19-4-2006
Intervento: ciò cui voglio giungere è che non c’è piacere se non piacere
intellettuale e quindi ho posta l’analisi come un discorso…
E perché il piacere intellettuale?
Intervento: intanto ciò
che chiamiamo piacere non può darsi se non attraverso un discorso e quindi
attraverso una elaborazione
Perché?
Intervento: perché non
può essere affermato il piacere
E chi è che lo afferma? In genere non
si afferma il piacere, lo si prova, e lei deve fare
una conferenza di fronte alle persone che vivono di queste cose, quindi
dobbiamo spiegare perché invece si dice che non è così…
Intervento: perché
posso giungere a considerare che cos’è il piacere solo attraverso una serie di
passaggi che partono da una domanda sul piacere
Va bene ma questo nulla ha a
che fare con il provare il piacere, descrivere il piacere, parlare di piacere e
considerare il piacere non è il provare piacere che è un’altra cosa e lei è
questo che deve spiegare: perché provare piacere ha a che fare con la struttura
del linguaggio…
Intervento: come dire che il piacere comunemente si percepisce si immagina
che siano le sensazioni che io percepisco che procurano piacere
Non soltanto le sensazioni, anche un ricordo può
provocare piacere, lei deve spiegarci perché questo piacere
non viene dal nulla…
Intervento: viene da
quello che quella persona se ne dice) questo è ciò cui deve giungere (dal
discorso della persona
Ci spieghi perché, passaggi fluidi, veloci, persuasivi, efficaci…
Intervento: allora le
sensazioni particolari che avvengono nella persona sono delle conclusioni in
qualche modo
In quale modo?
Intervento: portate dal
discorso della persona ma non lo sa perché immagina che avvengano di per sé e
invece sono delle ferree conclusioni che provengono dal suo discorso…
Se io mangio un cioccolatino questo mi da piacere, dice che questo viene dal mio discorso? Se
sì, in che modo?
Intervento: anche il
mangiare il cioccolatino pertiene al suo discorso ci sono persone che o non
sanno che cosa sia il cioccolatino quindi la questione è già bella che conclusa
oppure non amano il cioccolatino
Quindi la sensazione viene dal discorso?
Intervento: viene dal discorso anzi è riconosciuto da quel discorso così come è
riconosciuto il ricordo che provoca quelle sensazioni dal discorso, se non ci
fosse il gioco linguistico del ricordo la persona non potrebbe riconoscere le
sue sensazioni, trovare che una questione è piacevole e l’altra spiacevole…
Salta tutto! Perché il ricordo
è un gioco linguistico e non un prodotto della memoria? Non le è capitato mai
di avere un ricordo all’improvviso?
Intervento: certo il
ricordo nasce proprio dall’incontro di parole che avvengono nel discorso e ad
un certo momento accendono questo ricordo… pare una questione dovuta alla magia ma non è nient’altro che l’accostarsi di sequenze di
proposizioni che per una serie di motivi… anche la
funzionalità, il ricordo è funzionale al gioco che va facendo la persona in
quel momento in cui si trova a parlare e ovvio che ricorda cioè intervengono
delle… l’ho detto malissimo…
Le ho chiesto perché il piacere ha a che fare con il
linguaggio e non ce lo ha detto ancora…
Intervento: quando
parliamo di piacere questo termine non è qualsiasi
altro termine…
E fin qui ci siamo. Ciascuno sa che il
piacere non è un cacciavite…
Intervento: ha un suo
senso, ciascuno dà la sua definizione di piacere quella che gli è congeniale a muovere e quindi a cercarlo per esempio…
Ci dica perché il piacere ha a che fare con il
linguaggio…
Intervento: è costruito
dal linguaggio
È questo che deve spiegarci, perché è costruito dal
linguaggio, in che modo, anziché venire dalle sensazioni, per esempio dalla
percezione…
Intervento: uno può
immaginare che le emozioni e le sensazioni intervengano nel discorso a dare
delle direzioni di piacere o impiacere… va bene uno può dire qualsiasi cosa e
il suo contrario ma non è provabile che la sensazione si dia così fuori da una struttura, non è assolutamente provabile
Ma è provabile invece che appartenga a
quella struttura?
