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17-3-2010

 

Ho accennato ieri sera che avrei detto qualche cosa intorno alla struttura del linguaggio in quanto istruzione: il linguaggio come sequenza di istruzioni, questo è l’argomento da svolgere. Perché parliamo di istruzioni, cioè di comandi? Propriamente chiamiamo linguaggio quella sequenza di istruzioni che costruisce proposizioni, queste istruzioni che sono molto poche in realtà, ogni volta che le proponiamo producono questa domanda: “da dove vengono queste istruzioni?”, domanda che lascia il tempo che trova però anche l’intervento che fece quel ragazzo verteva intorno a questo ...

Intervento: si chiedeva: il bambino come fa a parlare dal nulla ...

Esatto, come fa a parlare se non ci sono le cose dalle quali cose trae motivo di parlare. Facciamo un esempio: la macchina per pensare di Alan Turing. Una macchina viene addestrata ad eseguire dei comandi, questa macchina non ha mai visto le cose in realtà, non ha mai visto delle cose però potrebbe essere addestrata ad avere delle informazioni tali per cui qualunque cosa si connetta in modo corretto cioè in base a dei campi semantici, per esempio, a un’altra cosa, potrebbe consentirle di giungere a descrivere un tavolo e quindi sapere esattamente che cos’è un tavolo senza averlo mai visto in vita sua, come avviene questo miracolo? Queste istruzioni che vengono inserite nella macchina sono quelle istruzioni che consentono di costruire in base a una richiesta che cos’è un tavolo con una sequenza di risposte: un piano che può essere fatto di vari materiali, di dimensioni prestabilite sostenuto da un certo numero di supporti detti gambe. Quindi ha una descrizione soddisfacente del tavolo anzi, di un qualunque possibile tavolo così come un umano quando pensa a un tavolo pensa a un tavolo che magari ha visto un momento prima, che è in camera da pranzo dei suoi genitori o a quello che deve comprare perché si è rotto, pensa a un qualunque tavolo possibile anche se non è esattamente così in realtà, pensa grosso modo ad un tipo di tavolo però la macchina può compiere esattamente la stessa operazione, non solo, ma essendo una macchina ha il vantaggio di potere costruirsi l’immagine di qualunque possibile tavolo, in un nano secondo si costruisce l’immagine di 700.000 tavoli differenti, cosa che un uomo difficilmente riesce a compiere. Tuttavia non è che li visualizzi propriamente, semplicemente li costruisce e questo è importante perché ci mostra, ci fa intendere una questione che riguarda la realtà per esempio, che cos’è la realtà per questa macchina di cui stiamo parlando? Questa macchina che può costruire le forme di 700.000 tavoli in un nano secondo, non li visualizza, non gliene importa niente, però ha in memoria tutti i dati che le consentono di “pensare” tra virgolette tutti i possibili tavoli senza averne mai visto uno in vita sua. Ora, e qui arriviamo alla questione centrale, per un bambino è la stessa cosa? Oppure no? Questa è la domanda. La macchina non la visualizza ma costruisce, costruisce come sequenza di proposizioni potremmo dire. C’è un’altra considerazione da fare: un bambino impara che cos’è un tavolo perché qualcuno glielo mostra inizialmente, e cioè ha un differente tipo di istruzione che è un’istruzione visiva mentre la macchina no. Il bambino incomincia a sapere che cos’è un tavolo quando la mamma glielo mostra, o chi per lei, dicendo “questo è un tavolo Pierino” e allora questa cosa la associa al tavolo. Un pittore può dipingere un ippogrifo ma non ha mai visto un cavallo alato in vita sua, lo costruisce in base a delle informazioni che ha, costruisce una cosa che non ha mai vista, ciascuno di voi può pensare all’ippogrifo anche se non ha mai visto in natura un cavallo che prende il volo

