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5-5-2010

 

Discussione sul testo di Elisa per la sua conferenza “Come amare le streghe”.

Occorre porre la questione di chi oggi è la strega, porre la questione anche in termini teorici: la strega come colei che questiona, interroga, che non è soddisfatta, per esempio, di ciò che la circonda, per questo motivo Freud chiamava la teoria la strega, qualcosa che continua a interrogare e anche per questo è stata accostata la strega al discorso isterico, proprio perché continua a interrogare, non è mai soddisfatto dalle risposte, continua a chiedere, ancora, ancora, ancora. Dunque occorre porre l’accento sulla psicanalisi e sulla teoria come la strega, e come una donna può riprendere in qualche modo il messaggio delle streghe continuando o meglio riproponendo un’interrogazione continua, ma interrogazione teorica, sollecitando quindi la teoria, sollecitando il pensiero, sollecitando l’intelligenza. Sarebbe interessante per esempio che una conclusione di una conferenza del genere ponga la strega come colei che incita all’intelligenza, che non lascia tranquilli, in questo senso, ma muove le persone a interrogare, a dire, a parlare, che è esattamente ciò che fa la psicanalisi in definitiva. Può anche evocare il “demone"" di Socrate, poi se vuole può citare Freud. Ciò che connette la strega alla teoria può essere proprio la seduzione: la seduzione era uno degli elementi che serviva all’inquisizione per accusare le streghe, e poi da lì parlare della seduzione facendo anche se vuole un accenno alla seduzione nel discorso isterico e quindi porre la seduzione ma non più come seduzione così come è comunemente intesa, cioè come l’artificio per attrarre qualcuno a sé, ma il praticare la seduzione intellettuale e cioè non è più qualcuno che cerca di attrarre qualcuno a sé ma qualcuno che cerca attrarre qualcuno verso l’intelligenza, che è anche più interessante fra l’altro, verso l’intelligenza anche perché se no va poco lontano.

Intervento donne che sanno amare hanno anch’esse bisogno di essere amate, perché hanno bisogno di essere amate?  /…/ Ma se la storia d’amore dovesse finire saranno sempre forti belle e non dipendenti …

Se però lei parla di bisogno già allude alla dipendenza, un bisogno comunemente si intende così, come qualcosa di irrinunciabile, però ci avverte Elisa che la seduzione non è questione solo di corpo e sesso ma è qualcosa di più “difatti per essere seducenti non basta avere un bell’aspetto ma occorre completarlo con una spiccata intelligenza ed eleganza”. Ecco, quindi Elisa lavori su questa questione della strega come teoria …

Intervento: voler essere amata?

Può anche essere piacevole in qualche circostanza …

Intervento: l’intelligenza contrapposta all’atto di fede … mi piaceva questo accostamento del credere a priori …

Sì certo, certamente e quindi come si può amare una strega?

Intervento: Il fatto di venire sedotti viene visto sia come eccitante ma anche come qualcosa che spaventa perché il potere e il controllo sono nelle mani della donna. La donna è consapevole di questo spesso viene sentito l’unico potere che una donna ha per questo il corpo è così osannato …

È una fantasia femminile questa che anche l’uomo sia spaventato dall’essere sedotto e dal fatto che sia la donna a controllare il gioco, non è esattamente così …

