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24-5-2005

 

 

Su retorica e argomentazioni

 

Altre obiezioni che volete rivolgere a ciò che io ho affermato, e cioè che per esempio il corpo è uno strumento del linguaggio? Che serve al linguaggio per modificare ciò che il linguaggio stesso costruisce e cioè il cosiddetto mondo esterno, modificarlo a seconda delle proposizioni che sta costruendo in modo tale da potere concludere con una proposizione vera? A questo serve il corpo, a nient’altro. Per questo stiamo facendo esercizi di retorica. Allora io sostengo come al solito che qualsiasi cosa è un elemento linguistico: anche il corpo appartiene al linguaggio, anzi  ne è uno strumento. Qualcuno ha qualche obiezione da pormi? Adesso l’ho buttata lì senza neanche dire perché, nel modo più provocatorio possibile…

Intervento: quando ci si accorge di avere un corpo, di possederlo? Quando ho avuto il linguaggio mi sono accorto che anch’io ho un corpo che posso descrivere

Intervento: è la stessa cosa che ha detto quel tale: “ho male a un braccio”

La cosa più immediata e più semplice da dire è che in assenza di linguaggio non c’è nessun io, perché non c’è una struttura che lo determina questo io, e quindi “io ho male al braccio” non è niente in assenza di linguaggio perché “io” non è determinato…

Intervento:…

A questo punto si potrebbe sempre obiettare che anche senza un io determinato comunque c’è una reazione al dolore, però il fatto che un elemento reagisca ad un altro di per sé non prova proprio niente…

Intervento: ad esempio il termometro

Certo, quindi il fatto che io non possa dire io perché non c’è nessun io che sente, questo già sposta la questione, c’è un corpo che viene modificato da un elemento estraneo così come un bicchiere viene modificato se cade per terra, però sappiamo che nessuno attribuisce al bicchiere che va in frantumi né la sofferenza né il dolore né il ricordo di quando era integro, né la nostalgia di tale situazione, come mai? Perché non c’è linguaggio, per cui quando chiunque dice: io sento male, vi offre il destro per questa controargomentazione, ché in assenza di linguaggio non c’è nessuna possibilità di un io perché nulla lo determina in quanto tale. Sbarazzati di questa storia ecco che rimane il fatto che qualsiasi elemento può essere modificato da un altro, però a questo punto è difficile sostenere che un bicchiere è provvisto di sentimenti, di sensazioni, di nostalgie, per cui questo vi consente a quel punto di muovere delle argomentazioni sul fatto che proprio perché ci sia l’io occorre che ci sia il linguaggio, e siccome il corpo è tale io, chiunque dice io si riferisce sì a ciò che pensa ma anche, il più delle volte e soprattutto, al suo corpo e finché tutto questo non viene determinato da una struttura. L’io viene determinato dal linguaggio, e quindi anche il corpo viene determinato dal linguaggio, e naturalmente domandarsi a questo punto se in assenza di linguaggio il corpo sentirebbe oppure no è una domanda che non ha propriamente una risposta degna di chiamarsi tale, non ha una risposta perché in assenza di linguaggio non è possibile domandare una cosa del genere, e affermare che la sentirebbe comunque è un non senso, al pari del domandarsi se il bicchiere cadendo sente dolore oppure no. Poi un’altra obiezione che qualche volta è stata fatta, e cioè che il linguaggio, come ricordava prima Sandro, consente retroattivamente di venire a sapere, di accorgersi di cose che prima non era possibile accorgersi. Anche in questo caso sarebbe come domandarsi come sarebbe il mondo in assenza di linguaggio, come una persona, una qualunque cosa in assenza di linguaggio vedrebbe il mondo, a questo punto sempre retoricamente perché è di questo che ci stiamo occupando, voi rimandate alla persona questa domanda: “come vede il mondo questo posacenere?” così allo stesso modo lo vede una persona che non ha linguaggio, così come lo vede il posacenere, il posacenere non ha vista, non ha udito, ma il posacenere può avere altri elementi capaci di esperire, tant’è che posto a 50.000 gradi si fonde, dunque anche lui percepisce e reagisce, come vede dunque il mondo il posacenere? È importante rispondere a questa domanda perché quando lo sapremo, sapremo come vede il mondo chi è sprovvisto di linguaggio…

Intervento:…

La retorica è volgere le obiezioni, le argomentazioni di chiunque contro di lui, utilizzarle contro le sue stesse argomentazioni, è uno dei sistemi più efficaci perché a questo punto quelle argomentazioni non potranno più essere utilizzate…

Intervento: come lei utilizzi il termometro, il posacenere come se lei utilizzasse gli oggetti del mondo esterno esattamente allo stesso modo in cui utilizza le categorie del mondo interno così come sono pensate generalmente

Sì certo, sì sono esempi di oggetti banali che tutti conoscono, e utilizzo quella operazione che in retorica si chiama straniamento, che ha utilizzato anche Freud, il modo per cui un oggetto apparentemente umile e banale si trasforma in qualche cosa che è assolutamente impensato, nessuno si è mai chiesto come un posacenere veda il mondo, eppure il posacenere è senza linguaggio e l’esempio di quel tizio poneva qualcuno che è senza linguaggio, dunque entrambe sono senza linguaggio, dunque entrambe lo vedono allo stesso modo, e così la stessa questione del termometro, del bicchiere, oggetti che si usano tutti i giorni…

Intervento:…

Non vede, registra reagisce agli stimoli, non vede, in realtà a nessuno verrebbe in mente di chiedere a una videocamera “cosa hai visto oggi?”

