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16-1-2013

 

Come sapete la questione psicoanalitica in questi ultimi anni ha avuto scarso rilievo. I motivi sono tanti, ma occorre probabilmente fare qualche cosa di simile a ciò che alcuni hanno iniziato a fare nei confronti dell’economia, a partire dal fatto che qualcuno incomincia a chiedersi perché dobbiamo, non solo in Italia ma in tutta l’Europa, direi quasi tutto il mondo occidentale, sottostare alle leggi che impongono gruppi finanziari e banche, qualcuno ha incominciato a chiedersi: perché? Alcuni, parlo anche di economisti, sono stanchi di una situazione che sta vessando i cittadini europei ormai da un po’ di tempo, e quindi incomincia a interessarsi, dico non soltanto i cosiddetti addetti ai lavori, ma anche altre persone. Oggi esistono mezzi che venti o trenta anni fa non erano così tanto a disposizione, mi riferisco a internet, dove è possibile trovare praticamente tutto quello che si vuole, e questo è un grosso vantaggio. Sono ancora molto poche le persone che si fanno domande sul perché sta accadendo questo in ambito economico, e cioè perché tutta l’Europa e anche gli Stati Uniti sono assoggettati agli interessi di pochi gruppi. Se la televisione dice che c’è la crisi, allora bisogna mettere mano al portafogli, ma perché ci sia la crisi, da dove venga, se sia necessaria oppure no, questo interessa pochi, le persone non si domandano assolutamente nulla intorno a questo. È stata addestrata nei secoli a obbedire, l’importante è che i sacrifici li facciano tutti, questa è l’unica cosa che conta, se li fanno tutti allora si fa, se c’è qualcuno che invece non li fa allora gli si da addosso, senza nessun risultato naturalmente, però questo soddisfa le fantasie popolari. Questo che sta avvenendo nell’ambito dell’economia potrebbe accadere con la sanità, con la cosiddetta “salute mentale”. È uscita la quinta edizione del manuale per le malattie mentali, e chiunque potrebbe essere diagnosticato come malato di mente, qualunque persona che all’interno di una famiglia potrebbe essere diagnosticato “malato di mente”. Questa potrebbe essere una direzione da seguire, una delle attività di Lunipsi, anzi, uno dei motivi di essere del Lunipsi. Detto questo ci sono altre questioni che sono importanti, questioni più teoriche che riguardano il modo in cui ciascuno pensa, strettamente connesse con quelle precedenti. Sono questioni connesse con il potere, che derivano dal funzionamento del linguaggio; quando qualcuno incomincia a parlare, qualunque ne sia l’età e il motivo per cui lo fa, si trova all’improvviso di fronte al mondo che lui stesso incomincia a creare, ma non lo sa, immagina che sia già lì. Nel momento in cui le prime cose incominciano a porsi, cioè vengono poste, come sappiamo da quel momento ci sono, esistono. Cosa ha a che fare questo con il potere? Ha a che fare con il potere perché è la prima manifestazione dell’unico potere possibile, e cioè il potere che si ha sulle cose e quindi sulle parole, e cioè la persona incomincia ad avere potere sulle parole, quindi sulle cose, ma l’intoppo, sappiamo bene, sta nel fatto che nessuno spiega che si tratta di parole e di costruzioni che lui pone in essere, viene addestrato a pensare che invece nel momento in cui giunge a una conclusione, questa conclusione rappresenti un dato di fatto che esiste fuori dal linguaggio, esistendo fuori dal linguaggio ha una sua esistenza autonoma, impenetrabile e impermeabile a qualunque cosa, ed è quella cosa che comunemente si chiama realtà. Avere potere sulle parole e cioè concludere con un’affermazione vera, è nient’altro che avere potere sulle cose, quindi sul mondo, e quindi volere avere potere sul mondo è volere avere potere sulle parole e cioè concludere in modo vero. Questo addestramento di cui vi dicevo addestra alla realtà, e quindi a pensare che ogni volta che affermo qualcosa questo qualcosa afferma come stanno le cose, e quindi come è la realtà. È questo addestramento che la psicanalisi dovrebbe incominciare a porre in discussione, non per modificare l’addestramento, perché questo non è né praticabile né pensabile, ma incominciare a considerare che la questione importante non è tanto il fatto che una persona metta come premessa certe cose, dalle quali poi deriva tutta una serie di fantasie eccetera, anche, va benissimo certo, ma non è solo questo, è il modo, il metodo in cui pensa che la cosa più importante. Questo metodo è quello che, ponendolo in atto, gli consentirà di costruire tutte le sue superstizioni, tutte le sue credenze, tutte le sue paure, e gli accidenti di ogni sorta, e questo metodo non è nient’altro che ciò che prima vi descrivevo, e cioè immaginare che ogni volta che si compie un’affermazione questa affermazione corrisponda a uno stato di cose che è fuori dal linguaggio. Questo è il metodo in cui gli umani vengono addestrati a pensare, ogni volta che affermano qualche cosa questo qualche cosa descrive un pezzo di mondo…

Intervento: perché parla di addestramento?

