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21-1-2009

 

Come annunciato la settimana scorsa dirò qualche cosa di Alan Turing che fu il primo a occuparsi di macchine pensanti, come le chiamava lui, sarebbero quegli aggeggi che oggi sono noti come computer. Per costruire una macchina pensante ha dovuto compiere alcune riflessioni su come pensano gli umani visto che voleva in qualche modo riprodurre il pensiero degli umani cosa che a suo parere era possibilissimo, cioè era possibile costruire una macchina pensante. L’addestramento della macchina comporta la necessità che alcune cose diventino fisse, cioè si fissino all’interno della macchina o degli umani che è la stessa cosa: lo stimolo del piacere, vale a dire che qualche cosa che è buono permane, si fissa, se non è buono non permane anzi modifica ciò che si è fissato in precedenza. Ora pensate al modo in cui pensano gli umani, lui naturalmente ha dovuto schematizzare al massimo una cosa del genere per poterla applicare, cioè ha dovuto schematizzare il modo in cui gli umani pensano, renderlo più semplice possibile. Dunque un pensiero si fissa, quando si fissa? Lui dice quando è buono, certo, quando il programma stabilisce che quel certo elemento va bene allora si fissa come un principio, un principio generale, una premessa generale, se viene accolta come premessa generale cioè viene rilevata come vera allora servirà da premessa per tutte le costruzioni successive, cioè la costruzione successiva di stringhe attraverso le istruzioni  premio/punizione. In effetti i bambini si addestrano così, non c’è un altro modo, il principio è questo come dire che occorre immettere nella macchina o nel bambino delle informazioni: di qui puoi andare di là no, 0/1 zero/uno, porta chiusa, porta aperta. Porta chiusa non si passa, porta aperta si passa. Un meccanismo molto semplice però occorre pure considerare che il pensiero degli umani si avvia in questo modo, in questo modo molto semplice: questo si fa/questo non si fa. In effetti senza queste istruzioni la macchina o il bambino se preferite non parte tant’è che lui dice che se il bambino fosse esattamente come la macchina, in totale assenza di input cioè di istruzioni rimarrebbe lì, assolutamente inerte e incapace di fare qualunque cosa, qual è l’interesse di tutto ciò? L’interesse di tutto ciò è intendere in modo sempre più preciso come si installa il linguaggio che è la condizione per il funzionamento della macchina o dell’umano a vostra scelta, senza questo linguaggio non c’è nessun funzionamento possibile, appunto come il bambino messo lì senza nessuna istruzione, nessun input, non fa niente, non reagisce né agisce non fa assolutamente nulla. Il linguaggio fornisce le istruzioni, o più propriamente visto che stiamo parlando di computer possiamo usare una metafora informatica, le fornisce il BIOS, cioè le prime istruzioni, quelle contenute nella scheda madre, quelle che consentono di conoscere l’hard disc, per esempio, e tutto quanto il resto. Quando accendete il computer appare una prima schermata chiamata schermata diagnostica quella mostra l’avvio del BIOS che funziona anche in assenza per esempio di hard disc ed è l’acronimo di Binary Input Output System, sistema binario di ingresso e uscita. Ciò che ci sta dicendo Turing è che in effetti ciò che entra costituisce un’interferenza all’interno del sistema, qualunque informazione nuova per esempio costituisce un’interferenza nel sistema; in ciò che la persona sa interviene un elemento nuovo e in base a questo nuovo elemento che interviene si modifica il sistema, cioè ha acquisito una consapevolezza nuova, un sapere nuovo, questo indifferentemente che sia uomo o macchina. Dunque dicevo che le istruzioni di base sono quelle che