Intervento: …

Pensa a una macchina ideale, certo immaginiamo di essere qui con il signor Turing, lui ti direbbe subito: “la macchina non ce l’ha perché noi non l’addestriamo come dovrebbe essere addestrata” e cioè dicevamo forse l’altra volta che il bambino dal momento in cui comincia a muoversi e ad accorgersi delle cose, a parlare, ad acquisire informazioni è sottoposto a un bombardamento di informazioni continuo, la macchina no, la macchina sta lì ferma, non acquisisce niente, ma se potesse, questo lo diceva già Turing, se potesse andarsene in giro la macchina ad acquisire informazioni come fa il bambino acquisirebbe anche la macchina tutto quello sterminio di informazioni che acquisisce un bambino, con tutte le sfumature e i dettagli che acquisiscono gli umani. Ma dicevo del bambino dunque che acquisisce la nozione di tavolo perché qualcuno glielo mostra, ma a questo punto la questione è che ci sono buone probabilità che lui acquisisca la nozione di tavolo nel momento in cui è nel linguaggio, perché se non è nel linguaggio allora non può acquisire la nozione di tavolo, cioè questa istruzione non potrebbe essere immessa nel suo database, come dire ancora che la realtà, adesso usiamo questi termini un po’ rozzi, per un bambino che non ha ancora accesso al linguaggio per coloro che invece hanno accesso al linguaggio è assolutamente incomprensibile e impensabile. Ciò che a noi interessa è che l'acquisizione di questo muovo elemento avviene in concomitanza o comunque dopo l’accesso al linguaggio, allora, a quel punto il bambino si trova a immagazzinare delle informazioni che può anche mettere in connessione con altre cose: a quel punto sa che questo è un tavolo, prima non lo sa, così come una lucertola non lo sa che questo è un tavolo, sì se cammina vede un ostacolo e lo evita ma questa è una reazione non è un sapere, una reazione della quale abbiamo detto altre volte, quante cose reagiscono senza sapere quello che fanno? Un foglio di carta se lo brucio diventa cenere ma non sa che sta trasformandosi in cenere, non lo sa, e questo sapere è strettamente vincolato al linguaggio per cui il fatto che un bambino acquisisca visivamente questo dato potrebbe apparire a una analisi più attenta assolutamente irrilevante, è uno dei modi in cui si acquisiscono informazioni. Per gli umani avendo un orientamento prevalentemente visivo è il modo più frequente certo, ma per la macchina che non ha orientamento visivo, a meno che non la si informi, si tratta soltanto di informazioni, e anche per il bambino. Nonostante il bambino veda, questo “vedere” è già inserito all’interno del linguaggio quindi è un’informazione, è un’istruzione, un’istruzione fatta di proposizioni, senza proposizioni il tavolo non c’è …

Intervento: ...

Non più di quanto lo sappia un ferro da stiro che come si sa non ha un grande acume. A questo punto ciò che è possibile trarre da questa apparentemente semplice considerazione è che il linguaggio essendo fatto da nient’altro che istruzioni, è ciò che istruisce di fatto qualunque cosa e qualunque informazione, sotto qualunque forma venga fornita, comunque è sempre vincolata alla struttura del linguaggio anche se l’informazione è sotto forma di immagine o di suono o di odore o di gusto o di tatto ...

Intervento: ...

Sì, va a scapito degli umani in realtà perché di fatto tutto ciò che acquisiscono tecnicamente potrebbe anche essere presente, magari difficilmente accessibile però potrebbe essere presente, la memoria elettrochimica come la nostra potrebbe avere quantità sterminata di informazioni e le contiene, però poi forse per una sorta di economia molte perdono di accessibilità perché il modo in cui gli umani pensano ha anche un’altra prerogativa, e anche quella si può mettere dentro a una macchina naturalmente, e cioè cerca di mantenere quelle cose che sono importanti, questo per via del linguaggio e cioè quelle cose che consentono di produrre proposizioni. Ma questo anche una macchina può farlo, basta insegnarglielo e la macchina lo fa in base a delle istruzioni precise, per esempio tenere in primo piano tutte quelle informazioni che consentono di costruire un maggior numero di proposizioni, che è quello che fanno gli umani in realtà, e cioè tutte quelle cose che comunemente si dice che “rimangono impresse”, rimangono impresse perché sono importanti per un motivo o per l’altro, poi gli umani hanno anche la capacità di dimenticare quelle cose che appaiono sgradevoli …

Intervento: ...