Intervento: è
dimostrabile che la emozione e la sensazione
appartengono alla struttura del linguaggio
Perfetto, quindi sa che questo è dimostrabile, allora lo
faccia, è questo che le ho chiesto da mezz’ora a
questa parte…
Intervento: noi
possiamo dimostrare che… per affermare e quindi per dimostrare qualsiasi cosa
occorre un criterio che…
La percezione non va bene?
Intervento: la
percezione non va bene perché è un criterio inventato dal linguaggio, costruito
dal linguaggio però ciò che afferma la percezione non
è dimostrabile perché può affermare qualsiasi cosa o il suo contrario mentre
noi affermiamo che la percezione è un gioco linguistico che appartiene al
linguaggio e questo lo possiamo dimostrare…
Sì però ancora non lo ha fatto…
Intervento: quindi ci
vuole un criterio che sia forte… senza linguaggio sappiamo
che la percezione non potrebbe darsi in alcun modo perché anche qui non lo
possiamo dimostrare che la percezione si darebbe fuori dal linguaggio occorre
appunto un criterio e questo criterio…
Non ha detto niente, dobbiamo
ricominciare a fare gli esercizi di retorica?
Intervento: l’unico
criterio è il linguaggio è il linguaggio che per funzionare
costruisce la verità…
Se ci dice anche perché l’unico
criterio è il linguaggio potrebbe esserci utile, quale criterio risulta
necessario? Quello che non può eliminarsi in nessun modo, non può essere sostituito da nessun altro…
Intervento: è l’unico
necessario, quello che non ha bisogno di nessun altro criterio per pensare se
stesso.
Quante volte lo abbiamo detto? Se lo
scriva. Poi chi altro sta lavorando? Sicuramente Daniela che ha scritto
moltissimo ed è ancora lì che scrive, cosa stava scrivendo?
Intervento: degli appunti di prima… una sua domanda che non mi era
esplicita “perché esistono le fantasie del sesso?”
Sì faccio sempre delle strane domande, e ha trovata la
risposta?
Intervento: la risposta
è che rispetto ad altri tipi di fantasie questa fantasia è necessaria per poter
concludere la situazione arrivando al piacere
Adesso le faccio al domanda che
le faranno sicuramente: “ma anche gli animali, almeno i mammiferi, fanno del
sesso in modo abbastanza simile al nostro, ciononostante sembra che siano fuori
dal linguaggio e quindi non necessitano di fantasie per raggiungere l’orgasmo,
perché gli umani sì?”
Intervento: non so se
gli animali… non abbiamo la prova
E quindi potrebbero anche averlo?
Intervento: non lo so… gli
animali lo fanno a scopo procreativo
Anche gli uomini, secondo la chiesa…
Intervento: una delle
fantasie degli umani è fare sesso come gli animali
More ferarum? Andiamo avanti…
Intervento: relazione
con certe altre fantasie di origini infantile
Intervento: parlavamo
delle fantasie degli animali e io invece parlavo delle fantasie degli umani,
che è più in tema!
