17-5-2005
Sulla prossima
conferenza: “L’inganno della certezza”
Perché inganna la certezza Cesare, se
inganna?
Intervento: dipende
cosa si intende con certezza…
Gabriele qual è la traccia dell’intervento che farai?
Intervento: seguirà a
quella di Cesare
Sì, puoi tirare in ballo anche la scienza, mi pare che
sia l’occasione giusta…
Intervento:…
E se qualcuno dalla sala obiettasse che in fondo
l’ermeneutica, da Heidegger fino agli ultimi profeti dell’ermeneutica, tale
Gian Teresio Vattimo detto Gianni e il suo pensiero debole dove apparentemente
la certezza viene bandita…
Intervento:…
Il pensiero forte è quello che muove dalle certezze il
pensiero debole muove…
Intervento: ciò che lui
afferma è una certezza perché… questa è la sua verità…
La questione è più sottile perché in questo caso non si
tratterebbe propriamente di certezza ma di
possibilità: è possibile che sia così. Tutto ciò che possiamo dire, fare, non è
altro che una possibilità, affermare invece con assoluta certezza qualcosa è
impossibile, quindi un maggiore o minore grado di possibilità, e lei cosa
obietterebbe a questo punto? Dice: è possibile che sia così…
Intervento: è un opinione come tantissime altre
Vero
Intervento: allora
perché una anziché l’altra?
Si, questo occorre rispondere…
Intervento: è una
questione estetica… sono scelte assolutamente arbitrarie
Intervento: c’è anche
una certezza che non inganna che qualsiasi cosa è un atto linguistico non può ingannare
Infatti, dovrebbe non soltanto definire la nozione di
certezza ma anche quella di inganno. Per ingannare
qualcuno occorre che ci sia qualcosa che inganno non è, quindi può definire
l’inganno come l’attribuire a qualche cosa una verità
che tale non può essere dimostrata, spacciare per verità qualcosa che tale non è,
questo è l’inganno, cioè l’atto di fede, ché è da qui che partono gli umani,
dall’inganno, può anche citare Platone, la nobile menzogna su cui tutto si
regge perché in fondo la nobile menzogna non è altro che questo: ingannare sul
fatto che è necessario qualcosa che tale non è e su questo costruire tutto il
discorso occidentale, così come è stato fatto, una menzogna, cioè spacciare per
necessario qualcosa che non è tale. L’idea è sempre stata questa: che ci sia
qualcosa che non è inganno, in fondo non è altro che la ricerca delle verità,
quella che non inganna mai, e quindi deve considerare perché gli umani cercano
questo qualcosa che dia loro tale sicurezza. Ecco che allora la questione del
linguaggio appare fondamentale oltreché fondante, e cioè
il linguaggio come quella cosa che consente di stabilire che cosa è l’inganno e
che cosa non inganna. In effetti è l’unico criterio
possibile per potere stabilire qualunque cosa. Si può immaginare un criterio di
verità che non sia fatto di linguaggio? Qualunque criterio di verità è
costruito dal linguaggio, appare verosimile il fatto che essendo costruito dal
linguaggio terrà conto, questo criterio di verità, della struttura del
linguaggio inesorabilmente, per cui se voi mostrate
qual è la struttura del linguaggio allora mostrerete anche come è fatto, e come
è possibile costruire qualunque criterio di verità. A questo punto potete
soffermarvi sul perché gli umani cerchino da sempre la verità e anche perché
non l’abbiano mai trovata, finché non ci si accorgerà di qual è lo strumento
che consente la costruzione di qualunque criterio di verifica non ci sarà mai
nessun modo per stabilire che cos’è la verità, mai, né qui né altrove. Per cui
l’inganno della certezza è l’inganno del discorso occidentale, è la menzogna di
Platone, che poi sia nobile questo è tutto da discutere, ma sia come sia, è
l’inganno del discorso occidentale cioè quello che ha
costruito tutto facendo credere che esista qualcosa aldilà del linguaggio, non
potendo ovviamente mai esibire nessun criterio per potere stabilire una cosa
del genere, mai, ma nessuno lo ha chiesto d’altra parte, quindi va bene così…
Intervento: il papa
dice che l’unica certezza è la fede
Può utilizzarlo nella conferenza, come dire che se non
c’è nessuna possibilità di stabilire alcunché allora non
resta che l’atto di fede, credere in dio, in paperino, nel valalla. A questo
punto torna la questione di cui dicevamo prima, cioè
che qualunque cosa vale come qualunque altra, per cui credere in dio vale
quanto credere in qualunque altra storia, ma gli umani non vogliono che sia
così, perché ciò che credono, credono anche che sia vero e quindi se è vero
quello allora tutto il resto è necessariamente falso, da qui le guerre che sono
sempre di religione direi, per definizione, perché è una verità che si oppone a
un’altra per cui sono sempre guerre di religione. Cosa
direbbe a questo riguardo Francesca?
