INDIETRO

 

 

18-8-2010

 

Stavamo parlando della fantasia ultimamente, Eleonora sapresti dire cos’è una fantasia?

Intervento: una costruzione del pensiero …

Su questo non c’è dubbio …

Intervento: si basano su premesse che permettono la formazione di conseguenze totalmente arbitrarie …

Anche questo è vero, però avevamo detto qualcosa di più specifico e cioè che è una qualunque proposizione che si affermi come vera immaginando di essere verificata, di trovare la sua verifica in qualche cosa che sia fuori dal linguaggio. Naturalmente non si contrappone alla realtà, la realtà stessa di cui gli umani parlano è una fantasia, perché la realtà è immaginata avere la sua verità …

Intervento: nel luogo comune la realtà …

Nel luogo comune si dicono un sacco di cose che non stanno né in cielo né in terra, abbiamo anche detto grosso modo da dove arriva un fantasia e che cosa fa propriamente, che arrivi dal linguaggio questo è fuori di dubbio, non arriva dai marziani …

Intervento: o dalla mente …

No, è una costruzione del linguaggio e dicevamo che qualche cosa accade nel momento in cui il linguaggio si installa nella persona perché ciò che viene affermato inizialmente, per esempio “il questo è questo” di cui abbiamo detto in varie occasioni, questa asserzione che viene accolta dalla persona non ha naturalmente nessuna possibilità di essere verificata dalla persona stessa perché non ha gli strumenti per fare una cosa del genere, quindi si pone e basta, è lì, si pone ma in un modo particolare che è differente dal modo in cui si porranno in seguito altre affermazioni, si pone come il primo elemento su cui si costruiranno gli altri, quell’elemento stabilirà in seguito la nozione stessa di esistenza, di realtà, di verità. Il fatto che non abbia nessuna possibilità di essere verificato ha delle implicazioni e cioè non potendo essere messo in discussione, interrogato, si impone come una sorta di fondamento quasi, anche se in un certo senso non lo è però è qualcosa che è lì, viene apparentemente dal nulla ma fornisce l’opportunità di accogliere o di creare l’universo stesso, visto che prima non c’era assolutamente niente, né poteva esserci alcunché, questa particolarità di essere un elemento fondante comporta un altro effetto perché questa sequenza “questo è questo” si aggancia ad altri elementi perché possiede delle istruzioni che consentono di connettersi con altre, ricordate la macchinetta? Nel momento in cui questa sequenza si connette con qualche altra cosa e cioè può essere applicata a qualunque altra cosa, questa qualunque altra cosa si porrà al pari della prima come assolutamente certa, inequivocabile, indiscutibile esistente di per sé. Ora qualunque sia questa sequenza che viene applicata al “questo è questo” qualunque sia non ha nessuna importanza, si stabilisce con la stessa forza, con la stessa cogenza, costituisce una identità, una tautologia assolutamente indubitabile e incrollabile. Questa sequenza che è stata creata dal “questo è questo” può costituire quella che la psicanalisi ha chiamato spesso fantasia originaria o scena originaria, qualcosa che permane nel discorso come qualcosa di inattaccabile, questa inattaccabilità comporta che questa sequenza si stabilisca nel discorso come una sorta di parametro su cui misurare qualunque altra affermazione che seguirà. Beatrice si chiedeva se è necessario sapere qual è questa prima fantasia, e aggiungeva anche legittimamente che una macchina può saperlo, perché ha buona memoria, perché gli umani non la ricordano più? È una bella domanda, tecnicamente potrebbe essere accessibile da parte del database e qui sorge un’altra questione, come funziona un database o, se preferite, la memoria degli umani? Perché conserva cose e altre le rifiuta? Non le cancella, le rifiuta, chi saprebbe rispondere a una domanda del genere? Non è facile, Freud parlava di rimozione, per dirla in termini più appropriati, conflitti tra giochi linguistici, però rimane il fatto che per la persona la fantasia originaria, generalmente, per non dire sempre, è inaccessibile perché? Che cosa succede nel linguaggio, in questa struttura, che è fatta di giochi linguistici? Perché una prima sequenza appare come cancellata, dico appare, perché in realtà non lo è, però, diceva giustamente Beatrice, quasi rifiutata da altri giochi linguistici? Quand’è che qualche cosa viene rifiutato dal discorso di una persona? Quando le sue conclusioni contraddicono la premessa, dobbiamo pensare che ci siano dei giochi linguistici nel discorso che contraddicono questa fantasia originaria? Perché no? Tecnicamente è possibile, in effetti se ci pensiamo bene i giochi che intervengono molto tempo dopo che la fantasia originaria si è installata, sono molto più complessi, così ricchi che potrebbero anche mettere in seria discussione la fantasia originaria che di per sé è molto semplice. Per potere mantenere la fantasia originaria, perché il