Intervento: per
funzionare queste fantasie non devono essere esplicitate… esplicitare le
fantasie può ottenere soltanto il contrario nel senso che ognuno dei due
partner immagina determinate cose e può continuare a farlo liberamente soltanto
se non le esplicita…
Questa questione che può essere di qualche interesse potrebbe anche dire perché sarebbe interessante…
Intervento: non è
consapevole, è come se fosse in qualche modo subita
come se fosse qualche cosa di interno cioè non direttamente pilotata e scelta
rispetto… il fatto di esplicitarla toglie la possibilità all’altra persona di
continuare a immaginare le scene che a lei sono congeniali per visualizzare
quelle dell’altra persona… come se vivesse un proprio film all’interno della
propria fantasia ciascuno è il regista, il protagonista del proprio film se
qualche elemento dall’esterno interviene può ottenere l’effetto contrario e
potrebbe rompersi l’incanto… nella fantasia propria è libero di condurre il
gioco che gli interessa e forse questo va al di là della fantasia in sé e per
sé ma la cosa importante potrebbe essere soltanto quella di poter condurre
piuttosto che pensare che cosa sta immaginando, il fatto di poter decidere… questo
è il discorso del potere… l’illusione di aver il controllo della situazione, il
controllo della persona, il piacere dell’altra persona determina il piacere
massimo essere talmente potente da poter decidere del piacere o
dell’insoddisfazione dell’altra persona…
C’è un’altra questione che potrebbe essere di qualche
interesse: già Freud ai suoi tempi aveva rilevato che le persone che andavano
da lui immaginavano che le proprie fantasie sessuali fossero
non solo una cosa sconveniente ma che proprio soltanto avesse queste
fantasie, e quindi di essere una persona ammalata e psicopatica, come se ci
fosse un pudore fortissimo in ciascuna persona nell’esporre le proprie fantasie
sessuali, pudore che invece non c’è, o in un modo straordinariamente minore per
esempio nel raccontare cosa è accaduto esattamente all’interno di un rapporto
sessuale, anzi in alcuni casi costituisce un motivo di vanto per taluni, ma le
proprie fantasie no. Qualcuno saprebbe dire il perché di questo curioso
fenomeno? Perché c’è un pudore massimo rispetto alle
proprie fantasie sessuali?
Intervento: attenersi
alla realtà è…
Nessuno ha il problema di raccontare fantasie di altro genere, ma di questo si, non è solo questo Cesare…
Intervento: è come se
il piacere potesse svanire
C’è qualcosa di più…
Intervento: non si
potrebbe neanche dare una risposta precisa nel senso che la fantasia potrebbe
essere un’idea ma non esattamente spiegabile
Perché no? Lei può provare a spiegarla ma non lo fa, c’è un sommo pudore a questo
riguardo…
Intervento: funziona un
senso di trasgressione…
Intervento: sarebbe
come svelare la chiave del proprio piacere e il proprio
modo di usare l’altra persona…
Intervento: riguardo al
potere però queste fantasie che non vengono rivelate,
mantenute nel segreto quasi peccaminoso… senza sapere che sono fantasie
appartenenti a quasi tutto il genere umano…
Intervento: Freud
afferma che queste fantasie sono la causa della nevrosi, la persona si
considera perversa per questo io dicevo mantenere in
segreto questo male che però è un tesoro, è quel bene che spinge l’uomo a
ricercarlo, a metterlo in atto, a mettere in atto le sue fantasie, ecco, perché
però da millenni gli umani sono così gelosi di queste fantasie? Solo in
un’analisi c’è la possibilità di accorgersi, ascoltando delle analisi c’è
l’accorgersi della quasi totalità da cui parte il tutto, se no non ci si
accorge di una cosa di questo genere
Intervento: sono
fantasie in qualche modo di cui si immagina il
possesso dell’altro, quindi questo potere sull’altro, il fatto di non dirlo o
di avere questo pudore è proprio l’idea di poterlo perdere questo possesso al
momento in cui questa cosa viene detta perché viene mantenuta come una sorta di
verità, l’altro per esempio potrebbe deriderla…
Intervento: però nello
stesso tempo lo si mantiene perché la fantasia è di
estremo possesso sull’altro… la questione del potere riguarda moltissimo la
questione del piacere, il potere dà piacere, soddisfazione… quindi questo
potere che è insito in queste fantasie è un piacere che proviene dall’idea di
poter possedere l’altro e il piacere viene da questo possesso dell’altro… è un
po’ come la questione della sofferenza che non deve arrivare a quel livello di
responsabilità perché se no… allo stesso modo per mantenere questa idea di
possesso e di piacere conseguente…
Intervento: bisogna
vedere se il piacere è congiunto a questa idea di
possesso dell’altro
Intervento: sì però per
esempio lei prima parlava di quella fantasia di dare piacere all’altro e quindi
chiaramente di essere posseduta anche e quindi c’è
sempre questo scambio attività/ passività che genera piacere…
Intervento: rispetto
alla questione del pudore non è tanto la fantasie di
far piacere all’altro ma per produrre piacere proprio forse
Intervento: certo è
ovvio che produce piacere ma non devi essere
consapevole di una cosa di questo genere perché cade tutto quanto… è la potenza
sull’altro che permane
Intervento: in un
rapporto di coppia perché le fantasie? la persona con
cui si ha a che fare non è più bastante di per sé, ammettere le fantasie è
denunciare il bisogno di fantasticare, di proiettare certe immagini ecco che
allora queste fantasie non vengono dette, sono taciute anche per questo perché
uno potrebbe essere deriso come dire hai la persona accanto che non ti da il
piacere… tu hai bisogno di evadere…
Intervento: perché uno
se la prende tanto male se viene deriso… perché di
fronte alla derisione… ha a che fare con qualcosa come il suo riconoscimento… se
io sono derisa mi prendono in giro, ha a che fare con l’erotismo…
Che c’entra l’erotismo?