Questo fatto di cui Freud parla e che lui chiama rimozione può essere illustrato in modo totalmente differente e cioè come giochi linguistici in conflitto tra loro o come si diceva dai tempi della semiotica "incompossibili", e cioè giochi che non sono possibili da giocare simultaneamente, o l’uno o l’altro perché conducono partendo da premesse uguali a conclusioni diametralmente opposte e quindi inaccettabili per un sistema come quello del linguaggio, e allora uno dei due viene eliminato …

Intervento: ...

Ma sì, certo è percorribile, in una macchina tutto il percorso che ha fatto è sempre ripercorribile ed è più semplice che ripercorrerlo in un umano perché un umano è per ora più complesso, per la macchina è più semplice questa operazione, per gli umani è più difficile anche perché intervengono giochi linguistici che sono antagonisti fra loro e quindi interviene una decisione, una scelta in base sempre naturalmente ad altri giochi linguistici, non è mai casuale. Questo per dire che la macchina se ben addestrata, così come avviene negli umani, può pensare esattamente come gli uomini e avere anche eventualmente delle paure, la paura non è nient’altro che un segnale della possibilità di perdere qualcosa di importante, l’uomo incomincia a sudare, avere freddo …

Intervento: ...

Certo, ha questa istruzione, qualcosa è avvertito come pericoloso cioè minaccia l’integrità del suo sistema perché è questo che segnala: c’è un elemento che sta intervenendo e che può modificare la struttura del sistema e quindi lo segnala come qualcosa da eliminare esattamente come fanno gli umani. Un computer lo manifesta in un altro modo, si accende un led per esempio, anziché mettersi a sudare, piangere, se dobbiamo scegliere fra le due qualche volta sarebbe meglio un led ...

Intervento: stavo pensando che l’immagine è molto legata al concetto di realtà per esempio nell’informatica l’immagine è formata da una sequenza di istruzioni … l’immagine fantastica come qualsiasi altra cosa non è altro che una combinazione di diverse sequenze di istruzioni faccio un esempio io ho una sequenza di istruzioni per costruire un cavallo e una sequenza di istruzioni per costruire un uccello …

Adesso cito anch’io, come Marconi il film che si chiama Matrix, dove c’è una scena dove un tizio, un ragazzo davanti a un monitor dove scorrono dei caratteri macchina, continuamente caratteri macchina, gli si chiede “cosa stai facendo?” e lui risponde: “guardo delle ragazze bellissime!”. Naturalmente i caratteri macchina possono essere, sono anche quelli che costruiscono l’immagine di una donna bellissima; se voi prendete l'immagine di una donna bellissima e la traducete in caratteri macchina vengono stringhe di caratteri che sono quelli che messi assieme il computer legge in un certo modo e viene fuori una donna bellissima per esempio, ora la domanda è: questo tizio davanti al monitor, a questo punto cosa vede esattamente? Perché i caratteri macchina per lui sono la donna bellissima, ma ha necessità effettivamente di rapportare questi caratteri macchina all’immagine? Oppure no? Oppure a questo punto sono soltanto i caratteri macchina che per lui rappresentano la donna bellissima? Questa è una bella questione …

Intervento: come se questa macchina che si chiama linguaggio producesse sequenze ...

Sì, come se quel ragazzo del film di fronte al monitor che scorre caratteri macchina non avesse più la necessità dell’immagine così come la pensiamo noi ...

Intervento: come se quel bambino una volta che ha imparato a parlare e ha imparato che cos’è un tavolo avesse la possibilità ciascuna volta in cui incontra un tavolo … come dire? che nel suo discorso, nel suo pensiero immediatamente si agganciassero delle stringhe per cui può utilizzare il tavolo. Questo avviene nel senso che parlando e il tavolo intervenendo nei diversi contesti come un cosa per mangiare, come un ostacolo, come qualsiasi cosa, da quel momento in poi il bambino utilizzando quindi parlando nel suo pensiero velocissimamente, chiaramente tanto per descrivere, venissero ad allacciarsi, si connessero delle stringhe di proposizioni che gli permettono l’utilizzo di questo tavolo in qualsiasi modo ne vogliamo parlare ...