discorso non la può eliminare, mantenendo altresì tutti i giochi che sono stati costruiti in seguito ebbene c’è un modo, è un sistema che il pensiero degli umani, compreso quello scientifico, ha messo in atto da sempre utilizzando quella figura retorica nota come entimema: la premessa maggiore non c’è, è taciuta però passa come se fosse assolutamente vera ma non si enuncia, perché enunciandola viene esposta alle argomentazioni, viene esposta al suo fallimento, e quindi si tace. In questo modo gli umani hanno potuto continuare a esistere senza sapere di esistere in un certo senso, cioè senza sapere di esistere per e nel linguaggio, attraverso l’entimema, e cioè senza interrogare mai, senza reperire mai, senza argomentare mai la premessa maggiore. Il sistema è semplice, in questo modo la fantasia di cui si tratta, la fantasia originaria può continuare a operare esattamente così come opera nell’entimema senza che venga mai interrogata, senza che venga mia argomentata. Ciò che fa una psicanalisi è anche, non solo, ma anche mettere la persona nelle condizioni di argomentare questa fantasia originaria cioè questa premessa maggiore indipendentemente dal fatto che questa fantasia sia reperita oppure no, l’importante è che la persona sia comunque in condizioni di farlo sempre e comunque, a questo punto il fatto che la premessa, quella che funzionò all’origine cioè quando si è avviato il linguaggio, quella che è stata costruita dal “questo è questo”, che sia reperita oppure no diventa irrilevante, così come non è necessario fare tutte le addizioni pensabili per potere essere sicuri di sapere fare un addizione, così non è necessario reperire la fantasia originaria per poterla mettere in discussione, per poterla argomentare, metterla in gioco. Certo, una persona che pratica la psicanalisi è attenta, si rende conto delle proprie fantasie e sa e non può non sapere se è psicanalista, che qualunque cosa pensi, in qualunque momento e per qualunque motivo questi suoi pensieri muovono, a meno che non stia compiendo un’elaborazione teorica, muovono da premesse, da argomentazioni che sono totalmente arbitrarie, sono giochi linguistici ai quali presta l’attenzione che meritano e cioè come sequenze totalmente arbitrarie, che intervengono continuamente certo, però non lo costringono a concludere niente di certo. Sa dunque che si tratta solo di giochi linguistici totalmente arbitrari e si muove di conseguenza, cioè non si muove in base alle conclusioni cui giungono questi giochi perché non significano niente, sono sequenze che il discorso costruisce ininterrottamente, come in un caleidoscopio, non verificabili e quindi non costringono all’assenso, non verificabili perché le premesse da cui partono sono assolutamente arbitrarie, così come questa prima fantasia che ha una premessa che in realtà, se proprio dobbiamo considerarla tutta con precisione, ha una premessa che non è verificabile di fatto, non lo è per definizione, perché un’istruzione non è verificabile, non può stabilirsi se è vera o è falsa e questo ha delle implicazioni: e cioè tutto ciò che viene costruito viene costruito da istruzioni, queste istruzioni di per sé non sono né vere né false e quindi tutto ciò che il discorso costruisce è totalmente arbitrario. Una sola cosa non è arbitraria, così ci appare per il momento, e cioè che queste cose sono costruite da istruzioni. Questa affermazione risulta necessaria per il solo fatto che è stata compiuta ed è stata compiuta perché esistono delle istruzioni che ci consentono di compierla e questo sappiamo che non può essere messo in dubbio salvo negare la possibilità stessa di mettere in dubbio qualunque cosa. Dunque conclusioni arbitrarie perché la premessa non sarà verificabile, essendo mossa da istruzioni, e le istruzioni non sono né vere né false, quindi nulla di ciò che gli umani pensano, dicono, fanno è verificabile o meglio lo è all’interno di giochi, ma la premessa maggiore questa non è verificabile in nessun modo, perché costruita da istruzioni e le istruzioni non sono verificabili, si danno e bell’e fatto …

Intervento: una domanda Faioni: la premessa maggiore non è verificabile? però deve essere verificabile perché quando si accorge che manca la premessa maggiore sa che è un sillogismo tronco … per cui in questo caso è già verificato che non c’è e se c’è deve essere dimostrata, in campo teorico almeno …

In ambito teorico la premessa maggiore, per esempio nel discorso scientifico, dove la reperiamo? Se il discorso scientifico si basa sull’osservazione allora la premessa maggiore deve affermare che qualunque cosa osservabile è necessariamente vera e questo dovrebbe essere provato, se invece si fonda sul calcolo numerico, come per esempio la matematica, anche in questo caso la premessa maggiore riguarda la coerenza del calcolo numerico e questo deve essere provato …

Intervento: per cui si interroga la premessa maggiore …

È sicuro?

