5-12-01
La domanda retorica
Dicevamo di dare una consequenzialità ai vari interventi da quello mio sulla retorica, a quello sul disagio, a quello sulla scienza e sull’arte di pensare, avete pensato alla consequenzialità? È chiaro che sarò io a dare l’imprinting visto che sono io per forza, come si chiama il mio? “La retorica dell’insegnamento”. Sì, come volete che lo facciamo questo intervento? Intanto soft o hard? Ché è già una questione, devo arringare le folle oppure dare una spiegazione più quieta? bisogna decidere gli interventi che si stabiliscono intorno al modo, a seconda di ciò che a noi interessa di più, a seconda innanzi tutto di ciò che vogliamo ottenere, la retorica non è altro che questo una tecnica per fare in modo che il discorso ottenga il risultato che si è prefissato. Ora è un corso e quindi le persone come dicevamo l’altra volta vengono per acquisire degli elementi, delle informazioni per sapere qualcosa di più, però la questione che ponevate era questa se fosse il caso di muovere gli animi, accendere degli animi per sollecitare una maggiore attenzione, cioè il coinvolgimento ché sarebbe un peccato che l’interesse fosse… essendo giovani diceva Lodari che i giovani oggi non è che siano infiammati da pensieri, ideali, sembrano un po’ spenti ora possiamo domandarci se è il caso di accenderli, ora faccio il caso del mio intervento l’obiettivo ciò che io mi prefiggo da questo intervento è giungere a fare in modo che le persone che hanno ascoltato siano desiderose di saperne di più, questo è l’obiettivo, chiaramente fornire delle cose ma in modo tale che queste cose lascino intendere dell’altro che poi sarà compito di chi mi seguirà proseguire e rilanciare la questione, dovrebbe essere come una partita a poker man mano l’intervento rilancia quello successiva e rilancia sempre più alto fino alla fine che si viene a vedere e si vince la partita. Quindi creare questo crescendo io sto sottoponendo delle cose non sto dicendo che occorre fare così, le ho poste…un crescendo di aspettative fino all’intervento finale dove finalmente sapranno qual è la verità. Sì ad esempio pensavo l’intervento inaugurale “la retorica dell’insegnamento” se (…) creare un’attesa di saperne di più, come si fa una cosa del genere? Dando per acquisito che ci siano persone interessate a questo, ovviamente, però intanto l’esordio il tema è la retorica dell’insegnamento ma il tema generale verte intorno alla psicanalisi e quindi nell’esordio porre immediatamente questa connessione tra il lavoro che compie una psicanalisi e la retorica. Che cosa ci si aspetta dalla psicanalisi? Che cosa deve ottenere una psicanalisi? almeno una disposizione a pensare in un altro modo, almeno questo, la retorica ha un obiettivo che è molto simile a quello della psicanalisi in quanto, come dicevo prima, una tecnica per costruire un discorso che ottenga un certo risultato, e il risultato che la retorica si prefigge è quello che la persona pensi nel modo che voglio io. Quindi porre una connessione tra la psicanalisi e la retorica, intanto spiegare perché in ambito psicanalitico si sta parlando di retorica, la retorica come uno strumento e la retorica è un ottimo strumento perché insegna o meglio impone gli strumenti per sbarazzarsi di tutto ciò che generalmente costituisce un impedimento al pensiero, superstizioni, credenze ecc. e quindi consente di pensare in modo più rapido, più leggero. Perché questo ha qualche interesse? (si è ancora all’esordio) perché in effetti ciò che fa l’itinerario analitico è buona parte di alleggerire il pensiero, per esempio alleggerirlo dalla paura, ché in genere lo appesantisce, lo aggrava, e la psicanalisi è anche un insegnamento perché mano a mano che la persona prosegue a parlare acquisisce gli elementi che lo riguardano, in questo caso non è tanto l’analista a insegnare delle cose ma il suo stesso discorso a trasmettergli degli elementi, delle informazioni, a questo punto si comincia