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21-10-2009

 

Daniela sta lavorando per la sua conferenza?

Intervento: ci sono delle tracce però non le ho elaborate …

Può farlo adesso, intanto qual è la traccia generale, da dove parte e dove arriva?

Intervento: Spiritualità o pensiero? il titolo Spiritualità, intenderei come quella inclinazione “naturale” tra virgolette umana a interrogarsi sul senso, domande ultime sull’esistenza cioè la ricerca della verità di qualcosa che veicola delle certezze rispetto al senso della vita, al senso della sofferenza, come elemento solitamente inspiegabile questo senso e quindi la ricerca di risposte. Nella religione la dimensione interiore è ricercata e interrogata da varie filosofie …

Spiegherà anche perché gli umani hanno cercato sempre questa cosa o la lascerà così, avvolta nel mistero?

Intervento: certo, arrivare a una spiegazione anche perché contrapponendo questa spiritualità ad un senso, a un criterio razionale che si fonda su criteri possibilmente necessari, e quindi fornire un’alternativa a una ricerca valida in questo senso, di queste certezze e quindi che si fondi su una risposta che sia necessaria piuttosto che essere di fronte a una teoria seducente o qualcosa che lo seduce …

Qual è il vantaggio di tutto ciò, perché dovrebbero abbandonare le loro credenze a vantaggio di altro?

Intervento: i vantaggi di utilizzare qualcosa di necessario piuttosto che una teoria non fondabile. Ciascuno pensa di possedere la verità … una maggiore tolleranza, .una maggiore libertà intellettuale, quindi una semplificazione nei rapporti interpersonali non c’è più bisogno di difendere ciò che si crede perché non c’è più l’opposizione di un’idea rispetto a un’altra ma soltanto una scelta estetica “mi piace pensare così” … la superstizione è radicata nella vita delle persone con degli effetti collaterali piuttosto importanti il fatto di liberarsene è sicuramente un alleggerimento della vita. La possibilità di abbandonare le paure, le angosce di volersi adeguare agli altri o a dei modelli che sono proposti come quelli giusti …

Intervento: insistere sull’aspetto della credenza questa è la chiave, quello che può far breccia la questione della credenza, del perché le persone hanno bisogno di credere, andare incontro al luogo comune …

Intervento: la ricerca della verità viene associata nel luogo comune a una entità sovraumana, sopranaturale che dia appunto delle spiegazioni definitive dare un senso a una serie di cose che normalmente si subiscono, che l’essere umano subisce e soprattutto la sofferenza dicevo questa ricerca della verità è strutturale perché il pensiero funziona in questo modo, ha bisogno di trovare una conclusione che risulti necessaria contraddicendosi perché qualsiasi credenza non è necessaria ma è arbitraria …

Occorre arrivarci a questo e accorgersi …

Intervento: accorgersi che quello che ha mosso la vita magari è fondato su niente …

Intervento: parlo proprio di religione in questo caso e quindi la questione della spiritualità è che se non ci fosse la sofferenza non avrebbero più niente da dire, è come se sparendo la sofferenza il discorso religioso non avesse più alcun senso, non avrebbe più niente da dire proprio, come dire che in questo caso la sofferenza diventa il motore della parola, diciamo che la sofferenza, credere in un dio dà la dignità alla sofferenza perché garantisce che se tu soffri in questa terra poi andrai in paradiso) (se il governo non avesse problemi da risolvere non avrebbe alcun senso …

Intervento: la religione da un valore alla sofferenza perché chi soffre è poi degno del paradiso …

C’è una questione importante a questo riguardo e ieri ne ho fatto una accenno a proposito del discorso religioso e della morale. Da sempre si considera la battaglia fra il bene e il male, quella che ha occupato gli umani da sempre come se tutto si giocasse lì, il bene corrisponde al vero, se è bene è vero per definizione e di conseguenza se è male vuole dire che è falso. C’è una questione che si inserisce qui e che riguarda il modo in cui le persone considerano il bene e cioè la verità o quello che loro ritengono essere vero che funziona esattamente come nel caso dell’innamoramento dove non ci si chiede di fatto se è sostenibile, se è verificabile, se è verofunzionale, non ci si chiede assolutamente niente, semplicemente si subisce, si subiscono delle fantasie, si subisce l’attrazione verso qualcosa che si configura o che appare essere come una sorta di bene assoluto, cioè di vero assoluto, il più delle volte sotto forma di gara, di partita, di “affrontamento” però la questione religiosa è tale perché comporta un innamoramento, un innamoramento nei confronti di una verità, e perché ci si innamora di questa verità? Perché non è sostenibile naturalmente, non ha nessuna ragione di essere, per questo richiede l’innamoramento, nessuno si innamora del fatto che 3 per 2 faccia 6, non eccita perché è dimostrabile, perché chiunque può verificarlo e quindi non comporta nessun problema, ma laddove invece questa verità che funziona come premessa generale di tutto non è sostenibile in nessun modo, viene sostenuta esattamente come si sostiene un innamoramento, è la stessa cosa ed ha anche la stessa forza, lì sta il problema: provate voi a dire a una persona innamorata “adesso cessa di innamorarti”, non funziona, ed è una cosa di una vastità notevole e anche di una certa complessità perché a questo punto si tratta di affrontare non la ragione, la ragione si piega, si modifica facilmente, se una persona naturalmente è disponibile ad accogliere il gioco che fa la ragione, ma se non è disposta a fare questo gioco così come esattamente avviene nel caso di innamoramento allora il discorso si fa molto più complicato …

