13 Giugno 2007
Intervento:… raccontare la propria storia ma percorrendola a ritroso, può accadere di accorgersi che alcuni passaggi non sono consapevoli e quindi si tratta più che ricostruirli a volte di costruirli perché erano staccati dal percorso precedente e quindi si tratta non di una storia di fatti ma del pensiero della persona, la storia del pensiero cioè come si è evoluto nell’arco della sua vita…
Ciò che una persona teme prima o poi la mette in atto, nel senso che ci riesce appunto, a questo riguardo occorre riflettere sul modo di intervenire nel prosieguo, lei diceva molto semplice, luoghi comuni…
Vuole cadere nel banale a tutti costi? Potrebbe essere un artificio retorico…
Intervento: mi viene da pensare la questione quindi dei luoghi comuni delle banalità siano però importanti però per evitare l’effetto non ho trovato niente ci va anche qualche volta la frase ad effetto che è quella che dà il tocco di contrasto…
Intervento: lo considero più
che altro un esercizio per me del parlare senza uno schema fisso cercando un
filo conduttore…
Intervento: mi riferivo a
quello che diceva lui nel proseguire, le banalità sono quelle che fanno
riconoscere le persone in alcune cose però ovviamente onde evitare che se ne
vadano via dicendo lo sapevo già, che ci
sia quel qualche cosa che sposti…
È una figura retorica che si chiama estraneamento, molto utilizzata nella filmografia e in particolare in alcuni film dell’orrore, l’abilità sta nel mostrare una cosa assolutamente ovvia, comune totalmente innocua come una cosa molto inquietante, l’effetto estraneamento sorge nel momento in cui la persona si mette tranquilla, si cheta, è tutto normale e tranquillo e di colpo ecco che sorge, è stato utilizzato in miliardi di film: per esempio una scena di una bimbetta che gioca a palla, carina biondina, gli occhi azzurri un bel vestito, una scena assolutamente quieta, familiare, c’era un dettaglio però, quella bambina era morta quattrocento anni prima, ecco il dettaglio che inquieta perché secondo il luogo comune una bambina morta quattrocento anni prima non può essere lì a giocare a palla, se lo fa c’è qualche cosa di insolito, ecco il dettaglio che rende la scena assolutamente inquietante. Ora non è che dobbiamo mettere paura ma ci sono artifici retorici che consentono questo, nel nostro caso certo è diverso da un film anche se possiamo usare degli schemi simili, per esempio mostrare come una situazione familiare assolutamente tranquilla contenga in sé il germe della tragedia, per cui dopo avere tranquillizzato l’uditorio mostrando come ciascuno di loro viva tranquillo, sereno e in una botte di ferro in realtà è seduto su una polveriera, questo è fattibile. Occorre, questo è il lavoro che faremo questa estate che forse verrà, trovare una sorta di modello abbastanza generico in modo da poterci mettere dentro qualunque cosa che però possa funzionare non soltanto per riempire la sala, cosa che a noi interessa, ma anche fare in modo che qualcuno incominci a venire qui, questo è il passo successivo perché qui abbiamo l’opportunità di inserire altri elementi, incominciare a mostrare il modo in cui il pensiero funziona, fornire strumenti molto più potenti, più efficaci quelli che avremmo mostrati nella conferenza. La conferenza deve incuriosire e lasciare in sospeso qualcosa in modo tale da invogliare, invitare le persone a proseguire e il proseguimento avviene qui perché come dicevamo forse l’altra volta riempire la sala di per sé non è difficile basta mettere un titolaccio, come “Il godimento della donna”, ha sempre funzionato, si parla di sesso, di problemi della coppia di amore e di tradimento si riempie la sala, il problema è che il tipo e il modo in cui avviene il nostro intervento è tale da non creare quella curiosità e quella aspettativa tali da invogliare le persone a proseguire il discorso in un altro modo…
Si può essere anche esaustivi a condizione che tale esaustione costringa le persone a perseguirla e cioè si dice: per risolvere il problema devi fare questo però occorre che lo faccia. Pertanto l’estate sarà dedicata a questo obiettivo, un’estate retorica, trovare il modo i mezzi e termini per costruire una conferenza che potrebbe essere costruita così come si costruisce un film in un certo senso. Qualcuno ha già qualche idea, qualche suggerimento, qualche considerazione sulla questione generale? Sicuramente un argomento che tratteremo sarà la psicosi post partum e lì non solo riempiamo la sala ma abbiamo a quel punto l’opportunità invogliare le persone a volerne sapere di più facendo leva su una delle paure più frequenti: quella di nuocere al figlio…
