16-8-2005
Incominciate ad essere più fluidi, più
veloci e più efficaci, per cui proseguiamo. Cesare ci mostri perché il
discorso che andiamo facendo è di straordinario
interesse, mentre quello che io sosterrò non lo è per niente. Perché è
interessante dunque il discorso che lei va proponendo, ammesso che lo sia, ancora
dobbiamo mostrare che lo sia…
Intervento: per chi
vuole intendere cosa sta dicendo
Suppone quindi che la persona che sta parlando non
sappia quello che sta dicendo?
Intervento: o almeno quali
siano i fondamenti del proprio discorso ciò che necessariamente crede per
affermare ciò che afferma cioè da per scontate le cose
che ha imparate…
E questo è un male secondo lei?
Intervento: no, non è
un male perché questo discorso occidentale funziona
E quindi?
Intervento: dovrebbe
esserci una curiosità intellettuale chiedersi perché una pensa in una certa
maniera e non in un'altra
Se io sto pensando che adesso è martedì
sera lei immagina che dovrei essere curioso di sapere perché penso una cosa del
genere?
Intervento: non su
tutte le cose…
Quindi a quali cose dovrebbe pensare?
Intervento: diciamo che normalmente il discorso occidentale è
paradossale perché…
Cosa intende con paradosso?
Intervento:…
Io le ho chiesto che cosa
intende con paradosso, indipendentemente dal fatto…
Intervento: il
paradosso è quando si dice una…
È una brutta formulazione dire: “è
quando”, deve dire che cos’è, non quand’è. È una proposizione che afferma di sé
di essere vera se e soltanto se lo è la sua contraria…
Intervento: il discorso
non vorrebbe la paura una sacco di cose…
Lei invece la vuole?
Intervento: no
Quindi fa bene a non volerla…
Intervento: se questa
paura crea tanti problemi ecco…
È da millenni che si interroga
la paura…
Intervento: perché non
hanno inteso come funziona la paura
Ah no? È sicuro? Cosa la rende
così sicuro del fatto che nessuno in questi ultimi tre mila anni abbia inteso
cos’è la paura?
Intervento: si intende che la paura sia una realtà…
Certo, la paura è questo, lei ha qualche altra
definizione di paura? Non è forse una giusta reazione a
un pericolo reale? Una normale e salutare reazione a
un pericolo reale?
Intervento: una paura psichica il discorso ipotizza e deduce…
Quindi lei si riferisce a una
paura immotivata?
Intervento: sì una
paura che viene appunto costruita come previsione
Mentre è totalmente d’accordo con me
sul fatto che se la paura è motivata questa paura procede da qualche pericolo
reale, bene.
Intervento: se vedo un tram mi scanso
Intervento: è quella
che ti consente di evitare il pericolo, questa paura…
Ma allora perché è interessante questo
discorso?
Intervento: un altro
genere di paura… la paura condizione del proprio
discorso quella che attrae il proprio discorso… una paura non reale del
momento… una paura in previsione…
Previsione? Se io viaggio a 200 km all’ora
e a distanza di 500 metri vedo un autotreno fermo in mezzo alla strada, io
prevedo che se non faccio niente mi ci schianterò, quindi prevedo una cosa,
reagisco, premo con notevole energia il freno e mi fermo prima dell’impatto.
Intervento: però…
Ma allora in quali casi questo suo discorso
è interessante? Non si è ancora inteso.
Intervento: far sì che
il proprio discorso non sia attratto dalla paura
No in generale, ma in alcuni casi abbiamo visto che lo
è…
Intervento:…
Perché dice che è un gioco?
Intervento: gioco
linguistico…
Si riferisce a regole linguistiche o regole
di sopravvivenza? Prima di andare a schiantarsi contro un muro lei frena…
Intervento:…
Si, finché non ne avuta
esperienza potrebbe non sapere, ma una volta che ne ha avuta esperienza lo sa
per forza…
Intervento: il
linguaggio ha costruito quel gioco… però non mi esula
da vivere la mia paura… no, no… volevo…
Non si è inteso nulla. Lei sta affermando che la realtà
esterna è una costruzione linguistica?
