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9-8-2005

 

Questioni?

Intervento: una domanda su quella fantasia che il linguaggio può distruggersi, può essere distrutto dagli umani che distruggono il pianeta. Lei mi aveva risposto che questa era una possibilità e da quel momento il linguaggio non solo non sarebbe ma non sarebbe mai stato. Il linguaggio può funzionare tecnicamente senza il supporto umano che è una costruzione del linguaggio però il linguaggio ha reso significante il linguaggio per qualcuno, diciamo “che qualcosa significa qualcosa per qualcuno e non per qualcosa” quando poniamo la questione in questi termini il linguaggio funziona e costruisce delle proposizioni vere… il linguaggio deve essere significante per qualcuno non per qualcosa… cioè qualcosa è significante per qualcuno, non è significante per qualcosa o per lo meno noi possiamo farlo ma non dal linguaggio così come è utilizzato, è ovvio che è significante per il linguaggio però il linguaggio ha stabilito che è significante per qualcuno e qui sappiamo tutta la questione del corpo che non potrebbe darsi se non “si individuasse” un io che prosegue un discorso, in un incontro di 2 anni fa di agosto si parlava del dolore, si parlava del corpo e di come questo corpo soltanto all’interno di una struttura può esistere ed esiste in quanto c’è un io che gli fa compiere tutte le varie operazioni cioè io sento, io vedo, io provo dolore… questo io è autoreferente… lì si parlava del dolore fisico, di questa sensazione, che riconnetto a quel qualcuno per cui qualcosa è significante… possiamo considerare il corpo come una macchina che reagisce a degli stimoli, a delle variazioni di stato, il dolore è una sensazione tra le altre però è particolare nel senso che i led che regolano le varie variazioni che il corpo percepisce possono dare delle direzioni però quando c’è il dolore il led si accende perché bisogna sbarazzarsene perché è pericoloso per il corpo come se ci fosse pericolo di autodistruzione…

Ma qual è la questione?

Intervento: la soglia del dolore per cui si accende un led nella macchina corpo è come se questo dolore avesse la necessità di segnalare il pericolo di autodistruzione è ovvio che è sempre linguaggio ma pare che il linguaggio si sia costruito per quel qualcuno per cui è significante e questo qualcuno è un corpo… come se il linguaggio avesse posto dei puntelli per adempiere alla sua funzione di proseguire se stesso, dei puntelli per poter continuare e quindi ha costruito delle vie di fronte alle quali devi passare di lì se voi che qualcosa significhi…

Intervento: il linguaggio può funzionare senza il corpo

Intervento: lo diciamo noi all’interno di un gioco logico necessario cioè è vero che il linguaggio è una serie di istruzioni, noi possiamo costruirlo, possiamo parlare del linguaggio che non ha bisogno del corpo per funzionare e logicamente questo pare necessario però se noi facciamo i conti con la significazione e con quello che significa per il linguaggio… in quell’incontro si parlava della funzione del dolore ed arrivavamo all’erotismo, si parlava del dolore fisico di un corpo quindi del discorso del mio discorso però come se la funzione del dolore fosse quella di preservare il corpo dalla distruzione ecco quello che volevo dire, e quindi di fare proseguire il linguaggio perché è vero che il corpo è una costruzione del linguaggio e funziona perché c’è un linguaggio che l’ha costruito e se ne serve per costruire delle proposizione vere, perché è anche vero che le vie di significazione cioè perché ci sia intendimento… ci sono dei punti che abbiamo rilevati per cui se ho mal di denti non posso assolutamente credere che sia il mal di denti di Cesare, quindi questa importanza particolare per questa particolare variazione di stato che il corpo rileva all’interno della struttura, quella della dolore la salvaguardia in qualche modo del linguaggio… non lo pongo in termini strutturali però non si può andare avanti e indietro, fuori e dentro dal linguaggio questo è qualche cosa che ci serve per illustrare il funzionamento di una struttura… quando diciamo che la paura della morte per il linguaggio è quello di cessare di costruire proposizioni a maggior ragione quando parliamo di dolore fisico… la fantasia di distruzione è una fantasia ma quando parliamo di rinvio che un significante rinvia ad un altro significante e rinvia quando significa qualcosa per qualcuno… il linguaggio costruisce e in molti casi non va per il sottile… il linguaggio non ha bisogno di costruire qualcuno per significare ma se il linguaggio stesso pone i modi per preservare il “supporto del linguaggio” forse lì bisogna aggiungere qualcosa… il linguaggio può significare qualcosa per qualcosa? Questo pare non avere un senso, sappiamo che avviene nelle favole dove c’è l’umanizzazione delle cose