Intervento: paura del
caos, del disordine
Non le pare che il disordine l’abbiano creato tali istanze?
Intervento: no qualcosa
di non governabile
Ecco, sembrava che lo ponesse in termini negativi, sì
questa potrebbe essere un’obiezione che possono fare:
mettere ordine alle cose. Ma che tipo di ordine, un
duro ordine, imposto con il ferro e con il fuoco, sì è uno dei mezzi più
potenti di persuasione la soppressione di coloro che si oppongono, quindi
mettere ordine diceva Lei certo, ciò che è stato sempre fatto, in fondo le
religioni mettono ordine, mettere ordine è condurre ciascuno sulla retta via, è
questo che il vostro papa Benedetto vuole imporre, non con il ferro e con il
fuoco, almeno direttamente, perché la chiesa non ha più tanto potere, se lo
avesse lo farebbe, condurre altri sulla retta via, si chiama conversione, mai
sentito questo nome? Convertire l’altro è piegarlo a ciò che io ritengo essere
vero, solo a questo punto, quando tutti saranno sulla retta via allora ci sarà
l’ordine, regnerà l’ordine sovrano su tutto il pianeta.
Un altro modo per mettere ordine è quello di fare esplodere simultaneamente
tutte le testate nucleari presenti sul pianeta, circa 60.000, sufficienti a incenerirlo un certo numero di volte in toto, è questo ciò
a cui porta il discorso occidentale, poi è chiaro che di fronte a certe
conclusioni si ritrae perché ovviamente andrebbero contro a un’altra serie di
cose che spaccia come verità, come l’altruismo, come il bene comune, come la
solidarietà, tutte queste cose funzionano come spot televisivi, servono a
vendere prodotti. Vendere prodotti per acquisire potere in fondo, è lì che si
va a parare, perché gli umani vogliono avere potere? Che
se ne fanno? E dopo che ce l’hanno? Lo esercitano,
potrebbe dire Lei, sì lo esercitano ma a che scopo? Il
potere serve a questo: imporre la propria volontà sugli altri, funziona come il
corpo, non è altro che uno strumento del linguaggio che ha questa funzione,
modificare il cosiddetto mondo esterno a mio uso e consumo, così come fa il
linguaggio, modificare le proposizioni, modificare il
mondo esterno in modo da imporre ciò che il discorso crea come verità, anche
perché non è marginale il fatto che qualunque verità chiunque consideri in
realtà è stata prodotta dal suo discorso, non è che esiste in natura. Quindi l’inganno della certezza è quello che è perpetrato
dal discorso occidentale, l’unico modo per porre fine a tale inganno è la
possibilità di pensare, non c’è altro modo, e per pensare occorre intendere
come funziona il pensiero, per intendere come funziona il pensiero occorre
intendere la condizione perché esista…
Intervento:…
Questo non è del tutto casuale. Supponiamo che io abbia
in animo di ingannarla, qualunque sarà l’inganno che porrò
in atto nei suoi confronti, perché tale inganno funzioni occorrerà che lei non
si accorga dell’inganno, ora come fa ad accorgersi dell’inganno? Riflettendo
sulle cose, cominciando a valutare quello che ho detto, confrontandolo con
altre cose, cioè pensando, ma se io riesco a fare in modo
che lei non pensi allora non si accorgerà dell’inganno, distraendola con altre
cose, depistandola, allora non si accorgerà perché non avrà l’occasione di
pensare, per esempio le creerò dei problemi che non c’entrano niente con questo
inganno ma che la distraggono e lei non penserà…
Intervento: gli umani
non lo sanno di essere ingannati
Beh non lo sanno… pensi alla religione, è da 2000 anni
che prende in giro le persone, in alcuni casi con una sfacciataggine notevole…
Intervento: però non se
ne accorge
Ci sono state molte persone che hanno posto l’accento su
questo, ma ciò ancora prima che esistesse la religione, hanno posto l’accento e
hanno mostrato anche di cosa è fatto questo inganno, in modo chiaro…
Intervento:…
Perché se si uccide commette un
peccato mortale e non godrà di tale paradiso. Però consideri bene che qualunque
credente in realtà è questo che dice: “io preferisco
essere ingannato o più propriamente preferisco continuare a credere questa cosa
che in nessun modo può essere provata”
Intervento: questo sì
però non si sente ingannato
No, non può volere sentirsi ingannato, pur
nascondendo a se stesso il fatto che ciò in cui crede è assolutamente risibile,
non vuole saperlo…
