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14-12-2004

 

Per quanto riguarda l’aspetto clinico mi sembra che vogliate dare un taglio clinico, indipendentemente dal titolo, il titolo serve solo per avere pubblico, cosa sappiamo della clinica?

Intervento: lei aveva detto del modo più leggero di intervenire per esempio rispetto a quella che è una fantasia comune nei confronti della psicanalisi che è una cosa pesante…

Sì ma qual è la questione?

Intervento: cogliendo la questione della responsabilità agevola moltissimo anche… attenersi al criterio della responsabilità e cioè ciò che dice quella persona è proveniente dai suoi pensieri e non descrive null’altro da quello che sta dicendo rende molto più agevole e quindi anche più leggero l’intervento, rendere meno misteriosa tutta la questione della tecnica analitica che pare accessibile solo ad iniziati, cogliere l’essenziale che produce quegli elementi che consentano il gioco del discorso, la nevrosi come quel punto in cui il discorso si blocca per cui è impedito l’accesso a tutta una serie di elementi linguistici, un gioco è costretto a fare un giro enorme per evitare questi elementi, ma occorre evitarli questi elementi o li teniamo buoni? Al momento stesso in cui impedisci l’accesso stesso a certe proposizioni è ovvio che sei costretto costruire delle cose tali per evitare che ci sia questo accesso, una costruzione fatta apposta per evitare l’accesso è ovviamente una costruzione fatta in modo tale per impedirlo questo accesso

Intervento: questi capisaldi della nevrosi, se proprio vogliamo parlare di nevrosi, se intervengono nel discorso, reprimerli non serve niente anche se sono la trecento cinquantesima volta che si dicono, la novecentesima volta che fanno girare il discorso in un certo modo… occorre che si dicono oppure basta sapere che qualsiasi cosa è un elemento linguistico e allora siamo tutti felici e contenti? È questa la questione

Tecnicamente sì, se la persona sapesse che ciascun elemento è necessariamente un elemento linguistico e sapesse da sé trarre tutte le implicazioni da una cosa del genere allora sì, ma siccome non è in condizione né di trarre tutte le implicazioni né di sapere quello che sta dicendo allora no. C’è la possibilità che la questione clinica sia molto più semplice di quanto comunemente si consideri, innanzi tutto va presa per il verso giusto, e cioè dall’avviarsi del linguaggio, sapere come si avvia il linguaggio. Noi sappiamo come si avvia il linguaggio perché l’abbiamo individuato, sappiamo che nella fase in cui si installa il linguaggio avvengono le emozioni più forti perché non mediate dallo stesso linguaggio appunto, cioè più propriamente dalla sua possibilità di articolare le questioni, ora ciò che avviene a quel punto, qualunque cosa essa sia, ha una portata notevolissima, potremmo dire che ha esattamente la struttura dell’innamoramento, vale a dire che si ritiene che quella certa cosa che sta accadendo, che si sta provando, sia la cosa più importante in assoluto di tutto l’universo che è esattamente quello che accade nell’innamoramento, lo stesso Sigmund aveva notato questa cosa e altre miliardi di persone prima di lui. Un caso di innamoramento: la persona è innamorata di quella stringa di proposizioni che concludono a una verità che per lui è assoluta, di questo la persona è innamorata. Ora non si distoglie una persona dall’innamoramento facilmente come ciascuno di voi sa, e un caso clinico va trattato esattamente come un caso di innamoramento, è come se si volesse persuadere una persona a cessare di essere innamorata di una certa cosa, pur con tutte le sofferenze, ma d’altra parte quale amore è più stuzzicante di quello che fa anche stare male…

Intervento: perché parla di amore e non di erotismo?

Ho i miei buoni motivi…

Intervento: Freud parlava di erotismo più che di amore

Ritiene che a me possa interessare qualche cosa di ciò che diceva Freud?

Intervento: no, però mi interroga il fatto del perché lei non parla di erotismo

Può continuare a interrogarsi. La definizione di amore, nell’accezione più antica, è quella che diedi qualche tempo fa: attrazione verso il bene, qualunque esso sia…