Intervento: sì può essere deviato soltanto da un innamoramento più forte, come una conversione verso una nuova religione, verso una nuova ideologia comporta l’euforia dell’innamoramento …

Sì, però hanno la stessa struttura e quindi non andiamo molto lontani, che uno creda in dio, in budda o nella madonna non cambia nulla, la struttura è sempre la stessa; la religione è un innamoramento, hanno la stessa struttura cioè come diceva Freud, è come se l’io scomparisse a vantaggio dell’oggetto, insomma se c’è religione, c’è innamoramento, sono praticamente la stessa cosa, hanno la stessa struttura e cioè credere fortissimamente a qualche cosa. Il fatto che abbiano la stessa struttura è un problema in più anziché essere uno in meno, rende conto del fatto della difficoltà, togliere la religione è come togliere l’innamoramento, la religione come l’innamoramento è cieca cioè priva di ogni capacità di raziocinio. Affrontare questa questione comporta affrontare simultaneamente la questione religiosa e l’innamoramento, come una sorta di stato ipnotico cioè le persone che, per esempio, sono lì nelle conferenze che ci ascoltano, sono innamorate delle cose in cui credono, letteralmente, e per questo reagiscono malamente quando si insinua qualche altra cosa, è come la donna innamorata di qualcuno e che sente qualcuno sparlare del suo innamorato, lo difende a spada, è tratta esattamente quello che fanno le persone quando diciamo che quelle cose non esistono se le loro parole non le fanno esistere, difendono questo innamoramento a spada tratta perché se fosse una questione razionale non ci sarebbe nessuna eccitazione, uno considera, valuta, ascolta, interroga senza agitarsi e invece no, danno fuori di matto perché non è una questione razionale, l’obiezione non nasce da una questione razionale, da un pensiero, ma nasce dall’emozione che scatena il fatto di sentire il proprio amante vilipeso da qualcuno …

Intervento: …

Certamente, così come la stupidità è messa in contrapposizione all’intelligenza. L’innamoramento è un atto di fede né più né meno, è un atto di fede tra i più potenti, come quello della religione cioè “credo che sia così” credo che quella persona, per esempio, sia la persona della mia vita, adesso faccio un esempio, senza rendersi conto per altro che se l’altra persona eventualmente fosse innamorata comunque sarebbe innamorata di fantasie che riguardano lui e che non hanno nulla a che vedere con l’oggetto d’amore cosiddetto, assolutamente niente se non, il più delle volte, per una svista o per un tratto. Dicevo ieri che se c’è psicanalisi non c’è religione, non possono convivere in nessun modo, è escluso, questo in seguito a ciò che abbiamo appena detto, comporterebbe un altro corollario: se c’è psicanalisi non c’è innamoramento …

Intervento: è la cosa più importante della vita …

Intervento: però per molte persone la religione non è cieca e totale, per molte persone trovare la sicurezza è nella ripetizione di riti e nel fatto e che milioni di persone credono nello stesso modo e che quindi se la pensano così sarà vero, alla fine se non hanno qualcosa in cui credere che fornisca delle risposte, alla fine perché no?

Intervento: se non si fanno più certe domande non si danno più certe risposte … tu dicevi le persone hanno bisogno di qualche cosa per rispondere alle proprie domande ma queste domande perché si pongono?