fornisce il linguaggio, cioè la possibilità e la capacità di acquisire informazioni e di organizzarle ché non basta acquisirle occorre anche organizzarle e occorre che queste informazioni abbiano, oltre a essere immagazzinate e organizzate, anche la capacità di pensare se stesse che è la cosa più interessante. Come fanno delle informazioni ad avere questa informazione? Naturalmente nella macchina gliele si immette, si programma in modo che possa riconoscere nuove stringhe e le sappia utilizzare, e nell’umano? Funziona allo stesso modo. La fase di addestramento dell’umano al pari di qualunque macchina prevede una serie di istruzioni che sono quelle che consentiranno di gestire le informazioni; tempo fa dicevamo che la prima istruzione che viene fornita è il riconoscimento di qualche cosa in quanto informazione, facevamo l’esempio della mamma che dice al bambino “questo è questo” cioè questo è qualcosa, esiste e in quanto esistente dopo verrà anche stabilito come vero: tutto ciò che esiste è vero. Questa prima istruzione è quella che rende possibile l’immissione di altre informazioni, come dire che il “questo è questo”, questa prima informazione stabilisce l’identità di qualche cosa e la sua esistenza e oltre a questo anche il primo elemento che viene stabilito, che viene affermato, il primo asserto che compare all’interno di una stringa del processo organizzativo, sarebbe il comando “buono”, questo diceva Turing “questo è buono quindi si tiene” “questo è cattivo si elimina”. Questo primo input è quello che consentirà poi di stabilire per esempio in base a nuove informazioni anche la differenza: se questo è questo allora non è quest’altro per esempio, e oltre essere questo è anche fatto in un certo modo ed è possibile connetterlo con altre cose, per questo sono necessari pochissimi elementi, non solo buono e cattivo oppure uno/zero ma anche la possibilità di inserirli all’interno di un sistema inferenziale che è necessario per organizzare queste informazioni. Costruire una macchina pensante non è altro che fornire alla macchina che naturalmente è predisposta per poterle ricevere e organizzarle, tutte le istruzioni che vengono fornite a un umano, voi inserite all’interno di una macchina la struttura del linguaggio e questa macchina incomincerà a pensare e anche chiedervi perché l’avete costruita eventualmente. Se gli si immette la struttura del linguaggio così come si immette in un umano e si consente alle macchine di avere tutte le interferenze che ha un umano, pensate a un bambino quando inizia a parlare quante interferenze subisce da parte dei genitori prima, poi dai compagni di scuola, poi tutto ciò che vede, tutto ciò che ascolta, è un bombardamento ininterrotto di informazioni, una quantità sterminata di informazioni che lui riceve e che anche una macchina può ricevere se è predisposta per farlo, a questo punto interagisce, incomincia a pensare e chiederti cosa fai Eleonora? Perché lo fai? Da dove vieni? Dove vai? A cosa servi? Anzi, per una macchina sarebbe una domanda normale chiedere “a che cosa servi?” “qual è la tua funzione?” all’interno di un sistema organizzato. Intendere esattamente come si installa il linguaggio e come funziona e quali sono le sue condizioni ma anche i primi elementi, quelli che lo avviano, è fondamentale perché una volta che si è inteso perfettamente tutto questo si sa anche come necessariamente funziona e si sa anche a questo punto che l’unico possibile mal funzionamento della macchina è l’incapacità di costruire proposizioni così come fa un computer quando vi dice che il sistema ha eseguito un’operazione non valida e sarà terminato. Dunque l’unico mal funzionamento del linguaggio è non produrre proposizioni, non conosce altri mal funzionamenti …

