INDIETRO

 

 

13-1-2010

 

Negli ultimi anni della sua vita Lacan si trovò a dire che la psicanalisi è una truffa, usò il termine escroquerie, in francese letteralmente truffa, però aggiunse “occorre sottoporsi a questa truffa”. I motivi per cui fece questa affermazione non sono molto chiari, sicuramente si era accorto di qualche cosa ma è una affermazione che in effetti, tenendo conto di come si è posta la psicanalisi fino ad oggi ha motivo di essere di fatta: se la psicanalisi utilizza come fondamento teorico affermazioni che in nessun modo possono essere provate e in base a queste agisce effettivamente è una truffa, e Lacan non aveva torto. La questione che noi incontriamo invece, pur apparendo piuttosto bizzarra, è che ciò che facciamo non è una truffa e questa può essere una delle cause della difficoltà che incontriamo, proprio il fatto di non proporre una truffa, vi parrà strano ma è così, e allora questo ci conduce immediatamente a una considerazione che non è certamente recente né strabiliante, il fatto che gli umani amano essere ingannati, anche se molte volte non lo dicono esplicitamente, però desiderano essere ingannati, in alcuni casi anche esplicitamente, come quando per esempio la fanciullina chiede al suo fanciullo “dimmi delle belle cose anche se non sono vere” che è il caso limite però è indicativo, come avviene una cosa del genere? Cosa ci si aspetta dall’inganno? L’inganno in fondo è una promessa, come se la parola dicendosi magicamente esprimesse la verità, per il solo fatto che è detta e questo è importante ed è una questione anche questa molto antica infatti da sempre il criminale deve confessare, cioè occorre la sua parola che confermi una certa cosa, in tutte le manifestazioni ufficiali e protocollari è importante che la persona dica, esprima anche se la persona l’ha già espresso un miliardo di volte ma deve comunque dire, per esempio dire “sì” quando si sposa. La parola una volta che è pronunciata sembra essere di per sé automaticamente vera. Ma cosa c’è in questo inganno che attrae così tanto? Occorre ancora tenere conto che la conferma di quanto appena detto viene da infinite cosa che sono fra le più importanti per gli umani e che sono palesemente degli inganni: la religione, le campagne politiche, tutta la pubblicità, inganni, ciascuno sa a modo suo che si tratta di un inganno. Quando fanno la reclame della signora che passa uno spruzzino e automaticamente tutta la casa brilla di luce propria, è ovvio che è un inganno, ma nonostante questo funziona; le campagne politiche: tutti quanti sanno che durante le campagne politiche e non solo i politicanti mentono, mentono spudoratamente, sfacciatamente. Questa serie di inganni ripetuti costantemente continuano a funzionare da sempre, è questo che a noi interessa, ci interessa perché nel nostro caso dove invece non c’è nessun inganno ma la cosa viene mostrata esattamente per quello che è, con tanto di prove inattaccabili, non viene tenuta in nessuna considerazione …

Intervento: in teoria non ingannando non siamo creduti …

Qualcosa del genere, questione che pone delle domande ovviamente intanto sulla struttura dell’inganno e perché funziona così bene, in fondo è la promessa e ogni promessa è creduta, perché? Se la promessa viene fatta da qualcuno la responsabilità di ciò che seguirà è di questo qualcuno, il fanciullino o la fanciullina che promette amore eterno si assume la responsabilità grosso modo di quello che dice, uno non può andare dalla fanciullina e dire “ti amo disperatamente, sono pazzo di te etc.” e poi dopo dieci minuti dire “ma no, stavo scherzando” la fanciullina in questione se ne ha a male, e se ne ha a male perché? Perché lui ha sottratto la sua promessa per cui a questo punto è come se la responsabilità di ciò che accade tornasse alla persona, mentre se io prometto qualche cosa, come ho detto prima, la responsabilità di ciò che avverrà riguardo a quella certa cosa nei cui confronti io ho promesso è la mia e quindi l’altro è sollevato dalla responsabilità, lui ha detto così quindi dovrà essere così …

Intervento: questa cosa è come se anticipasse l’oggetto della promessa, come se già da quel momento esistesse l’oggetto della promessa …

Occorre dare una scadenza, per esempio la religione la da nell’altra vita, ma c’è sempre un termine

Intervento: la promessa è un anticipo di quello che avverrà e quando avverrà darà quella soddisfazione …

Intervento: non è che ci si innamora di un’idea nella promessa? È come se conoscendo qualcosa provocasse nell’altro una sorta di innamoramento rispetto a questa idea …

Indirettamente sì, togliendo la responsabilità certo …

Intervento: nella pubblicità, sopratutto nella questione politica e nella questione religiosa la questione dell’innamoramento … non per nulla tutti i grandi statisti che hanno prodotto questo innamoramento nel popolo sono andati a gambe all’aria prima o poi … tutta l’aspettativa …