Intervento: …d’accordo
però ha a che fare con il riconoscimento che una persona possedendo l’altra
ricerca, d’altra parte la fantasia molte volte è un discorso fatto di immagini…
Altri che vogliono aggiungere qualcosa a questo
riguardo?
Intervento: un’altra
cosa è il fatto che le fantasie non è necessario
avvicinare alla realtà, non necessariamente bisogna cercare di mettere in
pratica le proprie fantasie per raggiungere il piacere anzi il fatto di volerle
concretizzare potrebbe produrre il risultato contrario perché perderebbero
appunto la direzione ideale che è poi la natura della fantasia…
Il problema di cui lei dice riguarda il caso che si realizzino effettivamente, e allora a questo punto può
esserci un contraccolpo, però devono volersi se no non ci sarebbero neppure…
Intervento: mi viene da
pensare che la fantasia per funzionare deva rimanere
tale...
Non deve realizzarsi, però se è un
fantasia è perché desidera quella cosa, poi non deve realizzarsi ma se
non la desiderasse non avrebbe neanche quella fantasia…
Intervento: mi pareva
sufficiente che ci sia il desiderio, che ci sia la
fantasia non necessariamente deve essere messa in pratica, se concretizzata può
allontanare dal risultato sperato… rispetto all’ideale deve rimanere qualche
cosa di irraggiungibile…
Insomma come organizza il suo intervento?
Intervento: intanto
partire dal fatto che la fantasia funziona al momento in cui è qualcosa di non
deciso, di non scelto rispetto ad altre fantasie, qualcosa che in qualche modo
si subisce, come le emozioni, come la sorpresa rispetto al fatto che la persona
in questione risponde nello stesso modo in cui io immagino faccia, mi dica quelle cose che io desidero, senza che io glielo
chieda, che risponda in qualche modo alla mia scenografia… che rimanga così
come un film, in effetti parlando di fantasie si parla di immagini… il fatto
che l’altra persona senza che io glielo dica e non devo dirglielo faccia
proprio quelle cose, dica quelle cose che mi permetta di continuare a
immaginare quello che a me piace più di altro… mi autorizza e mi permette di
continuare… occorre che sia docile al mio desiderio…
Intervento: non ho
capito però la fantasia in un contesto di questo
genere… come produce la fantasia questo modo di risposta da parte dell’altro?
