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5-11-2008

 

Qualcuno ha pensato alle cose che abbiamo dette mercoledì scorso? Cioè applicare quella struttura ad una conferenza per esempio, come adattarla, come costruirla, qualcuno ha pensato a questo?

Intervento:  sì, appunto psicanalisi come soluzione di un problema poi in definitiva …

Ma come organizzare il tutto in termini retorici? Perché è questa la questione. Bene, allora diciamolo: dunque l’esordio, l’esordio come si costruisce? Può esserci una modalità che è quella di evitare, se la cosa ci interessa, che le persone si arrocchino su alcune posizioni che sono sempre le stesse, e cioè che la realtà è diversa dal linguaggio, che il linguaggio non è tutto etc., allora l’esordio, un po’ come ho accennato ieri, si può avviare mostrando che la priorità del linguaggio è questione antica, sempre praticata dagli umani, con due figure retoriche: una è l’auctoritas e l’altra è l’enumerazione. Dunque l’auctoritas, cioè persone che hanno detto cose del genere e cioè che il linguaggio è prioritario, che le parole hanno un potere assoluto sugli umani e che possono volgere il discorso a vantaggio oppure a svantaggio, le può far diventare belle, brutte, tragiche o divertenti. Le parole fanno questo e quindi citare per esempio, Demostene, Gorgia, Aristotele, Cicerone se volete invece i più recenti, a seconda del pubblico naturalmente potete citare Austin, Toulmin, Wittgenstein, e mettendoli in numero notevole. Tutte queste persone che godono dell’autorità ufficialmente e universalmente riconosciuta hanno detto, naturalmente si usa un artificio retorico nel senso che il fatto che queste persone abbiano dette alcune cose non significa affatto che abbiano detto quello che vogliamo noi né sono un garanzia di niente, però retoricamente funziona, per esempio Stefania si opporrebbe a quello che ha detto Aristotele?