quello che in retorica si chiama la “narratio” la narrazione quasi come nel luogo comune, e cioè cominciare a narrare di ciò che avviene nell’insegnamento come allegoria di ciò avviene nel luogo comune, innanzi tutto che cosa debba intendersi con insegnamento, perché in molti casi si tratta di una sorta di trasferimento di informazioni, da una parte ci sono informazioni e dall’altra no, si tratta di trasferire da uno all’altro, una specie di download, si dice in termine informatico, vengono scaricate delle informazioni, ora si può porre una domanda retorica e cioè se questo debba intendersi esattamente con insegnamento oppure no, se cioè l’insegnamento non è altro che questo trasferimento di informazioni, cosa che anche una macchina può fare, può trasferire informazioni e può dire anche come utilizzarle, in questo modo si opererebbe esattamente come si opera con una macchina, uno stoccaggio di informazioni e la loro organizzazione in modo da creare un “data base”, così funziona il computer, ma è esattamente questo che si intende con istruzione? Con insegnamento? Oppure no? È una domanda retorica, cosa vuol dire che è una domanda retorica? Che è una domanda pilotata, pilotata in modo che nessuno possa in cuor suo dire che sì è esattamente questo che vuole fare, costruire delle macchine che rispondano a degli input, in cuor suo poi magari (salvo poi scandalizzarsi come avviene nel luogo comune) chiaramente l’oratore in questo caso valuta quali siano le reazioni fra il pubblico e se sia il caso di rincarare la dose oppure no, se no sceglie altre cose se invece deve rincarare la dose perché vede che la cosa lascia tutti assolutamente impassibili anzi d’accordo, allora rincara la dose dicendo per esempio che in questo modo si producono delle o meglio che questo è il modo in cui si producono le macchine per esempio assemblare una scheda madre, visto che lì sono pratici di computer, assemblare una scheda madre richiede della competenza, bisogna saperlo fare, ora chi assembla le schede madri del computer? Il computer, cioè i computer assemblano, costruiscono le schede madri che serviranno per fare funzionare altri computer, cioè si costruisce una machina che avrà un utilizzo, per chi? Per chi vorrà utilizzarla, ora l’insegnamento può anche operarsi esattamente allo stesso modo e cioè creare degli individui che saranno utilizzati da chi li vorrà utilizzare, questo è già più forte di quello di prima, per esempio, e chiaramente creando individui utilizzabili si pone immediatamente la questione chi ha interesse a utilizzarli e per quale fine, a questo punto, ché già si è creato un po’ di smarrimento riprendere la questione e cioè la domanda cioè tornare a domandarsi se è esattamente questo che si intende con insegnamento, è ovvio che a questo punto chiunque in sala sarebbe disposto ad affermare in modo irresoluto che no, che non è questo, e a questo punto abbiamo ottenuto il primo obiettivo e cioè affermare che l’insegnamento occorre che sia altro che una trasmissione di informazioni, ora a questo punto è possibile se si vuole seguire la via hard mostrare che tutto l’insegnamento che viene fornito, non solo quello scolastico ma quello che circonda qualunque persona ha esattamente questo obiettivo cioè costruire individui che abbiano un utilizzo per qualcuno che ha intenzione di utilizzarli, si può fare un discorso come se ne possono fare, oppure saltare a piè pari tutto questo e indicare invece unicamente un altro tipo di insegnamento cioè quello che le persone che sono lì presenti si aspettano che io indichi, questo dipende appunto da quello che vogliamo fare e ciò che dicevo forse tempo fa, che infiammi gli animi cioè l’idea dell’inganno, dell’essere ingannati, di essere stati ingannati è che ci sia qualcuno che utilizza questo inganno, chiaramente se c’è un inganno c’è qualcuno che lo utilizza, ha uno scopo, come cioè sia assolutamente necessario in questo momento, sia per motivi economici, sia