Quando un elemento linguistico significa per un altro elemento linguistico, questa è la condizione. Il dolore sì, il dolore lo avverte il corpo come è noto, e il corpo è come ci appare uno strumento del linguaggio per cui se il corpo avverte qualcosa, qualunque cosa avverta, questo è immediatamente vero, perché? Perché per il linguaggio ciò che il corpo prova è immediatamente e assolutamente vero?

Intervento: ha a che fare con la sua struttura soltanto la sua struttura verifica

Cioè?

Intervento: il corpo è un discorso che è fatto di quegli elementi che l’io sente e quindi sono affermazioni di un discorso di un io che riferisce a sé e che lui, sempre lui verifica, per questo è reale e non può crederli falsi perché sono veri è lui che glieli attribuisce… infatti si parlava di autoreferenzialità… perché se no il corpo, l’io e cioè il mio discorso porrebbe un elemento che esiste e che anche non esiste, porrebbe un elemento linguistico che poi non può più negare ché se negasse questo elemento si autocontraddirebbe e non potrebbe più costruire proposizioni vere e non funzionerebbe più

Sì, vero anche questo, ma supponiamo che ciò che il corpo sente, per il linguaggio non sia nient’altro che ciò che il corpo dice e cioè il discorso dice, per il momento supponiamo questo, poi verifichiamo se è così, ora quando dice qualcosa non può, diceva giustamente, negare che sta dicendo, non ciò che sta dicendo, ma che sta dicendo, non può negarlo proprio perché questo rientra nel funzionamento generale del linguaggio e abbiamo anche visto perché, perché un elemento linguistico una volta che è tale non può non esserlo, ché se non lo fosse allora sarebbe e non sarebbe simultaneamente e il linguaggio di conseguenza si arresterebbe. Ciò che a noi interessa adesso è intendere il fatto che ciò che il corpo dice non può essere smentito, non può, come dicevo prima, il linguaggio dire che non l’ha detto e se l’ha detto necessariamente è vero in quanto esiste e quindi qualunque sensazione il corpo provi per il linguaggio è necessariamente vera, perché esiste, esiste da quel momento all’interno del discorso e quindi non la può negare, per questo motivo ogni sensazione che il corpo avverte è catalogata dal linguaggio come una proposizione vera, indiscutibilmente vera. Questo porta il discorso comune a considerare le sensazioni come qualcosa che non appartengono al linguaggio ma questo unicamente perché il linguaggio gliele offre come sempre assolutamente vere, così come qualunque altra cosa che il discorso dice, non ciò che dice, perché questo può essere falso, ma il fatto che dica, questo non lo può negare e così il fatto che il corpo stia dicendo qualcosa non lo può negare, per cui avverte una sensazione, indubbiamente e innegabilmente. Poi anche qui in alcuni casi può errare, il fatto che avverta freddo, per esempio, può cambiare, una persona può avvertire freddo e poi dopo qualche minuto non avvertirlo più perché si distrae, perché fa qualcosa che gli interessa, non sente più freddo. Quando ero piccino giocavo delle ore sotto il sole cocente di fine luglio, con una temperatura che sfiorava i quaranta gradi ma tanto ero preso che non mi accorgevo del caldo che avevo, oggi avverto la stessa temperatura in tutt’altro modo. La stessa cosa vale anche per la persona adulta che ha molto caldo, però se sta facendo una cosa per lui importantissima non sente più il caldo, così come può non sentire il dolore come avviene in alcuni casi estremi certo, in caso d’incidente una persona si alza dopo un incidente e non si accorge che non ha più una mano per esempio, se ne accorge dopo, come fa a non accorgersene? È talmente distratto da altre cose, dal trauma, dal fracasso, che non si accorge di una cosa del genere. Il fatto è che la sensazione “quando è percepita” da quel momento esiste per il linguaggio, se e quando è percepita, se non è percepita no, allora non esiste, non esiste la percezione, ma se viene percepita allora si comporta esattamente come una proposizione e cioè se è stata detta esiste, nel caso della percezione è qualcosa che il corpo ha detto e se l’ha detto l’ha detto, non può essere più negato. Il dolore, generalmente si chiama così un tipo particolare di percezione e cioè quando la sensazione che si avverte, come dicevamo forse anche allora, supera una certa soglia e allora si chiama dolore, ma è una soglia che è assolutamente soggettiva, cose che a una persona fanno male a una persona fanno niente, però nel momento in cui supera una certa soglia e diventa qualche cosa di fastidioso che si vuole allontanare o comunque fare cessare allora si chiama dolore.