Non ho inteso come questa fantasia intervenga a meno che
non sia la fantasia di quello che deve avvenire, ma non credo che sia questa la
questione) (la fantasia è quella che l’altro faccia quello che io voglio….in modo da poter dominare l’altra persona) (ma allora è
proprio esplicita, così la fantasia non è quella fantasia che mi serve per
raggiungere l’orgasmo, che poi dovrebbe essere la stessa questione… le immagini
più o meno romantiche poi alla fine quello che sta dietro è di poter tenere
sotto controllo la situazione, poter essere io e ciascuno dei due lo pensa… è
pericoloso esplicitarlo…
Si potrebbe radicalizzare ancora la
questione ponendo questo: da dove vengono le fantasie sessuali, e poi
perché le fantasie sessuali sono così gelosamente custodite e non vengono
esternate se non in casi particolarissimi, dove si ha l’assoluta certezza che
l’altro non le deriderà, che poi è questo che si diceva, perché se immaginate
in un atto sessuale che uno espliciti la sua fantasia erotica e quell’altro
scoppia a ridere, diventa un disastro…
Intervento: la
derisione comporta che qualche cosa di molto importante…
Sì, ma c’è qualche cosa in più, questo sembra più un
effetto, c’è qualche cosa in più e questo dovremmo
intenderlo intendendo che cos’è esattamente una fantasia sessuale…
Intervento: aveva
ragione lei c’è un mettere a nudo, una persona si scopre in questo modo
Scopre che cosa esattamente?
Intervento: il lato
debole per esempio, qualche cosa di cui ci si vergogna… in qualche modo quello
che la persona si aspetta è diverso da quello che… nel discorso occidentale c’è
la chiave romantica e cioè della condivisione oppure
cercare il piacere dell’altra persona… parlare di possesso è qualcosa che
smaschera e potrebbe essere giudicato poco elegante
Partiamo da ciò che sappiamo, e cioè
che la fantasie sessuali servono ad ottenere ciò che si immagina essere il
massimo piacere, ha questa funzione, se no che se ne fa? Ora esponendo tali
fantasie sessuali si esibisce all’altro quali sono le condizioni per ottenere
il proprio massimo piacere, e perché questo suscita un pudore così estremo? È
vero che sembra che una persona si metta a nudo, ma in
che modo? Proprio perché sono le condizioni del suo piacere, se l’altro le
conosce è come se mostrasse in un certo senso, in questo momento diciamola
così, il suo tallone di Achille, ma il fatto che
esponga il mio desiderio non significa affatto che l’altro ne sia padrone…
Intervento: a questo
punto l’altro sa che cosa vuole…
Ma se uno esibisce le sue fantasie sessuali in un
consesso in cui non c’è nessuno che a questa persona interessi che eserciti il potere
su di lui, gli è assolutamente indifferente, cionondimeno ha un pudore estremo
comunque nel compiere questa operazione, indipendentemente dal fatto che ci
siano persone che potrebbero avvantaggiarsene o no, sono estranei, non se ne
avvantaggerà mai nessuno, potrebbe non temere assolutamente niente e invece no,
c’è qualche cosa che funziona comunque al punto tale da inibirlo sommamente…
Intervento: non è
morale? ossia le fantasie così spinte all’estremo
Non è una questione morale, forse anche, ma non è solo
questo che è in gioco, ci sono cose totalmente immorali che le persone non solo
dicono ma si vantano di pensare, ma questa no…
Intervento: l’idea che
qualcuno sappia di me… le
fantasie è qualche cosa che attiene ai pensieri della persona rendere pubblici
i propri pensieri…
Quante volte si raccontano i propri sogni, sono fantasie
anche questi, eppure non solo non si ha nessun problema ma
anzi in certi casi si dicono con piacere, ma questa no, questa ha qualcosa che
le altre non hanno, che in fondo è la stessa cosa che ha la sessualità tout
court, ha qualche cosa che qualunque altra attività non ha, questo pudore
connesso con la sessualità, che esiste da un sacco di tempo e non è soltanto
retaggio della religione, la quale ha dato sicuramente un notevole contributo,
ma anche in persone che non hanno nessun tipo di religiosità in ogni caso hanno
pudore rispetto alla propria sessualità, mentre non hanno nessun pudore a dire
che hanno ucciso o che vorrebbero uccidere, cosa che comunemente è considerata
più grave, perché?