Intervento: sì
Ne è sicuro? Da dove le viene tanta
sicurezza?
Intervento:…
Sì, perché lei sappia certamente, non perché esista…
Intervento:…
Il fatto che non sia intesa non significa che non esista…
Intervento: non può
proprio esistere… questo gioco è interessante per chi…
Può essere interessante, potrebbe anche non esserlo?
Intervento: è
interessante…
Può o non può?
Intervento: parte da
una premessa l’unica necessaria e non è modificabile… si potrebbe anche
affermare che un elemento è fuori dalla struttura…
Non lo potrebbe sapere certo…
Intervento: necessariamente
il linguaggio non può non dire…
Non c’è alcun dubbio che tutto ciò che il linguaggio
costruisce fa parte del linguaggio, questo è ovvio, ma
cosa costruisce il linguaggio? Costruisce proposizioni, ma non può costruire un palazzo per esempio…
Intervento: il palazzo
può essere costruito perché c’è una struttura che mi permette…
Sì, ma se non c’è nessuno che mette i
mattoni…
Intervento: costruisce
anche questo…
Però questa persona a quel punto è fuori
dal linguaggio, perché lei con le proposizioni non costruisce un
palazzo, ci vuole l’omino che mette i mattoni, uno sull’altro…
Intervento: anche
l’omino… non esiste di per sé…
Come non esiste di per sé, esiste
forse per me? E come fa il linguaggio a fare tutto
questo? Allora io con quattro belle parole potrei costruire un palazzo, senza
l’omino, se posso fare tutto con il linguaggio posso
modificare le regole e costruire il palazzo senza l’omino…
Intervento:…
E senza macchinario? Solo con le proposizioni?
Intervento: la
proposizione fa qualcosa quando io affermo…
Ma che cosa fa? Il palazzo non lo
costruisce e quindi non fa…
Intervento:…
Il palazzo è un’inferenza?
Intervento: come
costruire il gioco del poker…
Sì, una di queste è usare i mattoni anziché la
marmellata per esempio, e allora?
Intervento: senza
linguaggio non si potrebbe fare un palazzo…
Certo, il linguaggio fornisce gli strumenti della conoscenza
per la costruzione del palazzo ma fornisce, e
sottolineo fornisce, la conoscenza per quest’altra cosa, ché quest’altra cosa,
la costruzione del palazzo dipende dal linguaggio che, come dicevamo, senza
linguaggio non posso sapere alcune cose ma il palazzo in sé non è linguaggio. Se
la sarà sentita rivolgere più volte questa obiezione.
Intervento: lei
utilizza il linguaggio come mezzo per sapere
Io come chiunque altro…
Intervento: io
sostengo…
Cesare, da tremila anni che si pensa così e tutto ha
funzionato che è una meraviglia, adesso arriva lei e ci dice
che gli umani da tremila anni si sbagliano?
Intervento: uno non può
mostrare qualche cosa non sia un atto linguistico…
Perché non può? È quello che sta facendo…
Intervento: sì non lo
può mostrare, lo può credere…
Lo sto mostrando…
Intervento: in assenza
di linguaggio esisterebbe il palazzo?
Intervento: la domanda
stessa che ci stiamo ponendo esisterebbe in assenza di
linguaggio
Assolutamente no, certo che no, ma non era questo il
punto, il fatto che la domanda esista perché c’è il
linguaggio è certo…
Intervento: se non
esiste la domanda non esiste neanche…
Ecco, qui già non siamo più d’accordo, ché la domanda certo esiste per via del linguaggio, il quale
linguaggio mi fa conoscere le cose e mi fa interrogare sulle cose ma queste
cose sulle quali io mi interrogo costituiscono l’occasione, il pretesto, di più
ancora, la condizione perché io mi interroghi e cioè metta a frutto il
linguaggio che utilizzo…
Intervento: ma queste
cose esisterebbero senza una struttura?