La questione dell’utilizzo è importante, ne parlava già Wittgenstein: il significato di un elemento di fatto è il suo utilizzo, è un elemento linguistico in quanto è utilizzabile dal linguaggio, se non è utilizzabile non si pone neanche la questione perché è fuori dal linguaggio e fuori dal linguaggio c’è solo l’idea che ci sia qualche cosa fuori dal linguaggio. Dunque viene riconosciuto come utilizzabile all’interno della sequenza così come avviene nelle macchine, è riconosciuto come una proposizione. Intervento: parlare di memoria in questo caso parlando cioè le persone parlano si dice “ogni volta in cui vede il tavolo si “ricorda” che è un tavolo” è proprio il parlare che permette l’utilizzo ...

In questo c’è una similitudine, in effetti non è che ogni volta che vede il tavolo si ricorda il tavolo ma se ha bisogno di ricordarselo, cioè se la cosa in qualche modo ha una funzione all’interno del gioco che sta facendo allora interviene il discorso: “sì questo è un tavolo” neanche lo vede, il più delle volte ...

Intervento: sì certo pensavo per esempio a un lapsus quando per qualche motivo la persona non vede il tavolo e ci va a cozzare sopra, è un diverso modo di connettersi di stringhe ...

Intervento: le varie differenze poi le cogli perché le possiamo descriverle ma osservandole ...

Perché?

Intervento: questo tavolo io lo immagino così perché non ho visto il tavolo del museo e quindi le varie differenze ...

E invece la macchina come fa Eleonora? Prendi la descrizione, la descrizione è fatta da una sequenza di elementi linguistici, se questi elementi linguistici variano allora varia la descrizione del tavolo per cui varia il tavolo. Una macchina ha delle informazioni intorno al tavolo, ha queste informazioni che possono variare entro questo ambito, all’interno di questo ambito può costruire una quantità di tavoli ...

Intervento: la variazione comunque deve essere supportata da qualcosa ...

Sì, dalle proposizioni che la descrivono ...

Intervento: ma la descrivono dal momento in poi comunque è stata, come dire? che ha osservata ...

Non necessariamente. Nell’uomo avviene per lo più così, ma per la macchina può non essere affatto necessario …

Intervento: no perché se io vedessi un tavolo triangolare non ne ho mai visti però se lo vedo dico che è un tavolo ...

Quando, Eleonora, hai acquisita la possibilità di pensare un tavolo a questo punto puoi pensare qualunque tavolo, naturalmente pensare anche delle differenze, tant’è che uno può pensare di modificare un tavolo che è fatto in un certo modo, pensa di modificarlo in un altro modo, gli taglia le gambe etc. e non sa bene cosa verrà fuori, e quando viene fuori magari non gli piace più. In fondo non è altro che la possibilità di pensare un tavolo, e questa possibilità è data dalla struttura che chiamiamo linguaggio …

Intervento: ...

Anche gli umani hanno questo limite, a seconda delle istruzioni che gli vengono date, ad esempio se un bambino nasce in una famiglia di persone analfabete e vive tutta la vita in mezzo a persone analfabete che non hanno visto niente, non si sono mai allontanate da casa, avrà a disposizione una quantità di informazioni minore di un altro bambino nato in un ambiente differente che invece ha avuto l’occasione di ricevere una quantità sterminata di informazioni, quindi anche in questo caso c’è una differenza notevole, per questo è preferibile che ciascuno fin da piccolo incominci a sapere il più possibile ...

Intervento: il linguaggio ti da la possibilità di sapere ...

Esattamente, il linguaggio è proprio questo, fra le altre cose, la possibilità di sapere, senza linguaggio non puoi sapere niente.