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14-5-2003

 

Allora a che punto siamo con il discorso teorico, signore e signori? Siamo a un punto decisivo nella costruzione teorica che andiamo facendo, riguarda la costruzione, la struttura di quel discorso che andiamo mettendo in atto, e questo è assolutamente preciso. Va facendosi più precisa e quindi più decisa, ha una direzione che non lascia chance. Stiamo praticando il linguaggio e il pensiero, abbiamo posta in termini precisi questa distinzione e quindi cosa intendiamo quando parliamo di pensiero, ché sappiamo benissimo che nulla può esistere fuori da una struttura linguistica e dal momento che di questo non possiamo non tenere conto abbiamo la possibilità di non essere giocati dal linguaggio, e questo intendiamo con pensiero cioè il linguaggio che può considerare se stesso e quindi può interrogare e non essere più fermo su delle posizioni che sono dei non sensi. La resistenza, così come l’ha costruita Freud inventando la psicanalisi, è un termine linguistico e come tale va considerato, e cioè qualcosa che non permette al discorso di proseguire. Siamo discorso e non possiamo non considerare ciò che ciascuno fa dicendo e quindi arrivare a porre in termini precisi quello che è il nostro percorso…

Intervento: il fatto che il linguaggio si attivi da solo è una ulteriore conferma della sua autoreferenzialità, l’unica cosa che sia assolutamente vera a parte questo…

Sì, uno strumento dell’uomo per conoscere il mondo, sì certo, la questione della realtà, sappiamo come si forma e cosa la produce e cioè che il linguaggio costruendosi produce la nozione di realtà, cioè produce anche questa proposizione che considera che io che dico sono altro da ciò che dico, in effetti distingue l’operatore deittico dà ciò che opera, cioè pone in atto, e quindi da quel momento le cose stanno così. Ciò che facciamo noi è qualcosa di insolito, non previsto dal funzionamento del linguaggio. Abbiamo visto che il linguaggio funziona benissimo anche senza avere nessuna nozione di sé, tant’è che gli umani parlano da sempre senza sapere nulla del linguaggio. e forse sta qui una delle questioni portanti: funziona lo stesso. Che è la questione che ci viene obiettata varie volte: tutto questo va bene, è corretto, ma la vita continua lo stesso, ci sono lo stesso comunque tante cose da fare, da sistemare etc. come dire che il linguaggio funziona lo stesso e quindi perché occuparsi delle cose che noi facciamo; quindi l’unica cosa su cui possiamo fare leva è quella che riguarda l’essere giocati oppure giocare il linguaggio, ché non ha torto questa persona, il linguaggio funziona lo stesso e comunque costruirà proposizioni, andrà avanti e nulla lo fermerà, è questo il nostro punto di forza: porre una persona in condizioni di giocare con il linguaggio anziché esserne giocata. Essere giocata dal linguaggio, ma perché cessare di esserlo? In fondo è ciò che gli umani vanno cercando: emozioni, scene, film, tragedie, gli umani vogliono liberarsi da tutto questo? Se lo volessero lo avrebbero già fatto. Che cos’ha il discorso che stiamo inventando di così sensazionale, di così meraviglioso da indurre altri a seguirlo? Forse questa domanda merita di essere posta e svolta, sappiamo benissimo che tutti i cosiddetti malanni ciascuno se li crea al solo scopo di potere utilizzarli per costruire altre proposizioni, che bisogno ha di ciò che noi facciamo? Per costruire altre proposizioni? Cos’è che muove il discorso? Ché è vero noi possiamo proseguire come sempre abbiamo fatto non occupandoci minimamente del prossimo, però visto che abbiamo fatto questa scommessa di costruire un virus tale che entrato nel sistema operativo lo squassi e lo renda inoperativo e possa giocare il nostro gioco allora, per questo motivo, ci tocca di rispondere a questa domanda, la quale domanda può anche per altro magari porre qualche questione teorica alla quale non abbiamo ancora pensato, anche perché non dobbiamo considerare il prossimo in quanto tale, della qual cosa ci interessa poco in questo ambito, ma il discorso in generale, è il discorso in accezione più ampia che non ha bisogno, per così dire, del discorso che stiamo facendo noi, il discorso qualunque non sa che farsene del discorso che noi facciamo, potremmo dire di più, il linguaggio stesso non ha bisogno del nostro discorso. E allora dobbiamo fare in modo che ne abbia bisogno ché non ce l’ha. Vuole sapere come? Si crea la necessità di averlo.

Intervento:…

È una questione importante questa, cioè il linguaggio non ha bisogno per proseguire di ciò che noi facciamo…

Intervento: io pensavo perché una persona va in analisi? perché segue delle conferenze di psicanalisi…

Io ho posta la questione in termini generali, in effetti la questione può essere ristretta a quelle persone che comunque hanno degli interessi…

Intervento: il contraccolpo, la responsabilità…

Fare in modo che le persone si affidino a noi. Il virus passa da qui, costruire argomentazioni che inducano ad avere fiducia in ciò che affermiamo…

Intervento: in un percorso analitico… come avviene l’intervento dell’analista della parola, per cui l’analisi diventa un processo automatico?

Come fa il mago Silvan, fa la magia e poi mostra come è fatta quella magia, a quel punto non è più una magia e il pubblico dice “ecco come è potuto avvenire” è tutto qui. Questo noi possiamo fare e facciamo: trasformiamo i sogni in realtà. Mercoledì prossimo risponderemo a queste domande poiché tutto ciò che accade appare avere bisogno di punti fermi, di mamme, zii; c’è qualcosa che procede in modo particolare e noi riusciremo a intenderlo intendendo che cosa avviene quando si avvia il linguaggio, qui troveremo la risposta, che cosa cercano non le persone, ma che cosa cerca il discorso, che cosa necessariamente cerca, e lì troveremo la risposta, perché in fondo le persone, quelle che ci ascoltano, quelle che sono in giro, come abbiamo detto sono discorsi che funzionano nel modo in cui devono funzionare, cioè secondo la struttura che è quella del linguaggio, intendendo questo, cioè non come funziona il linguaggio a questo punto, ma come funziona il discorso, il linguaggio è la struttura, come funziona il discorso cioè cosa gli dà una sorta di impronta, poiché l’avvio grosso modo è sempre lo stesso, e allora a questo punto potremmo sapere molto di più, sapendo anche perché le persone, cioè i discorsi dicono quello che dicono, forse… Ci vediamo domani.