Intervento: se io pesto la coda ad un cane il cane reagisce è ovvio che sono io che gli attribuisco tutto quello che voglio però…

Intervento: però si modifica qualche cosa

Si modifica anche girando la rotellina dell’orologio, infatti si carica e questo gli consentirà di andare avanti altre ventiquattrore. Altre obiezioni che volete rivolgere a ciò che io ho affermato e cioè che per esempio il corpo è uno strumento del linguaggio che serve al linguaggio per modificare ciò che il linguaggio stesso costruisce e cioè il cosiddetto mondo esterno, modificarlo a seconda delle proposizioni che sta costruendo in modo tale da potere concludere con una proposizione vera? A questo serve il corpo a niente altro. Obiezioni? Vi risulta assolutamente evidente che il corpo sia uno strumento del linguaggio?

Intervento: sì

Saprebbe anche dire perché?

Intervento: …se non ci fosse il linguaggio il corpo non ci sarebbe

Questa è una petizione di principio. Se lei non si dice, lei non esiste?

Intervento:…

Ma quando dorme e sogna altre cose in quel momento lei non pensa a sé, lei cessa di esistere dunque? O se nessuno la pensasse e nemmeno lei si pensasse per una serie di circostanze fortuite, in quel momento lei non esisterebbe? Oppure esisterebbe lo stesso se non pensa e non dice? Dovrebbe dirsi: “esisto” oppure no? Se mi dico allora esisto e se invece si alza la mattina e si prende il suo caffè…

Intervento:…

Quindi se nessuno glielo avesse insegnato lei non saprebbe di esistere? Quindi non esisterebbe, è questo che sta dicendo?

Intervento: paradossalmente

Quando avremo finito questo incontro andrà verso la sua macchina, alla sua macchina nessuno ha insegnato che esiste, dunque la sua macchina non esiste…

Intervento:…

Sì ma lei ha posto una condizione: esiste perché posso dirlo, la sua macchina non può dirlo…

Intervento:…

Quindi è lei che la fa esistere, senza di lei non esisterebbe, se lei dovesse scomparire per qualche motivo in questo instante la sua macchina scomparirebbe con lei…

Intervento:…

E quindi non esisterebbe più neanche lei…

Intervento:…

Per quanto riguarda altri potrebbe esistere?

Intervento:…

Ma un ladro d’auto non sa che è la macchina di Cesare…

Intervento:…

Vede che è una macchina, quindi vede qualcosa e quindi sa che c’è qualcosa, che qualcosa esiste nonostante lei non ci sia, nonostante la macchina non sappia di sé di esistere, quindi le cose esistono indipendentemente dal fatto che si dicano…

Intervento:…

Un cane vede un corpo che viaggia verso di lui e si scansa, quindi come la mettiamo a questo punto, il cane non ha linguaggio cionondimeno vede qualcosa che esiste e che gli fa paura, non sa che cos’è perché non ha nozione né meccanica…

Intervento: qualche esperienza

E se non l’ha avuta?

Intervento:…

Ne basta uno che si scansi quando arriva una macchina…

Intervento:…

E se non l’ha avuta questa esperienza? Un qualsiasi animale se lei si avvicina minaccioso questo animale si allontanerà, arretrerà anche se nessuno l’ha mai picchiato, però arretra, si allontana, eppure questo animale non ha il linguaggio, non sa che cos’è quella cosa che gli viene incontro e cionondimeno si allontana, questo per dire che comunque per questo animale anche se non ha linguaggio quella cosa esiste, perché se non esistesse non se ne allontanerebbe infatti non si allontana quando non c’è niente, solo quando c’è qualcosa…

Intervento:…

Lei sta usando di nuovo una petizione di principio e io non glielo consento, lei sta dicendo che glielo attribuiamo noi e invece sto dicendo che questa esistenza è al di fuori del linguaggio e cioè di noi. Non usi petizioni di principio con me…

Intervento:…

E se non le piace il cane prendiamo il ghiaccio, si scioglie al calore sempre e non mi dirà che il ghiaccio è provvisto di linguaggio e sa, ha imparato etc.