Intervento:…
Anche certo, però la questione è più ampia,
non c’è nessuna volontà in questo caso di mettere in discussione ciò che si sa,
quindi non c’è nessuna volontà di rischiare di accorgersi di essere ingannati…
Intervento:…
Lei crede che se glielo dicesse, glielo mostrasse questa
persona cesserebbe di credere in dio…
Intervento: no, ne abbiamo la prova con il nostro discorso
Già e allora perché l’inganno è così attraente? Che cosa fa? Come opera nel linguaggio perché è lì che
dobbiamo intendere la questione. Qualcuno ha qualche ipotesi sul perché
l’inganno attrae da sempre gli umani e perché amano almeno da 2000 anni farsi
ingannare dallo stato, dalla chiesa, da chiunque…
Intervento: è una
strada già percorsa e allora la si riprende di nuovo
Sì ma la si imbocca perché in
qualche modo la si vuole riprendere, ma perché nonostante si mostri la sua
falsità comunque le persone continueranno per quella via…
Intervento: …non c’è
l’utilizzo di un’altra via per far funzionare il linguaggio, pare che sia così è come se l’avevamo detto tante volte il linguaggio
che “immagini “ di fermarsi
Sì, in effetti come sappiamo da
tempo il funzionamento del linguaggio prevede che una sequenza di proposizioni
possa procedere da un elemento che sia stato riconosciuto vero all’interno di
quel gioco, e che cosa rende vero questo elemento? Qualunque cosa, il fatto che
sia stato insegnato, che l’abbiano detto i genitori, o
che molti lo pensino, una volta che è posto come vero all’interno del gioco non
ha bisogno per funzionare di essere messo in discussione anzi, non solo non
serve a niente metterlo in discussione ma minaccia di creare una serie di
problemi a tutto ciò che si è costruito a partire da lì, in realtà mettere in
gioco questo elemento è un’azione contro natura…
Intervento: è come in gioco tutta la propria vita
Sì, perché fare una cosa del genere? A che scopo? Il
linguaggio funziona perfettamente comunque e quindi
non c’è nessun motivo per farlo, e allora anche se c’è la possibilità
dell’inganno in ogni caso tutto ciò che io credo, che penso, che immagino, che
mi fa vivere, è ciò su cui esisto e che continua a farmi costruire
proposizioni, continua a farmi pensare, continua a farmi immaginare, sognare etc.
Intervento: non c’è più quella
pregnanza che prima si dava alle cose ecco che…
Le faccio un esempio: supponete che una fanciulla e un fanciullo hanno una relazione, stanno bene
insieme vivono insieme etc. per tantissimi anni, a un certo punto il fanciullo
dice alla fanciulla: “guarda che ti ho sempre ingannata dal primo giorno in
tutti questi lunghi anni, ininterrottamente”. La fanciullina chiederebbe: “perché mi fai questo? perché mi
dici questo?” è come se da una parte dicendo questo dicesse che avrebbe
preferito non saperlo, dall’altra sì, certo, ma il: “perché mi fai questo?”
sottolinea il fatto che a quel punto le cose stanno così, a cosa serve mostrare
che è tutto un inganno, a fargli pensare di avere buttata via la sua vita? E quindi in un certo senso preferisce non sapere…
Intervento:…
Certo, questo è un effetto, crolla tutto e allora per
evitare questo crollo gli umani cercano di evitare di trovarsi faccia a faccia con questa possibilità, anche perché come dicevo
prima il linguaggio funziona perfettamente, è un po’ come la relazione
dell’esempio, continuava perfettamente perché andare a fare saltare tutto, è
solo una cattiveria…
Intervento:…
Già, e invece il fanciullino per amore di verità rivela
alla fanciullina che l’ha ingannata da sempre, è un amore per la verità che la
fanciullina non apprezza, e perché gli umani dovrebbero apprezzare
la verità? Apprezzano solo quella verità che conferma quello che credono, nessun altra, ma non da adesso, Cesare, da tremila anni,
credono che le cose stiano così come credono. Tutto il sistema può continuare a
funzionare allo stesso modo senza interruzioni, senza problemi di quel tipo,
poi è chiaro che si crea un sacco di problemi ma di tutt’altro genere, non questi, questi no, di questi non ne
vuole sapere perché mettono in discussione la possibilità stessa di crearsi dei
problemi. Gli umani funzionano così e di questo dobbiamo tenere conto…
Intervento: la paura
che il linguaggio si fermi…
Il linguaggio potrebbe temere una cosa del genere?