Intervento: in questo caso verso la verità

Certo, c’è qualche amore che non sia un amore per la verità? È arduo sostenerlo, si tratta sempre in quelle che taluni chiamano nevrosi, di amore, e più l’amore fa soffrire e più ci si innamora e la persona dice che non vuole più stare male, esattamente come la persona che ama qualcuno che la fa soffrire dice che non vuole più amarla, e più lo dice e più si innamora, avviene così generalmente. Ora ciò che sto dicendo è che queste cose hanno la stessa struttura tra loro, la cosiddetta nevrosi è l’innamoramento, e ciò che sto dicendo è che la cosiddetta nevrosi non sia nient’altro che un innamoramento anzi, è forse l’innamoramento per antonomasia, l’innamorarsi di quella sequenza di proposizioni che si ritengono assolutamente vere e sappiamo che l’amore è sempre amore per la verità, quindi come tale va considerato, per cui ciò che dovremmo porci come domanda, e la pongo a voi, è come fare in modo che la persona cessi di amare la persona che ama, perché ci sono le stesse probabilità che abbandoni i suoi sintomi, la sua cosiddetta nevrosi, che la persona abbandoni il suo amore, l’amore della sua vita, la stessa probabilità, tant’è che nessuno è mai guarito visto che è lui che l’ha prodotto…

Intervento: nessuno è mai guarito dalla nevrosi? Dall’amore?

Entrambe le cose…

Intervento: fatto sta che lo ricerca

Sì, i famosi casi di guarigione che avvengono e che taluni possono millantare in realtà sono soltanto uno spostamento, cessano di innamorarsi di qualcosa e si innamorano di qualcos’altro…

Intervento: dire nevrosi e dire amore è la stessa struttura? Praticamente l’innamoramento è una nevrosi

No, non è questo, ho detto che la nevrosi ha le stessa struttura dell’innamoramento, non ho detto che sono la stessa cosa. La questione dell’amore posta così come l’ho posta prima è l’attrazione verso il bene, qualunque cosa essa sia è strutturale, qualcosa che ciascuno fa e non può non fare…

Intervento: sì ma la nevrosi…

La nevrosi ha la struttura dell’amore dicevo prima che è un caso di innamoramento, però nella nevrosi non c’è la possibilità di saperlo anzi, è fatta di questo: dell’impossibilità di sapere di essere innamorati di una sequenza di proposizioni, non c’è questa possibilità, dell’amore così come l’ho posto prima e cioè come qualcosa di strutturale, sì in fondo se io ho elaborate le cose che ho elaborate in questi anni è perché c’è stata una sorta di amore nei confronti della teoria e della verità che io ho cercata, trovata, elaborata e diffusa a chi voleva ascoltare. Ciò che lei diceva prima può essere accolto però a questo punto dovremmo fare o una precisazione, oppure trovare un altro termine. Certo l’amore, quello della canzonetta, ha la stessa struttura, si pone come una nevrosi sì certo, però l’amore come l’ho posto e cioè come un procedere strutturale all’atto di parola allora no, è inevitabile perché l’amore è la ricerca della verità, il linguaggio si muove in questo modo, qualunque cosa faccia comunque cerca quella proposizione vera e quindi è la ricerca della verità…

Intervento: non capisco anche il nevrotico procede in questa maniera è una ricerca della verità quella…

Intervento: non solo il nevrotico il linguaggio funziona così…

La nevrosi è per definizione il procedere che non può in nessun modo accorgersi di quello che fa, mentre l’amore può accorgersi di quello che fa, nell’accezione in cui lo indicavo prima intendiamoci bene, la nevrosi per definizione non sa quello che fa ma a questo punto tutta la clinica non è altro che una considerazione attorno all’innamoramento, cioè occorre che intendiamo molto bene come funziona l’innamoramento perché da questo seguirà il riuscire in un’analisi oppure no. L’essere innamorati di qualcosa, quindi perseguire questo qualcosa a qualunque costo, questo è quello che fa ciascuno per cui a questo punto abbandonerei anche la parola nevrosi, non so se è di qualche interesse, non è altro che il modo in cui ciascuno pensa ad un certo punto, quando il linguaggio si avvia, alcuni elementi, probabilmente per un fatto puramente casuale diventano forieri di enormi emozioni, questi elementi sono la prima matrice, il primo modello dell’innamoramento che non è altro che questo: un’attrazione irresistibile verso la verità. Si può anche supporre che la verità possa risiedere in dio o in un’altra persona non ha importanza, però è così che funziona l’innamoramento, questi elementi che si avviano con l’avviarsi del linguaggio e producono quella emozione che non può essere paragonata a nessun altra, non lo può, perché non ce n’è nessun altra con la quale paragonarla nella fase di avvio del linguaggio, e quindi c’è un innamoramento sfrenato nei confronti di questo elemento. Come dicevo prima e torno a dirvelo, quale elemento sia può essere anche assolutamente casuale, non ha così importanza, può dipendere da una serie di contingenze, qualunque cosa può accadere, tanto più che in quelle condizioni una qualunque cosa può scatenare emozioni violentissime, non è questo il punto anche se la persona continuerà certamente a cercare di ripetere e di mantenere questo innamoramento e quindi di mantenere questa verità assoluta, questa verità assoluta che è quella che ha consentito al linguaggio di costruirsi per cui tirandola un po’ per i capelli potremmo dire che il linguaggio sorge sull’innamoramento, così per renderla un po’ folcloristica, sorge in ogni caso sicuramente dall’attrazione verso la verità e quindi verso il bene e da qui parte tutto quanto, da quel momento in poi una persona ha il fondamento da cui è partito, e di cui è assolutamente innamorata, rispetto alla quale non deroga e sulla quale costruisce la sua esistenza. In fondo è la stessa cosa che accade fra due persone quando si incontrano e si piacciono per così dire, trova quella persona e su quella persona in un certo senso costruisce la sua vita da quel momento in poi. Nel caso invece della persona che si trova in quella fase in cui si avvia il linguaggio, certo non può dirsela né pensarsela, ma quella è la condizione per potere dire e pensare, dopo, qualunque altra cosa, che ci sia questa sorta di amore incondizionato, e in effetti è incondizionato perché non ci sono altre condizioni in quel momento, se ci fossero allora sarebbe tutto differente, così come lo è per noi che abbiamo deprogrammato questo sistema e abbiamo saputo di cosa è fatto e come funziona. Tutto questo dunque costituisce il fondamento di ogni possibile considerazione delle cose, parafrasando Lacan, visto che l’ha citato poc’anzi, considerazione che preferisco a “trattamento delle nevrosi”, anche se lui parlava delle psicosi, ma anche delle psicosi, che un giorno affronteremo…