Intervento: oppure quando le proposizioni che costruisce si trovano in conflitto tra di loro …

Trova sempre il modo per aggirare il problema, è programmato per farlo, se incontra un paradosso per esempio naturalmente di lì non può procedere. Ecco, il paradosso è il caso in cui il linguaggio non può proseguire e qual è la madre di tutti i paradossi? Quella proposizione che afferma che x non appartiene al linguaggio, perché x per essere tale, per essere un elemento di cui è possibile dire qualcosa occorre che necessariamente appartenga al linguaggio e quindi è possibile affermare che non appartiene al linguaggio se e soltanto se appartiene al linguaggio. Vi dicevo che il linguaggio non conosce altri mal funzionamenti nel senso che anche di fronte al paradosso trova comunque, perché è programmato per farlo, una via di uscita, lo aggira semplicemente oppure trova delle soluzioni più o meno interessanti, più o meno intelligenti come la teoria dei tipi di Russel etc.

Intervento: ma il computer se avesse all’interno di sé la teoria del linguaggio non dovrebbe avere queste grosse difficoltà …

Certo che no, per cui questo ha dei risvolti immediatamente recepibili per quanto riguarda tutto ciò che gli umani hanno considerato come patologie, posta la questione in questi termini non esiste nessuna patologia nel senso che le patologie sono considerate dei mal funzionamenti, ebbene per il linguaggio se il linguaggio può continuare a proseguire cioè a costruire proposizioni non c’è nessun mal funzionamento, per il linguaggio qualunque tipo di proposizione, che sia quella che enuncia la tragedia più immane o la gioia più sconfinata è totalmente indifferente, sono stringhe di proposizioni, nient’altro che questo. Perché esista la patologia così come è intesa dalla nosografia psicanalitica sono necessari altri giochi linguistici, naturalmente una volta che il linguaggio è avviato può costruire qualunque cosa e l’ha costruita infatti, una quantità sterminata di giochi linguistici unicamente con queste pochissime istruzioni, non ne occorrono altre e in base a quelle istruzioni ha potuto costruire tutto ciò che gli umani hanno pensato in questi ultimi tre mila anni. La nosografia psicanalitica come direbbe il nostro amico Marx è una sovrastruttura che di per sé non significa assolutamente niente significa, soltanto che il linguaggio ha costruito altri giochi linguistici tali per cui valuta una certa sequenza in un certo modo, un’altra sequenza la valuta in un altro modo ma queste valutazioni sono giochi linguistici che sono stati costruiti per scopi ben precisi, ciascun gioco linguistico se viene costruito ha un utilizzo se no non viene costruito, nel caso della nosografia l’utilizzo è quello della normalizzazione cioè stabilire chi è buono e chi non lo è, chi deve essere corretto e chi invece va bene, chi può andare a combattere e chi no, i test sono stati inventati per questo originariamente. Questo concetto di normalità è ovvio che è stato stabilito per dei motivi se no non sarebbe mai stato stabilito, non esiste in natura e non esiste neanche la natura se vogliamo proprio dirla tutta, esiste questo sistema che chiamiamo linguaggio, un sistema operativo che ha costruito insieme con infinite altre cose anche questi giochi linguistici, perché si chiamano giochi linguistici? Perché sono sequenze vincolate a delle regole come qualunque gioco, regole che dicono quale mossa si fa e quale no come in qualunque gioco. La costruzione dei computer, quelli che Turing chiamava le macchine pensanti è straordinariamente interessante perché come vi ho detto all’inizio mostra nel modo più semplice, necessariamente più semplice, il modo in cui pensano gli umani visto che hanno dovuto costruire le macchine che pensano come pensano gli umani non avevano altri modi, se l’umano pensa in un certo modo costruirà una macchina che pensa come lui, e come se no? Altri modi non gli sono pensabili …

Intervento: beh non sarà mai autonomo come noi …

E questo come l’hai saputo?

Intervento:  mi sfugge un passaggio, io so che tu hai programmato il computer secondo la struttura del linguaggio come si fa a trovare il riscontro con questa struttura se non gli dai sempre degli input? Il computer per accenderlo devi schiacciare un pulsante, mi hai insegnato a pensare e comunque dopo un po’ io divento autonoma …

Esatto Eleonora, è proprio quello che intendeva fare Turing, costruire una macchina autonoma, è chiaro che per renderla tale occorre fornirle non soltanto un numero notevole di informazioni ma darle anche delle istruzioni che possano metterla in condizioni di utilizzare le informazioni.

Intervento: …

Le tue sono illimitate?