Intervento: sta all’uomo …

Sì, accogliere la donna come interlocutrice, cosa che generalmente non avviene, in genere, non sempre naturalmente. Il fatto che spesso la donna non venga accolta come interlocutrice dipende proprio da ciò che in qualche modo lei ha messo in questo testo tra le righe, e cioè il gioco di poteri, adesso le spiego quali sono le fantasie più comuni: la fanciulla seduce il fanciullo, a questo punto la fanciulla si accorge di avere del potere sul fanciullo, lo sente suo. Ora il fanciullo cosa fa? Accoglie, anzi si fa controllare e gestire dalla fanciulla più o meno consapevolmente ma è una cosa che fa piacere al fanciullo, perché se è lui che decide di attribuire il potere alla fanciulla di gestirlo, è comunque lui che mantiene il controllo su tutto, perché ha concesso il potere. Le faccio un esempio: è come se facessero a braccio di ferro il fanciullo e la fanciulla e il fanciullo decidesse di fare vincere la fanciulla, e la fanciulla scambia questa situazione come una situazione dove effettivamente lei è più forte, e si comporta di conseguenza, quindi il fanciullino è soddisfatto da questa situazione perché lo mantiene comunque in una situazione favorevole, di colui che ha consentito a colei, che di fatto è più debole fisicamente, di avere potere su di lui, la fanciulla invece si perde un passaggio e pensa di avere veramente questo potere che invece lui le ha concesso. È chiaro che tutto questo si mantiene in un equilibrio molto instabile, basta che accada un nonnulla, che la fanciulla incominci a pretendere qualche cosa e cioè dia l’impressione al fanciullo di essere lei effettivamente ad essere più forte che a quel punto l’equilibrio si rompe, perché succede? Perché il fanciullino incomincia a sentirsi pressato da richieste da parte di una persona che teoricamente non dovrebbe fare tutte queste richieste, dovrebbe starsene al suo posto dove lui immagina di averla collocata, una posizione di inferiorità di forze, diciamo così, e quindi è da quel momento che incominciano i problemi generalmente a meno che, in casi particolarissimi, dove per esempio ci sia nella fanciulla una struttura isterica, nel fanciullo una struttura ossessiva, allora la cosa può reggere anche per un po’ di tempo perché l’ossessivo ama essere comandato e schiacciato, c’è un godimento in questa operazione alla quale la fanciulla isterica provvede a piene mani e quindi si crea una sorta di equilibrio, per altro anche questo abbastanza instabile. Questo equivoco che si crea in questa sorta di gioco di ruoli di potere, è la cosa che il più delle volte determina l’inizio della fine di una relazione, perché o il fanciullo si stufa di essere pressato con continue richieste alle quali non solo non può il più delle volte, ma nemmeno vuole soddisfare perché non vuole che questo potere, che lui ha sempre pensato di avere, cessi, si dissolva: così come la fanciulla non tollera di essere nella mani dell’altro, di fare tutto quello che l’altro vuole allo stesso modo anche dall’altra parte funziona alla stessa maniera …

Intervento: perché non cercare un compromesso?

È difficile trovare compromessi quando si tratta di fantasie che pilotano la persona, anche perché per la quasi totalità degli umani avere potere sull’altro non è una questione da poco ma è una questione di vita o di morte, e quindi non deroga, non transige, non vuole a perdere quel poco di potere che suppone, che crede, che spera, che immagina di avere. Quando la fanciulla si accorge che mano a mano che passa il tempo il potere sull’uomo si attenua, come spesso accade, allora trova altri elementi, altre cose sulle quali cose regnare e dominare: la casa per esempio, i figli, cioè qualcosa che sia assolutamente suo e che le dia l’autorità su qualcuno. Sto dicendo come funzionano per lo più le cose, non sto enunciando delle leggi generali, ma a questo punto occorrerebbe che intervenisse la strega e cioè che questa fanciulla si trovi a provocare non tanto seduttivamente l’altro per mantenere il suo potere su di lui ma per fare in modo che lui abbia l’occasione di incontrare l’intelligenza. Certo, fare questo all’interno di una relazione così detta sentimentale è straordinariamente complicato, però se la strega ha deciso di coltivare la propria intelligenza e di praticarla giorno per giorno allora effettivamente non ha più la necessità di esercitare il potere su qualcuno …

Intervento: …

Diciamo che è uno degli aspetti importanti nella vita di una persona, direi quasi più nella vita di una donna l’aspetto sentimentale, cioè la necessità di essere amata …

Intervento: …

Però se questa fantasia sussiste ed è presente e non è intesa allora può sì spostarsi dal partner in questione ma funzionerà esattamente alla stessa maniera con altre questioni, se la fantasia è la stessa si sposta soltanto l’obiettivo ma dovrà comunque avere potere per esempio sul lavoro, fare carriera, diventare responsabile di altri ed essere comunque assolutamente, sempre nella sua fantasia, padrona di qualcuno. È questa fantasia che crea la più parte delle catastrofi degli umani di cui si sono resi responsabili negli ultimi duemila anni: la necessità di avere, di mantenere, di esercitare il potere sull’altro, di manifestarlo naturalmente. Ora noi sappiamo anche perché gli umani hanno questa fantasia, certo non basta sapere perché, perché questa fantasia si dissolva ovviamente …

