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–3- 2002
Intervento:
…
sì
teoricamente è così… È come dicevamo una volta, in analisi è come parlare a un
fondamentalista islamico, se non si può confutare l’esistenza di dio in quanto
tale non succederà niente. Sto molto riflettendo ultimamente intorno alla
psicanalisi (Cesare si chiederà perché proprio sulla psicanalisi anziché sulla
botanica, è perché è il mio mestiere, mi è parso un buon motivo), psicanalisi
che potrebbe fare delle cose notevoli, se poste in altri termini, radicalmente
in altri termini. Consideravo che il compito della psicanalisi è quello di
installare il sistema operativo, è di questo che si tratta e cioè rendere
possibile l’accesso al linguaggio, ma la cosa non è semplice, forse è
necessario fin dalle prime battute dell’analisi porre la questione del
linguaggio, se questo non avviene può diventare dopo complicato tutto quanto,
cioè dire dall’inizio di che cosa si tratta. Anche per questo stiamo cercando
le informazioni più semplici, e quindi più efficaci non possiamo tenere una
persona vent’anni per spiegare delle cose per poi cominciare, in caso contrario
può accadere di avvallare delle superstizioni nel senso che, come diceva
giustamente Sandro, una persona crede una serie di storie ma il fatto che ci
creda è funzionale, cioè deve crederci per ottenere certi risultati, come per
esempio lo stare male e quindi non accoglierà mai come false le sue premesse
perché se le accogliesse come false cesserebbe di stare male e questo non lo
vuole fare, per cui continuerà a confermare che sono assolutamente e
necessariamente vere e se per qualche strana combinazione si trova costretto ad
ammettere che non sono vere ne troverà delle altre per continuare a stare male.
Si è mai chiesto perché una persona sta male visto che nessuno glielo ha mai
chiesto
Intervento:
allora è inutile stare male
bravo,
però per alcuni invece è utile, può avere una sorta di funzione, gliene posso
dire due o tre di funzioni: la prima, provare forti emozioni a basso costo, la
seconda diventare interessanti per qualcuno, una persona che sta male suscita
l’interesse di molte persone
Intervento:
per trovare la compassione mi sembra un
po’…
la
religione l’ha posta in essere, e tutte le religioni impongono la compassione,
ci sono circa sei miliardi di persone religiose, non è una cosa così
strampalata, e poi possiamo anche aggiungere questo, l’idea che stando male,
soffrendo (idea abbastanza cristiana ma non soltanto) si valga di più, più si
soffre e più si vale, e quindi ci sono dei buoni motivi e quindi si soffre. La
questione è che non ci si rende conto di una cosa del genere, certo lungo
l’analisi c’è l’eventualità di accorgersene del perché si soffre e questo in
molti casi consente di abbandonare questa operazione, però questo abbandono avviene
sempre mettendo la persona di fronte ad altri aspetti della sua sofferenza e
cioè al suo tornaconto. Il tornaconto non è altro che l’utilizzo, il come
funziona; ma tornando a ciò che diceva prima, cosa comporta e come soprattutto
porre la questione del linguaggio già dalle prime battute in una psicanalisi
perché, la psicanalisi potrebbe, potrà se lo vorremo, avere una funzione
dominante nel pensiero dal momento che si occupa precipuamente del pensiero e
di come funziona il pensiero, e questo occorre che sia e questo occorre che
faccia, occuparsi del pensiero cioè del perché una persona, una qualunque
persona si trova a pensare le cose che pensa. E perché si trova a pensare le
cose che pensa? Perché non ha accesso al sistema operativo, la psicanalisi lo installa,
ma come? Si tratta innanzi tutto di mostrare le condizioni per potere fare una
psicanalisi. Una persona viene da voi e inizia una psicanalisi, ora questa
psicanalisi è fatta di parole, di racconti, di discorsi, di proposizioni, di
elementi linguistici, far notare alla persona che la condizione perché
l’analisi possa funzionare, e pertanto riuscire, è che parli
Intervento:
è già uno sfogo…
però
preferiremmo che la psicanalisi fosse qualcosa di più che uno sfogo… abbiamo
questa ambizione. E che pertanto porre l’accento su questa condizione può
essere determinante per il funzionamento di una psicanalisi, visto che una
persona che viene da voi per fare questo vi ha rivolta una domanda, ve l’ha
chiesto, non l’avete chiesto voi, e questo è importante perché pone la persona
nella condizione di chi è disponibile quantomeno a ascoltare, aspetto
fondamentale dunque poiché la psicanalisi è fatta di parole, le parole sono la
condizione e questa condizione forse è la condizione anche di ciò che lamenta
come disagio qualunque esso sia, intendo dire che il modo che possiamo avere
per porre da subito la questione del linguaggio c’è, vi ha fatto una domanda