per motivi politici mantenere i cittadini nella condizione di assoluta inanità intellettuale, è il momento in cui nessuno deve permettersi di pensare ma semplicemente eseguire degli ordini, ora questi ordini vengono impartiti non soltanto attraverso comandi precisi, input, vengono impartiti attraverso una nuova retorica ma compiendo esattamente l’operazione che fa la retorica cioè attraverso i media che hanno il vantaggio di operare su un numero maggiore di persone, anche se magari meno efficace ma un numero assolutamente maggiore, di quanto può fare un singolo oratore, mostrare dunque l’inganno, per mostrare l’inganno dobbiamo considerare cosa dia più fastidio, che è su questo che punteremo retoricamente, se decidiamo di seguire la via hard, cosa dà più fastidio ad essere ingannati? Che qualcuno si avvantaggi di tale inganno, a scapito di me e cioè qualcuno mi sottrae qualcosa per il suo unico vantaggio, ciò che noi dobbiamo far intendere che venga sottratto è l’intelligenza, la capacità di pensare evidentemente e di quanto sia grande il vantaggio che opera questo inganno, qual è il vantaggio nell’avere cittadini silenziosi e obbedienti? Il vantaggio c’è, ché se ho tali cittadini posso fare tutto quello che mi pare, vero Nella? Qualunque cosa sarà possibile, non solo ma tanto più sarà riuscita questa operazione quanto le persone saranno convinte da una parte di essere assolutamente libere di fare quello che vogliono, dall’altra convinte di fare la cosa giusta. Da sempre è noto, da Platone in poi che questo è indispensabile per qualunque istituzione e cioè che i cittadini siano ingannati, sempre retoricamente, in che modo li si inganna? Si fanno credere loro una serie di cose, neanche poi tantissime, che cosa è fondamentale perché questo inganno si compia? Fare credere che ci sia qualche cosa che è assolutamente uguale per tutti e alla quale pertanto ciascuno deve uniformarsi, ora questa cosa che deve essere uguale per tutti assume molte forme e molti nomi, molte connotazioni però attualmente è qualcosa che è noto come realtà e questa realtà viene di volta in volta illustrata o svelata dalla scienza, però c’è una realtà che è identica per tutti alla quale ciascuno si sottomette, è essenziale che ci sia questo concetto se non c’è è un disastro, non si riesce a nulla, non si riesce a mantenere le cose come stanno, qualcosa cioè cui le persone siano costrette a credere, che cosa sia esattamente questo potrebbe essere marginale ma è importante che credano una qualunque cosa, non ha importanza e cioè mantenere la necessità di credere, la necessità di credere di fare parte di un tutto, la necessità di credere di essere importanti, la necessità di credere di essere unici, cose magari tra di loro anche contraddittorie ma non ha nessuna importanza, intanto nessuno ci penserà, nel senso che effettivamente tra i più… recentemente si possono sia in ambito scientifico che politico affermare delle cose e poi affermare il loro contrario con assoluta tranquillità perché nessuno muoverà nessuna obiezione perché nessuno ci penserà, non c’è nessun problema. Quindi credere dicevo la necessità per esempio per un mondo migliore, tutta una serie di palle colossali che però da quando esistono gli umani hanno sempre funzionato e cioè fornire alle persone un qualche cosa in cui, come si suole dire, si possano riconoscere come facenti parti di un gruppo di persone che credono una certa cosa e che sanno che questa certa cosa è vera. Ora tutto questo è una menzogna tra le più spudorate che basterebbe un minimo di riflessione per smascherare, così come ciascuna guerra è sempre fatta per la pace, il massacro è sempre fatto per il bene ecc. la stessa cosa può dirsi per i valori, per gli ideali, ciò di cui sto parlando in effetti è questo, la gente si tiene tranquilla fornendole dei valori, degli ideali, apparentemente ci sono dei periodi in cui sembra che le persone siano sprovviste di valori e di ideali