicazione se il conseguente è falso allora l’implicazione è falsa perché funziona nel linguaggio una cosa del genere e cioè il funzionamento del linguaggio è tale per cui l’antecedente viene confermato dal conseguente quindi occorre che il conseguente sia vero se no l’antecedente non viene confermato, non venendo confermato non può essere utilizzato per costruire proposizioni …

Intervento:  è interessante questa cosa perché comunque si riesce bene a collegare quelle che sono le fantasie comuni in qualche modo è qualche cosa che ci da una possibilità di verifica …

Sì, in realtà perché la fanciullina cerca il fanciullino? A cosa gli serve?

Intervento: … a confermare l’antecedente …

Sì perché è stato immesso all’interno del suo sistema operativo questo comando: per essere la fanciullina deve avere il fanciullino, e funziona e ci ha creduto per una serie di motivi, per via di auctoritas, per via di vox populi, per via del fatto che attenendosi a ciò che pensano tutti allora pensa di essere nel giusto, possono concorrere tanti elementi però a questo punto soltanto se c’è il fanciullino allora è una vera fanciullina, se no cosa gliene importerebbe di essere una vera fanciullina? Non si potrebbe neanche porre la questione, in realtà però va a minare qualcosa di fondamentale e cioè la possibilità di affermare qualcosa con certezza e cioè di potere affermare “questo è questo”, come dire “io sono la fanciullina e quindi sono una fanciullina come dio comanda”. È una questione importante questa che rende conto, certo, del motivo per cui gli umani hanno bisogno continuamente di trovare delle conferme, se un elemento fosse stato stabilito in modo assoluto, non avrebbe più bisogno di conferme …

Intervento:…

Ha bisogno di essere confermato, in effetti posta anche all’interno di una sequenza l’implicazione si pone come ipotesi: se, se p allora p, allora se p allora q, ma occorre che il conseguente sia vero allora la p può essere utilizzata, utilizzata vuole dire che il discorso può proseguire in quella direzione se no deve cambiare direzione, non può procedere da quella parte. Verrebbe da porre, in seguito di tutto ciò la questione se tutte le paure, per esempio, abbiano una struttura del genere, c’è l’eventualità che in assenza della possibilità di verificare un certo elemento questo vada a inficiare effettivamente la premessa da cui è partito e siccome il famoso enunciato “questo è questo” è la base di ogni cosa, mettere in discussione una cosa del genere significa mettere in discussione tutto, la possibilità stessa di proseguire quindi deve essere assolutamente confermato perché il “questo è questo” è la premessa per qualche cos’altro, non ha una vita propria per così dire ma serve soltanto a stabilire un elemento il quale elemento costituirà la premessa di un’altra implicazione per muovere da un elemento a un altro ovviamente, visto che il linguaggio funziona così e cioè ciascun elemento è connesso necessariamente ad altri elementi linguistici se no non sarebbe un elemento linguistico e sarebbe fuori dal linguaggio, essendo fuori dal linguaggio non sarebbe niente …

Intervento: infatti questo è questo è il modo in cui probabilmente si installa il linguaggio ed è un continuo questo è questo però si sono costruite delle strade che hanno una priorità … questi filoni che hanno una priorità sono quelli che implicano le paure e le certezze …

Sì, il fatto che ciascuno lungo l’arco della sua esistenza non faccia nient’altro che affermare che “questo è questo” è anche un’altra bella questione, nel caso della fanciullina abbiamo individuato come in effetti la necessità di sedurre il fanciullino non sia altro che una variante del questo è questo per potere confermare, per poterlo dire: quindi è così; ci si chiedeva la volta scorsa come sia possibile pensare una cosa così apparentemente elaborata, una cosa del genere, quella di seduzione da un primo comando molto semplice, molto banale e in effetti è possibile ridurlo al “questo è questo”, quali considerazioni trarre da una cosa del genere? Intanto come ho appena detto qualunque formulazione appare sempre essere riconducibile necessariamente a questa prima affermazione, questo postulato potremmo dire, riconducibile e riducibile tolti tutti i vari elementi aggiunti, si riduce a questo, alla necessità di affermare una identità cioè affermare che una cosa è quello che è e se è quello che è allora è utilizzabile. Come se il linguaggio lo riconoscesse come elemento da cui è possibile partire per potere continuare a parlare se no, no quindi è necessario che ci sia l’elemento da cui partire che deve essere vero ma la verità di questo elemento viene data e confermata da ciò che ne segue, dalle sue implicazioni: io stabilisco un certo elemento da questo elemento implico un altro se questa implicazione è vera allora anche l’antecedente risulta vero, è subito confermato …

