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25-8-2010

 

Intervento: l’interesse a mantenere la premessa sempre funzionale perché ciò è vero per la persona ovviamente, per cui la difficoltà a porre il nostro discorso perché è un distacco, una rottura rispetto al luogo comune. Si diceva di questa premessa che è poi la premessa maggiore che non è verificabile perché sono istruzioni e le istruzioni non sono né vere né false ma costruiscono la verificabilità stessa, ciò che viene inteso dal parlante è che sia certamente la conclusione, in alcuni casi, di un gioco linguistico ma con un senso e un significato propri, invece questa premessa maggiore non è altro che costruita da istruzioni non verificabili ma che danno la forma a qualsiasi giudizio che in seguito venga costruito …

Questo aspetto può avere dei risvolti di qualche interesse e cioè il fatto che questa prima affermazione che viene stabilita non sia verificabile, come dicevamo non è verificabile perché pone le condizioni per la verificabilità futura, per ogni verificabilità che si darà in seguito, fornisce il primo criterio di verità, come dire che una volta che si è stabilita un’affermazione, questa affermazione contiene in sé la possibilità di verificare, in base alla prima, le altre affermazioni, quindi anche un criterio di verità. Nelle istruzioni di cui abbiamo parlato c’è ovviamente il criterio di verificabilità, queste istruzioni non sono nient’altro che la logica di fatto, quella che abbiamo stabilita come logica, per cui ciò che fornisce la verificabilità di per sé non è verificabile. Dicevo delle implicazioni di una cosa del genere, dire che non è verificabile è ancora un po’ impreciso perché in quanto sequenza in sé è ovvio che può essere verificata, ma dalla persona che acquisisce questa prima sequenza non è in quel momento verificabile, e ciò che importa è che non lo è per quella persona che sta costruendo in quel momento il linguaggio, come dire che tutto ciò che segue, tutta la sua esistenza rimane per la persona fondata su una sequenza che non è stata verificata e che rimane in un certo senso non verificabile dalla persona. Certo, se avesse in seguito l’occasione di avere di fronte a sé quella sequenza non avrebbe nessuna difficoltà a verificarla, il problema è che, probabilmente, adesso la pongo come ipotesi, perché ci dobbiamo lavorare, non può essere verificata perché funzionando, ponendosi come il criterio che costruisce qualunque verificabilità, se risultasse falsa allora tutto il criterio di verificabilità di cui la persona dispone, che è utilizzato da quando esiste, crollerebbe. Questo non è che costituisca per la persona un grosso problema in realtà, tutto ciò è totalmente sconosciuto, rimane però, e questo si può facilmente considerarlo in tutta la storia dell’umanità da quando c’è traccia di lei, l’idea che ci sia all’origine qualcosa di misterioso, fino a arrivare anche agli psicanalisti come Lacan, in fondo continuava a considerare che esistesse qualcosa di enigmatico, lo stesso Verdiglione considerava l’ombelico del sogno come qualcosa di non ulteriormente scomponibile, non ulteriormente analizzabile, come dire che alla fine c’è sempre qualche cosa, e questo lo avevamo visto in Heidegger, l’idea che a fine corsa ci sia un abisso, come lo chiamava lui, ognuno lo chiama come gli pare, però rimane sempre qualcosa di non ulteriormente analizzabile, si arriva fino ad un certo punto e lì ci si ferma. Ciò che andiamo dicendo ultimamente toglie, sbarazza una cosa del genere, la sbarazza in quanto mostra di cosa è fatta, anche questo abisso di cui parlano sia taluni filosofi, sia taluni psicanalisti, è fatto di questo, di questa impossibilità di verifica di ciò che avvia il discorso e cioè, per dirla proprio tutta, dall’impossibilità di verifica delle istruzioni che fanno partire il linguaggio, di cui è fatto il linguaggio, perché le istruzioni come sappiamo bene non sono verificabili in nessun modo. Arrivando fino a questo punto ci si trova effettivamente di fronte a qualcosa che appare un abisso, cioè qualcosa che non significa, che non è coglibile, eppure è la causa di tutto, in fondo è questo il concetto anche nelle più recenti elaborazioni psicanalitiche come quella di Verdiglione di ombelico del sogno, che non è niente di per sé, è un vuoto, oppure la sua teorizzazione riguardo al sembiante come punto vuoto, come dire che tutto ruota intorno a questa idea, a questa fantasia ed è una fantasia perché costruisce delle sequenze, delle proposizioni, delle teorie che muovono da qualcosa che a questo punto è immaginato essere fuori dal discorso, quindi fuori dal linguaggio perché appunto l’ombelico del sogno è qualcosa che non è dicibile e queste sono le implicazioni, almeno quelle principali. Il linguaggio essendo soltanto istruzioni non è verificabile, essendo lui il criterio di verifica …

Intervento: verificabile in termini di vero e falso? si potrebbe fare anche in un altro modo, andare a verificare il significato ...

Andare a vedere se il significato all’interno di una certa sequenza è vero o falso ma verificare, come dice la parola stessa, “verum facere”, la verificabilità di qualche cosa è la possibilità che questo qualche cosa possa essere vero o falso, è quindi apofantico anziché apodittico. La fantasia l’abbiamo indicata come una sequenza che si ritiene verificata da qualche cosa che è fuori dal linguaggio, ma se non c’è possibilità di verifica di ciò che ha fatto partire il discorso allora, Eleonora, qualunque cosa è una fantasia, parrebbe, detta così apparirebbe in questa maniera e qual è invece l’uscita da questa difficoltà?