invece mai come in quei momento ci sono certezze così solide, così incrollabili, per esempio della realtà dei fatti o che altro? nella necessità di sentirsi parte di un tutto, e sentirsi unici, sono certezze fortissime queste, molto potenti che possono muovere le folle oppure fare compiere al singolo degli atti incredibili, inconsulti o atti di eroismo a seconda dei casi, ecco quindi a questo punto siamo arrivati a mostrare, adesso io la faccio breve ma può essere posta in termini molto più accesi e c’è un artificio retorico che è quello della domanda, uno per esempio descrive una situazione e poi domanda “è questo che voi volete? È questo l’obiettivo?” ci sono vari mezzi retorici ecco a questo punto comincia ad indicare proprio la parte più consistente poi dell’intervento e cioè a questo punto dato per acquisito che non è questo il tipo di insegnamento che è quello dei media che è poi quello scolastico in parte che è degno di essere chiamato tale allora si mostra, ecco si utilizza quell’altra parte nota come “argumentatio” argomentazione di come sia più interessante, per esempio, muoversi in un altro modo e cioè intendere l’insegnamento in un’altra maniera per esempio, insegnamento dicevo prima in accezione…utilizzando anche l’accezione retorica e cioè creare la disposizione a pensare in un modo diverso, comunque a pensare che potrebbe esserci un modo diverso, perché ciò, quindi tutto ciò che circonda, la realtà cosiddetta costringe a credere, non è sempre così necessariamente vero, non è così costrittivo, e quindi cominciare a parlare dell’insegnamento che è un insegnamento come effetto, in questo caso visto che parliamo di psicanalisi, di un itinerario analitico, ciò che effettivamente interviene come insegnamento e acquisizione, semplicemente cominciare a riflettere intorno alle cose che si credono vere e cioè quindi mettendo in discussione, interrogando tutto ciò che è generalmente noto come realtà e comunicando come la psicanalisi metta in discussione anche altre cose, anche delle cose che sono personalmente credute, al punto che mano a mano che si procede avviene un fenomeno che può apparire bizzarro e cioè una sempre minore disponibilità a credere qualunque cosa mentre aumenta la disponibilità a pensare a riflettere sulle cose a interrogarle, a interrogarle fino a portarle talvolta alle estreme conseguenze, vale a dire a interrogarle fino al punto in cui questo elemento mostra una sorta di infinitizzazione nel senso che posso dare una infinita serie di risposte, tutte altrettanto legittime, di fronte a una situazione del genere è chiaro che non mi troverò a credere a una di queste, non crederò a nessuna, so esistono tutte queste risposte ma tutte queste risposte o meglio nessuna di queste risposte mi costringe a credere, un itinerario analitico fa questo, pone di fronte al fatto che se io credo una certa cosa non sono affatto costretto a crederci ma la credo perché mi piace anche se non lo so ancora che è così, e cioè costringe a una responsabilità, non faccio questo perché le cose stanno così ma perché il mio discorso le ha costruite così, a questo punto ecco che io incomincio cioè a imparare che le cose che io penso che produco ecc. traggono sì elementi dal mondo che li circonda ma questo mondo che mi circonda di fatto è qualcosa che attiene anche al mio pensiero che io costruisco, sto costruendo e ne sono responsabile, essendone responsabile non posso lamentarmene presso altri, non potendo lamentarmene presso altri occorre che mi dia da fare, e darmi da fare in questo caso non è altro che fare questo lavoro, questo lavoro che è incessante, infinito ma che promette non un mondo migliore e neanche la felicità eterna promette di essere in condizione di affrontare qualunque cosa accada o non accada nella migliore delle condizioni e la migliore delle condizioni è quella in cui il mio pensiero sia più veloce, più leggero, promette questo, nient’altro che questo e poi a questo