INDIETRO

 

 

4 novembre 2020

 

Accade solo ciò che è da sempre accaduto? Vorrei raccontarvi un’idea che mi è passata per la mente qualche giorno fa e che riguarda la situazione attuale, non solo in Italia ma in tutto il pianeta. Questa idea era sorta da una domanda: è possibile intendere ciò che sta accadendo? La risposta che mi è venuta d’acchito è: no, perché ci sono troppe variabili che intervengono. Ma la riflessione è poi proseguita. Mi sono domandato: se gli umani pensano sempre alla stessa maniera, nel senso che sono mossi dalla volontà di potenza e hanno questo obiettivo necessariamente, allora non è difficile fare questa connessione, e cioè che ciò che sta accadendo oggi è ciò che è sempre accaduto. È il famoso eterno ritorno delle cose passate, che non è che ritornino propriamente perché non sono mai andate via, sono sempre state qui. Tutto ciò che ha determinato ciò che è accaduto prima continua a determinare ciò che accade oggi, a determinarlo nel senso di muoverlo in una certa direzione, e la direzione è quella per cui ciascuno vuole il superpotenziamento, sempre e comunque. Naturalmente, la prima cosa che mi è venuta in mente è stato Il Principe di Machiavelli, che, come sapete, è un’opera importante e interessante. Machiavelli compie un’operazione che prima di lui nessuno aveva fatto, e cioè descrive una situazione politica, sociale, ecc., non per come sarebbe dovuta essere ma per come si deve mantenere. Machiavelli suggerisce al principe quali sono i modi, i mezzi, gli strumenti per mantenere il potere, nient’altro. Non gli interessa minimamente il benessere del popolo, la prosperità, nulla di tutto ciò; a lui interessa trovare i modi e i termini per mantenere il potere. Il passo successivo è questo: e se provassimo a leggere Il Principe di Machiavelli insieme con La volontà di potenza di Nietzsche? Cosa accadrebbe? Che una riflessione su ciò che sta accadendo oggi in Italia porterebbe a considerare che il governo, che abbiamo attualmente, sia di fatto il migliore governo che la repubblica abbia mai avuto. Questo governo ha avuto e ha il pregio di mostrare, in modo chiaro ed esplicito, senza infingimenti e nascondimenti, che cosa lo Stato è e, soprattutto, che cosa deve essere. Quali sono i criteri portanti, non solo di questo governo ma di qualunque governo? Prima cosa: totale disinteresse per ciò che vuole il popolo; il popolo non ha nessun valore, non conta niente, se non per foraggiare le guerre del principe e la sua corte. Anzi, il popolo va disprezzato perché non conta niente, tant’è che si ricorre a quell’antica cosa, nota come la doppia verità, posta in modo esplicito da Averroè (XIII secolo). Era un filosofo spagnolo, il quale pose questa questione: le verità sono due, di cui l’una è per l’élite, per chi governa; l’altra, per il popolo. Il popolo non deve sapere quello che sanno le élites, non lo deve sapere mai. La doppia verità è uno dei modi per mostrare quanto il popolo non conti niente, ma vada ingannato sempre e comunque, a proprio benefico. Poi, l’altro elemento importante è mantenere la paura, il terrore. Lo sapeva bene Laurent Dispot, quando scriveva la sua Machine à terreur: il potere è una macchina che va a terrore; così come le automobili vanno a benzina, il potere va a terrore. Bisogna che il popolo sia spaventato; se è spaventato non accampa pretese di sorta perché troppo occupato a pensare ai suoi malanni. Del benessere del popolo non importa nulla a nessuno; può accadere tuttavia, in certi momenti, in certi frangenti, che il popolo possa ottenere certi benefici. Pensate alla seconda rivoluzione industriale: si è incominciato a produrre una quantità sterminata di beni, ma questi beni dovevano essere venduti a qualcuno, e quindi bisognava fornire i mezzi al popolo perché potesse acquistare quei beni. Quindi, né in questo né in nessun altro caso, si è trattato di un’anima bella che avesse deciso di andare incontro agli interessi del popolo o fare il suo bene, tutt’altro, era soltanto un modo per fargli restituire i soldi che gli si davano attraverso il comprare continuamente cose. Se ci pensate bene, la struttura è molto antica, anche se non c’era ancora la rivoluzione industriale: ciascuno fa palesemente il proprio interesse. E lo Stato deve fare il proprio interesse. In questo aveva assolutamente ragione Machiavelli. Lui non ha costruito un progetto politico per riformare delle cose, per dare maggiore ricchezza o benessere al popolo; non gliene importava niente. Aveva in mente soltanto una cosa: come il principe possa mantenere il potere e difendersi dai nemici interni ed esterni. Come Ėjzenštejn fa dire a Ivan il terribile, alla fine del suo film: il primo compito dello Stato è quello di difendersi dai nemici interni ed esterni; il resto viene eventualmente dopo. In tutto ciò la volontà di potenza è sovrana, ed è ciò che è mancato a Machiavelli, il quale, non avendo letto Nietzsche che non era ancora nato, non poteva fornire l’idea portante, ciò che muove tutto questo. Lui si è accorto che ciascuno vuole il potere e mantenerlo, ma non sapeva perché; Nietzsche, invece, sì, e noi anche. Quindi, anche una cosa del genere può mostrare che cosa è sempre in gioco nello Stato, così come è in gioco in ciascuno. Ciascuno vuole mantenere a qualunque costo il suo potere, e il governo vuole mantenere il suo, costi quello che costi; non si fa problemi in questo senso.