Intervento: no ma cresceranno sempre di numero …

Come? Perché una macchina non può acquisirle anche lei? La stessa cosa che tu pensi per te puoi pensarla anche per la macchina anche la macchina può essere in grado, anzi occorre che lo sia almeno nel progetto di Turing, di acquisire informazioni in numero sempre maggiore, e la macchina sicuramente può acquisire un numero maggiore di informazioni di quanto possa fare un umano.  Intervento: proprio perché è una macchina …

Però il modo di usare queste informazioni lo acquisisce esattamente che le hai acquisite tu …

Intervento: sì ma io sull’acquisizione ci sono, siamo un po’ come macchine quando siamo bambini per esempio noi creiamo le nostre emozioni ma come fa una macchina creare le emozioni se non ha comunque dei riscontri esterni, c’è qualcosa esterno a noi, la macchina è da sola non è che dialoga, non ha una compagnia, un gruppo con cui uscire ...

Vedi se tu fossi una macchina e pensassi in questo modo occorrerebbe immettere delle altre informazioni perché quelle impiantate non sono sufficienti, non sono sufficienti a farti fare un passo successivo e cioè intendere che una qualunque macchina al pari di te …

Intervento: però glieli devi impiantare tu … io ho delle informazioni diverse rispetto a quando avevo dieci anni … altre le raccolgo da sola perché mi arrivano dall’amico, dalla scuola, una macchina non ha queste informazioni …

Si che le ha, ce l’hanno anche adesso anche se in un modo molto rozzo, però le hanno e cioè sono capaci di riconoscere per esempio un nuovo programma, sapere che è un programma e installarlo ex novo all’interno del sistema pur non avendolo mai visto prima e una volta istallato questo programma può modificare anche altri programmi esattamente come succede con te. E non solo provare delle emozioni, perché tu stabilisci che provi certe emozioni in certe condizioni cioè quando in base ad alcune cose che hai acquisite, per esempio qualche cosa che ti attendi si verifica, ecco che allora per esempio provi un emozione e questa emozione all’interno del tuo corpo per esempio viene segnalata con una scarica di adrenalina, nella macchina potrebbe essere sostituita anche da un led che lampeggia …

Intervento: per provare emozioni occorrono delle particolari condizioni, nella struttura del giudizio una superstizione impedisce a certe informazioni di poter accedere … ci vuole tutta una serie di informazioni per poter far funzionare le emozioni …

Sì, l’emozione interviene e tu provi quella sensazione però il fatto che tu provi quella sensazione e che la macchina invece provi un’altra cosa è totalmente irrilevante, basta chiamare emozione anche quella, che problema c’è?

Intervento: per me un’emozione qual è? Quando io incontro un ragazzo e mi innamoro, però c’è qualcuno che fa scatenare questa emozione c’è sempre qualcuno che mi fa provare questa emozione.

Se tu pensi bene a che cosa succede quando ti innamori, se ci pensi proprio bene, puoi considerare che tutto ciò che accade può essere perfettamente riprodotto anzi, come direbbe Turing copiato su una macchina …

Intervento: Sì quello è vero ma …

A questo punto anche la macchina prova delle cose che manifesterà in un altro modo, emette un segnale acustico per esempio, d’altra parte anche tu emetti segnali acustici, dici delle cose …

Intervento: sì ci sta tutto però …

Però non ti piace l’idea, non hai sufficienti informazioni nel data base …

Intervento: è l’effetto che non mi fa collegare la cosa … nel computer si accende una lucina io quando mi arrabbio non si accende soltanto una lucina … quindi forse è l’effetto …

Questo si può risolvere facilmente: quando la macchina si arrabbia per esempio si può collegare un sistema elettrico che fa saltare per aria una stanza, ti pare sufficiente come arrabbiatura? Un’esplosione di C4 e la macchina è arrabbiata e questo è possibile e riesce addirittura a fare più danni di te …

Intervento: però Faioni io posso decidere che domani non vado al lavoro, la macchina questo non può fare se è programmata per lavorare sempre?