Intervento: quando lei dice la priorità del linguaggio …

Parlo dell’importanza del linguaggio su qualunque altra cosa, in questo senso priorità quindi a questo punto voi cosa fate esattamente? Spiegate al pubblico che gli antichi o anche i recenti se preferite hanno posto la questione in modo tale per cui è evidente, già se ne sono accorti loro che erano i migliori, che le cose stanno così e cioè che il linguaggio è prioritario nel senso che viene prima di ogni altra cosa e che è assolutamente importante presso gli umani. Ora, stabilita una cosa del genere avete intanto messo a vostro vantaggio il fatto che poche persone a quel punto tireranno fuori le solite questioni cioè si arroccheranno sulle loro posizioni perché gli avrete mostrato che gli antichi, i migliori, hanno detto questo quindi è inutile adesso stare a mettersi a controbattere contro Aristotele, Gorgia, Cicerone etc. Questa è l’auctoritas, poi avanzando la questione del linguaggio vi troverete nella migliore facilità di potere affermare quello che affermerete dopo. Fatto questo esordio cioè il primo passo, occorre porre le difficoltà e poi la conclusione, qual è la difficoltà? È questa: se quei grandi personaggi hanno posta la priorità del linguaggio con tanta veemenza, tanta precisione, come hanno fatto anche i Sofisti, perché dopo questa via non è stata seguita? Cosa è intervenuto? Non hanno voluto o non hanno saputo farlo? Avete due possibilità almeno, non hanno voluto, perché? I motivi per cui una persona può non volere proseguire una certa via possono essere tanti però possono essere riconducibili al fatto che seguendo questa via, e qui potete fare l’esempio dei Sofisti, si sarebbero posti contro le religioni e quindi contro la possibilità di ciascun governo, di ciascuno stato di mantenere l’ordine fra i sudditi ed è il motivo per altro, e questo può essere detto benissimo, per cui i Sofisti venivano cacciati come mestatori. Oppure non hanno saputo e quindi naturalmente se volete proteggere le vostre auctoritates allora direte che l’elaborazione che riguarda la linguistica, la filosofia del linguaggio, la logica non avevano ancora raggiunto un tale livello da consentire loro di compiere il passo successivo, se volete salvarli, se no, se volete aggredirli allora dite semplicemente che non sono stati capaci di fare il passo successivo a causa della loro incapacità teorica, filosofica, logica, avevano la soluzione a portata di mano e non sono stati capaci di trarre le conclusioni inevitabili. Ecco, questo sarebbe il drago cioè che cosa ha impedito di proseguire la linea degli antichi, dei migliori, Demostene, Gorgia, Aristotele, Cicerone. Mostrando questa difficoltà cioè che cosa ha impedito agli umani di proseguire lungo questa via, occorre già alludere alla possibilità che sia possibile proseguire lungo questa via cioè fare intravedere la meta, l’obiettivo, allora uno dei modi è quello di mostrare che già gli antichi l’avevano intravista e che poi per vari motivi non hanno colta questa soluzione, questa meta, però l’hanno intravista e se l’hanno intravista vuole dire che c’era, retoricamente funziona, logicamente non significa niente: “se l’hanno intravista allora vuol dire che c’era”, perché? Potevano essere anche dei visionari, pazzi furiosi, per esempio, oppure non vuole dire che se uno vede la madonna allora vuole dire che esiste. Tuttavia retoricamente funziona. A questo punto questo aspetto potrebbe essere importante, retoricamente si intende, e cioè il fatto che l’abbiano intravisto. Vedete, dovete costruire delle ipotiposi, cioè descrivere le cose in modo tale da farle apparire, cioè mostrare alle persone questi personaggi antichi nel loro sforzo di raggiungere questo obiettivo senza tuttavia avere gli strumenti adatti per poterlo raggiungere, erano lì a un passo, compiendo uno sforzo teorico notevole; quello di Aristotele è stato notevole per cui se lo sforzo è stato così forte allora sì certo, intravedevano questo obiettivo, ma forse era qualcosa di più che intravederlo, forse lo vedevano proprio. Mettete sempre il “forse” se volete, se no toglietelo, Gorgia, aveva visto anche lui la possibilità di giungere alla meta e cioè di affermare con assoluta certezza quello che stava incominciando a elaborare e vale a dire la potenza straordinaria della parola, del linguaggio, del discorso. Il passo successivo è quello di mostrare che effettivamente avevano visto giusto, cioè erano stati bravi, erano stati capaci di cogliere effettivamente quello che è, sono stati capaci di intendere che la realtà così come è passata nel luogo comune cioè come è passata dai Sofisti in poi, cioè una realtà religiosa, era una figura retorica, più esattamente un hýsteron próteron che comporta ovviamente un’altra figura retorica che è l’adynaton. L’hýsteron próteron comporta fare apparire prima ciò che dovrebbe apparire dopo e cioè fare apparire la realtà prima del linguaggio: “il poverin che non se n’era accorto andava combattendo ed era morto”, generalmente prima si combatte e poi muore, non si muore e poi combatte, che significa anteporre qualche cosa che logicamente va posposto. Porre la realtà come un hýsteron próteron. L’hýsteron próteron comporta un adynaton e cioè un’impossibile, infatti è impossibile che uno che è morto si metta a pugnare. Dunque la realtà come figura retorica, è questo che gli antichi stavano cercando di trasmettere e di comunicarci, poi è calata la mannaia della religione, già dai tempi dei greci, per questo motivo cacciavano i Sofisti. Sulla religione ci si può sbizzarrire, però rimane la questione che la realtà era già stata vista dagli antichi come una figura retorica e avevano visto molto bene, la realtà è una figura che serve unicamente a svolgere certi giochi, utili, pratici certo, anche il poker è utile a passare una serata con gli amici, ha una sua utilità questa cosa che si chiama realtà. Dunque una figura retorica e su questo occorre naturalmente puntare molto perché condurrà poi questa argomentazione alla conclusione che verte sul fatto che il linguaggio è effettivamente prioritario su tutto, e qui naturalmente si può fare un accenno al funzionamento, alla struttura del linguaggio però a questo punto la strada è aperta, non avete fatto altro che dire come gli antichi ci hanno aperta la strada che poi si è richiusa, si è richiusa per un rigurgito religioso che non ha voluto, che ha impedito che si potesse proseguire lungo questa via perché avrebbe comportato quella cosa che i Sofisti volevano fare e che anche Giordano Bruno ha cercata di fare: “aprire gli occhi” “svegliare le persone”, usate queste figure retoriche anche se sono obsolete e inflazionate vanno sempre bene, cioè mostrare agli umani di cosa sono fatti e come funziona il loro pensiero. Questo è un modo. È ovvio che come tutte le storie anche questa può essere costruita in infiniti modi, basta muovere da un esordio differente …