cioè ha parlato, lungo un’analisi parla, racconta, e la condizione perché
l’analista possa ascoltare ciò che sta dicendo è che ci sia linguaggio, è anche
la condizione perché possa considerare il suo disagio, qualunque esso sia,
possa considerare la causa del suo disagio, e insieme con questo qualunque
altra cosa. Potremmo inizialmente porre la questione in termini molto semplici,
affermando per esempio la necessità del linguaggio perché tutto ciò che stiamo
facendo possa avvenire, e cominciare a porre l’eventualità che tutta la partita
si giochi a livello di linguaggio, cioè che la psicanalisi sia in effetti una partita
che si svolge in questo ambito, ma svolgendosi in questo ambito mostra anche,
alla fine della partita, che qualunque cosa si svolge in questo ambito. C’è
quanto meno questa eventualità, possiamo anche porla così inizialmente, come
eventualità; approcciando la questione in questi termini è chiaro che la
persona comunque continuerà a parlare dei suoi problemi e delle sue fantasie,
però a questo punto avremo un vantaggio e cioè la possibilità di un rinvio di
ciò che sta dicendo alla struttura che è in atto, questo rinvio potrebbe
avvenire per esempio se racconta un fattaccio che gli è successo e al quale
come diceva giustamente Sandro crede fermamente: “mi è successo questo da
piccolo, ho battuto la testa” per cui dicevo ci crede fermamente cioè le cose per
lui sono proprio così, non ci sono altre vie. Potremmo utilizzare a questo
punto le questioni che già conosciamo di fronte a una attestazione di certezza
tornando a ciò che dicevamo un po’ di tempo fa, vale a dire a una indagine
intorno al “come so che è proprio così?” In qualche modo dobbiamo trovare la
via per rendere tutto molto più semplice, più rapido, la via c’è: quando ci
occuperemo della psicanalisi occupandoci quindi delle regole del gioco del
linguaggio, troveremo questa via ma dovrà muovere da qui, dal porre fino dalle
prime battute la questione del linguaggio, visto che è ciò di cui si tratta e
non c’è nient’altro, se non poniamo subito la questione e l’aggiriamo per
qualunque motivo poi mano a mano sarà sempre più difficile inserirla, perché avremo
avvallato tutta una serie di affermazioni che si pongono fuori dal linguaggio
Intervento:
…
sì,
come sapete adesso ci occuperemo del linguaggio, dovremo vedere come funziona,
abbiamo stabilito delle regole che fanno funzionare il gioco e quindi anche i
giochi linguistici, adesso dobbiamo vedere come funzionano, quali sono tutti
gli aspetti che intervengono, tutte le regole che lo fanno girare, dopo di che
ci occuperemo della psicanalisi che a questo punto sarà tutt’altra cosa da
quella che abbiamo pensato fino all’altro giorno, poiché si porrà non più come
un artificio terapeutico ma effettivamente come la condizione per potere
pensare
Intervento:
…
non
è che discende dal linguaggio, la psicanalisi non è altro che il modo per
installare il sistema operativo, “costringere” tra virgolette ad accedere al
sistema operativo cioè al linguaggio, alla considerazione che qualsiasi
elemento questo è necessariamente un elemento linguistico (gli do la
possibilità di ragionare senza limite) si, qualcosa del genere, certo in
effetti qualche tempo fa parlavo di libertà di pensare, libertà di pensiero
tout court, ma in questa accezione indicare la possibilità della libertà di
pensiero non dipende da qualcuno che la fornisce, dipende dall’avere eliminato
tutto ciò che vincola il pensiero
Intervento:
quindi siamo in un falsa libertà di
pensiero
sì,
siamo vincolati da questo che eufemisticamente chiamammo virus, che impedisce
l’accesso al sistema operativo e noi costruiremo un antivirus che sbarazza da
questa impossibilità. È chiaro che questo offre illimitate possibilità di
pensare, il problema sta nel costruire delle proposizioni che sblocchino il
sistema, per questo dicevo che una psicanalisi incominci da subito a porre la
questione del linguaggio
Intervento:
…
non
sto dicendo che si deve farlo nei primi dieci minuti, no, però cominciare a
porre la questione in modo che la persona incominci a considerarla, come
dicevo, porla come eventualità, e mano a mano che la considera la considera in
modo sempre più preciso e sempre più si accorge di ciò che sta accadendo, e
mentre vagavo in questo discorso, pensavo anche, visto che siamo lì
all’Istituto Avogadro, alla questione dell’istruzione, un giorno potremmo anche
fare delle scuole… pensate a una scuola che istruisce a pensare, produce
persone in condizioni di pensare, senza né licei né università, potrebbe anche
importarcene assolutamente niente, quali sbocchi offre? Tutti, poi se uno vuole
specializzarsi in una cosa in particolare potrà farlo ma in questo caso è una
persona che ha imparato come si fa a pensare, potrà essere utilizzata da
chiunque per qualunque cosa.