Intervento: sì io dicevo per la più parte delle persone funziona anche il lato esteriore delle religioni cioè dei riti e tutto l’apparato …

Ma la cosa si sposta su altre cose indifferentemente, pensi alle obiezioni che ci vengono fatte, le più accese, sulla realtà, sulla natura, si è spostato lì ma è la stessa cosa, lei vada a toccare una cosa del genere ed ecco che le persone insorgono come dicevo prima malamente, cioè gli si va a toccare qualche cosa che funziona come un oggetto d’amore perché è lì, è vero assolutamente e padrone di tutto e non deve essere toccato e se lo si tocca non è che reagiscono come persone razionali che confrontano, valutano, considerano, riflettono, no, si scagliano esattamente come l’innamorata che difende il suo oggetto d’amore. La questione dell’innamoramento occorrerebbe elaborarla meglio ché si considera sempre in termini riduttivi ma l’innamoramento è strutturato in questo modo “voglio assolutamente quella cosa”, può essere qualcuno, qualche cosa è indifferente, la voglio assolutamente perché se non ce l’ho sto male, questo è innamoramento, nient’altro che questo, ora si tratta di intendere come si struttura, si configura, si combina una cosa del genere all’interno del discorso, come può accadere una cosa del genere e questo non è semplice da intendere perché intervengono varie questioni, non ultimo il fatto che, potremmo dirla così, che il discorso necessita di qualche cosa che traini, qualche cosa considerato assolutamente vero e che prometta, essendo assolutamente vero, il bene assoluto, la verità assoluta e questo già la religione lo sapeva, dio è la verità e quindi il bene assoluto e una volta raggiunto c’è la pace, il godimento totale. L’innamoramento, per la religione è la stessa cosa, promette esattamente quello che in un certo modo l’oggetto d’amore promette all’amante, “avrai me” dice dio, oppure l’amante dice “se avrò quella cosa o quel qualcuno allora avrò tutto e sarò salvata, poi non è sempre così …

Intervento: si fanno sempre le stesse cose, nell’innamoramento si ricade sempre nello stesso errore cioè non si rinuncia a credere …

No, a quali condizioni il discorso potrebbe farlo cioè potrebbe rinunciare a credere? Questa è una domanda interessante …

Intervento: credere è cercare fuori di sé qualcosa che appartiene al proprio discorso …

Perché questo non avviene generalmente? Perché non si rinuncia a una cosa del genere?

Intervento: perché le persone non possono contare sulla propria intelligenza …

Perché non si rinuncia Eleonora? Così d’acchito cosa diresti?

Intervento: perché si vuole stare insieme … cercare l’oggetto d’amore questo si ricollega a fantasie sue personali alle quali è impossibile rinunciare perché fanno parte …

Avviene una sorta di corto circuito e cioè la persona diventa, anzi è in quel caso, la rappresentazione delle proprie fantasie e le proprie fantasie non sono altro che costruzioni, idee rispetto a quelle verità assolute che costituiscono la premessa generale del proprio discorso. Questo corto circuito che avviene fra la propria fantasia o meglio le verità assolute, i principi primi del proprio discorso costruiscono idee, fantasie attraverso i quali si manifestano queste fantasie ad un certo punto per dei tratti, di cui poi parleremo, corrispondono, appaiono corrispondere a qualcuno cioè questo qualcuno è la rappresentazione della mia fantasia, quindi non è altro che la mia verità assoluta, il mio principio primo e come tale lo tratta da quel momento, ecco perché …

Intervento: d’altronde non ci si può rinunciare …

Occorre interrompere questo corto circuito cioè intendere perché a un certo punto avviene questo corto circuito cioè perché una persona o una cosa si trova a rappresentare, a configurare quasi l’incarnazione delle proprie fantasie erotiche, per lo più …

Intervento: c’entra qualcosa la verità assoluta ad un certo punto? La persona di cui ci si innamora da un senso alla vita e che cosa da un senso alla vita? Di avere trovato qualcosa di assolutamente vero perché questo appartiene al linguaggio, in questo caso aver trovato qualcosa di assolutamente vero mi apre le porte a tutta una serie di discorsi …

Sì, perché gli umani la cercano da tremila anni?

Intervento: per avere una sicurezza nella cose che dicono …

Intervento: sì ma la trovano sempre nell’altro la verità …

E questa è la questione di cui dicevo prima, perché avviene questo fenomeno? E su questo occorre che riflettiamo …

Intervento: perché non si hanno gli strumenti per intendere il linguaggio …

C’è sicuramente questo aspetto però non so se è il motivo, la causa, come interrompere quel corto circuito?

Intervento: è la struttura metafisica, la cosa in sé ovviamente che fonda questa necessità di trovare l’oggettività di quello che si pensa fuori di sé …

Intervento: la cosa esiste di per sé non è dentro la persona che sta facendo un discorso è fuori …

In realtà è una proiezione perché questa verità, questa realtà parte dai primi principi del proprio discorso, sono quelli che poi danno la possibilità di pensare una verità e di conseguenza una verità assoluta, una verità estrema o la verità della realtà …

Intervento: però la si immagina come una realtà esistente di per sé quindi fuori della persona … quindi va cercata in una persona o in un’idea …