Intervento:  …

Questo punto da cui si parte si ritiene fuori dal linguaggio e cioè un quid magico, misterioso, come  accade, oppure come la realtà delle cose che comunque rinvia a qualcosa di magico, misterioso, in ogni caso non è provabile, oppure la non provabilità di ciò che supporta, anzi di ciò che costruisce una sequenza è intesa in modo corretto e vale a dire che essendo una sequenza di istruzioni, le istruzioni di per sé non essendo né vere né false, è fondato, sì, su qualcosa che non è verificabile perché è fondato da istruzioni …

Intervento: le istruzioni non sono verificabili ma sono necessarie …

Se no non ci sarebbe niente. Le istruzioni abbiamo detto varie volte che non sono sottoponibili a un criterio verofunzionale perché sono la condizione per costruire un criterio verofunzionale, quindi sta in questo la questione. La cosa importante da intendere è che queste istruzioni sono quelle cose che costituiscono la possibilità di qualunque criterio e che di per sé, essendo istruzioni ed essendo quelle che costruiscono un criterio di verità, non possono essere verificate perché sono al di qua di ogni possibile criterio, e questa è una cosa fondamentale che deve essere chiara …

Intervento: non mi è chiaro il passaggio tra queste istruzioni, la loro non verificabilità e le fantasie, per eliminare queste fantasie come è possibile fare? Queste istruzioni …

Le fantasie non sono istruzioni …

Intervento: le fantasie non sono vere di per sé non possono neanche essere false …

Esatto, sono quello che sono e basta, si pongono esattamente come si pose a suo tempo quando nascesti, una delle prime sequenze che viene posta lì ma non è verificata, viene imposta …

Intervento: le fantasie non sono verificate occorre accorgersi invece che sono verificate … costruiscono il criterio di verificabilità …

Intervento: ma come fanno a essere vere o false le fantasie?

È come se la fantasia avvenisse magicamente, senza nessuna connessione, si pone così, magicamente. Prova a pensarla così, per una persona interviene così dal nulla e in effetti molte persone pensano esattamente questo, che arrivino dal nulla, allora ciò che abbiamo detto ultimamente riguardo alla fantasia è che è una costruzione che immagina di sé di essere fondata fuori dal linguaggio, questo significa che è fondata su altro che può essere la realtà in alcuni casi, la natura, dio, la magia, magicamente come dicevo prima, magicamente è sorta, qualunque cosa ma non il linguaggio, e poi da lì siamo partiti per fare una digressione, dal fatto che a tutt’oggi molti filosofi, molti psicanalisti pensino una cosa del genere, ponendo “l’origine” tra virgolette di ogni cosa nell’abisso, nell’ombelico del sogno, nel punto vuoto, in assenza della possibilità di intendere di che cosa è fatta questa fantasia, così come Heidegger ha trovato l’abisso perché non sapeva come sbrogliarsela, si trova qualcosa che in fondo è sempre qualcosa di magico, mentre sappiamo che la fantasia come qualunque cosa è costruita dal linguaggio, però ha questa caratteristica particolare, particolare poi neanche tanto, è piuttosto diffusa, e cioè che nel momento in cui si installa il linguaggio: una persona incomincia a parlare e quindi a pensare, queste prime sequenze di cui dispone può considerarle come il prodotto di istruzioni un bambino di quattro anni? No, benissimo, quindi per quel bambino effettivamente si pongono in un certo senso come qualcosa di magico, cioè di colpo lui incomincia a vedere l’universo, ad accorgersi che esiste, a fare connessioni, mettere le cose in relazione, pensare se una cosa è vera o è falsa, gli si spalanca di fronte un universo e questo universo naturalmente non è fatto da nient’altro che di quelle istruzioni che gli sono state insegnate, insegnandogli le prime sequenze e quindi la fantasia, è come se fosse quella la prima cosa e ci sono buone probabilità che qualunque fantasia rimanga comunque vincolata a quella prima cosa che è vera di per sé, anzi è qualcosa che è ancora al di qua del vero, perché non essendoci per un bimbetto di quattro anni nessuna possibilità di verifica la cosa esiste di per sé, appunto magicamente, non avendo nessuna possibilità di intendere da dove arriva, è così e basta, c’è. Un po’ come dice la religione, quella dei cristiani che dio a un certo punto ha fatto le cose dal nulla “fiat lux”, e la luce fu. Come dire: si parla e le cose esistono, e non le cose esistono quindi si parla, ma si parla e quindi esistono, nel momento in cui si incomincia a parlare allora esiste tutto l’universo, ti ricordi quando parlavamo della macchinetta? Prima che noi immettiamo nella macchinetta le istruzioni, la macchinetta che fa?

Intervento: Niente …

Esattamente, fa niente, per la macchinetta non esiste niente, ma quando incominciamo a mettergli le istruzioni, se A allora A eccetera, allora quelle cose per la macchinetta esistono. Ancora un corollario di ciò che abbiamo detto: l’unico modo che hanno le persone per orientarsi nel mondo che le circonda è la fantasia, perché la fantasia è quella che produce il mondo che le circonda per questo dicevamo che non c’è una distanza tra la realtà e la fantasia, perché la cosiddetta realtà è una fantasia al pari di qualunque altra …

Intervento: mi sembrava fuorviante parlare di fantasia e parlare di realtà come fantasia …

L’ho appena detto …

Intervento: sì però gli umani mantengono la distinzione tra realtà e fantasia credendo che siano due cose ben distinte …

Lo so, adesso sto parlando a voi, in una conferenza non avrei parlato così. Mi rendo conto che non è semplice e potrebbe anche dare addito a delle obiezioni, per esempio un’obiezione?

Intervento: è vero che c’è questa distinzione tra realtà e fantasia però la realtà virtuale mette in discussione il luogo comune della realtà e della fantasia anche se …

Il fatto di definirla virtuale comunque la differisce da quella reale.