Intervento: le piace il controllo, le piace rovinare la coppia mettiamo e all’altro essere succube …

QAnche qualche volta succede, piace essere succubi di una donna, sì …

Intervento: …

Non è tanto il fatto che si possa raggiungere un compromesso più o meno stabile, ma il fatto invece di intendere, di elaborare, di svolgere la questione che riguarda la persona e cioè porsi nella condizione della strega, ma non quella della strega che continua a chiedere cose e dice essere insoddisfatta di tutto ciò che la circonda, no, ma che continua a chiedere, come dicevamo prima, intelligenza, è di questo che non è mai sazia la strega, nell’accezione psicanalitica naturalmente, e quindi di parola …

Intervento: questa richiesta prima che all’esterno la immagino rivolta a sé stessi?

Lo è stata sicuramente rivolta a sé stessi per potere essere rivolta verso l’altro …

Intervento: perché altrimenti è una forma … la richiesta incessante è rivolta al proprio discorso …

Può intenderla così, la strega di fatto è lo psicanalista …

Intervento: può sembrare una questione femminile …

Dicendo che la strega è lo psicanalista stiamo dicendo che la strega è la teoria, e l’imprescindibilità della teoria, è in definitiva il linguaggio in atto, il linguaggio che agisce se stesso che è ciò che fa lo psicanalista …

Intervento: lei diceva prima che l’analista, lo psicanalista sa anche perché gli umani hanno bisogno di esercitare il potere non è che questa rappresentazione di potere esiste per bontà divina ma proprio perché gli umani sono linguaggio che sta funzionando ed è il linguaggio e quindi ciascun discorso che ha necessità di imporre la propria verità sull’altro discorso perché deve confermare la sua verità, la verità della premessa da cui il discorso prende le mosse e di concluderla, se non la impone ma accoglie un’altra verità, per esempio, contraria, ecco che interviene la contraddizione e quindi il conflitto oppure lo stallo ma deve trovare modo di proseguire a parlare e quindi …

Certo, per cui posta in questi termini la questione della strega potremmo dire che occorre che ciascuna donna diventi una strega, e diventando una strega certamente non è più gestibile, però trova la sua strada, trova la sua via che è una via intellettuale, può anche fare un riferimento a tutti i casi in cui una donna che ha mostrato una particolare e spiccata intelligenza sia sempre stata osteggiata, se non addirittura perseguitata. Occorrono molte streghe, in questa accezione naturalmente, perché con quell’altra andiamo poco lontani. Però occorre spiegare, mostrare anche in quale accezione l’intelligenza, l’intelligenza è agire il linguaggio, e non è semplice agire il linguaggio, comporta sapere costantemente e non potere non sapere perché si pensano le cose che si pensano in ciascun istante, naturalmente questo ha degli effetti e uno di questi è non avere più la necessità di dominare l’altro, di esercitare il potere, perché sa di che cosa è fatto il potere, sa che cosa muove a cercare una cosa del genere …

Intervento: ha la consapevolezza delle proprie fantasie …

Esattamente, la consapevolezza che ha acquisita lungo una pratica analitica, lì una persona si accorge delle cose che riteneva essere la realtà del mondo, di fatto sono sue fantasie cioè costruzioni del suo discorso, costruzioni alle quali si attiene scrupolosamente e rigorosamente …

Intervento: è come dire che la strega è intanto consapevole di come si costruisce il discorso, soprattutto il suo, cercasse di suscitare nell’altro una certa curiosità, una certa attenzione per dei dettagli …

Esattamente, è quello che fa uno psicanalista …

Intervento: …

La questione è un po’ più complessa Elisa, ma in ogni caso non c’è la possibilità di procedere lungo l’analisi se si instaura una fantasia di familiarità e di complicità tali per cui la persona, una delle due persone cessa di parlare, nel senso che molte cose ritiene di non doverle più dire perché l’altra persona le sa, le conosce perché magari vivono insieme, quindi non c’è più l’occasione di parlare e di interrogare certe cose perché si ritengono sapute, si ritengono comuni, a questo punto non c’è più analisi.