Intervento: forse proprio per la questione dell’istallarsi del linguaggio immediatamente la persona viene istruita con il “questo è questo” poi quando la persona comincia a riflettere, a trarre da sé delle conclusioni però l’incipit ormai è partito in quel modo …

Intervento: a questo punto la questione della domanda sembra pertinente alle proprie fantasie perché sono le proprie fantasie che costruiscono questa domanda alla quale si cerca di dare risposta perché in effetti stavo pensando alla questione dell’innamoramento il culmine per esempio, il fatto del culmine è come se la risposta si presentasse immediatamente …

Intervento: la questione della domanda visto che prima parlavamo per ottenere delle risposte, ma come si è costruita questa domanda? Da dove viene? Perché se non c’è domanda non c’è neppure risposta ovviamente allora la questione può essere da studiare in quel senso, gli esseri umani cercano delle risposte, ma a che cosa?

Intervento: devono parlare quindi …

Intervento: e questa domanda da dove viene? Come si è strutturata? Come si è organizzata, come si è costruita? Risposte a che cosa non è “da dove vengo e dove vado?” però anche quando ci si innamora e dice ho trovato … non è una domanda metafisica o esistenziale, però la struttura è la stessa …

È qualche cosa che riguarda il sorgere del linguaggio, se il linguaggio si instaura per via di qualcuno che generalmente pone i primi principi, il famoso “questo è questo” che da l’avvio all’instaurarsi del linguaggio questo, avviandosi il linguaggio, si porta appresso probabilmente anche questa sorta di superstizione e cioè che sia altri ad avere il possesso del linguaggio cioè il possesso della verità, e cioè nel caso specifico chi ha insegnato a parlare, mettiamola così in modo rozzo poi preciseremo, se qualcuno ha insegnato a parlare cioè ha mostrato come si costruisce una proposizione, che cos’è la verità, allora può permanere questa superstizione, questa idea che sia qualcuno a possedere il linguaggio e questo qualcuno che possiede il linguaggio, cioè che ha dato, che ha consentito l’avviarsi del linguaggio di fatto è dio nell’idea generale e quindi è come se il discorso fosse partito male cioè continuasse a cercare colui o colei che gli ha dato l’avvio, lo ha fatto esistere, lo ha fatto esistere come parlante, e allora c’è la possibilità che il discorso continui a cercare come garanzia di sé questo qualcuno o questo qualcosa ma generalmente è qualcuno perché è difficile che sia addestrato a parlare da un computer per esempio. Come dire che instaurandosi il linguaggio si insatura anche e simultaneamente la superstizione, il linguaggio parte male e questo renderebbe tra l’altro anche conto del fatto che ci siano voluti tre mila anni perché qualcuno si accorgesse di questo inghippo se no se ne sarebbero accorti. Per il momento consideratela un’ipotesi, un’ipotesi di lavoro sulla quale lavoreremo mercoledì prossimo, però è già una direzione anche perché spesso le soluzioni vengono trovate proprio considerando come funziona il linguaggio esattamente, e che cosa lo fa funzionare, lì ci sono le risposte …

Intervento: sì, certo “questo è questo” qui si instaura, comincia a funzionare la prima verità, il linguaggio, però noi ci siamo anche accorti che tutte le inferenze, gran parte delle inferenze e quindi delle conclusioni che vengono tratte sono induzioni questo perché? Perché i parlanti hanno un orientamento prevalentemente visivo e questo ricalca la questione “ecco vedi?” “questo è questo” quindi della visione … di tutte le superstizioni che sono nate proprio le verità che gli umani hanno potuto trovare e che riguardano il loro “vedere le cose” la superiorità della vista nei confronti dell’intelligenza per esempio, mi chiedevo se questo andamento che va avanti da millenni così, sia dovuto proprio a questa visione, tutto quanto funziona attraverso ciò che la persona vede e quindi “la” vede anche nell’altra persona e continua questa sorta di “mal funzionamento” del linguaggio che poi non è un mal funzionamento perché continua a costruire sempre e comunque …

Contribuisce ma non è solo quello il potere persuasivo della parola, molto spesso è straordinariamente efficace anche senza nessuna visione …

Intervento: ecco ma nessuno se ne accorge di questo, nessuno ci ha mai pensato perché le cose le vede, le sente, le tocca, le annusa ecc.

Intervento: l’umano sente “io lo sento” e quindi è vero infatti molte di queste tendenze di spiritualità non solo religiosa ma si riferiscono a questa dimensione … lo sentono e quindi diventa un elemento necessario che costituisce l’umano la sua natura più profonda anche se non è una specifica ideologia però tutta una serie di spostamenti che devono essere recuperati per trovare la sua, il suo posto … per riagganciarsi con questa entità che deve dare appunto la felicità assoluta, alla fine è proprio quello …

Va bene, ci vedremo mercoledì.