Perché non dovrebbero esistere? Esistono,
esistono le cose e i sensi, la percezione delle cose ci permette
di considerare che esistono, certo il linguaggio ci fa considerare meglio, ci
fa conoscere ciò che percepiamo ma ciò che percepiamo è assolutamente
indifferente alla conoscenza, tant’è che anche gli oggetti o gli animali che sono
notoriamente sprovvisti di linguaggio sono tuttavia provvisti di percezione…
Intervento: questo è
qualche cosa che dobbiamo dimostrare…
Bene, allora stabiliamo un criterio di dimostrazione che
non proceda dall’esperienza, che è quello che sostengo
io, voi ne avete uno migliore? Tale per cui se vedete che se una pietra vi sta
cadendo addosso non vi scansate? O vi scansate perché la percezione vi consente
di farlo e non il linguaggio, poi il linguaggio vi consentirà di sapere magari
chi ha tirato quella pietra, perché è caduta, ma ci sono dei riflessi che sono
incondizionati, quelli che provengono dal sistema nervoso centrale per cui di fronte a una cosa che viene improvvisamente
incontro anche se non sa assolutamente di cosa si tratti istintivamente e inevitabilmente
si ripara prima ancora di potere formulare qualunque pensiero, così come se un
oggetto che è prezioso e sta per cadere e quindi sa che si romperà,
immediatamente cerca di fermarlo, senza pensarci, è un riflesso automatico,
immediato, non c’è nessun pensiero…
Intervento: questo mi
sembra che non sia provabile… è prezioso ha dovuto dare un valore a questo oggetto
Ho detto prezioso così, potremmo fare una dimostrazione
ostensiva, io senza dirle niente prendo questo posacenere e glielo tiro e vediamo
come lei reagisce…
Intervento: io so cosa
succede perché l’ho imparato…
E se fosse un oggetto che non conosce?
Intervento:…
Dunque sostiene che se non sapesse
che cos’è lei cercherebbe di ripararsi? Anche non
sapendolo, allora si contraddice…
Intervento: comunque mi scanserei
Esatto…
Intervento: lei sta dicendo che il criterio è dato dalla percezione, dai sensi… i
sensi gli dicono questo, la percezione è questo…
Sì, e so anche che siete in condizioni lentamente di
arrivare al punto, gli esercizi che stiamo facendo servono a fare in modo che
ci arriviate con maggiore rapidità e fluidità, ma invece
c’è ancora una certa resistenza e in alcuni casi l’argomentare appare
farraginoso, andiamo avanti…
Intervento: per
dimostrare che una tesi è vera oppure no è necessario…
Il criterio è uno strumento, serve per sapere come
arrivare alla verità per esempio…
Intervento: il mio
criterio non si basa su una teoria che dice perché, perché, perché ma si basa
su ciò che pone quella teoria cioè qualsiasi teoria,
qualsiasi criterio sarà formato da elementi linguistici, da proposizioni,
necessariamente
Sì, è indubbio, però parla di cose che non sono
linguaggio, il linguaggio è uno strumento che ci serve e come tale
indispensabile e meraviglioso che ci serve per sapere, per costruire delle
teorie, costruite proprio con il linguaggio su cose che linguaggio non sono, da qui il movimento degli astri, un gatto non
costruirà mai una teoria sul movimento degli astri…
Intervento: per sapere
che qualsiasi cosa esiste fuori dal linguaggio
necessariamente dovrò formulare in prima istanza questa proposizione, poi se
qualche cosa non fa parte di una struttura che mi permette di dire qualsiasi
cosa come quella che stiamo dicendo in questo momento diventa paradossale
perché per negare questo criterio lei dovrà necessariamente utilizzare quello
che questo criterio mostra
Certamente, non ho altri strumenti se non il linguaggio
per dimostrare e per negare qualunque cosa, certo, ma ciò che sto dicendo è che
ciò di cui il linguaggio parla, per esempio una teoria sugli astri, questi astri non sono fatti di linguaggio, il gas per esempio, è
fatto di sostanze varie non meglio identificate ma non di linguaggio…
Intervento: lei dice che la sostanza c’è
È chiaro che è una teoria e per definizione è fatta di