Intervento: quando?

Quando avremo voglia di farlo, ma per quanto riguarda la pratica clinica, sapere queste cose è fondamentale, una persona che viene da voi e vi racconta delle cose vi sta raccontando il suo innamoramento, il suo amore, sia che vi parli della depressione, delle sue angosce, di tutti gli accidenti possibili e immaginabili vi sta parlando della sua storia d’amore, cioè di quelle cose che per lui sono assolutamente e incondizionatamente vere. Ora queste cose che vi racconta non sono esattamente quelle di allora, e rispetto alle quali non deroga, per cui si può inserire qualche variante ma la struttura, la struttura è la stessa, non c’è nessuna differenza quindi la clinica deve tenere conto di questo per funzionare e di conseguenza la tecnica psicanalitica cosiddetta. Insomma è la stessa cosa il trovarsi di fronte una fanciullina che è innamoratissima di un fanciullino e che dice che questo fanciullino la fa soffrire e che lei non vuole amarlo più. Come intervenire? Non è semplice, non lo è perché non vuole affatto e per nulla al mondo abbandonare la situazione in cui si trova, esattamente come accade a chiunque le si rivolga in una analisi, non vuole affatto abbandonare quella serie di vicende, di situazioni e di scene che gli consentono di raccontare, di raccontarsi all’infinito. Vi racconto un aneddoto di una fanciulla, era proprio questo un caso fra tantissimi, e di un fanciullo che la faceva soffrire molto e allora io feci, così per gioco, una prova e provai ad accennarle alla possibilità che io le dicessi come fare a conquistare il fanciullino, non mi stette neanche a sentire perché non era quello che la interessava, nonostante fosse quello che diceva, ma non le interessava affatto una cosa del genere, ciò che la interessava era proseguire il suo racconto, solo questo e nient’altro che questo, e il “rimedio” fra virgolette era una cosa assolutamente irrilevante. Come faccio ad uscire dalla depressione? Fai così! No, no non si può. Come non si può? Non ha nessun interesse a fare una cosa del genere, nessun interesse ad abbandonare qualcosa che gli consente di raccontare e di raccontarsi all’infinito, perché è questo l’unica cosa che vuole, nient’altro che questo…

Intervento: come fare che non lo voglia?

Perché non dovrebbe volerlo? Certo, considerare la clinica in questo modo modifica un po’ le cose, anche se ciò che abbiamo detto oggi rimane, rimane la necessità assoluta della responsabilità di ciò che si va dicendo che anzi è il primo passo però…

Intervento: però non basta ancora finché non interviene il volgere l’innamoramento per qualcosa o per qualcuno in una costruzione teorica

È il primo passo e cioè volgerlo a quell’unica cosa, per usare termini altisonanti, che è degna di essere oggetto d’amore, la verità. Ma non la verità quella di novella 2000, ma quella che non ha eguali, l’unica che consente a ciascuno di esistere…

Intervento:…

Quanto meno accorgersi che l’unico innamoramento reale, effettivo e possibile è quello per la verità, in definitiva ciascuno è innamorato del suo discorso, delle cose che dice, è di questo che si tratta, per cui la tecnica psicanalitica dovrà tenere conto di questo, come? Beh questo lo vedremo nei prossimi incontri, non è una questione semplice…