Intervento: bisogna
dosare la curiosità
Per questo dobbiamo lavorare questa estate…
La paura che praticamente ciascuna donna ha è che possa trasformarsi in azione…
Intervento. Ma se c’è un maschietto come Cesare che dice ma cosa dice questo che le donne hanno paura, hanno queste fantasie, è questo a cui volevo arrivare perché molte persone immaginano che questa sia una fantasia dello psicanalista perché non ascoltano storie di questo genere…
Se è un uomo che cosa ne sa della donna, chieda alla sua compagna e la sua compagna confermerà, anzi viene lì e ascolta e così magari saprà qualcosa di più di quello che passa nella testa delle donne, ché quando la vede agitata ansiosa senza nessun motivo apparente magari c’è qualche cosa che lui ignora come spesso accade…
Questo potrebbe essere un altro intervento, poi c’è il versante maschile: cosa succede a un uomo quando la sua compagna ha un figlio, spesso si sente escluso, si sento abbandonato, derelitto, ignorato…
È da valutare se la costruzione di un intervento per quanto riguarda la conferenza sia poi così lontano da un intervento così come accade in una seduta, non è che debba spaventare però sicuramente di fronte ad alcune questioni non recedere quindi porre la persona di fronte a questioni che magari la spaventano ovviamente procedendo in modo tale che la persona possa affrontare delle questioni sempre più complesse mano a mano che acquisisce strumenti sempre più potenti…
Intervento: pensavo alla questione dell’intervento dell’analista…interviene di fronte ad una certa affermazione della persona con una contro affermazione nel senso che pare che non abbia alcuna connessione con quello intervento dell’analista che io chiamo estraneamento perché intanto c’è un’interruzione del pensiero in un certo momento della persona su quella questione e poi soprattutto c’è il volere intendere il costruire dei passaggi per arrivare ad intendere perché questo fa parte del gioco perché l’analista in quella occasione ha affermato quella cosa che ha scombinato..quindi interviene una sorta di contraddizione ovvio è già più complesso avviene in certi momenti… però questo effetto di estraneamento che per esempio in un contesto pubblico dove delle spersone non sanno neppure cos’è l’analisi, nell’accezione più forte del termine in un pubblico è possibile compiere questa operazione cioè io ho fatto molta attenzione come interviene con il pubblico di fronte ad una questione nella quale io risponderei in un certo modo quasi per accompagnare la persona consequenzialmente a quello che sta dicendo lei il più delle volte lei dice una cosa completamente fuori dal mio registro e questa è una questione.. in un analisi cosa avviene? Avviene che la persona parte da un’affermazione che ha fatto l’analista per risolvere la questione per portare avanti un discorso per farle aggiungere un altro punto in un intervento pubblico però questo non è possibile compierlo perché la persona non intende se non intende quella questione non la porta avanti e quindi…
Una
conferenza non è una seduta analitica, io ho fatto un parallelo tra come si
costruisce un intervento in una seduta e come si costruisce un intervento in
una conferenza, ma le due cose rimangono distinte. Ciò che manca in una
conferenza è il desiderio di proseguire
che in un analisi c’è perché una persona viene lì per questo anzi, ha
fatto domanda, mentre in una conferenza non c’è necessariamente il desiderio di
proseguire, può venire lì come spesso accade dopo di che è finita la cosa e
questa cosa che manca nelle conferenze noi dobbiamo costruirla e cioè la
curiosità di proseguire, il desiderio di proseguire; in fondo non è altro che
il desiderio di continuare a parlare e quindi dobbiamo fare in modo che nella
conferenza per chi ci ascolta sia come se anche lui stesse parlando…
Intervento: coinvolgimento, riconoscimento di qualcosa…
Sì,
per questo l’utilizzo del luogo comune…
Intervento: lei diceva il coinvolgimento del pubblico ma quante volte è successo che molte persone anche alle conferenze abbiano continuato anche per molte volte a venire…
Trovare
l’elemento che invogli le persone a volere proseguire, coinvolgimento che non
deve venire direttamente da parte nostra, non è una cosa efficace coinvolgere
le persone interpellandole immediatamente…
Intervento: la fantasia di fare del male al figlio non può essere accolta ma molte volte neanche manifestata al partner…
Intervento: E quindi non l’accogli neanche tu neanche la persona può accoglierla…
Però
non bisogna togliere la tragicità, se lei toglie la tragicità non ha più alcuna
importanza. Cosa dice Sandro, così assorto?
