INDIETRO

 

9-12-2003

 

 

Avete pensato a ciò che vi ho proposto martedì scorso? Dovevate costruire una dimostrazione, la tesi da dimostrare era questa: se x, allora x appartiene al linguaggio. L’avete fatto?

Intervento: partendo dall’esistenza se ne possono dare infinite definizioni di esistenza, c’è quella del corpo…

Sì però si possono ridurre a un’unica definizione…

Intervento: sì quella che avevamo detto: l’elemento esiste se soddisfa le prerogative che sono richieste ovvero ogni elemento esiste all’interno delle proprie regole

Cosa fa quando dice qualcosa? Costruisce proposizioni, e allora? Ma questo cosa ha a che fare con la nostra tesi: se x, allora x appartiene al linguaggio? Questa è la tesi da dimostrare, questo è ciò che sosteniamo. Noi abbiamo detto: se x, allora x appartiene al linguaggio, e chiaramente moviamo da una x, ora occorre che questa x sia se stessa, che se non fosse x allora non sarebbe x, non essendo x, x non c’è. Come dire che deve avere un referente: se stessa, e quindi cosa comporta questo? Comporta molto semplicemente che perché x sia tale occorre che si relazioni almeno con se stessa, con il suo referente che è se stessa, solo a questa condizione x è se stessa cioè è x, perché se non è in relazione con se stessa allora è in relazione con altro, se è in relazione con altro allora x non c’è, come dire che è in relazione con altro ma non con se stessa. Se è in relazione con altro ma non con se stessa allora non è x, è un’altra cosa, come dire ancora che x è in relazione con x, cioè con se stessa perché ha se stessa come referente e non può avere altro perché se avesse altro come referente allora sarebbe altro. A questo punto il gioco è presto fatto: perché x possa essere tale occorre che sia in una relazione con se stessa, e abbiamo visto che se non è in una relazione con se stessa allora non c’è, ma se è in una relazione allora questa relazione non è altro che il rinvio ad un altro elemento, la possibilità che si dia un rinvio anche a se stessa in questo caso è dato dalla struttura del linguaggio, cioè dal fatto che ciascun elemento necessariamente rinvia ad un altro e pertanto se x allora y…

Intervento:…

Non ha seguito bene, ho detto che x deve essere in relazione con se stessa, poi ho detto che se fosse in relazione con altro ma non con se stessa, allora sarebbe altro e quindi escludiamo questa eventualità, quindi è necessariamente in relazione con se stessa ma se è in relazione con se stessa questa relazione cos’è? Non è altro che l’essere ciascun elemento connesso con un altro, l’essere di un qualunque elemento quindi la x, in questo caso, connessa con un altro, con un altro elemento che in questo caso è se stessa, poiché noi abbiamo detto che x occorre che sia in relazione almeno con se stessa perché se non è in relazione con sé, se x non ha se stessa come riferimento, come referente, allora questa x non è niente…

Intervento: potrebbe anche non essere in relazione con se stessa siamo noi che attribuiamo tutto ciò alla x, cioè la cosa di per sé può esistere di per sé, poi in relazione o meno questa è una distinzione che noi stiamo facendo cioè è il linguaggio che descrive questa cosa che è in relazione o non è in relazione

Sì, questa è una buona argomentazione…

Intervento: se fosse in relazione con altro e non con se stessa o il linguaggio a quel punto non esisterebbe perché non essendoci questa relazione con se qualsiasi cosa sarebbe quell’altra cosa o già funzionerebbe e non avrebbe più bisogno di dimostrarsi, sarebbe già la y. L’elemento è quell’elemento perché se no non funzionerebbe il linguaggio, come farebbe a distinguersi? Deve essere sé o non ci sarebbe nessuna differenza, senza differenza nulla potrebbe cogliersi. Oppure già il linguaggio sta funzionando e ogni elemento è in relazione, è connesso con altri elementi e quindi è possibile la descrizione è possibile qualsiasi altra cosa ma non è una dimostrazione del linguaggio, di una x fuori o dentro da una struttura, x esiste in quanto una struttura lo fa esistere, se no rimane il fatto che il dire rimane un dire io posso non conoscere la x ma il dire non va ad intaccare la cosa in sé che è una costruzione del linguaggio

In questo caso Cesare ha spostato la questione sull’esistenza, però a questo punto, se la questione viene spostata sull’esistenza, diventa ancora più semplice. In realtà io non ho menzionato l’esistenza proprio per evitare una cosa del genere, ma a questo punto se diciamo che se x esiste allora x appartiene al linguaggio, tutto sommato potrebbe essere più semplice, saprebbe svolgere questa questione? Cioè deve ricondurre l’esistenza in questo caso, e non più x, ma l’esistenza al linguaggio…

Intervento: l’esistenza deve esistere per qualcosa o per qualcuno, quindi deve essere un significato e quindi se è un significato è la struttura inferenziale se A allora B

Sì, avevamo messo dei passaggi per giungere a questo, cioè al fatto che l’esistenza non significhi nulla per nessuno, cioè non abbia nessun significato, cosa comporta questo? Nel caso che l’esistenza esista solo per sé e abbia un significato solo per sé, occorre che questa esistenza possa utilizzare questo significato, cosa piuttosto dubbia…

Intervento:…

Adesso stiamo soltanto disquisendo in termini teorici, occorre ridurre l’affermazione che comunque esiste lo stesso a un non senso, ché non possiamo proibirgli di dirlo, però possiamo fare in modo che giunga ad intendere che se lo dice, dice una cosa che non significa niente. Dicevamo prima che “se x, allora x appartiene al linguaggio” e dicevamo che x per essere tale occorre che sia almeno se stessa ché se non lo è allora non c’è…

Intervento: se questa x esiste io devo non dirla ma pensarla

Vorrei evitare questa clausola per il momento, perché chiaramente sarebbe una sorta di petizione di principio, anche se potrebbe essere legittimata, ma vediamo se possiamo evitarla dicendo semplicemente che x occorre che sia se stessa, cosa significa che x è se stessa?

Intervento:…

Il problema è risolto in realtà, ché se x deve essere se stessa a questo punto, per essere tale, deve essere necessariamente in relazione con se stessa, deve potere comunque ricondursi a se stessa, e per compiere questa operazione necessita di un sistema di relazioni, a questo punto è ovvio che potrebbe ancora porsi l’obiezione, quella che si poneva prima, che in ogni caso esiste di per sé, ma se esiste di per sé allora possiamo utilizzare la considerazione precedente, e cioè quella che riguardava il significato, nel senso che se esiste di per sé allora non ha un significato neanche per se stessa, perché se ha già un significato esiste per qualche cos’altro rispetto a cui è un significato, e potremmo giungere al punto tale per cui potremo considerare che le cose non hanno nessun significato finché qualcuno non glielo attribuisce, che è già un passo, a questo punto rimarrebbe il fatto che esistono lo stesso anche se nessuno attribuisce loro un significato, però abbiamo già considerata questa questione cioè: esiste per se stessa, cioè per chi se ancora non c’è alcun significato?