Intervento: sembra che se non avviene questa conferma dell’implicazione il linguaggio possa dissolversi cioè se a è non a allora a è uguale a qualsiasi altra e quindi non ha più esistenza …

Intervento: rimangono in piedi comunque soltanto quelle sequenze che hanno il conseguente vero come nel caso della seduzione tutti gli altri sono input che non hanno la necessità di proseguire in quel modo l’orologio è un aggeggio inventato ad un certo punto e chiamato così “orologio” e si utilizza orologio, quando gli elementi che continuamente implementano verrà inventato costruito qualcosa di utile per un certo gioco allora lo si chiamerà e si utilizzerà qualche cosa che si chiama in un certo altro modo e così via e questo nuovo termine sarà per un certo verso fondato su una figura retorica che manterrà certi aspetti dell’orologio. Nel caso della seduzione e quindi di qualcosa di fondante il vivere comune funziona allo stesso modo ma è straordinariamente più complesso perché l’implementazione cioè le implicazioni sono agganciate a ciò che è chiamato “fondamenti” al questo è questo subito confermato …

I logici scriverebbero così: “se p allora p se e soltanto se p allora q” come dire che p è p se e soltanto se è vero che p allora q, solo a quella condizione. Deve essere vera l’implicazione se p allora q, in realtà logicamente potrebbe essere falsa se fossero entrambe false sia p che q, l’implicazione risulta comunque vera perché è sempre vera tranne il caso in cui il conseguente sia falso e l’antecedente vero …

Intervento: è possibile che q sia vera al solo scopo di confermare p? è come se ci fosse già una sorta di criterio di q tale che p deve diventare vera, quindi dio e quindi credo nel miracolo che mi da la prova di dio … la seduzione della fanciullina è un programma …

Intervento: è come se l’identità di q sia confermata dal fatto che esiste p … ma il fatto che segua cioè che il miracolo sia opera di dio, per esempio, è frutto del fatto che io pongo p … ma questa non è una verità oggettiva ma condizionata dalla verità della premessa nel senso che io do per scontata la premessa è un circolo, è qualche cosa che diventa autoreferenziale …

In un certo senso è così, in effetti la superstizione è fondata anche su questo …

Intervento: io prima parlavo di programma cioè che la fanciullina si trova, bene o male, all’interno del sistema occidentale a interpretare la parte della fanciullina perché ha saputo di essere una fanciullina ecco perché parlavo di fantasie maschili e femminili nel senso che è una fanciulla … la questione adesso in questo caso di questo programma della donna che si trova ad essere presa in questo sistema, questo programma lo chiamo io, in cui la fanciullina può avere la necessità di confermare la sua identità di fanciullina o può non averla … perché non gliene importa niente di essere una fanciulla, per esempio, ma troverà nel p allora q cioè questi posti saranno riempiti da altre sequenze dipende da quello che ha accolto come vero, dal questo è questo … però all’interno del sistema occidentale questo gioco di seduzione è necessario … mi interessava la questione proprio del programma occidentale in cui queste sequenze funzionano così uno crede di essere libero ma si trova a giocarle perché la fanciullina è fatta così non è fatta in un altro modo queste sono le cose che bene o male ha imparato e di cui è fatta … sa di essere, vuole essere…

Sì i bambini si programmano come il computer, come diceva anche Turing, gli si danno dei comandi e si insiste su questi programmi finché vengono appresi impedendo naturalmente di prendere direzioni sbagliate, come si programma per esempio una bimbetta? Si incomincia a farla giocare fin da piccola con le bambole, le cucine, gli aggeggi che ha imparato dalla mamma, a questo punto cosa succede? Vede che la mamma fare delle cose, lei le ripete in piccolo questa cosa la persuade che questo è il modo giusto di essere una donna “se sono una donna allora faccio questo” questa è un’istruzione “se sono una donna allora devo occuparmi della casa” e questa è una, un’altra istruzione “sei una donna quindi per essere donna devi avere un bambino” per esempio, è un’altra istruzione, per avere un bambino occorre avere un uomo generalmente e quindi è necessario che per essere una donna come si deve questa donna abbia un uomo e questa è un’altra istruzione, è un comando, come si danno i comandi nelle macchine …