linguaggio, è ovvio, non può essere altrimenti…
Intervento:…
Lei qui svia la questione, dice: “come
faccio a saperne?” certo per sapere occorre che sia provvisto di linguaggio se
no non potrei sapere e quindi non potrei costruire una teoria sugli astri, ma
gli astri indipendentemente dalla mia teoria continuerebbero a girare nel
firmamento, anzi indifferenti alla mia teoria. Beatrice sì…
Intervento: la nostra
teoria abbiamo visto che è fatta di linguaggio e
quindi quella teoria che parla degli astri che sono di per sé…
Ha bisogno del linguaggio per potere affermare la verità
certo…
Intervento: mentre il
criterio che noi abbiamo a disposizione per dimostrare la verità di ciò che andiamo dicendo è un criterio che non ha bisogno di andare a
chiedere aiuto alla fede trova le sue verità all’interno del suo sistema,
all’interno del linguaggio
Quindi troverà le verità che riguardano il
linguaggio ma non che riguardano gli astri…
Intervento: intanto gli
astri in prima istanza sono… qualsiasi cosa che ne diciamo
è qualche cosa che affermiamo, tutto ciò che interviene sono affermazioni e in
quanto affermazioni da verificare se sono vere o false…
Non è tutto quello che accade, perché queste
affermazioni vertono su qualcosa che affermazioni non sono, per esempio sulla
velocità di spostamento di un astro, certo il linguaggio ci consente come
dicevamo di costruire una teoria e questo ci fa capire perché si muove a quella
velocità, dove va e da dove arriva, ma indipendentemente da questo fatto
l’astro comunque si muove…
Intervento: certo si
muove per i fatti suoi ed è osservabile il movimento…
E potrei anche aggiungere che grazie a questi astri il
linguaggio può costruire una teoria, così come forse qualunque altra cosa,
qualunque altra teoria muove da qualcosa che la percezione rileva, e solo allora
il linguaggio costruisce le teorie, un sapere, una conoscenza e quindi una
scienza ma proprio a partire da qualcosa che la
percezione esperisce, se la percezione non esperisce niente allora anche il
linguaggio non esperisce niente, ecco fatto…
Intervento: la
percezione se non potesse inferire passare da un elemento ad un altro elemento, la percezione non si darebbe nel senso che non si
darebbe percezione se non ci fosse…
Cosa fa la percezione? Passa da un
elemento a un altro elemento?
Intervento: deve concludere
No, la percezione non deve concludere
niente, la percezione rileva, il linguaggio conclude, la percezione non
conclude niente…
Intervento: la
percezione rileva dei dati sensoriali
Come un termometro, il termometro
rileva il freddo, si abbassa la colonnina di mercurio, se si scalda si alza,
certo il termometro non può discutere di questo…
Intervento: il
termometro di per sé non potrebbe anche se funziona
benissimo non potrebbe giustificare la sua temperatura occorre che ci sia
qualcuno…
Certo, solo attraverso il linguaggio è conoscibile e
inseribile all’interno di una combinatoria e quindi potere venire a sapere e
fare un sacco di cose però…
Intervento:…
La percezione rileva, esattamente come fa un termometro,
poi il linguaggio costruisce tutta una serie di cose ma se non ci fosse questa
percezione di partenza non ci sarebbe neanche linguaggio perché non avrebbe
nulla su cui costruire alcunché…
Intervento: il
linguaggio ha costruito anche questo gioco per cui il
corpo percepisce la realtà esterna
E come? È il corpo che trasmette
informazioni a qualcosa che come il linguaggio è in condizioni di elaborarle e
se non ci fosse il linguaggio non verrebbero elaborate,
ma questo non toglie nulla al fatto che ci sarebbero comunque…
Intervento: questo
corpo che rileva attraverso la percezione informazioni sul mondo esterno,
questo corpo potrebbe esistere in assenza di linguaggio?
È quello che sto sostenendo da mezzora…
Intervento: non
potrebbe sussistere il corpo in assenza di linguaggio
Ma io sto invece ponendo un’altra questione, e cioè come potrebbe il linguaggio sussistere in assenza di
corpo?