Parlo di addestramento perché quando avviene l’insegnamento del linguaggio, e cioè avviene quel flusso di informazioni, questo flusso di informazioni prevede, comprende anche delle istruzioni che sono quelle che dicono che ogni volta che io affermo che questo è questo, sto affermando un dato di fatto, sto affermando una realtà esterna. Non c’è all’interno di questo flusso di informazioni, non c’è quella informazione che consente di acquisire che le cose che si stanno facendo fanno parte di un sistema che è quello linguistico, fuori dal quale non c’è niente, manca questa informazione, invece l’addestramento induce ciascuno a pensare che ogni volta che afferma qualche cosa ciò che sta affermando descriva un pezzo di mondo, uno stato di cose, un quid. È questo metodo, questo modo di pensare la cosa più difficile da affrontare in termini analitici, perché è l’unico modo che gli umani conoscono per pensare. Anch’io sono stato addestrato a pensare così, poi col tempo ho incominciato, ponendomi qualche domanda, ad accorgermi che le cose non erano proprio così esattamente come mi erano state raccontate, cosa che tecnicamente potrebbe fare chiunque, ma non lo fa, non lo fa perché questo metodo offre dei vantaggi e, se non applicato, degli svantaggi: premi, punizioni; i bambini si tirano su così, anche le macchine, come diceva Turing. Premi e punizioni: se pensi in un certo modo allora il tornaconto è quello di riuscire ad avere del potere da esercitare, se io so come stanno le cose allora posso esercitare questo potere. Oggi più che mai è noto che l’informazione è potere, quindi la conoscenza è potere, più conosco più posso, se non so niente non posso niente, quindi il vantaggio che offre questo modo di pensare è l’esercizio del potere, per questo è così difficile da affrontare, perché minaccia di togliere la possibilità di esercitare il potere, cosa che è irrinunciabile, ma è come un circolo vizioso perché la persona ha bisogno di esercitare il potere se non sa che cosa sta succedendo mentre parla, e non sapendolo è costretto a continuare a circolare a quella maniera, e cioè a cercare di sapere esattamente come stanno le cose per potere esercitare il suo potere sul mondo. Questo è il vantaggio che offre questo addestramento, lo svantaggio è che mettendo in discussione e disgregando questo modo di pensare si è assolutamente soli e aumentano le difficoltà di conversare con personaggi di vario genere. La via è questa: trovare i modi e i termini per incominciare a mettere in discussione, in crisi questo metodo che fa degli umani, degli umani appunto. La psicanalisi dovrebbe andare in questa direzione, parrebbe una buona direzione, ovviamente andando in questa direzione non ha più nessuna necessità di tutto ciò che il bagaglio teorico psicanalitico ha messo in piedi in questi ultimi cento anni, praticamente è tutto assolutamente inutile. Dopo il gesto di Freud che ha avviato una certa direzione, poi non è stata proseguita, si è rimasti lì ad aggiungere alcune cose, ma il metodo è rimasto lo stesso, e cioè una ricerca di potere. La psicanalisi è complice di questa cosa, lo è sempre stata, direttamente o indirettamente è sempre stata complice di questo metodo che consente di pensare, di sapere finalmente come stanno le cose…

Intervento: la psicanalisi è questo modo di pensare che si smarca da tutti i modi di pensare perché non esiste la malattia mentale , questo slogan potrebbe incuriosire “non esiste il malato mentale”.