Intervento: quasi come
se la sessualità fosse intimamente connessa con la morte
Ma quando mai? Nessun ha nessun
problema a dire che vuole uccidere altre persone e
neanche a farlo pubblicamente. Bush per esempio vuole nuclearizzare l’Iran, che
cos’ha a che fare la sessualità? È la questione che ci eravamo
posti l’altra volta e avevamo anche risposto se non vado errato. L’altra volta
l’avevamo posta in termini più semplici, però riguarda il
fatto che nella sessualità il controllo sull’altro è più complicato, e
questo rende l’operazione meno agevole che in altri casi, come dire: avere il
controllo sul piacere dell’altro, poi si può avere anche in altri casi però in
questo caso è il piacere ritenuto nel più altro grado, quello che ciascuno
cerca ed è complicato perché non si ha mai la certezza di averlo ottenuto
questo potere sull’altro, e lo si cerca molto fortemente come se da questo
dipendesse la propria certezza, la propria sicurezza ed è molto facile, anche
perché appunto non si ha mai la certezza, cadere in errore, cioè supporre di
avere il potere ma accorgersi che non è affatto così e questo crea un
contraccolpo notevole, è come supporre di avere raggiunto la verità e
accorgersi che non è affatto così ed è una delle cose per la quale non c’è mai
la certezza, anche se l’altro comunque certifica il sommo piacere, in ogni caso
c’è sempre un dubbio. Tutti i frizzi e i lazzi che spesso intervengono riguardo
alla sessualità non sono per esorcizzare, non c’è nessun esorcismo da compiere,
servono invece a mostrare, così come avviene sempre con il lazzo e il frizzo,
il proprio potere sulla cosa: se io rido di qualcuno sto esercitando in quel
momento il potere su di lui, cioè conosco o so cose che lui ignora al punto di prenderlo
in giro come un poverino che non si accorge della sua miserabile condizione. La
presa in giro è questo: l’esibizione del mio potere sull’altro che invece
rispetto a quella certa situazione è assolutamente incapace e sprovveduto, e i
lazzi intorno alla sessualità ci raccontano proprio questo, sì certo di un
disagio, ma un disagio che procede dal fatto che
ciascuno si sente in un terreno molto fragile, molto insicuro, molto incerto…
Intervento: questa è la
parte del nostro ragionare intorno alla ricerca del potere raggiungere la
sicurezza…
In alcuni casi sì, è come se ciascuno,
qualunque cosa faccia, rispetto al gioco che sta facendo trova una certa
verità, una conclusione coerente con le premesse, ora però il problema è che
scambia questa verità che ha raggiunta, questa conclusione che è assolutamente
parziale e riferita a quel gioco con una verità assoluta, nel momento in cui si
accorge che non è una verità assoluta diventa un grosso problema, ma in ogni
caso può sempre avere il dubbio che questa verità che ha trovata non sia poi
così universale e allora ecco la necessità di trovare conferme, che per quanto
siano numerose ed efficaci non saranno mai sufficienti perché comunque sarà una
verità sempre parziale, mai universale, per questo occorre difenderla in taluni
casi con la propria vita, se no non avrebbe bisogno di essere difesa, se fosse
effettivamente universale e sicura e salda sulle sue gambe, e invece non lo è e
allora la garantisco con il sacrificio supremo. Perché nell’agiografia
cristiana si suppone che Gesù Cristo dicesse la verità
sulla croce? Perché stava morendo e una persona che muore deve dire la verità necessariamente, perché per questa verità
offre la propria vita quindi il sacrificio massimo, quindi è sicuramente
vero, se no si sarebbe potuto pensare
che anche sulla croce avrebbe raccontato un sacco di balle. Questa è la via e
da qui la questione del linguaggio e della sua struttura, del fatto che comunque il linguaggio per proseguire deve giungere a una
conclusione che rispetto al gioco che sta facendo risulti vera, e cioè non deve
contraddire la premesse da cui è partito. Se questo risulta
particolarmente arduo da stabilire, così come appare nella relazione sessuale,
ecco che allora crea problemi e insicurezza, la famosa ansia da prestazione…
Intervento: beh le
donne sono capaci di cose meravigliose…
Sono capaci di qualunque cosa, questo lo sappiamo già. Va bene, ci vedremo
mercoledì prossimo.