27-12-2006
La logica formale si occupa della forma di un enunciato,
muove da assiomi che sono sempre veri, per esempio, uno da cui si parte sempre
è quello che dice che “se A, allora se A allora B”. Questa
sequenza è formalizzata in quanto alla A e alla B si
può sostituire qualunque individuo. La verità che procede da questo è una
verità formale. La verità dell’argomentazione è quella che dice
che “la neve è bianca” che è vera se e soltanto se “la neve è bianca”, come
diceva Tarski. La formalizzazione, nata con Aristotele, è importante perché
consente di stabilire le forme corrette di ragionamento, di qualunque cosa si voglia
parlare, però se io dico che “se A, allora se B allora
A” qualunque cosa io sostituisca a queste variabili proposizionali sarà sempre
vero indipendentemente dai valori di verità attribuiti alle variabili. Dunque è
vera la forma dell’enunciato non il contenuto, per cui
può accadere che le proposizioni che non hanno alcun senso siano formalmente
vere ma di fatto possono risultare anche false. La logica formale non si occupa
dei contenuti si occupa soltanto della forma cioè a
dire quali sono le forme logiche corrette per pensare…
Intervento: che
differenza c’è tra la struttura del linguaggio come l’abbiamo intesa noi e la
logica formale?
La questione è incominciata con Aristotele, con i
Sofisti più ancora: è vero che il linguaggio funziona così, però in questi
ultimi 2500 anni si è immaginato che in realtà non avesse fondamento tutto
questo. È possibile seguendo una sequenza formalizzata giungere a un teorema che è vero necessariamente, però perché proprio
questo, nessuno lo ha mai detto con precisione, perché “se A allora B e se B
allora C, allora se A allora necessariamente C”. Nessuno è mai giunto a
considerare che questa forma è vera perché la
struttura che gli consente di pensare questa forma funziona così, questo è il
passaggio che solo noi abbiamo compiuto, certo Aristotele e poi dopo di lui
altri hanno formalizzato il linguaggio, per esempio, il principio del 3°
escluso – una cosa o è vera o non lo è – non ci sono vie di mezzo checché ne
dica Jaskowski, il quale aveva fatta solo un’escamotage, un po’ come la teoria
dei Tipi di Russell, e cioè diceva che sì, rimane il principio del 3° escluso però
all’interno di una conversazione, per esempio, Beatrice ed io parliamo, è
possibile che lei affermi una cosa ed io il contrario, ma all’interno della
conversazione questo può accadere, può proseguire la conversazione, mentre
all’interno di un sistema formalizzato no, se una cosa esclude l’altra si
blocca tutto e quindi all’interno di una logica discorsiva, come la chiamava
lui, è possibile la contraddizione ma non è possibile che Beatrice si
contraddica, cioè che il suo discorso incontri una contraddizione perché in
quel caso si ferma così come il mio se si contraddice si blocca, anche se lei
dice una cosa ed io il contrario è possibile continuare, e quindi ha avuta la
genialata: ma allora il principio di non contraddizione è aggirabile? No, non
lo è…
Intervento: cioè teorizzava la coesistenza dei paradigmi?
Le logiche modali funzionano così, ma senza tenere conto
che comunque il procedimento che consente la
costruzione di quei sistemi non può in nessun modo abdicare al principio del
terzo escluso, se no crollerebbe tutto…
Intervento: i logici lo
fanno spesso descrivono i vari principi e quindi asseriscono ciò che è vero e
ciò che è falso senza accorgersi che mentre avviene tutto questo già sta
funzionando, per esempio, il terzo escluso o di non contraddizione…
Ciò che noi abbiamo inteso è che questa formalizzazione
del linguaggio rappresenta nient’altro che il modo in cui il linguaggio deve
necessariamente funzionare, se no non funziona, non
c’è nessun’altra possibilità, o funziona così o non funziona. In fondo la
logica formale ha stabilito un modo corretto di pensare e poi tutte le logiche
modali hanno cercato di applicare questo sistema alle conversazioni dove si
parte non da qualcosa di necessariamente vero come un assioma, ma da qualcosa
che è possibile, arbitrario…
Intervento:…
Gli insegnanti di logica dicevano
che la logica descrive soltanto il corretto modo di pensare, ma sembra che
descrivano qualcosa che sta da un’altra parte… Aristotele non è che ha
inventato la logica, l’ha semplicemente formalizzata, ha formalizzato qualcosa
che già funzionava e proprio perché funzionava gli ha consentito di
formalizzarla, se no non avrebbe fatto assolutamente niente…
Intervento: sto
seguendo questo filo della forma logica della proposizioni
che affermano la loro verità però è qualcosa che devo…
Il modello del pensare comune è questo: Pietro e Paolo
sono apostoli, gli apostoli sono dodici, Pietro e Paolo sono
dodici. Questo è il modo di pensare, il sillogismo funziona e formalmente è
corretto, però Pietro e Paolo non sono dodici.