punto dovrebbe intervenire la “confirmatio” la conferma è latino come l’italiano, no? Cioè la conferma e quindi un intervento più preciso sulla questione del linguaggio, volendo poi è chiaro e questa è una questione che si può valutare sul momento se fare oppure no, certo per esempio se l’oratore avverte che c’è già da parte del pubblico una certa persuasione in questa direzione allora può se interessato passare ad altri elementi e riprendere dopo la “confirmatio” oppure se vede che ci sono dei tentennamenti, insistere lì con la “confirmatio” una prova inattaccabile e poi riprendere eventualmente l’argomentazione, però sia come sia, in questo caso la “confirmatio” sarebbe una prova, una prova inattaccabile di ciò che vado affermando e cioè la priorità del linguaggio è chiaro che a questo punto occorre che sia una prova molto snella, molto agile, molto veloce, e molto retorica, deve sì convincere ma soprattutto persuadere attraverso un modo di porre le domande in modo da “costringere” tra virgolette il pubblico a rispondere e ciascuno sia costretto in qualche modo a rispondere alla domanda, metterlo di fronte a un bivio come faceva Platone “questo o quest’altro? Però quest’altro hai visto che non è praticabile e quindi quest’altro…” un procedimento che non è logicamente fra i più corretti però retoricamente funziona e cioè la domanda retorica chiedere, per esempio, se è necessario per affermare qualcosa di vero che il criterio di verità che si utilizzerà per stabilirlo sia anche lui vero oppure no, oppure se occorra un criterio di verità, è chiaro che la risposta è sì, è ovvio. E a questo punto indicare quale criterio di verità, mostrare molto rapidamente l’assoluta arbitrarietà di qualunque criterio io utilizzi e quindi di conseguenza l’assoluta arbitrarietà di qualunque conclusione ne tragga, e indicare invece a questo punto quale l’unico criterio non arbitrario quello che è la condizione per costruire qualunque i criterio….ecco dopo di che la “conclusio” la conclusione, si conclude e come si vuole concludere? A questo punto in che modo visto che l’intendimento iniziale era quello abbiamo visto di fare in modo che le persone vogliano saperne di più, questo è l’obiettivo di cui abbiamo detto fino dall’inizio di questa operazione. Che cosa possono volere sapere di più, che cosa a noi interessa che vogliano sapere? Come si compie questo percorso? Quali altre cose può fare una cosa del genere? O quali altri inganni sono stati perpetrati nei loro confronti? Quali? (quali altri inganni sono stati…) allora in questo caso mostrare come questa sia la via, l’unica possibile per smascherare ogni forma di inganno dalla più grossolana alla più sottile e come sia l’unico modo per cessare di avere la necessità di credere e quindi cessare di poter essere ingannabili, come non ci sia altra possibilità, perché se una persona crede una qualunque cosa è disposta a credere ed è questa disposizione a credere che viene utilizzata, non ciò in cui crede perché non importa assolutamente niente a nessuno ma la sua disposizione a credere, occorre che questa disposizione cessi, e l’unico modo perché cessi è esattamente quello che ho descritto non ce ne sono altri, una bella argomentazione sul perché non possono essercene altri, dopo di che la conclusione è bell’è fatta, indicando appunto che non c’è altra via per non essere ingannati e che se non si persegue quella via non è che c’è l’eventualità di essere ingannati, c’è la certezza di esserlo e a questo punto ciascuno è libero di decidere ciò che intende fare, già fatto….adesso detto molto rapidamente è chiaro, ecco per dare una traccia, una ossatura….