Alcuni umani lo sono. Anche questa è la conclusione di una serie di inferenze che lei compie: domani non va a lavorare per dei motivi non è che non c’è un motivo e questi motivi sono ripercorribili e una macchina può farlo e anche più rapidamente lei, non ha idea ogni volta che preme un tasto sulla tastiera di quante operazioni debba fare …

Intervento: però bisogna schiacciare il tasto …

Certo, bisogna premerlo perché è fatta così, non è programmata la tastiera per scrivere cose che paiono a lei ma quelle che voglio io. Il progetto, la scommessa anche di Turing era invece quella di costruire una macchina che acquisendo sempre più informazioni fosse in condizioni di …

Intervento: …

Esatto, quando la macchina nessuno la usa sta in stand bay, sta ferma in attesa di istruzioni come farebbe un umano diceva anche Turing se fosse impostato solo per obbedire, una volta che ha finito gli ordini si ferma, resta lì fino all’ordine successivo …

Intervento: diciamo che l’umano è impossibile che non pensi visto che è linguaggio …

La cosa singolare è che gli umani in effetti sono stati addestrati proprio in questa maniera ma non se lo ricordano più …

Intervento: ma è il linguaggio che li obbliga …

Per questo dicevo che se si immette all’interno di una macchina la struttura del linguaggio, cioè il suo funzionamento, la macchina pensa e non può non farlo, a quel punto non può non farlo. Certo occorre una macchina molto potente però con due buoni programmatori e due buoni ingegneri informatici si potrebbe anche ideare una cosa del genere. Adesso potrebbe apparire fantascienza, però pensate anche semplicemente a una macchina come un banalissimo e stupissimo computer, ogni volta che fa delle operazioni o quasi ogni volta il sistema lascia dei residui che rimangono all’interno del sistema e che non vengono cancellati. Ora immaginate che tutti questi residui che la macchina lascia e che appaiono inutilizzati oltreché inutilizzabili invece possano organizzarsi, a questo punto tutti questi residui, Freud li chiamerebbe resti diurni, possono organizzarsi e costruire altre cose, altre sequenze che prima non esistevano, totalmente nuove e in base a queste sequenze costruirne altre le quali produrranno altri residui e così via all’infinito, grosso modo come funziona il pensiero umano. È curioso che per gli umani sia, per esempio per Eleonora, sia difficile pensare che una macchina possa pensare come lei …

Intervento: è un’altra variante dell’antropocentrismo.

È vero, però non è tanto il fatto che sia possibile o no costruire una macchina pensante, questo era solo un pretesto per parlare del funzionamento più radicale del linguaggio, cioè cosa c’è effettivamente alla base, e alla base ci sono sequenze, sequenze che poi si compongono in sequenze argomentative, queste sequenze argomentative concludono con una affermazione che viene riconosciuta all’interno della sequenza come vera e a questo punto essendo vera il sistema uomo è programmato per muoversi di conseguenza e cioè agire in base a ciò che ritiene essere vero e a non agire in base a ciò che ritiene essere falso …

Intervento: se io questa famosa macchina la programmo secondo la struttura del linguaggio quindi ci sarà grammatica, sintassi …

Sostituisci “macchina” con “bambino”, tu prendi un bambino, facciamo un’ipotesi, tecnicamente sarebbe possibile, a questo punto incominci ad addestrarlo, continua il tuo esempio ma con il bambino …

Intervento: gli si insegnano tutte queste cose la grammatica, la sintassi ecc. quando poi cresce lui saprà parlare e con l’esercizio saprà fare delle frasi un po’ strutturate con la teoria del linguaggio … io però posso inventare una frase che non ha senso mettere parole a casaccio il computer visto che ha quelle informazioni non può farlo … io posso farlo …

Tu perché lo fai?

Intervento: per un ghiribizzo …

Per dimostrare che sai farlo per esempio quindi hai un motivo …

Intervento: posso farlo, inventare una frase che non ha senso … la macchina no …

Tu perché lo vuoi fare? Pensa bene, se lo fai è perché c’è un motivo se no non lo faresti …

Intervento: non è che io quotidianamente mi invento una frase dal nulla che non ha un senso …

Perché lo fai?