La promessa “garantisce” tra virgolette che le cose avverranno così come è stato detto e quindi da quel momento la persona a cui è stata rivolta la promessa è tranquilla, lui o lei ha promesso questo quindi io me ne sto tranquillo e aspetto che mantenga la sua promessa, che si verifichi quello che ha detto …

Intervento: ha a che fare con il desiderio, come se accogliendo l’inganno io potessi avere la certificazione del il mio desiderio ma questa avviene attraverso l’altro, se no l’inganno non l’accolgo … la certificazione del mio desiderio, visto che io accolgo l’inganno per attendere che questa cosa avvenga, è come se in questo caso io non avessi più la responsabilità del mio desiderio Sì, ma ci penserà l’altro certo …

Intervento: però ha a che fare con qualcosa di antico col mio desiderio grosso modo …

Intervento: può riguardare qualcosa di presente …

Può riguardare qualunque cosa …

Intervento: qualsiasi cosa certo però se io ho la necessità di cadere nell’inganno è perché quel qualcosa mi riguarda perché se no …

È una cosa che importa per quella persona …

Intervento: una sua aspettativa …

Intervento: il bisogno di credere perché le persone si lasciano ingannare? Perché hanno bisogno di qualcosa in cui credere, da proprio l’oggettività questo bisogno di credere, a questo punto credo in qualcosa …c’è bisogno dell’atto di fede probabilmente …

Intervento: diventa reale se lo dice un altro, il reale passa attraverso l’altro …

Riguarda qualunque discorso grosso modo …

Intervento: il bisogno di credere per avere sicurezza … “dimmi che mi ami anche se non ne sei proprio convinto ma dimmelo” …

La questione della responsabilità ha a che fare anche con la necessità di credere, se io credo una cosa questa verità in cui credo ovviamente non è costruita da me perché se no è un altro discorso, allora mi attendo da questa verità qualche cosa ma non è più una mia responsabilità, non dipende più da me …

Intervento: ma non è una stessa regola del gioco per cui ciò in cui si crede è offerto dall’altro, lo stesso fatto di credere è perché ciò in cui credo è offerto dall’altro o da qualche cos’altro perché non posso credere a qualche cosa costruito da me …

Intervento: quindi è una verifica …

Intervento: è sempre attraverso l’altro che passa la verifica …

È questo il motivo per cui l’altro è necessario, altri devono certificare, però l’inganno funziona per questo motivo: la persona immagina a quel punto, quando l’altro ha fatto una dichiarazione, una promessa, che da quel momento in poi la responsabilità sia sua, non resta che attendere che si verifichino gli eventi stabiliti, quindi nulla dipende più da me …

Intervento: a questo punto mi viene da pensare come se la verità deve arrivare dall’altro altrimenti non è verità …

Sì è vero, quello che la persona pensa di per sé non ha questa garanzia e non ce l’ha perché la persona può continuare a domandarsi delle cose senza uscirne mai, fino a trovarsi nel dubbio ossessivo per esempio, o in ogni caso nella consapevolezza che il discorso intorno a qualche cosa, qualunque argomentazione può andare avanti all’infinito, non ha mai la certezza assoluta, anche nel caso del paranoico, ha comunque bisogno che altri gli rimandino la sua verità sempre, per cui non c’è mai da parte della persona la certezza delle cose che pensa e non può averla a meno che, come abbiamo fatto noi, abbia gli strumenti per arrivare al fondamento se no, se no ecco l’inganno, l’idea, l’illusione che invece qualcun altro possa dare questo fondamento o comunque questa certezza, questa verità, da dio in poi, cioè l’invenzione di qualcuno o di qualche cosa che garantisca, la legge della natura, dio, la tradizione qualunque cosa che funzioni in qualche modo come verità riconosciuta dagli altri perché deve essere riconosciuta da tutti se no non funziona, ecco che allora si accetta l’inganno perché rimane comunque un inganno, perché queste fonti non hanno né possono esibire alcun fondamento in nessun modo: la tradizione che fondamento può esibire di certezza, di validità? Nessuna. Dio? Meno che mai. La natura? Intorno alla natura si può costruire qualunque discorso e il suo contrario senza nessun problema, e affermare che la natura ci è amica o ci è ostile, come ci pare indifferentemente, e allora dove cercare questa verità? La necessità di essere ingannati viene da lì, se proprio vogliamo andare alla radice, dal fatto di non avere nessuna possibilità di stabilire il fondamento, nel caso che questo invece ci sia, come nel nostro caso, la possibilità di stabilire il fondamento, ecco che allora non c’è più la necessità di essere ingannati né il desiderio di esserlo, semplicemente la cosa non ha più …

Intervento: neanche di ingannare …

Neanche di ingannare, e questo ha costituito però un problema perché forse non abbiamo mai tenuto conto a sufficienza di questo aspetto, sì l’abbiamo sempre saputo che agli umani piace essere ingannati, ma perché esattamente? Effettivamente non ingannando il prossimo abbiamo incontrato delle difficoltà, proprio per questo motivo, perché non inganniamo, ma mostriamo semplicemente come inesorabilmente le cose sono. Elisa cosa sta pensando così assorta?

