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7 –3- 2002

 

Intervento:

sì teoricamente è così… È come dicevamo una volta, in analisi è come parlare a un fondamentalista islamico, se non si può confutare l’esistenza di dio in quanto tale non succederà niente. Sto molto riflettendo ultimamente intorno alla psicanalisi (Cesare si chiederà perché proprio sulla psicanalisi anziché sulla botanica, è perché è il mio mestiere, mi è parso un buon motivo), psicanalisi che potrebbe fare delle cose notevoli, se poste in altri termini, radicalmente in altri termini. Consideravo che il compito della psicanalisi è quello di installare il sistema operativo, è di questo che si tratta e cioè rendere possibile l’accesso al linguaggio, ma la cosa non è semplice, forse è necessario fin dalle prime battute dell’analisi porre la questione del linguaggio, se questo non avviene può diventare dopo complicato tutto quanto, cioè dire dall’inizio di che cosa si tratta. Anche per questo stiamo cercando le informazioni più semplici, e quindi più efficaci non possiamo tenere una persona vent’anni per spiegare delle cose per poi cominciare, in caso contrario può accadere di avvallare delle superstizioni nel senso che, come diceva giustamente Sandro, una persona crede una serie di storie ma il fatto che ci creda è funzionale, cioè deve crederci per ottenere certi risultati, come per esempio lo stare male e quindi non accoglierà mai come false le sue premesse perché se le accogliesse come false cesserebbe di stare male e questo non lo vuole fare, per cui continuerà a confermare che sono assolutamente e necessariamente vere e se per qualche strana combinazione si trova costretto ad ammettere che non sono vere ne troverà delle altre per continuare a stare male. Si è mai chiesto perché una persona sta male visto che nessuno glielo ha mai chiesto

Intervento: allora è inutile stare male

bravo, però per alcuni invece è utile, può avere una sorta di funzione, gliene posso dire due o tre di funzioni: la prima, provare forti emozioni a basso costo, la seconda diventare interessanti per qualcuno, una persona che sta male suscita l’interesse di molte persone

Intervento: per trovare la compassione mi sembra un po’…

la religione l’ha posta in essere, e tutte le religioni impongono la compassione, ci sono circa sei miliardi di persone religiose, non è una cosa così strampalata, e poi possiamo anche aggiungere questo, l’idea che stando male, soffrendo (idea abbastanza cristiana ma non soltanto) si valga di più, più si soffre e più si vale, e quindi ci sono dei buoni motivi e quindi si soffre. La questione è che non ci si rende conto di una cosa del genere, certo lungo l’analisi c’è l’eventualità di accorgersene del perché si soffre e questo in molti casi consente di abbandonare questa operazione, però questo abbandono avviene sempre mettendo la persona di fronte ad altri aspetti della sua sofferenza e cioè al suo tornaconto. Il tornaconto non è altro che l’utilizzo, il come funziona; ma tornando a ciò che diceva prima, cosa comporta e come soprattutto porre la questione del linguaggio già dalle prime battute in una psicanalisi perché, la psicanalisi potrebbe, potrà se lo vorremo, avere una funzione dominante nel pensiero dal momento che si occupa precipuamente del pensiero e di come funziona il pensiero, e questo occorre che sia e questo occorre che faccia, occuparsi del pensiero cioè del perché una persona, una qualunque persona si trova a pensare le cose che pensa. E perché si trova a pensare le cose che pensa? Perché non ha accesso al sistema operativo, la psicanalisi lo installa, ma come? Si tratta innanzi tutto di mostrare le condizioni per potere fare una psicanalisi. Una persona viene da voi e inizia una psicanalisi, ora questa psicanalisi è fatta di parole, di racconti, di discorsi, di proposizioni, di elementi linguistici, far notare alla persona che la condizione perché l’analisi possa funzionare, e pertanto riuscire, è che parli

