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7-7-2010

 

La negazione, che ci interrogava la volta scorsa, non è altro che l’arrestarsi del discorso di fronte a qualche cosa che non viene riconosciuto come tautologia e cioè non conferma se stesso, a questo punto si arresta e nega quella cosa, più propriamente chiama quella cosa negazione e prende un’altra direzione. Questo significa che gli umani, come già abbiamo detto, non fanno nient’altro che produrre tautologie all’infinito, cercare tautologie e riconoscere queste tautologie, una volta che è riconosciuta da lì si può procedere costruendo altre sequenze che dovranno concludere con una tautologia cioè affermare “questo è questo”. Questa questione è importante perché ci mostra il funzionamento più radicale del discorso che a partire da una semplice identità o tautologia costruisce altre tautologie all’infinito. Questo può essere utile per un’altra questione che ci riguarda da tempo e che investe il modo in cui le persone pensano e la difficoltà che ciascuna persona ha di abbandonare le proprie fantasie, ciò che Freud chiamava fantasia originaria non è altro che una tautologia originaria …

Intervento: la fantasia è un'altra forma della tautologia …

Il fantasma originario, che è una tautologia, funziona da premessa per tutte le altre che seguiranno e quindi tutte le altre che seguiranno non dovranno negare la premessa da cui sono partite altrimenti non può procedere per il funzionamento, per l’istruzione che consente al linguaggio di funzionare. Intervento: il discorso se la contraddice cosa succede?

Se la contraddice perde ciò che la sostiene e non sa più da dove arriva e si arresta. A partire da qui c’è una riflessione più ampia che può farsi e che non riguarda più le istruzioni o un discorso ma il fatto che gli umani sono vincolati, fortissimamente vincolati alle loro fantasie, potremmo azzardare e dire che è una che poi si configura, si manifesta, si mostra in infinite varianti ma potrebbe anche essere una …

Intervento: e le varianti sarebbero parte di quel se A che deve essere confermato e avrà in sé tutte le possibili forme?

Sì, sono tutte quelle tautologie che non negano la premessa da cui partono e cioè dalla fantasia originaria ora qui, dicevo, sorge un problema che non riguarda la struttura logica del linguaggio ma il funzionamento del discorso; noi siamo partiti molti anni fa dall’idea che la costrizione logica potesse piegare le persone, cioè i discorsi, e che fosse possibile pertanto modificare una struttura di discorso inserendo, chiamiamola così nel modo più generico possibile, una sorta di consapevolezza, ma così non è, non è e forse saremmo potuti arrivare molto prima però il fatto di averci lavorato in ogni caso ci ha consentito di trovare molte cose, è un modo di pensare chiamiamolo ingenuo, lo stesso modo …

Intervento: quello di inserire la consapevolezza della costrizione logica?