Intervento: nel mio intervento di ieri il mio intento era tenere conto delle cose che avevamo detto … acquistare il potere sui propri pensieri e dirigere la propria vita dove si vuole …

Sto parlando di una struttura generica che si può adattare a qualunque discorso …

Intervento: nell’intento c’era appunto …

Tentativo timido …

Intervento: la possibilità di immedesimarsi …

Avrebbe potuto, nel senso che mancavano artifici retorici che rendessero le cose che stava dicendo più coinvolgenti e su questo infatti occorre che ciascuno lavori, su questo aspetto retorico, prettamente retorico ...

Intervento: in che senso ancora più coinvolgenti?

Non sto parlando di comprensione, anche una dimostrazione matematica può essere comprensibile, ma non è travolgente. Ha raccontato questo ma non l’ha messo in pratica cioè non ha costruito il suo intervento tenendo conto di questa struttura, o non in modo così efficace, un conto è raccontare questa cosa e un conto è farla agire in ciò che si racconta …

Intervento: mi sfugge il come …

Prima vi ho fatto un esempio di esordio, l’esordio è importantissimo perché è quello che crea l’attesa, poi naturalmente c’è il drago che funziona un po’ come la catastasi di cui parlava sempre Aristotele, la catastasi è il momento ritardante, quello che ritarda la catastrofe, anziché arrivare immediatamente la sposta nel tempo per aumentare ancora la tensione. La prima tensione deve essere creata con l’esordio, con ciò che dicevo prima degli antichi e che può essere differente ovviamente, per esempio si può partire dalla psicanalisi, da ciò che ha fatto Freud come esordio anziché dagli antichi e dalle loro velleità. Si può partire o dal considerarlo come la premessa di qualcosa che sarebbe seguita oppure come un ostacolo: cioè Freud ha inventato la psicanalisi in un certo modo, il fatto che l’abbia inventata in un certo modo ha costituito un impedimento per un secolo, per un secolo dopo di lui gli umani si sono dati da fare cercare di spiegare cos’era l’inconscio perdendo un sacco di tempo, adesso la faccio molto breve, oppure invece prendere Freud come eroe positivo, colui che ha dato l’avvio, anche lui non avendo gli strumenti necessari però a questo punto piegando tutto ciò che Freud ha detto a ciò che noi vogliamo fargli dire secondo la migliore tradizione, e cioè la sua trilogia linguistica: l’Interpretazione dei sogni, Il motto di spirito, La psicopatologia della vita quotidiana, dove la questione del linguaggio è posta in termini assolutamente espliciti. Si tratta di costruire a tavolino delle ipotiposi, queste figure retoriche che mostrano, che fanno apparire il personaggio in modo che sembri di vederlo Freud, lì sulla sua scrivania che pensa, che si arrovella per trovare la soluzione, che non la trova e che trova un escamotage con l’inconscio, per esempio. Tenete conto che l’esordio è fondamentale, è il momento in cui si crea la tensione per tutto ciò che seguirà, se l’esordio è fiacco allora è difficile che l’attenzione si mantenga. L’esordio, come la premessa in una dimostrazione logica, è fondamentale. Gli assiomi in una dimostrazione logica sono determinanti, modifica gli assiomi e salta tutto. L’esordio è la cosa più importante lì si deve creare quella scena che poi darà l’avvio a tutto ciò che seguirà e manterrà soprattutto la tensione. Fate un esempio di esordio differente …