(…)volevo soltanto indicarvi come sia possibile costruire un discorso ma soprattutto occorre avere ben chiaro cosa si voglia ottenere, qual è l’obiettivo perché se non è chiaro l’obiettivo accade, può succedere talvolta che si vaghi dicendo anche cose interessanti però non mirate e quindi non ottengono questo risultato che si vuole ottenere, è come se girassero per un po’ e rischiando di fare perdere l’attenzione dell’uditorio se c’è questo girovagare, è ovvio che occorre avere molta determinazione nell’affermare queste cose, è un aspetto l’elocutio, la terza parte della retorica, fondamentale, non soltanto l’inventio o la dispositivo, cioè cosa dire e come esporlo ma il modo in cui dirlo, la determinazione della parola è fondamentale. Ricordate per esempio un buon oratore è Verdiglione le cose che lui afferma sono assolutamente discutibili ma sono dette con molta forza per cui sembrano assolutamente vere, un altro grande oratore sempre in ambito psicanalitico fu Lacan, Freud non l’ho mai sentito però può darsi che avesse la stessa forza (…) in alcuni casi è importante se si vuole diffondere un pensiero come in questo caso, se invece lo vogliamo affidare ai posteri… (…) comunque se si vuole diffondere un pensiero occorre la pubblicità….l’elocutio fa parte della pubblicità oppure se si vuole affidare il proprio discorso ai posteri sono sicuro che fra 50.000 anni gli umani penseranno in questo modo però già sta sera non mi sento bene, per accelerare i tempi occorre intervenire in un modo un po’ più deciso… (…) molto efficace ma un po’ pericoloso è quello di costruire un’altra realtà e fare in modo che gli astanti ci credano e poi fare in modo di renderla falsa (…) e mostrare in atto come funziona (per questo io la ponevo come questione analitica) si può fare mostrare ad esempio come internet ultimamente visto che tra l’altro sono molto attenti a queste cose come internet costituisca di fatto l’unica, l’unico modo per accedere ad informazioni che altrimenti le istituzioni negano e persuadere di una cosa del genere dimostrando che un canale che adesso cercano di monopolizzare in qualche modo, di metterci sopra le mani ma rimane l’unico modo che gli umani hanno per potere comunicare tra loro e per potere passare informazioni che non siano quelle governative e su questo moltissimi e soprattutto i “no global” sono immediatamente persuasi di una cosa del genere e mostrare invece che le informazioni che passano su internet non si mettono da sole in rete c’è qualcuno che ce le mette, chi e perché? Per mostrare una realtà, bene! È verificabile? No esattamente come quell’altra, nessuna delle due è verificabile e pertanto se io ne accolgo una è soltanto per una questione sentimentale, e cioè sono portato, mi piace di più pensare così ma di fatto non posso verificare né l’una cosa né l’altra e quindi hanno lo stesso valore di verità…semplice però abbastanza efficace io non posso verificare un’informazione che trovo lì dentro, non ho nessun modo per farlo, questione a cui non tutti pensano. Ci sono tante informazioni certo anche la televisione fornisce tante informazioni… (…) sono libere ma non verificabili (…) certo il fatto che non siano verificabili le pone già in un altro modo. È noto che molti virus venivano messi e forse ancora adesso nei computer, venivano messi in alcuni crac per piratare dei programmi dagli stessi programmatori che hanno fatto quei programmi, ad esempio (cosa serviva compiere questa operazione?) a bloccare la pirateria informatica, perché se io metto in circolazione un programma che serve a sbloccare il blocco che ho messo nel mio programma perché non possa essere piratato, se dentro ci metto il virus ecco che dissuado eventuali fruitori dal crack, sì e invece l’incontro con questi ragazzi avverrà venerdì prossimo… va bene allora due cose: 1° avere ben chiaro qual è l’obiettivo che volete ottenere, 2° come raggiungerlo, dovrebbe pilotare anche un’analisi… sì poi la riflessione che sta ancora al di qua quando mi sono posto un obiettivo perché quello, ovviamente, altrimenti posso pormi l’obiettivo di creare dei credenti in dio , però ovviamente c’è stata a monte una riflessione sul perché, su questo si potrà dire meglio la volta prossima riprendendo la questione della tecnica.