Intervento: il dolore si deve far cessare

Sì, in genere sì, non sempre ma in genere sì, per esempio il masochista lo va a cercare, però anche lì probabilmente fino a una certa soglia oltre la quale diventa intollerabile. Sono cose molto soggettive rispetto alle quali è difficile stabilire una regola generale, diciamo che è una cosa che varia per ciascuno, sia la soglia del dolore, sia il possibile accoglimento del dolore. Una persona è disponibile ad accettare un dolore anche molto forte in certe occasioni, in altre provoca un fastidio intollerabile. Quando un dolore forte viene sopportato senza nessun problema, torno a dirvi è una questione assolutamente soggettiva che dipende dal discorso di ciascuno in quel momento, assolutamente variabile. Ma ciò che a noi interessa è che ciò che il corpo avverte si comporta esattamente così come ciò che il linguaggio avverte, quindi come una proposizione, un elemento linguistico, dal momento in cui c’è, c’è, e non c’è modo di cancellarlo, il linguaggio non lo può fare è una delle tante cose che non può fare, quindi la sensazione c’è ed è immediatamente vera, senza alcun dubbio. Certo il dolore di un’altra persona io non lo posso provare, non posso sentire il bruciore che ha Cesare, lui me lo può descrivere e lo posso capire perché mi sono bruciato anch’io ma in questo momento non lo posso sentire, esattamente così come io non posso pensare le cose che pensa Cesare in questo momento, le cose in cui crede, le cose che sa, sono tutte cose alle quali non ho accesso in nessun modo, Cesare può dirmi quello che pensa ma io non potrò pensare quello che pensa lui né nel modo in cui pensa lui, esattamente così come non posso sentire il suo dolore e per lo stesso motivo. Dicevamo già qualche mese fa, prima che iniziassimo gli esercizi di retorica, che il corpo si comporta esattamente come il discorso, ha lo stesso andamento, qualunque cosa si impone al discorso diventa automaticamente vera…

Intervento:…

Io avverto una sensazione, certe volte accade, non so se ho freddo o qualche altra cosa, può capitare che uno non sappia di che cosa si tratta, ma non può non percepire la percezione se c’è, anche se magari può non sapere di che cosa si tratti, certe volte mi è capitato di sentire qualcuno dire “non so se ho caldo o freddo”, apparentemente è una informazione bizzarra eppure per lui in quel momento funziona così…

Intervento:…

Esattamente, però sente qualcosa quella che indicavamo come una variazione di stato, che non è altro che il porsi una variazione di stato di un elemento linguistico, di qualcosa che interviene nel discorso, così come accade di pensare qualcosa e di non sapere ancora esattamente che cosa, ha la stessa struttura, si avverte che c’è un pensiero, c’è una catena di elementi linguistici ma ancora non si sa dare a questi elementi linguistici una direzione precisa perché in quel momento potrebbero avere più direzioni, poi ad un certo punto magari si precisa, magari no, rimane così, e allora si abbandona perché non conduce da nessuna parte…

Intervento: come può avvenire che mano a mano prosegue il discorso uno vada a pescare degli elementi…