Intervento: è già uno sfogo…

però preferiremmo che la psicanalisi fosse qualcosa di più che uno sfogo… abbiamo questa ambizione. E che pertanto porre l’accento su questa condizione può essere determinante per il funzionamento di una psicanalisi, visto che una persona che viene da voi per fare questo vi ha rivolta una domanda, ve l’ha chiesto, non l’avete chiesto voi, e questo è importante perché pone la persona nella condizione di chi è disponibile quantomeno a ascoltare, aspetto fondamentale dunque poiché la psicanalisi è fatta di parole, le parole sono la condizione e questa condizione forse è la condizione anche di ciò che lamenta come disagio qualunque esso sia, intendo dire che il modo che possiamo avere per porre da subito la questione del linguaggio c’è, vi ha fatto una domanda cioè ha parlato, lungo un’analisi parla, racconta, e la condizione perché l’analista possa ascoltare ciò che sta dicendo è che ci sia linguaggio, è anche la condizione perché possa considerare il suo disagio, qualunque esso sia, possa considerare la causa del suo disagio, e insieme con questo qualunque altra cosa. Potremmo inizialmente porre la questione in termini molto semplici, affermando per esempio la necessità del linguaggio perché tutto ciò che stiamo facendo possa avvenire, e cominciare a porre l’eventualità che tutta la partita si giochi a livello di linguaggio, cioè che la psicanalisi sia in effetti una partita che si svolge in questo ambito, ma svolgendosi in questo ambito mostra anche, alla fine della partita, che qualunque cosa si svolge in questo ambito. C’è quanto meno questa eventualità, possiamo anche porla così inizialmente, come eventualità; approcciando la questione in questi termini è chiaro che la persona comunque continuerà a parlare dei suoi problemi e delle sue fantasie, però a questo punto avremo un vantaggio e cioè la possibilità di un rinvio di ciò che sta dicendo alla struttura che è in atto, questo rinvio potrebbe avvenire per esempio se racconta un fattaccio che gli è successo e al quale come diceva giustamente Sandro crede fermamente: “mi è successo questo da piccolo, ho battuto la testa” per cui dicevo ci crede fermamente cioè le cose per lui sono proprio così, non ci sono altre vie. Potremmo utilizzare a questo punto le questioni che già conosciamo di fronte a una attestazione di certezza tornando a ciò che dicevamo un po’ di tempo fa, vale a dire a una indagine intorno al “come so che è proprio così?” In qualche modo dobbiamo trovare la via per rendere tutto molto più semplice, più rapido, la via c’è: quando ci occuperemo della psicanalisi occupandoci quindi delle regole del gioco del linguaggio, troveremo questa via ma dovrà muovere da qui, dal porre fino dalle prime battute la questione del linguaggio, visto che è ciò di cui si tratta e non c’è nient’altro, se non poniamo subito la questione e l’aggiriamo per qualunque motivo poi mano a mano sarà sempre più difficile inserirla, perché avremo avvallato tutta una serie di affermazioni che si pongono fuori dal linguaggio

Intervento:

sì, come sapete adesso ci occuperemo del linguaggio, dovremo vedere come funziona, abbiamo stabilito delle regole che fanno funzionare il gioco e quindi anche i giochi linguistici, adesso dobbiamo vedere come funzionano, quali sono tutti gli aspetti che intervengono, tutte le regole che lo fanno girare, dopo di che ci occuperemo della psicanalisi che a questo punto sarà tutt’altra cosa da quella che abbiamo pensato fino all’altro giorno, poiché si porrà non più come un artificio terapeutico ma effettivamente come la condizione per potere pensare

Intervento:

non è che discende dal linguaggio, la psicanalisi non è altro che il modo per installare il sistema operativo, “costringere” tra virgolette ad accedere al sistema operativo cioè al linguaggio, alla considerazione che qualsiasi elemento questo è necessariamente un elemento linguistico (gli do la possibilità di ragionare senza limite) si, qualcosa del genere, certo in effetti qualche tempo fa parlavo di libertà di pensare, libertà di pensiero tout court, ma in questa accezione indicare la possibilità della libertà di pensiero non dipende da qualcuno che la fornisce, dipende dall’avere eliminato tutto ciò che vincola il pensiero

Intervento: quindi siamo in un falsa libertà di pensiero

sì, siamo vincolati da questo che eufemisticamente chiamammo virus, che impedisce l’accesso al sistema operativo e noi costruiremo un antivirus che sbarazza da questa impossibilità. È chiaro che questo offre illimitate possibilità di pensare, il problema sta nel costruire delle proposizioni che sblocchino il sistema, per questo dicevo che una psicanalisi incominci da subito a porre la questione del linguaggio

Intervento:

non sto dicendo che si deve farlo nei primi dieci minuti, no, però cominciare a porre la questione in modo che la persona incominci a considerarla, come dicevo, porla come eventualità, e mano a mano che la considera la considera in modo sempre più preciso e sempre più si accorge di ciò che sta accadendo, e mentre vagavo in questo discorso, pensavo anche, visto che siamo lì all’Istituto Avogadro, alla questione dell’istruzione, un giorno potremmo anche fare delle scuole… pensate a una scuola che istruisce a pensare, produce persone in condizioni di pensare, senza né licei né università, potrebbe anche importarcene assolutamente niente, quali sbocchi offre? Tutti, poi se uno vuole specializzarsi in una cosa in particolare potrà farlo ma in questo caso è una persona che ha imparato come si fa a pensare, potrà essere utilizzata da chiunque per qualunque cosa.