Intervento: ma nello stesso comando c’è anche l’emancipazione della donna per cui parte dalla stessa premessa che è questa “io sono una donna” allora non voglio un bambino, devo odiare mio marito … questa è una variante però è sempre lo stesso programma che ha costruito il punto di partenza sono una fanciullina e poi si va avanti e l’emancipazione della donna di cui sentiamo tanto parlare …

È come dire: quando ricevi un input “tu fai questa operazione” ora quale sia l’input può essere indifferente, allora quando ricevi questo comando tu vai di qua, il comando può essere “tu devi essere una donna, quindi se sei una donna devi avere un uomo” quindi vai di là oppure per essere una donna non devi avere un uomo ma devi combattere contro gli uomini, il comando è differente, basta immettere comandi diversi e la macchina agisce in modo diverso ma la struttura è sempre questa, se questo è il modo per confermare che questo è questo allora andrà in questa direzione. Il comando fondamentale è questo: qualunque cosa tu debba affermare devi confermare che questo è questo, questo è il comando fondamentale …

Intervento: è vero che questo se p allora p deve essere confermato dal conseguente però ci sono molte varianti, come avviene che ci siano strade differenti?

Semplicemente è differente la seconda implicazione “se p allora q” che deve sempre risultare necessaria, è necessario che se è una fanciullina allora ha un fanciullo, può essere necessario, basta modificare anziché se “p allora q” con se “p allora r” rivoluzionaria, e allora in questo caso l’essere rivoluzionaria conferma effettivamente l’essere fanciullina. Il bambino viene invece addestrato ai soldatini non con le bamboline ma con i soldatini, adesso non so se avviene ancora ma una volta i bambini venivano educati all’arte militare anche se non è che li mettessero in caserma a due anni però tutto quanto concorreva a spingerli verso quella direzione e cioè a una strada di forza, di comando, di violenza in un certo senso e quindi in questo caso l’istruzione è “se sei un uomo allora sei forte e devi vincere sugli altri” per esempio, è un’istruzione anche questa, quindi cosa succede? Che il bimbetto se crede una cosa del genere, e essendo bimbetto non ha motivo di non credere che sia vero, accoglie questa istruzione, da quel momento questa istruzione fa parte del suo sistema e quindi deve continuamente trovare le conferme mostrandosi e vincendo e facendo continuamente questa operazione, ma la struttura è sempre la stessa, come dire che comunque deve confermare di essere qualche cosa, deve comunque arrivare al “questo è questo”, poi che sia a capo di un esercito o qualunque altra cosa sia, le istruzioni si attengono sempre a uno schema di base, è un po’ come nei computer, anche nei computer c’è un sistema che si chiama bios che è quello che consente di installare ogni possibile programma, se non c’è quello non si installa niente ed è quel sistema che consente il passaggio di informazioni da una periferica a un processore se non c’è questo non si installa niente e quella è la condizione per ricevere qualunque forma di istruzione …

Intervento: questa implicazione deve essere ripetuta nel senso che non basta che ci sia un fanciullino a confermare alla fanciullina di essere una fanciullina occorre …

Ho fatto questo esempio per mostrare uno schema molto semplice, è chiaro che poi è implementato da miliardi di altri giochi linguistici i quali vanno a intervenire, a modificare le sequenze, io ho cercato di fare lo schema più semplice, più banale giusto per illustrare una struttura …

Intervento: …

L’istruzione può rimanere vera per tutta la vita, e cioè la convinzione che per essere donna occorra avere un uomo, può permanere tutta la vita …

Intervento: può cessare?

Sì certo, può essere soppiantata da un’altra istruzione ma tutte queste istruzioni vertono su un unico scopo: arrivare a confermare il “questo è questo” …

Intervento: anche il bimbo può essere istruito alla guerra ad un certo punto può dire no, faccio il pacifista … cambio la premessa …

Intervento: se diventa pacifista non è che cambia molto la premessa …

Per essere una persona degna di questo nome devo o diventare un generale di corpo di armata oppure un pacifista oppure uno scienziato oppure un medico generico oppure uno spazzacamino oppure un seduttore oppure … qualunque cosa …

Intervento: la prima deve diventare un posto vuoto …

È soltanto un sequenza che dice che p è p e basta, e soltanto se lo è effettivamente può costituire la premessa perché il discorso possa proseguire in quella direzione, però questa affermazione non ha valore assoluto e non ce l’ha perché è inserita all’interno di un sistema linguistico il quale prevede delle implicazioni cioè che da questo elemento si passi ad un altro e questa implicazione occorre che sia vera, da qui il fatto che se il conseguente è falso e l’antecedente è vero crolla tutta l’implicazione; torno a dirvi, la vita di una persona, i giochi che vengono fatti sono una quantità inimmaginabile, però a noi interessava potere ridurre uno qualunque di questi giochi a una struttura elementare …