Intervento: partendo da Luciano Faioni …

Perché no? Percorrendo e mettendo sotto forma romanzata il percorso che abbiamo compiuto in questi ultimi vent’anni facendone un romanzo vero e proprio, un romanzo avvincente. anche questo è possibile. Dalla necessità per esempio di alcuni teorici appassionati di teorie di psicanalisi di dare un fondamento a quella che per loro in quel momento era la teoria più interessante e più efficace e più attendibile che si potesse immaginare, ad esempio quella di Freud, e quindi come lo sforzo compiuto per dimostrare la validità della teoria di Freud li abbia condotti invece su una strada differente che è quella che si è avviata dopo la domanda: “quali sono le condizioni per cui Freud ha potuto fare tutto quello che ha fatto?”. L’esordio deve essere romanzato, deve essere un racconto bello, deve essere interessante, torno a dirvi che tutto ciò che seguirà dipenderà dall’esordio, da quanto l’esordio è stato efficace, da quanta attenzione ha mossa, da quanta tensione ha sollecitata …

Intervento: in effetti basterebbe raccontare la storia dell’Associazione …

Perché no, certo, e poi si possono utilizzare vari esordi mischiandoli assieme, per esempio utilizzando una similitudine. Deve essere ricchissimo di figure retoriche, servono a questo le figure retoriche. Se avete dubbi su qualche figura retorica prendete qualunque manualetto, il Marchese, il Lausberg, il Gruppo µ, quello che vi pare. Il Marchese è didattico, didascalico, il Gruppo µ è strutturalista, Lausberg è tedesco, preciso, rigoroso, teutonico.

Intervento: …

Questa è un’altra via, per esempio può raccontarsi come la storia della verità dalle origini ai giorni nostri più romanzatamene possibile, è fattibile, ma rischia di essere meno romanzato perché la questione della verità comporta necessariamente questioni piuttosto tecniche, logiche, che potrebbero appesantire, possono essere fatte certo ma magari in seguito non nell’esordio, se mette questioni così tecniche nell’esordio rischia di perdere buona parte dell’attenzione. Occorre  trasformare ciascuna conferenza in un’orazione …

Intervento: in fondo le persone chiedono degli eroi …

E noi glieli forniamo, però occorre trovare il modo perché si accorgano che sono eroi che hanno fatto qualche cosa di eroico, se non se ne accorgono …

Intervento: abbiamo detto tante volte che se avessimo voluto costruire una religione non ci mancavano i mezzi e gli strumenti per farlo quello che abbiamo fatto è proprio continuare ad interrogare le questioni, non accontentandoci, anche là dove era difficile proseguire … voglio dire che il lato intellettuale quindi la possibilità di continuare a pensare non si è piegata di fronte ad eventuali accomodamenti per proseguire in una certa direzione, abbiamo portato sempre avanti la questione …

Intervento: prima lei ha accennato a una cosa che stavo pensando prima rispetto agli antichi … la religione cristiana dice che dio ha fatto l’uomo a sua immagine e somiglianza mentre i greci hanno fatto gli dei a loro immagine e somiglianza secondo me questo è importante come aspetto … secondo me la questione della psicanalisi può essere anche posta in termini di una sorta di superamento di una religione …

Sì, dovrebbe essere. Bisogna lavorare sull’esordio, ne costruiremo un certo numero nei giorni a venire, sempre più elaborati, sempre più retoricamente ben costruiti in modo da avere una gamma di scelta e intendere anche mano a mano sempre di più e sempre meglio come funziona un esordio, come deve essere costruito perché risulti più efficace.