Sì, in quel momento, poi aggiungendo altri elementi invece acquistano una configurazione tale da portare a una conclusione. Il corpo si comporta esattamente come il discorso e come il discorso cerca di stabilire come stanno le cose, cosa funziona e cosa no, se qualcosa non funziona lo modifica, e sapete perché? Perché come il discorso di fronte a un’affermazione che ancora non riconosce come vera fa di tutto per riconoscerla come tale, e se non può farlo la abbandona ma nel caso del corpo e così anche del linguaggio non può abbandonare le cose che esistono, non lo può fare, siamo sempre lì, e così come il discorso alcune cose non possono essere abbandonate, come la ricerca della verità per esempio, non può essere abbandonata in nessun modo e se il corpo, cioè il discorso, stabilisce che un certo sintomo è un mal funzionamento allora cercherà il buon funzionamento del corpo in una proposizione, allo stesso modo e per lo stesso motivo, come dire che senza linguaggio il corpo non ci sarebbe e la questione non potrebbe neanche porsi, ma se mai potesse porsi allora dovremmo dire che il corpo in assenza di linguaggio sarebbe totalmente differente, è un’ipotesi per assurdo ovviamente, ma sarebbe tutt’altra cosa da quella che noi conosciamo, il problema è che non la potremmo conoscere in nessun modo e quindi la questione è bell’e chiusa…

Intervento: questo è tutto ciò che andiamo a toccare noi con il nostro discorso perché tutto quanto è verificato dal corpo, è importante il corpo viene a conoscenza del mondo esterno attraverso i 5 sensi se non ci fossero i 5 sensi e quindi se non ci fosse il corpo per il discorso comune non ci sarebbe nulla

Sì, ci si può pensare certo…

Intervento: è per questo che è abbastanza importante questa cosa proprio per la comprensibilità del discorso che andiamo facendo di fatti tutte le controversie dialettiche sono a favore della percezione, quindi a favore del corpo…

Retoricamente si potrebbe fare un discorso del genere: che il discorso modifica la percezione, e questo molti sarebbero disposti anche ad accoglierlo, a seconda che uno sia di buon umore o cattivo umore, se è di buon umore accetta un sacco di cose, se è di cattivo umore non accetta niente, sente nuovi fastidi da per tutto, se invece è contento e sta facendo una cosa che gli piace, che gli interessa o che ritiene importantissima non sente dolori né freddo né caldo, niente. Ora detto questo e cioè che il discorso modifica la percezione ed è per questo poi che per i greci l’esperienza aveva ben poco valore, ma detto questo possiamo passare a dire che lo modifica molto e che se noi non avessimo il linguaggio il nostro corpo lo conosceremmo in tutt’altro modo perché non sarebbe più modificato continuamente dal linguaggio, il problema è che non possiamo sapere in nessun modo come verrebbe conosciuto perché non ci sarebbe nessun modo per conoscerlo…

Intervento: consideravo come sia assolutamente incredibile quello che andiamo dicendo… come il discorso in cui ci troviamo ci porti a ripercorrere delle strade che sono dei non sensi e quindi non hanno nessuna necessità e anche la questione del corpo che è la questione fondamentale dell’umano per la quale spende tutte le sue energie anche quando parla di un corpo di un altro e quindi come il discorso sia intrappolato in questioni di questo genere tanto per cui le persone di fronte…

È come nei discorsi che si fanno al mercato, per esempio, o al palazzo dell’ONU, in fondo il discorso non fa nient’altro che compiere un percorso per giungere a qualcosa di vero da potere affermare, quali cose più vere se non le sensazioni del corpo? Da qui tutta la lista completa di malanni che spesso fanno le persone, è un modo che il discorso ha, uno dei modi per altro più praticato di enunciare affermazioni vere. Chi può negare il dolore? È quindi è un serbatoio inesauribile di affermazioni vere, è noto da sempre che molte persone si procurano dei malanni per poterli raccontare…

Intervento:…

Sì certo, la verità ha sempre un forte potere seduttivo, è la verità che seduce, sempre. Allora Beatrice è riuscita a recuperare l’elemento mancante?