No, inserire la consapevolezza di ciò che avviene, per esempio, nel proprio discorso. È una questione antica, per esempio era il sogno di Marx, la sua idea era quella che nel momento in cui il proletariato si fosse impadronito della consapevolezza della propria condizione di sfruttato e avesse conosciuto tutti i meccanismi dello sfruttamento del capitale nei confronti della classe lavoratrice allora la classe lavoratrice, presa coscienza della propria condizione si sarebbe affrancata dalla sua condizione e sarebbe accaduto l’avvento del comunismo. Questa tesi fu già criticata fra la fine degli anni settanta e l’inizio degli anni ottanta da alcuni francesi, così detti nuovi filosofi. La tesi loro è infatti proprio questa: il fallimento del marxismo e cioè che questa idea di affrancamento da un’oppressione psichica o economica è falsa, semplicemente perché non è accaduto. Questa idea di sollevare, nel caso politico, le masse, ma in caso di muovere il pensiero delle persone e volgerlo da un’altra parte che non sia quella in cui già le persone vogliono andare è stato uno dei miti del ‘900 e sono sempre falliti tranne quei casi in cui questa operazione è stata appoggiata dalla forza, come per esempio nel caso del maoismo o del marxismo in Unione Sovietica. Fu ancora in quegli anni l’idea delle brigate rosse, che attraverso un esempio le masse si sarebbero sollevate seguendoli, e quindi uccidere qua e là o gambizzare qualcuno come usava allora sarebbe stata quella mossa che avrebbe consentito al popolo di prendere coscienza etc. Tutte queste operazioni che sono state tentate sono sempre state fallimentari, sono riuscite invece quelle operazioni che hanno fornito la possibilità al popolo, adesso usiamo queste categorie, di potere praticare la violenza e la sopraffazione. Naturalmente non esiste una volontà di sopraffare o una prepotenza naturale, come voleva il nostro amico Schopenhauer, non c’è nessuna natura, però tutte quelle dottrine politiche che si sono fondate sulla possibilità di prevaricare l’altro, direttamente o indirettamente, hanno avuto fortuna, quelle che l’hanno impedito, quelle che hanno cercato di impedirlo sono fallite. Questa considerazione che potrebbe risultare amara per qualcuno, per qualche anima bella, invece ci induce a considerare che il negare la possibilità di praticare ciò che il linguaggio o meglio il discorso costringe a fare, è sempre controproducente. Dicevo prima che non c’è nessuna natura a volere questo, è semplicemente il discorso che deve continuare a produrre tautologie e queste tautologie naturalmente devono essere non soltanto riconosciute per potere funzionare, questo per il momento è irrilevante, ma devono essere confermate e imposte. Qualunque ideologia, di qualunque tipo, non è altro che una forma di tautologia: l’ideologia afferma una tautologia che è praticabile semplicemente perché, almeno una buona parte di queste ideologie sono praticabili, perché confermano la necessità non soltanto di di utilizzare la tautologia ma di imporla ad altri. Le religioni per esempio fanno questo, hanno sempre fatto questo, oggi quella più veemente è quella islamica ma le altre non sono state da meno in passato, quella ebraica come quella cristiana, e se il cristianesimo avesse ancora il potere che aveva una volta rifarebbe esattamente le stesse cose. Tutto questo ci pone in una condizione particolare e cioè ci impone una domanda, che fare? Siamo giunti con le ultime considerazioni che abbiamo fatte a una sorta di fine corsa, cioè abbiamo inteso esattamente come funziona la struttura e l’architettura che questa struttura costruisce, sappiamo a questo punto che la consapevolezza, possiamo dire che almeno da sola non è sufficiente, le persone sanno benissimo, sanno perfettamente e oggi molto più di una volta, cionondimeno non si muove niente. La rivoluzione non porta molto lontani, ma occorre incominciare a tenere conto di questa necessità, non delle persone ché a un certo punto non ci interessa delle persone, ma del discorso, di muoversi in questa direzione e cioè di potere imporre le proprie tautologie su qualunque altro e non può non farlo, cioè non può non costruire una tautologia e riconoscerla come tale e quindi come vera, perché sappiamo che altrimenti il discorso si arresta e se il discorso si arresta per la persona è un problema quindi deve necessariamente, assolutamente confermare la tautologia cioè confermare le cose in cui crede o come dicevamo prima, la sua fantasia originaria, quella che ha dato l’avvio e che costituisce il modello di ogni affermazione che compie. Dunque sappiamo che la consapevolezza dunque non è sufficiente, l’abbiamo verificato in ciascuna conferenza, e adesso sappiamo anche perché le persone non si muovono, perché quelle tautologie che fanno funzionare il discorso di cui sono fatte non possono essere arrestate …

Intervento: può cambiare il modo di pensare solo se si inserisce il se A allora A è un elemento linguistico, quindi far partire il discorso come avviene in un’analisi dalla necessità del linguaggio, no?

L’obiettivo è intendere il funzionamento del linguaggio, a questo punto appare sempre più fortemente come l’unica condizione, rimane sempre l’obiettivo dicevo di conoscere il funzionamento vale a dire sapere che in ciascun istante, ciascuna affermazione che si compie non è altro che il discorso che continua ad affermare se stesso in definitiva …

Intervento: l’ideologia si pone come una sorta di tautologia a difesa dell’identità …

La paura che qualcuno possa arrestare questa tautologia, se si riesce a individuare qualcuno che ha questa possibilità di arrestare la tautologia, cioè le cose in cui crede, immediatamente diventa il nemico e immediatamente instaura quella sensazione nota come paura che possa modificare il discorso che da quel momento in poi deve anche difendere e difendendolo acquista sempre più valore …

Intervento: è come se questa tautologia fosse sempre in pericolo …

Questo è ciò che ciascun governo cerca di mantenere …

Intervento: stavo pensando alla questione della salvezza, il quesito che si pone è salvarsi da chi?