Intervento: di cose ce n’è una marea…
Sì
dobbiamo anche trovare una direzione per incominciare a lavorare…
Intervento: Pensavo al coinvolgimento delle persone bisogna tenere conto anche delle fantasie della persona, l’unica cosa secondo me è trovare i temi di più largo consumo e attrattiva e poi sperare poi ovviamente si tratta i costruire al meglio queste conferenze e cercare di trovare anche delle formule tecniche…per quanto riguarda il tema dei titoli... anoressia però, la tragicità è quella che desta interesse e procura importanza all’argomento ma porre attenzione anche al passaggio successivo magari colorandola e far vedere l’importanza della analisi: una questione può apparire insormontabile poi si trova la soluzione e sembra più semplice…
Alludere
alla soluzione…
Che semplifica che alleggerisce che costringe la persona ad immaginare che debba rivoluzionare… può perderla questa tragicità…
Cosa
ha fatto la Chiesa? È riuscita come nessun altro ad erotizzare il sesso
attribuendo alla sessualità la tragicità da quel momento è diventata la cosa
irrinunciabile è stata una operazione geniale, è così che funziona. È per lo
stesso motivo che si attribuisce la tragicità alle droghe o all’anoressia, se è
una cosa tragica vuole dire che è molto importante non solo per me ma per tutti,
se io faccio una cosa del genere divento molto importante per tutti. Se
vendessero la cocaina dal pizzicagnolo non ci sarebbe sicuramente l’idea di
trasgredire una cosa terribilissima. La tragicità è fondamentale almeno nella
società in cui viviamo, tutto è tragico sempre di più: non piove, emergenza
siccità; piove, emergenza allagamento; pioviggina, emergenza pioviggine. Qualunque
cosa è emergenza, cioè tragica, perché si sono accorti direttamente o
indirettamente che la tragedia fa vendere. Aristotele si era fatto la domanda:
perché interessa così tanto la tragedia? Hanno detto che ci sono novanta mila
morti all’anno a causa dello smog, molto probabilmente è una sciocchezza ma se
riesce a passare questa idea allora dopo, in virtù di questo, qualunque
provvedimento sarà legittimo…
Intervento: anche perché tra le alte cose l’ecologia è diventata un business…
Sì
sta prendendo il posto che aveva la religione nel medioevo, anche la religione
era un business. Comunque per dire che la tragicità attrae sempre, un evento
tragico attrae inesorabilmente sempre e comunque…
Intervento: perché qualche cosa sia tragico occorre che ci sia qualche cosa che qualifiche questa cosa come tragica…
Per
questo siamo già avvantaggiati, se una madre taglia la gola al figlio questa è
di per sé una tragedia nel luogo comune, non dobbiamo crearla noi. Attrae la
tragicità con tutto ciò che ne segue, vale a dire l’importanza che si assume,
ché quando avviene qualche cosa, per esempio una madre che sgozza il figlio,
subito dopo in genere altre lo fanno…
Intervento: l’anoressia lavora molto sulla questione dell’identificazione quando si dice che l’anoressia è una moda è un modo rapido per parlare della questione…
Intervento: è tornata di moda l’anoressia?
Intervento: Se ne parla un po’ meno…
Avete
già qualche tema generale che pensate possa attirare le folle?
Intervento: non è l’unico aspetto della maternità…
Si
possono fare tre interventi sulla questione della maternità…
Intervento: la donna il sesso e la famiglia…
Cose
totalmente distinte, non c’entrano nulla l’una con l’altra, possiamo fare così:
tre incontri sullo stesso tema in modo da svilupparlo…
Intervento: Si potrebbe incominciando con un intervento sulla psicosi post partum e poi parlare del desiderio…
Sì
tre interventi sulla questione della maternità in generale e poi si specificano
vari momenti, anche gli uomini certo…
Intervento: Sarebbe preferibile parlare di depressione post partum che psicosi…
È da valutare se fare tre incontri in questo posto
qui per avere un’affluenza massima e anche una certa immagine perché lì c’è una
bellissima sala…