Intervento: il
linguaggio no ma la fantasia che uno si crea…
La fantasia che uno si crea è fatta di linguaggio, no nessuno formula la questione in questi termini, il terrore
che in molti film per altro viene espresso, questo terrore che tutto sia finto,
che tutto sia un inganno, molti film mostrano questo: che l’umanità si è sempre
ingannata, le cose non stanno così come appaiono ma è tutto in un altro modo,
che poi non è nient’altro che Platone, sempre lui, la caverna, il famoso mito
della caverna, tutte queste fantascienze… le cose non sono come voi credete, la
realtà è un’altra che voi non conoscete…
Intervento: ché la verità acceca troppo
Sì questo capita a Edipo, e con questo dobbiamo fare i
conti, da qui l’esercizio di retorica che ultimamente andiamo
facendo per creare vie di accesso a un sistema che è fortemente blindato, sarebbe
come, per tornare all’esempio di prima, trovare un modo per dire quella cosa
terribile alla fanciullina facendole apprezzare il fatto di avere scoperto la
verità più di quanto sia disperata per ciò che ha saputo, e non è semplice, e
renderla felice di avere scoperta la verità nonostante ciò che è accaduto.
Arduo. Ecco quindi l’inganno, l’inganno va definito per bene, cosa si intende con inganno? Generalmente con inganno si intende la bugia rispetto a un gioco, alle regole di un
gioco, quello che nel gioco del poker si chiama bluff. La certezza poi molti l’hanno abbandonata apparentemente, ma cacciata dalla porta
rientra dalla finestra perché è il linguaggio che la esige la certezza, una
conclusione che risulti vera all’interno di quel gioco, se giochiamo a poker io
ho quattro assi e Cesare ha due sette, io sono certo di avere vinto, all’interno
di quel gioco, in base alle regole stabilite e accolte come tali io ho la
certezza…
Intervento: se non bara
Sì ma quando Cesare mette giù i due sette e io vedo, a
quel punto i giochi sono fatti e sono sicuro di avere vinto. Sì, lei quali
obiezioni prevede?
Intervento: “ma se mi dà una
botta in testa… io sono certo”
La certezza è fornita dai sensi, questa potrebbe essere
un’obiezione al linguaggio, i sensi forniscono la certezza: questo le appare un
orologio o è un orologio?
Intervento:…
Quindi potremmo considerare che è
un orologio, in effetti quando lei si alza la mattina e si guarda allo specchio
si dice: “quella sono io” non dice: “quella mi appare essere Francesca”, come
mai? Allora è lei o appare essere lei? Questa potrebbe essere un’obiezione…
Intervento: fuori dalla struttura del linguaggio…
Sì è il discorso che facevamo
due incontri fa, sono tutte le obiezioni che da qualche mese ci proponiamo, in
modo da trovare argomentazioni sempre più semplici, fluide, più efficaci, più
persuasive. Come Lei sa la retorica si occupa di persuasione, non dimostra
niente, persuade, ma la persuasione è importante Beatrice, pensi alla chiesa,
senza nessuna prova adesso, nel momento in cui stiamo parlando, seicento
milioni di persone credono nel dio dei cristiani, altre
seicento milioni di persone credono nel dio dei mussulmani, senza
nessuna prova, niente, non mi verrà a dire che la persuasione è poco. Altre
questioni intorno a ciò che andiamo dicendo? Sandro?
Intervento: secondo me
si tratta anche di sottolineare quello che è il nostro
messaggio…
Ovvio, questo occorre che sia presente in ciascun
intervento, ché a un certo punto, dopo la pars
destruens ci sia la pars construens, e cioè si mostri esattamente, come dice
lei, si mostri la potenza di questo discorso e di come sia l’unica possibilità
per gli umani di affrancarsi dalla stupidità, dalla ingenuità, dalla
dabbenaggine, dalla credulità…
Intervento: riguardo al
discorso che faceva prima riguardo al bisogno di essere ingannati
mi veniva in mente questo l’accorgersi dell’inganno ha automaticamente il
crollo di tutto un sistema con tutti i suoi derivati ma pensavo anche a un
altro aspetto che è collegato non è separato alla paura di rimanere soli che
poi non è nient’altro che la paura di rimanere soli nel confronto con il
proprio discorso e in effetti perché si crede?Perché tutti credono la stessa
cosa e in questo io non sono solo ovviamente…
C’è un immediato aggancio con la questione della
responsabilità…
Intervento: la
questione della responsabilità anche rispetto al nostro discorso è che comunque il confronto con il proprio discorso nonostante
tutto in qualche modo, che ne so? Il malessere attraverso
tutta una serie di disagi, il confronto con il proprio discorso c’è
comunque a questo punto con gli strumenti migliori che si possono avere… il
malessere è un po’ come dire io mi attengo in tutto e per tutto al luogo comune
ma qualcosa nel mio discorso comunque si impone allo stesso modo e questo
imporsi avviene attraverso il malessere, avviene attraverso il disagio come
dire che il malessere e il disagio sono comunque il segnale che il proprio
discorso esiste lo stesso, anche se si fa mille tentativi per modificarlo
Già, così è. Va bene, ci vedremo
martedì prossimo.