Intervento:…

Cesare, quando ci fu l’era glaciale gli umani ancora non c’erano però c’era una distesa immensa di ghiaccio, poi la temperatura si alzò non c’era nessuno che stabilisse una cosa del genere ciononostante la temperatura si è alzata, i ghiacci si sono sciolti, il mare è salito…

Intervento:…

Vede Cesare, tutto ruota intorno a che cosa si intende con esistenza, è ovvio che adesso nella mia argomentazione io sto ponendo la nozione di esistenza in modo particolare, e cioè come qualcosa che si dà fuori dal linguaggio, lei a questo punto dovrebbe chiedermi cosa io intendo con esistenza e chiedermi perché intendo questo anziché il contrario per esempio, e allora a questo punto tutta la questione è spostata sul nocciolo della questione, non tanto se una cosa esista oppure no ma cosa stiamo dicendo quando esiste, quando diciamo che esiste, ché così, in quattro e quattr’otto è risolta la questione senza stare a impelagarsi e impegolarsi in argomentazioni farraginose, perché se lei accoglie questa nozione di esistenza poi le sarà straordinariamente difficile sbarazzarsene dopo, quindi deve arginarla subito…

Intervento: si potrebbe con un giro pazzesco

Lei sarebbe in condizioni di farlo, lei lo saprebbe?

Intervento:…

La questione del cane è sorta perché lui ha accolto il mio concetto di esistenza, a quel punto, passo dopo passo siamo arrivati lì, all’esistenza, cosa che invece non sarebbe dovuta spingersi così lontana, ché più va lontana e più fornisce all’altro strumenti contro di voi…

Intervento: il cane sa di essere un cane?

È una domanda che lei pone così, ingenuamente?

Intervento:…

Certo che no, il vento sa di essere vento? No, brava, e come mai non lo sa? E se io glielo spiegassi? Lo saprebbe a quel punto…

Intervento: il cane si allontana, come il ferro possiamo dire che è innamorato della calamita? Quindi si parla…

Poeticamente sì, si può costruire una analogia…

Intervento: poeticamente possiamo attribuire al cane qualunque cosa ed è quello che avviene continuamente, quindi c’è tutta la questione dell’attribuzione avere paura, allontanarsi sono cose che esistono all’interno di una struttura linguistica che è per definizione umana non è canina

Cosa obietterebbe Beatrice a Sandro?

Intervento: per definizione il cane non utilizza il linguaggio e quindi tutto ciò noi - il linguaggio – attribuiamo al cane è nostra attribuzione. Il cane viene umanizzato visto che si pongono due categorie umano/canino sempre l’uomo vince sulla bestia! Laddove ci troviamo a pensare

Sì certo, la domanda fondamentale è questa: gli umani posseggono la capacità attraverso il linguaggio di cui sono forniti di cogliere la realtà esterna e di poterla manipolare a loro piacimento grazie al linguaggio? Oppure è il linguaggio che costruisce tale realtà? Che la fa esistere? Questa è la questione centrale. O gli umani grazie al linguaggio possono cogliere, accorgersi, esperire, modificare la realtà che li circonda oppure tale realtà non esiste senza il linguaggio.

Intervento:…

Sì ma la questione forse è ancora più radicale, un corpo è attratto dal centro della terra indipendentemente dal linguaggio oppure no? In questo caso è una mia attribuzione il fatto che un oggetto cada…

Intervento: l’attribuzione è un concetto costruito dal linguaggio senza linguaggio non c’è…

Sì è questa la questione che va meglio articolata, perché si torna alla questione di prima, e cioè l’utilizzo del linguaggio, l’esistenza del linguaggio consente agli umani di accorgersi quindi di potere considerare, calcolare, valutare, verificare leggi della natura come quella di gravità oppure in assenza di linguaggio non c’è nessuna legge di gravità?

Intervento: io posso provare paura se non esiste il concetto di paura?

No, ma se non so che un corpo cade se non viene trattenuto, allora anche se non so nulla di tutto questo se qualcuno mi fa cadere una pietra sulla testa la pietra cadrà sulla mia testa e la mia testa si romperà, anche se non lo so e non l’ho mai saputo. Ma dovete farle voi a me queste obiezioni, non farle io a voi…

Intervento: il bambino non lo può affermare la cosa non esiste però…

Il bambino si mette a giocare alle bambole in mezzo all’autostrada Torino Milano nell’ora di punta, secondo voi cosa succederà? Lui non sa niente…

Intervento: non possiamo non sapere noi quello che avverrò al bambino

Quindi sappiamo che avverrà qualcosa comunque indipendentemente da qualunque considerazione, avverrà…

Intervento: perché ne abbiamo esperienza

Sì, certo, noi sappiamo che lui morirà, lui non sa che morirà, lui muore comunque. C’è qualcosa che non funziona in ciò che continuate a dire perché vi arrovellate a cercare cose su cose. No, la retorica deve smontare in quattro e quattr’otto l’argomentazione così come ho fatto prima rispetto all’esistenza del mondo glaciale, con estrema facilità, e non dovete dare all’altro, come state dando a me adesso, gli appigli che userò contro di voi. Perché ogni cosa che voi dite mi fornisce l’occasione per porre un’altra obiezione ancora.