Domanda legittima, però se pensa bene all’idea di male della patristica, il male come lontananza da dio quindi dalla verità allora il male non è altro che l’allontanarsi dalla tautologia, dalla conferma di qualche cosa che deve essere sempre se stessa, se ci si allontana provoca la paura che questa cosa cessi di essere vera, che cioè il discorso si arresti, non ci sia più nessuna garanzia, in effetti poi è vissuta così, nessuna garanzia di stabilità, dunque la salvezza da qualunque cosa possa mettere in difficoltà o in forse, comunque in discussione quella cosa che chiamiamo tautologia e cioè quella fantasia originaria che consente al discorso di costruire tutte le proposizioni. Recentemente i leghisti hanno mostrato il pericolo nella perdita dell’identità, dei valori, delle tradizioni come referenti dell’identità nazionale, perdere l’identità è appunto perdere il “questo è questo”, e naturalmente la tautologia è il parametro di ogni valore …

Intervento: tutto deve permanere come è stato stabilito anche la storia di questi ultimi dieci anni l’11 settembre, cosa ha significato? Ha significato che qualche cosa che era stabilito, assodato ….che l’America fosse zona felice fonte di sicurezza …

Sì, quello fondamentale, quello che costituisce il modello per ciascuno è che finché le cose stanno come stanno la fantasia di ciascuno è salva in un certo senso, perché la premessa è intatta …

Intervento: le persone di fronte alla crisi si sorprendono … questa idea di fondo che la natura sia benigna poi c’è l’evento naturale che crea scompiglio come se si fosse perso la mano di dio …

Tutto questo ci costringe in un certo senso a rimodellare, rivedere la modalità di intervento nelle conferenze soprattutto. Non è escluso che troveremo una via, se non proprio una soluzione almeno una direzione, tenendo conto proprio di questo che abbiamo detto questa sera, della necessità di mantenere la tautologia, del fatto che la negazione non è nient’altro che il non riconoscimento della tautologia, quindi ciò che non riconosce la tautologia, il “questo è questo”, viene negato, diventa falso, perché è così che gira il discorso …

Intervento: c’è anche da dire che gli umani cercano la conferma del “questo è questo” sempre all’esterno del loro pensiero, cercano la verità della loro fantasia all’esterno …

All’esterno sì perché hanno ricevuto questo comando, e quindi continuano a cercarla all’esterno certo …

Intervento: ecco perché gli umani non hanno nessuna dignità anche se agli umani interessa molto la loro intelligenza però non ci credono alla loro intelligenza. La questione è che se cercano la conferma della tautologia al di fuori del loro pensiero ovviamente questo è un inganno …

Qui interviene la magia, sono sempre dei segni, segni vengono dalla così detta realtà “le cose sono così, quello ha fatto cosà” quei segni che vengono tradotti in indicazioni di una conferma, magicamente certo …

Intervento: è come il discorso amoroso …

Che accada di innamorarsi di qualcuno solo per confermare la propria fantasia è una cosa che avevamo detta già molto tempo fa, oggi abbiamo strumenti per affermarla in modo più preciso, sapendo meglio che cosa accade nel discorso. Della fantasia originaria forse c’è ancora qualche cosa da dire, perché l’idea è che sia proprio questa a costituire il modello di ogni affermazione successiva, il modo in cui si configura a un certo punto il “questo è questo” cioè che forma assume. Intervento: non ho capito …

Il “questo è questo” di per sé sappiamo essere soltanto un’istruzione ma diventa, non sapendo che è un’istruzione ma provenendo da qualcun altro, diventa il modello di ogni verità, di ogni esistenza, però rimane sotto forma di qualche cosa, per esempio la madre deve sacrificarsi per i figli, può assumere anche questa configurazione, e quindi questa è la verità assoluta, questa è la tautologia di base, questa è la certezza da cui tutto muove, che non può in nessun modo essere messa in discussione perché su questa fantasia originaria la persona ha costruito la sua esistenza, tutto, qualunque decisione, qualunque cosa …

Intervento: qual è la fantasia originaria per il discorso occidentale nel senso qual è la tautologia dalla quale prende avvio questo discorso che chiamiamo discorso occidentale? Di essere persone?

No, che questa verità, questa esistenza viene da qualcuno, la fornisce qualcuno e quindi non si tratta di istruzione ma di un quid che a un certo punto viene da qualcuno. Dicevamo qualche volta fa che da quel momento incomincia a esistere l’universo intero perché dal momento in cui la persona parla incomincia a esistere tutto e quindi è questo l’inganno, la superstizione, dicevamo “inganno” tra virgolette perché in realtà non è che ci sia l’intendimento di ingannare, è un effetto l’inganno e cioè che ci sia una realtà esterna che costruisce tutto …