Intervento: forse ciò che cercavo era un aggancio all’erotismo dal dolore

In fondo anche l’erotismo, il cosiddetto orgasmo giunge a un punto tale di tensione che deve cessare, e il cessare è appunto l’orgasmo, non può essere sostenuto, per cui anche in quel caso l’eccitazione sessuale deve giungere al termine, come il dolore deve cessare, per questo anche Freud in alcuni casi lo accosta al dolore: qualcosa che raggiunge un tale livello di tensione che deve cessare necessariamente, non è sopportabile oltre tant’è che interviene appunto l’orgasmo…

Intervento: l’eccitazione sentita come dolore, come spiacevole…

Intervento: dimostrare tramite il dolore la potenza del proprio discorso… una proposizione vera non fa altro che porre in atto una potenza del discorso… ecco che il dolore non potendo essere smentito dalla maggioranza delle persone viene ritenuto tale poiché qui c’è una potenza di questa persona che dice…

Certo, perché se una persona le dicesse, per esempio un suo amico, che gli restano sei mesi di vita che altro discorso potrebbe fare di fronte a questo? Nessuno. Il discorso del suo amico supererebbe in importanza qualunque altro possibile, da qui appunto la questione della potenza, piega qualunque altro discorso, rende qualunque altro discorso futile, inadeguato, per questo alcune persone amano farsi venire i tumori, non necessariamente, però alcune sì, perché da quel momento hanno qualcosa in pugno che piega qualunque altra verità; solo la religione riesce ad avere tanta potenza, ma d’altra parte non è che una variante, la struttura è la stessa. Gli umani parlano solo per questo: per fare funzionare il linguaggio, non c’è nessun altro motivo, ma è straordinariamente difficile tenerne conto in ciascun caso, straordinariamente difficile perché toglie tutta una serie di grosse verità a cui la persona è particolarmente affezionata, un pensiero del genere sbarazza immediatamente di qualunque importante verità poiché non è altro che una produzione linguistica assolutamente arbitraria, e quindi potrebbe essere di nessun interesse o comunque di scarso interesse e di conseguenza si perderebbe quella enorme e potentissima verità che si crede di avere a portata di mano, come togliere la caramella a un bambino, strilla come un ossesso…

Intervento:…

Rimane da fare funzionare il linguaggio in modo più interessante, e il modo più interessante è quello di non arrestarlo di fronte a quelle cose che si ritengono vere e vere non lo sono affatto, ma produrre proposizioni a partire dal funzionamento del linguaggio, e cioè che muovano dal suo stesso funzionamento che è esattamente quello che stiamo facendo noi…

Intervento: l’elaborazione teorica

Sì, va a parare lì, è inevitabile…

Intervento: però molte volte la difficoltà funziona

La difficoltà consiste in questo caso nel timore di abbandonare una verità e rimanerne sprovvisti, e di conseguenza non avere più niente da dire, più niente da affermare, più niente da dire agli altri di vero…

Intervento: è quando si parla a sé

Sì però deve essere partecipata la verità, non basta che la persona sia convinta della sua verità anzi, più è convinta e più cerca di diffonderla. Pensate alla religione, qualunque religione cerca di fare proseliti, è inevitabile…

Intervento: ma quando uno pensa fra sé e sé e si costruiscono quelle regole che possano dare l’avvio a giochi più interessanti, a nuovi giochi, io parlo di questa difficoltà

In fondo è la stessa cosa: abbandonare qualche cosa che si crede vero, e quindi produce delle emozioni proprio perché si crede fortissimamente vero in cambio di che? Di qualcosa che magari non promette le stesse forti emozioni, le stesse sensazioni? Forse sì, però bisogna vederle queste cose, finché non si vedono non si abbandonano quelle precedenti e cioè è il discorso stesso che non le abbandona, si impongono come quelle sensazioni di cui dicevamo prima che prova il corpo, sono vere per una sorta di sovrapposizione: ho detto, cioè si è detto, quindi esiste, quindi è vero. È questo passaggio che invece non è così automatico: il fatto che esista comporta soltanto che esista come elemento linguistico, non come qualcosa di necessario…

Intervento: anche la questione della magia è proprio così

Propriamente la magia è supporre che una connessione sia necessaria laddove non lo è affatto, che il gatto nero attraversi la strada non comporta che succedano altre cose, ma per la magia sì. È una connessione che è assolutamente arbitraria oltreché sgangherata, ma la magia pensa invece che sia invece necessaria e non possa non esserlo, la magia è questo.