Intervento: sto pensando quando uno dice una certa cosa all’altro e l’altro assente “allora mi capisce” se invece l’altro …

Ha detta una cosa importante Elisa, in effetti questo è il motivo per cui una analisi inizialmente ha degli effetti terapeutici, perché la persona dice delle cose, l’altro non le smentisce e quindi sono automaticamente vere e questo produce effetti terapeutici “quindi è così come dico io” poi le cose mano a mano si modificano, però tranne il caso in cui l’altro obietti e dica “no, non è assolutamente così”, e allora si innesca il combattimento per avere la ragione sull’altro, se no, se l’altro tace o semplicemente annuisce e sta a sentire senza dire niente ecco che immediatamente le cose che uno dice, se anche l’altro le crede perché non le smentisce quindi le crede, questa è l’idea generalmente, a questo punto dico cose vere e quindi …

Intervento: invece noi esponiamo la verità e non è accolto dall’altro …

No, no perché è come se smontasse pezzo per pezzo tutto ciò che le persone credono, addirittura le cose sulle quali sono più convinte e quindi si innesca il combattimento, certo non possono combattere un granché perché non ci sono armi contro quello che abbiamo fatto ma a questo punto c’è il diniego, come quello dei bambini che continuano a dire “no” per partito preso …

Intervento: senza considerare che le persone partono sempre dal presupposto “perché questo mi sta dicendo questo?” quindi parte già dall’idea che ci sia l’inganno poi non lo trova ci rimane male Anche sì, può anche accadere questo, per esempio il discorso ossessivo parte dall’idea che comunque l’altro lo stia ingannando per cui se il fanciullino dice alla fanciullina “ti amo” lei pensa “sicuramente mi sta ingannando, me lo dice per qualche altro fine ma non è vero”, in questo caso l’inganno è preventivo, però anche il discorso ossessivo cerca l’inganno, solo che lo da come già avvenuto da sé, ma questo è un altro discorso …

Intervento: l’altro che diventa responsabile mi fa pensare anche a questa posizione di soggetto nel senso che si è sempre soggetti, è come se si cercasse la soggezione, essere soggetti a qualcosa, qualcosa di più forte di più potente, di più anche colui che promette in un certo senso è un po’ come in qualche modo gli si affidasse per esempio la propria felicità tanto per dirne una … comunque c’è sempre la ricerca di qualcosa di superiore … darsi una posizione non di libertà perché si è soggetti in qualche modo all’esito di questa promessa …

Certo, potremmo dire così che l’inganno esiste perché c’è la necessità che qualcun altro si assuma la responsabilità della verità, invece quello che diciamo noi riporta la responsabilità su ciascuno e questo è intollerabile, è insopportabile …

Intervento: com’è questa cosa?

Cosa? Assumersi la responsabilità di ciò che si pensa, della verità che si sostiene, anche il discorso isterico per esempio fugge la responsabilità, anche se apparentemente si fa responsabile, la responsabilità viene eliminata pensando che ciò che si afferma è assolutamente vero, è vero per definizione, perché è così, perché le cose stanno così, non c’è una riflessione sul perché debbano proprio essere così o potrebbero eventualmente non essere così …

Intervento: …

Sì, e questo crea dei problemi per cui non ingannando le persone ecco che le poniamo di fronte alla responsabilità della verità di cui sono artefici. Ma se si può considerare come funziona il pensiero e che la conclusione attiene al proprio pensiero ecco che allora la questione della responsabilità prende un’altra forma, non c’è più la paura perché se si arriva a intendere effettivamente come da una premessa e attraverso dei passaggi ogni pensiero, ciascun pensiero arrivi a concludere, allora cambia tutta la questione della responsabilità perché si intende che l’inganno lo si vuole subire, perché si attende la conclusione da un altro pensiero. In effetti penso che nessuno abbia potuto inventare, costruire quello che noi abbiamo costruito perché non ha mai potuto considerare, né voluto a questo punto, come funziona il suo pensiero e quindi costruire passo dopo passo tutto quello che noi abbiamo costruito, perché la responsabilità, se non è una responsabilità linguistica, cioè del proprio discorso, che razza di responsabilità è?

Intervento: È ovvio che fa paura perché non si intende che cosa si dice quando si parla di responsabilità …

Dobbiamo tenere conto di questo aspetto, dell’inganno, perché ci sono buone probabilità che abbia costituito e continui a costituire un intoppo notevole per ciò che andiamo dicendo. Ci riflettiamo e ci vedremo mercoledì prossimo.