Intervento: poi ci vuole un’analisi per riuscire a intendere come funziona il proprio discorso …

Sì certo, ciò che abbiamo detto questa sera era una specie di inciso rispetto a ciò che stiamo dicendo e cioè trovare un qualche cosa che ci garantisca in modo definitivo che effettivamente le parole non significano niente, sono posti vuoti, questa era soltanto una parentesi, una domanda che si era posta la volta scorsa alla quale non avevate risposto. Dunque sembra che l’istruzione di base sia effettivamente proprio il “questo è questo” e cioè una sorta di tautologia che però la tautologia come si sa, non dice niente è solo inserita all’interno di un sistema che prevede delle implicazioni, almeno un modus ponens e quindi a questo punto c’è la necessità che l’implicazione risulti vera e quindi risulta vera alle condizioni che sappiamo e cioè che il conseguente non sia falso ché se no questa implicazione non è necessaria, se non è necessaria non garantisce nulla. Prima si faceva l’accenno alla credenza, bisogna considerare che in moltissimi casi l’implicazione viene data per buona, però questo è un altro discorso ancora, interessava soltanto la struttura elementare …

Intervento: la credenza in questo caso serve per confermare la struttura …

Sì, rende necessaria l’implicazione anche se non lo è affatto, per garantire la verità dell’antecedente occorre che questa implicazione sia necessaria però io posso darla per necessaria anche se non lo è, credendo che sia necessaria automaticamente garantisco l’antecedente cioè la premessa ma perché la implichi necessariamente è sufficiente che non la neghi. Anche la credenza soddisfa il funzionamento del linguaggio, dicevo che questa implicazione è necessaria a condizione che il conseguente non neghi l’antecedente, in fondo è sufficiente questo, anche logicamente. Naturalmente quando le sequenze sono molto complesse, molto lunghe è difficile stabilire se la nego oppure no, è difficile risalire, è l’esempio che facevo l’altra volta: se ci sono due o tre formule è facile fare un calcolo proposizionale se invece sono chilometri di formule, stabilire se l’antecedente è vero o falso può diventare complicato, molto complicato tant’è che generalmente gli umani non si preoccupano minimamente di una cosa del genere: sembra che non neghi l’antecedente e quindi non lo nega, e il gioco è fatto, a quel punto sembra che non neghi la premessa, non ci sono prove a contrario, e non ci sono perché non le so trovare e quindi va bene così, come dire? È vero fino a prova contraria, la prova contraria magari c’è però io non so trovarla quindi non c’è e bell’e fatto, gli umani pensano così generalmente, però questa sera mi interessava ridurre qualunque gioco a un’istruzione fondamentale, come dire che qualunque gioco esso sia deve comunque affermare questo elemento, questo è l’obiettivo, l’obiettivo di qualunque gioco quindi di qualunque atto linguistico, affermare se stesso, la tautologia …

Intervento: si diceva che all’interno di ogni gioco c’è una verità per confermare la premessa …

Esattamente, e questo fa all’infinito, però tutto quello che stiamo dicendo afferma anche un’altra cosa, che di fatto parlando non si fa nient’altro che questo in varie forme in vari modi ma non si fa nient’altro che questo: continuare a dire “questo è questo”, in fondo qualsiasi cosa si dica è riconducibile a questo …

Intervento:…

No, una persona non afferma mai “questo è questo”, è difficile che lo faccia, non ne vede l’utilità, così come non c’è l’utilità di affermare una tautologia “p è p”, e allora? Questa utilità sorge al momento in cui le cose si complicano cioè questa p necessita di una conferma se no, no. Abbiamo aggiunto un altro piccolo elemento questa sera, adesso dovremo proseguire e provare quello che dobbiamo provare per avere un criterio di prova, per avere un criterio di prova occorre inventarlo e inventare anche la nozione di criterio di prova a questo punto, cosa significa dimostrare che le parole sono posti vuoti se ancora siamo al di qua della dimostrazione? Se stiamo trattando con qualcosa che è la condizione di qualunque dimostrazione? Appare un non senso e può darsi che lo sia però ci rifletteremo.