Intervento: il discorso scientifico pone la vista come fondamento di tutto, uno può mostrare che non è così per cui viene interrogata la premessa …

L’osservazione è uno dei criteri, anzi, forse è il criterio principale, tutta la fisica si regge in buona parte sull’osservazione ma questa osservazione può essere posta come necessaria? Cioè è un criterio necessario di verifica, di affermazioni fisiche che riguardano la teoria della fisica oppure è arbitrario? Se è necessario dovrebbe esibire questa sua necessarietà, cioè mostrare che nessun altro criterio è fondato e poi mostrare la fondatezza, oltreché la fondabilità di questo criterio, ma questo non lo fa …

Intervento: noi possiamo interrogare come si diceva …

Esatto, ma non viene fatto perché se venisse fatto, come taluni hanno accennato a fare, si troverebbero di fronte a qualche cosa che renderebbe tutto ciò che la fisica ha fatto fino adesso degli enunciati arbitrari, non dimostrabili. D’altra parte la fisica dà per acquisito che ciò che è osservabile sia anche vero e quindi reale, o meglio è reale e quindi è vero, quindi non si pone il problema, è un problema che lascia ai filosofi della scienza eventualmente, i quali filosofi della scienza tuttavia non sono riusciti ad andare molto più lontani di loro …

Intervento: qui è verificabile la premessa maggiore …

Occorre distinguere fra la premessa maggiore sulla quale è costruita la fantasia e cioè il discorso, da cui parte il discorso, e la premessa maggiore in un gioco linguistico che è stato costruito: in questo caso è possibile rendere conto perché la premessa maggiore si stabilisce essere una certa cosa, come dire che questa premessa maggiore è prodotta da altri giochi linguistici, ma l’avvio del gioco linguistico è l’avvio della prima sequenza quella sulla quale si costruirà tutto, questa non è verificabile, come dire che il discorso si avvia con una affermazione, con una proposizione che non è verificabile perché è stata costruita dalle istruzioni e quindi non solo non è verificabile ma è questa proposizione che consentirà in seguito la costruzione di qualsiasi possibile criterio di verificabilità …

Intervento: sì però poi è verificabile …

Certo, se lei compie un’operazione matematica anche abbastanza complessa, può verificarla, ma è un metodo di verifica della conclusione non della premessa, e la premessa comunque nella scienza è difficile a reperirsi. Lei dice che un calcolo ha un certo risultato e questo è possibile verificarlo, come qualunque teorema è verificabile, ma la premessa o è data come postulato cioè si stabilisce che è così oppure è fondata su che cosa? È un problema che ha interrogato alcuni sui fondamenti della scienza, sui fondamenti della matematica, sappiamo che quando Gödel si è interrogato sulla fondabilità del sistema aritmetico, ha trovato un paradosso perché in qualunque campo, anche nella scienza, in qualunque teoria comunque a un certo punto, risalendo le cause si arriva a un punto tale per cui, qualche cosa che è causa di tutto ciò che segue deve lui stesso esibire il suo fondamento e non lo trova …

Intervento: la psicanalisi lo trova, la psicanalisi del proprio discorso …

No, abbiamo detto che il fondamento è il linguaggio e cioè una sequenza di istruzioni, questa sequenza di istruzioni non è verificabile, non può verificare un’istruzione cioè non può renderla vera o falsa …

Intervento: il suo funzionamento sì, però il questo è questo, vado avanti e fondo la mia vita sopra questo però ad un certo punto posso mettere in discussione il “questo e questo” …