Intervento: questo mi riporta ad un testo che ho letto … in un certo senso parla della concezione della storia come erede di alcuni assiomi che hanno consentito quella che lui chiama l’interpretazione biblica, l’esegesi quindi … mi chiedevo nel momento stesso in cui funziona una certa fantasia da lì si costruisce la storia e quindi anche la realtà, la storia la si intende come una serie di eventi, l’interpretazione biblica da a questa successione di eventi una sua logica che deve portare all’avvento del messia o al regno dei cieli o secondo l’induismo … il modo in cui ciascuno si racconta la sua storia, la propria storia è sempre una successione di eventi è un’interpretazione però alla base stanno le cose che sono successe, le quali sono successe e vengono raccontate in un modo tale per cui funziona comunque una certa concezione della “storia” …

Sì, nel caso della storia personale funziona il fatto che tutti questi eventi sono costruiti e interpretati in base alla fantasia originaria …

Intervento: come se fossero finalizzati …

E lo sono, devono tornare a confermare la tautologia di partenza …

Intervento: è la finalizzazione che dà la direzione si costruisce un percorso senza sapere che questa costruzione è condizionata da ciò che comunque in qualche modo funziona come finalizzazione cioè come un oggetto e questo mi faceva pensare come ciascuno costruisce la sua storia …

Intervento: lei prima diceva che rendere consapevoli le persone è una mossa sbagliata, mi veniva in mente che questo era ciò che aveva fatto Freud ai primi tempi ) non l’ho menzionato ma c’è anche lui in mezzo ( lui credeva che rendendo coscienti le fantasie la persona potesse liberarsi di queste fantasie e poi cosa è avvenuto nella psicanalisi come l’ha inventata Freud quando si è accorto di una cosa di questo genere? Se ne è accorto abbastanza presto tutto il lavoro negli studi sull’isteria … ha dovuto inventare e cercare di dare un senso alla storia personale cercando di rendere necessaria la storia degli umani attraverso la filogenesi e quindi la costruzione un po’ come diceva Sandro …

Doveva supportare la sua teoria clinica attraverso la storia del genere umano …

Intervento: questo ha dovuto fare per cercare di dare un’apertura al fatto che queste fantasie anche se erano conosciute non cambiavano il modo di pensare della persona possono cambiare ma ciò che produce la fantasia originaria, come direbbe lui, continua a funzionare … a meno che non si inseriscano delle regole nel funzionamento del discorso …

È questo punto che occorre rendere forse esplicito il fatto che questa istruzione da cui sorge ogni cosa di fatto è un’istruzione e non un’operazione magica, il linguaggio non sorge per magia ma da un’istruzione. Dobbiamo lavorare su come si costruisce questa fantasia originaria, lì in qualche modo c’è la risposta alle nostre domande e cioè il modo in cui si configura questa prima tautologia, prende forma, diventa un discorso, quello costituisce il pilastro su cui si costruisce tutta l’esistenza della persona. La tautologia è la costruzione operata da un comando …

Intervento: e non c’è la possibilità di riconoscere che è una tautologia sembra questo … non è un comando ma è la realtà a meno che il discorso occidentale abbia proprio questa come caratteristica quella di impedire che sia riconosciuta …

Non può riconoscerla come tale perché viene da qualche cosa che è preso il ciò che è, come realtà, cioè il fatto che sia qualcuno a dare questo comando, il fatto che sia qualcuno a fornirlo pone dei problemi a riconoscerlo come un’istruzione che è il linguaggio, procedendo da qualcuno stabilisce al momento stesso in cui viene fondata, viene confermata e affermata questa tautologia, il “questo è questo” è riferito a una realtà, come dire che la realtà si fa garante a questo punto, così come la persona che ha imposto questo comando si fa garante …

Intervento: se si riconosce questo qualcuno come qualcuno la tautologia si è già installata ...

A quel punto sì certo, c’è già la tautologia cioè c’è già un’affermazione, c’è già l’avere stabilito qualcosa che è una tautologia nel senso che non c’è, come dicevamo prima, non c’è nessun altra possibilità né di verifica né meno che mai di riflessione, non c’è niente, c’è solo il qui e ora, dopo, diventa la verità, diventa il vero, diventa il “questo è questo” …

Intervento: pensavo al valore della madre per esempio, che si impara e che fa agire le persone nei modi e le forme in cui le fa agire quando si installa il linguaggio si impara un comando “questa è la mamma” per esempio ma non ci sono argomentazioni su quella cosa lì, perché si installi nel discorso della persona il discorso del valore della madre occorre che ci sia qualche cosa che …

Il fatto stesso di essere stata posta in totale assenza di qualunque possibilità di valutazione si installa il valore, il valore è questo: il fatto di non potere essere messo in discussione, è assoluto.