Intervento: è arduo, se è innamorato del proprio discorso…

Facciamo sempre cose più ardue, esatto, anzi praticamente impossibili…

Intervento: stavo pensando alla ricerca della verità allora posta in questi termini diventa una grande storia d’amore…

Se vuole porla in modo romantico, sì, l’uomo ideale o la donna ideale… questo è un bel titolo “la verità come donna ideale” sì, potrebbe essere…

Intervento: la ricerca dell’origine ha molto del mammismo a questo punto perché diventa l’amore ultimo quello che si è compiuto all’inizio…

Anche quello, anche quello Sandro è costruito sul linguaggio, dal linguaggio, l’oggetto d’amore per il linguaggio non può essere altro che il linguaggio stesso e siccome ciascuno è linguaggio…

Intervento: la fantasia che sorregge un po’ tutto il discorso

L’equivoco su cui si è costruita buona parte della psicanalisi, il fatto della mamma viene da lì certo, il primo oggetto d’amore e quindi rimane, ma non è vero, il primo d’oggetto d’amore è il linguaggio non è la mamma…

Intervento: la mamma perché non si sa del linguaggio

Il linguaggio può essere innamorato solo di se stesso, anche perché non ha altro, non c’è altro fuori del linguaggio e quindi è qualcosa che appartiene al linguaggio necessariamente. Potrebbe essere un modo per rilanciare l’amore, un po’ diverso dalla canzonetta però…

Intervento: potremmo dire che l’amore fallisce al momento stesso che è inteso fuori dal linguaggio, nel momento in cui si rappresenta

Sì, è votato al fallimento certo, e allora occorre tenere conto che la persona con cui accade l’innamoramento è oggetto linguistico e allora la parola può continuare a mantenere la sua posizione, e continuare a sapere che in realtà si è innamorati del linguaggio che poi trova un modo, una configurazione, altrimenti è votato al fallimento, perché la persona in quanto tale, cioè il partner, il più delle volte è considerato fuori dal linguaggio e allora c’è la catastrofe, è inevitabile, è solo questione di tempo…

Intervento: se la persona non compie questo passaggio al linguaggio… quante persone ci sono in un’analisi che compiono questo passaggio?

La tecnica psicanalitica serve a questo, da sole non lo faranno mai…

Intervento: ci stiamo formando come analisti e stiamo lavorando con il linguaggio, nel linguaggio, per il linguaggio ecc. ma tutte le persone che sono in analisi e che non pensino ad una formazione, che non si interessino alla teoria del linguaggio…

Dobbiamo trovare la via per cui la persona si accorga che il modo in cui si rivolge alle cose in cui crede, alle cose che immagina che lo facciano stare male e a tutti i suoi acciacchi, non è altro che un innamoramento, che è innamorato di queste cose, allora siamo a buon punto, e il modo c’è, perché in effetti se ci pensate bene, il modo in cui ci si rivolge a queste cose, al proprio discorso, non è poi così dissimile dall’innamoramento, effettivamente sono innamorate delle cose che dicono e quindi lo continuano all’infinito, non vogliono assolutamente abbandonarlo, così come l’innamorato non vuole abbandonare la sua amata, allo stesso modo e per lo stesso motivo. Cosa vuole dire essere innamorati del proprio discorso? Avere la certezza assoluta che il proprio discorso stia costruendo proposizioni vere…

Intervento: quando si ama un certa persona tutto ciò che fa è bello…

È la stessa cosa per il discorso…

Intervento: il discorso quando è innamorato di sé trova sempre elementi che in qualche modo gli fanno apparire questo discorso amabile nel senso che lo fa proseguire

È ciò che accade nel quotidiano, chiunque ne ha esperienza continuamente, ciascuno è pronto a giustificare quello che dice, quello che fa, per mantenerlo vero, trova sempre un artificio per cui è vero, qualcosa per cui dire “però è così” e quindi quello che ho fatto, quello che ho detto era giusto…

Intervento: l’equivoco… qual è che la nevrosi… ciascuno troverà sempre modo di costruire il proprio discorso in modo tale da potere proseguire quindi confermare le stesse cose questo rispetto alla nevrosi considerato come un qualche cosa che deve essere eliminato è un controsenso…

È una contraddizione in termini eliminare ciò stesso che gli consente di proseguire…

Intervento: la nevrosi è esattamente quello è un discorso che non ammette se stesso, la cui connotazione centrale è un discorso che si vuole eliminare cioè io devo eliminare questa cosa

Potrebbe essere un approccio interessante quello che abbiamo proposto questa sera, è possibile che le conferenze successive verteranno su queste questioni. Va bene, ci vedremo martedì prossimo, riflettete su queste questioni.