È ciò di cui parlavo prima e cioè lungo la propria vita un discorso può acquisire degli elementi che potrebbero anche mettere in discussione una delle prime formulazioni della fantasia originaria, ecco che si utilizza una sorta di escamotage, che è utilizzata nel discorso occidentale praticamente da quando esiste e che ha la forma di quella figura retorica nota come entimema, nell’impossibilità di trovare un fondamento alla premessa maggiore di tutto si fa come se ci fosse e si va avanti così, così come fa la fisica nell’osservazione “facciamo finta che l’osservazione sia un criterio valido” e di lì partiamo, valido o non valido non ci interessa, andiamo avanti così, come fa un ingegnere a costruire un ponte, utilizza il calcolo numerico ma non si pone delle interrogazioni sulla fondabilità dell’aritmetica prima di costruire il ponte. Se ci si accorge che il fondamento è il linguaggio e cioè sono istruzioni e ciascuna di queste istruzioni non sono né vere né false …

Intervento: …

La premessa maggiore non può essere messa in discussione …

Intervento: sì ma quando io arrivo ad un certo punto e so che ciò che è creduto da tanti anni che è vero e a questo punto che è arbitrario, necessariamente arbitrario, a questo punto mi devo interrogare …

Ha interrogato la conclusione di questa argomentazione, il risultato, così come si fa in un teorema in matematica, in logica, si verifica se la conclusione è coerente con la premessa. Nella logica formale sono sequenze di assiomi non verificabili ma sono veri di per sé, sta qui tutto il problema del discorso occidentale. Abbiamo già detto anche in altre occasioni che quando si interroga si arriva a niente, si arriva al vuoto totale perché non sa, non sa che a fondamento c’è la stessa cosa che gli ha consentito, che gli ha permesso di interrogarsi sul suo fondamento, cioè il linguaggio, e quando si arriva a fine corsa, come abbiamo fatto noi, si trovano solo istruzioni, istruzioni, nient’altro, che serviranno poi per potere verificare delle conclusioni ma di per sé un’istruzione non è né vera né falsa, così come le regole del poker sono vere o false? Sono regole, poi possiamo dire che è falso che all’interno del gioco del poker due sette battono due re, possiamo dire che è falsa questa affermazione ma le regole del poker …

Intervento: sì funzionando il linguaggio … ecco però ciò che viene posto dopo per esempio “questo è questo” è posto come retorico no?

Il “questo è questo” è la prima affermazione, quella che consente l’avvio del discorso e l’abbiamo indicata come la premessa maggiore, vale a dire in questa affermazione che abbiamo esemplificato nel “questo è questo” ci sono già delle istruzioni così come avevamo detto rispetto alla costruzione della macchinetta, la macchinetta incomincia a partire quando gli diciamo che qualsiasi cosa è se stessa, A è qualsiasi cosa, quindi se A è qualsiasi cosa allora A è A, per esempio, questa premessa cui si giunge che A è A non può essere messa in discussione, nel senso che è semplicemente istituita e stabilita dalle regole, potremmo mettere in discussione questa sequenza che adesso vi illustro? “Se A allora B, e se B allora C, allora se A allora C”, perché no? Perché è un’istruzione, non ha un fondamento, è il problema che hanno incontrato anche i logici cercando di dare una spiegazione a una sequenza come questa per esempio, quei pochissimi che se lo sono chiesto, sono giunti a dire “è perché si pensa così, naturalmente si ragiona così” …

Intervento: invece sono istruzioni …

Esatto, sono istruzioni che vengono fornite nel momento in cui si installa il linguaggio, nel momento in cui il linguaggio si installa potremmo dire che si costruisce la prima asserzione, la premessa maggiore, e questa premessa maggiore che potrebbe essere “se A allora B, e se B allora C, allora se A allora C” non può essere verificata perché è questa premessa stessa che consentirà di costruire tutti i possibili strumenti di verifica che si costruiranno in seguito …

Intervento: per cui un gioco linguistico parte anche lui da un’istruzione?

Come premessa generale sì. Ho distinto, a scopo prettamente didascalico, fra regole e istruzioni, le regole sono regole di un gioco, come quelle del poker e quindi non sono necessarie, sono facoltative, sono arbitrarie, lei può anche non giocare quel gioco e non succede niente, ma se uno decidesse di non volere più giocare il gioco del linguaggio …

Intervento: quello non lo può fare …

Esatto, e questo è costruito non più da regole che sono arbitrarie ma da istruzioni che sono necessarie per il suo funzionamento, è una distinzione così, la prenda per quello che è, serve solo per intenderci un po’ meglio, le istruzioni sono quelle sequenze che consentono alla macchina di incominciare a muoversi, a fare qualcosa, qualunque cosa sia, e naturalmente qualunque cosa farà o non farà sarà sempre legata alle istruzioni che avrà ricevute, non può fare altro, e gli umani di conseguenza. È più chiaro adesso?