Questo slogan è stato utilizzato nel ‘75 ma da un percorso molto differente. Affermare che non esiste malattia mentale era ed è in parte una formulazione provocatoria che serve a costringere, per quello che è possibile, le persone a incominciare a riflettere sulla questione del potere, appunto, della psichiatria, della medicina, dello stato, ciò che sto dicendo adesso è il risvolto più teorico di ciò che dicevo prima o, più propriamente, il supporto teorico, che potrebbe passare attraverso una serie di considerazioni cui abbiamo già accennato ma che potrebbero essere affrontate in termini ancora più precisi, più rigorosi, e cioè il fatto che qualunque paura, disperazione, ansia, angoscia, fobia di qualunque genere, tipo, forma, colore e foggia procedono da parole, e ciascuna di queste cose si costituisce come la conclusione di una serie di argomentazioni necessariamente, se no non ci sarebbe niente di tutto ciò, e che quindi se tutto questo è fatto di parole, costruito da parole allora che cosa hanno a che fare le parole con la medicina? E perché dovrebbero essere i medici a occuparsi di parole, che non sanno niente né di parole, né di altro? Occorre mostrare che ciò di cui si occupa la psicanalisi è fatto di parole, per questo un analista si avvale delle parole, non ha altri strumenti se non le parole; una persona non ha altri strumenti per dire della sua paura, della sua fobia, che le sue parole, il suo racconto, la sua storia che è fatta di parole. Il tentativo del governo è di sottomettere, sottoporre, monopolizzare la parola, attraverso la psichiatria e la psicologia, è il tentativo del potere di appropriarsi, di accaparrarsi del pensiero dei cittadini, questo è il quadro generale. Ciascuno è come se fosse ostaggio della sanità, è provvisoriamente libero fino al momento in cui qualcuno gli diagnostica un qualunque accidente, dopodiché incomincia a entrare nelle mani degli psicologi, degli psichiatri eccetera. Il potere è nelle mani della medicina, quindi della psichiatria, e la direzione è la medicalizzazione totale. Per questo occorre insistere su questo aspetto, che un’ansia, una fobia, una paura, sono fatti di parole, sono costruite da parole. Se le parole le hanno costruite sono le parole che possono dissolverle, questo è il punto centrale, non rimbecillendo le persone con gli psicofarmaci. Purtroppo oggi la scienza funziona come una religione. Ma gli elementi su cui giocare sono questi: si tratta di parole, costruite da parole, e come invece dall’altra parte il potere cerchi di impossessarsi della parole, quindi del pensiero delle persone per avere un controllo totale e assoluto. Non è una partita né facile né scontata, è un po’ come nell’economia, quante persone si chiedono perché sta succedendo quello che sta succedendo? A vantaggio di chi? Ma la stessa cosa potrebbe accadere per quanto riguarda la salute mentale. Così ogni volta che c’è un nuovo governo, purtroppo è costretto a imporre sacrifici perché il governo precedente ha fatto danni, questo da sempre, probabilmente dal tempo dei Cesari, forse anche prima. Il problema riguarda non solo l’Italia, ma la Grecia, la Spagna, l’Irlanda, la Francia, il Portogallo e in parte anche la Germania. Su molte cose le persone non si fanno domande, sul perché debba esserci un governo, sul perché sia necessario lavorare, sul perché siano necessarie tante cose, sul perché ci sia un dio, non ci sono domande intorno a questo, sono cose considerate naturali, ovvie, scontate, perché è sempre stato così, gli umani pensano così, e funziona così da alcuni millenni e quindi è dato per acquisito, quindi non c’è nessuna domanda sul perché ogni tanto debba esserci una crisi. Adesso sofferenze e sacrifici, poi ci sarà il paradiso. Da sempre i governi, gli stati non hanno nessun ritegno, sono arroganti, e possono essere arroganti perché possiedono, come sappiamo benissimo, un esercito e una polizia, se non li possedessero non sarebbero così arroganti ovviamente, e quindi mantengono il controllo attraverso la forza, fin dove è possibile con la persuasione, quando la persuasione non basta più, c’è la forza. Vi invito a riflettere su questa sorta di connessione che vi propongo tra il risvegliarsi di un certa, adesso usiamo termini marxisti, di una certa “coscienza popolare” rispetto all’economia, e un possibile analogo “risveglio” nei confronti della sanità…

Intervento: il gioco delle ideologie in tutto questo?

L’ideologia fa parte di quell’aspetto persuasivo di cui dicevo prima: finché funzionano le ideologie, finché le persone seguono una certa corrente va bene, quando non la seguono si usa la forza…

Intervento: c’è come un capovolgimento dei valori come diceva Nietzsche, c’è il pensiero del cristo della religione anche nel comunismo, è il vecchio pensiero della chiesa…

C’è un rigurgito, io direi di più della spiritualità che della chiesa in quanto tale, anche della chiesa certo, ma più della spiritualità, cioè del rivolgersi allo spirito, e quindi il sorgere di una serie di dottrine più o meno spiritualistiche che hanno molto successo. Dopo il fallimento della politica, il fallimento della scienza, anche se poi la scienza viene sempre utilizzata religiosamente, dopo il fallimento delle varie cose si torna sempre allo spirito, anche nel medio evo successe la stessa cosa; la chiesa si è riappropriò di un grandissimo potere quando fallirono tutta una serie di cose, e l’unica cosa che rimase a dare speranza fu la chiesa. Quindi ciò che a noi importa è questa direzione “politica”, tanto per dargli un nome, ma anche ciò che la sorregge, cioè l’aspetto teorico, e quindi come il linguaggio produca la necessità di potere, perché poi è da qui che tutto quanto procede.