Intervento: ha
ribaltato la questione
Esattamente. Se non ci fosse il corpo che fornisce delle
informazioni il linguaggio non avrebbe nessuna informazione
su cui lavorare, su cui operare, su cui darsi da fare, sarebbe inerte anche lui,
per cui senza il corpo niente linguaggio…
Intervento: ma occorre
pure che per questo corpo qualcosa significhi… il corpo rileva
Come un termometro, ma per il termometro non significa
niente, semplicemente rileva una variazione di stato, la rileva, cioè si modifica anche lui, c’è una variazione di stato e
questa comporta una modificazione in un altro corpo, in questo caso il
termometro, per cui cosa c’entra il linguaggio in tutto questo? Se non quello strumento che ci consente di elaborare una
teoria, ci consente di avere la conoscenza e di conseguenza la scienza, ma
senza la percezione del corpo niente linguaggio, quindi niente conoscenza,
quindi niente scienza…
Intervento:…
Sono le cose che dicevamo la
volta scorsa…
Intervento:…
Allora ho ragione io? E cioè
senza corpo non c’è linguaggio? Ho ragione io dunque! Il suo silenzio sembra…
Intervento: non potrei
inferire un corpo…
No, non lo potrebbe inferire ma
questo non toglie che ci sarebbe comunque, e quindi non le resta che darmi
ragione e ammettere suo malgrado che se non ci fosse il corpo non ci sarebbe
neppure il linguaggio, e bell’e chiusa la conversazione. Qualcuno ha qualcosa
da dire oppure vi ho persuasi che in assenza di corpo
non ci sarebbe neppure linguaggio? Sandro…
Intervento: lei afferma
con apparente certezza…
Con assoluta certezza, potrà apparire a voi, ma non a me…
Intervento: la
percezione è alla base di qualunque sistema di conoscenza, il linguaggio
consente di organizzarla questa conoscenza, dicevo che
questa affermazione viene fatta con assoluta certezza e questo pone una
questione, da dove viene questa certezza e su cosa si fonda
Esperienza non mia soltanto, ma quella di ciascuno…
Intervento: l’esperienza
ci insegna anche che ciò che si esperisce viene
considerato vero al punto che era considerato assolutamente reale il fatto che
fosse il sole che girasse intorno alla terra…
Questa è una teoria, e la teoria
essendo fatta di linguaggio può errare, la percezione no…
Intervento: è una
teoria che però si fondava su un esperienza data dal senso della vista perché
tutti vedono il sole girare… ed era considerato assolutamente insensato anche e
addirittura perseguito…
Vede Sandro, se io metto una mano sul fuoco e questo mi
brucia, io dopo posso costruire una teoria sul perché si brucia, che può risultare anche errata, e questa teoria è stata costruita da
un’esperienza che pure è assolutamente vera, dal vero io posso dedurre il falso
tranquillamente, come spesso avviene tra l’altro, soltanto per mancanza di
capacità, di discernimento, oppure da un esperienza vera, dal fatto che una
mano sul fuoco brucia posso trarre una conclusione che risulta falsa ma cionondimeno
la percezione è vera…
Intervento: quindi
siamo in grado di poter dire che metto la mano sul
fuoco e questa brucia io ho costruito un’inferenza che come dice lei è il
linguaggio che mi consente di farla, senza il linguaggio non è che la mano…
Un momento, occorre distinguere perché io adesso ho fatto un certo discorso ma questo discorso muove
dall’esperienza che non è fatta di discorso, il discorso mi consente di dirne,
ma questa esperienza che io posso avere e chiunque di voi può fare
immediatamente, basta che ponga una mano su una fiamma, questa esperienza muove
semplicemente dalla percezione e cioè dal mio corpo, dai sensori del mio corpo
che come il vostro ne è provvisto…
Intervento: la
percezione che cos’è una variazione di stato
Sì, certo…
Intervento: questa
variazione di stato occorre che possa significare, che dica qualcosa…
Perché appartenga alla conoscenza sì, se no, no. Il
termometro si muove anche se non conosce nulla, anche
se non dà nessun significato al suo modificarsi, noi diamo un significato, ma
il termometro no…
Intervento: qual è la
differenza fra il rilevamento della percezione e il rilevamento di un inferenza?