Intervento:  (mentre il professore parla viene una frase che non ha un senso … io per esempio posso dire “io mangio una mela” ed è grammaticalmente e sintatticamente corretta, però posso anche dire “fare sono dormito” non ha senso questa frase però la posso dire, un computer come fa a dirla se ha quelle istruzioni? Io le istruzioni che ho …

È molto semplice, basta fornire, come è stata fornita a te, un’istruzione che dice: “questa forma è corretta e questa non lo è, se segui questa direzione costruisci forme corrette se segui quest’altra no, però puoi costruire anche forme non corrette, non utilizzabili ma puoi costruirne”, può costruirne se ha motivo per farlo esattamente come te …

Intervento: ma io non cancello completamente cose che per me risultano false un computer da quanto ho capito lo cancella …

Non lo utilizza, può non cancellarlo, può benissimo non farlo e mantenere tutte le informazioni false semplicemente non le utilizza …

Intervento: la creatività, questo è un aspetto …

Cos’hanno le sensazioni? Se lo vuole somigliante a un essere umano! Come fanno con gli organismi cibernetici, vogliono mettergli della pelle, della carne artificiale, vogliono renderlo simile all’uomo ma non è necessario, perché deve essere simile all’uomo? In fondo le automobili non hanno i piedini per essere più umane, hanno le ruote e vanno benissimo così.

Intervento: e la sensazione?

La sensazione non è altro che il rilevamento di una variazione di stato, che può essere rilevato da qualunque cosa tutto il suo corpo è pieno di sensori che rilevano variazioni di stato, da una carezza a una sprangata a seconda delle situazioni e poi possono segnalare questa variazione nel modo che si vuole. Dicevamo prima delle emozioni, le emozioni quando si provano? Quando qualche cosa di fortemente atteso si verifica …

Intervento: …

Come è stato fatto con lei, allo steso modo, la questione è che indipendentemente dal supporto che si utilizza, il linguaggio comunque funziona sempre allo stesso modo, che sia supportato da un sistema in carne e ossa oppure supportato da marchingegni elettronici o circuiti stampati il linguaggio funzionerà sempre allo stesso modo indipendentemente dal tipo di supporto che può essere più o meno carino, più o meno bello, un circuito stampato per esempio a noi appare meno affascinante di un fanciulla. Per esempio il fatto che il discorso di Eleonora abbia come supporto una struttura in carne e ossa è totalmente indifferente, è un supporto al pari di qualunque altro ma il linguaggio può funzionare con qualunque supporto, perché dovrebbe essere migliore il corpo umano? Solo perché a noi piace un altro corpo umano? Dipende dal concetto di bello che viene acquisito e che può essere standardizzato, per esempio il modello di bellezza femminile è stata considerata fino a qualche tempo fa la Venere di Milo, poi può modificarsi certo, intervengono delle varianti soggettive, è un concetto che viene standardizzato e quindi viene acquisito di fatto con l’addestramento che per quanto riguarda gli umani si chiama educazione generalmente. E la creatività non è altro che produrre cose nuove da elementi già dati in base a criteri stabiliti, ovviamente una volta stabiliti i criteri si mette insieme qualche cosa finché questa armonia in accezione tale del temine non diventa gradevole, non diventa cioè riconosciuta all’interno del sistema come gradevole, soddisfacente certi requisiti che sono stati acquisiti in precedenza. È chiaro che per il momento ciò che riescono a fare gli umani in ambito musicale è superiore a quello che possono fare le macchine …

Intervento: gli umani non sanno di essere linguaggio e quindi hanno programmato il computer in un certo modo …

Come pensano loro ovviamente, per questo è interessante il funzionamento del computer, come ho detto all’inizio rappresenta in modo schematico, più semplice possibile il modo in cui funzionano gli umani. Turing a un certo punto diceva che si fissa ciò che è stato stabilito essere buono cioè essere vero e ciò che viene fissato va a costituire quella sequenza di premesse che sono necessarie per costruire altre sequenze in seguito, e quindi anche il computer non abbandona la sua verità perché non lo può fare, come gli umani, e se è costruito come il linguaggio a maggior ragione non lo può fare perché il linguaggio glielo impedisce, torno a dirvi che indipendentemente dal supporto comunque il linguaggio funziona sempre alla stessa maniera. Bene, ci fermiamo qui per oggi.