Nessuna, entrambi rilevano
della variazioni di stato e si modificano di conseguenza…
Intervento: e qual è la
differenza allora a questo punto tra un essere umano…
E il termometro? La
conoscenza, la possibilità data dal linguaggio di organizzare delle
informazioni e quindi di costruire delle teorie, tutto qui.
Intervento: lei dice che non c’è nessuna differenza…
No, c’è differenza perché la persona è provvista di
linguaggio e quindi può prendere queste informazioni di cui invece il
termometro non sa che farsene perché non può farsene
niente, e organizzarle in una teoria, dare l’avvio alla conoscenza e tutto ciò
che ne segue…
Intervento: per la
scienza funziona così va a misurare, si codificano le cose
Si misurano, si confrontano…
Intervento: si
costruiscono e poi si decodificano in base alla propria costruzione
In base agli effetti che si rilevano,
certo…
Intervento: ma che si
sono costruiti per arrivare… il linguaggio non fa
nient’altro che dare delle regole…
Non dà le regole, stabilisce in base all’esperienza le regole
che esistono, al freddo il mercurio si abbassa, al caldo il mercurio
si alza, non l’ho stabilito io…
Intervento: l’ha
stabilito il linguaggio comunque…
Il linguaggio lo rileva, lo conosce, ma non lo può
stabilire poiché anche in assenza di linguaggio, e il mercurio non ha linguaggio, si abbassa, si alza, fa tutta una serie di cose…
Intervento: la
questione fondamentale è se esiste la variazione di stato… lei dice che non esiste nessuna differenza e allora a questo
punto è se esiste una variazione di stato fuori dal linguaggio
Sì perché è il linguaggio che ce lo
mostra…
Intervento: ecco ma
perché qualche cosa sia qualche cos’altro, cioè perché
esista una variazione di stato occorre che…
Sono tutte questioni che per esempio un termometro non
si pone…
Intervento: certo ma ce le poniamo noi che ci facciamo queste domande
Sì, il linguaggio se le pone, certo…
Intervento: quindi
queste variazioni di stato senza linguaggio non potendo esistere per nessuno,
né per il termometro, né per gli esseri umani non esiste tout court
Diciamo che non può essere provato che
esistano e non potendo essere provato è ambito della fede…
Intervento: quindi non
potendo essere provata ecco che allora che quell’assoluta certezza si fonda su
una pura congettura, assolutamente arbitrario a questo punto, se è una
congettura potrei utilizzare una qualunque altra congettura allo stesso titolo
Non posso provare che le cose esistano
indipendentemente dal linguaggio, vi concedo questo, ma è provabile invece il
fatto che esistano a seguito del linguaggio, soltanto a seguito del linguaggio?
Intervento: la
questione del giudizio di esistenza in questo caso la
dimostrabilità di questa nostra affermazione viene dal fatto che ciò che noi
affermiamo si basa unicamente su quello che ci consente di fare queste
affermazioni, quindi sul linguaggio e le sue regole, tutto ciò che noi andiamo
a immaginare o a ipotizzare, a congetturare al di fuori di questa possibilità è
qualche cosa che è assolutamente arbitrario perché io posso immaginare questo
come altri miliardi di cose, l’unica cosa che io posso dire che è essenziale è
il linguaggio in cui mi trovo e quindi l’unica cosa che posso affermare con
assoluta certezza… fuori dal linguaggio può esistere qualunque cosa ma se io
affermo in modo assoluto significa che io ho stabilito che esiste un referente
fuori dal linguaggio che mi consente di dire questo di cui non ho nessuna
prova… l’unica condizione essenziale è il linguaggio.
Sì, ci avete messo un’ora per fare un’operazione che non
doveva occupare più di dieci minuti. È chiaro che l’interlocutore si mostra
sicuro, questo è uno degli artifici della retorica, molto sicuro di sé e
tendenzialmente prova a mettere in ridicolo ciò che voi affermate, dovete
essere pronti a una cosa del genere.