Intervento: Pensiero unico che attraversa il pianeta… Non è mai stato così esplicito come in questi ultimi tempi…

Ci sono oggi mezzi più efficaci per diffonderlo, però, c’è sempre stato il tentativo. Basti pensare alla Chiesa, pensiero più unico di quello! Se uno non pensava quello che diceva la Chiesa veniva bruciato vivo. Tornando a Machiavelli, lui si è guardato bene dal proporre una teoria o una ideologia politica. Non è caduto nella trappola di costruire una ideologia o un’utopia, che falliscono perché non si tiene mai conto che tale ideologia o utopia si applicheranno o si sarebbero dovute applicare alle persone. Ed è questo il problema, perché le persone sono mosse apparentemente dall’ideologia, ma in realtà lo sono dalla loro volontà di potenza. L’ideologia è soltanto un supporto, momentaneo, occasionale, accidentale, ma è la volontà di potenza che fa muovere le persone. Tutto questo per dire che mi era parsa un’ipotesi divertente il fare lavorare insieme questi due testi, Il Principe di Machiavelli e La volontà di potenza di Nietzsche; e mostrare non ciò che dovrebbe essere, o ciò che potrebbe essere, ma ciò che è, ciò che è necessario sia perché funzioni così com’è. Anche Gentile fornisce qua e là qualche suggerimento. Per esempio, là dove ci descrive perché ciascuno è assolutamente convinto che quello che lui pensa sia ciò che tutti pensano o che dovrebbero pensare.

Intervento: Affinità dei termini salute e salvezza…

Questi sono gli strumenti retorici per mantenere il potere, cioè, il fare credere di essere in pericolo. Che cosa è in pericolo? Nel Medioevo era la salvezza dell’anima, in quanto la vita delle persone valeva niente; non si dava un gran peso alla vita di qualcuno, ma alla sua anima, sì, perché l’anima è immortale. Oggi non è più così e la questione si è capovolta: l’anima non preoccupa più tantissimo le persone, mentre il corpo, sì; già da un po’ di tempo, dall’estetica personale che è sorta una decina di anni fa, dalla guerra al fumo fino all’ecologia, tutte queste cose puntano alla salvezza del corpo. Rimangono comunque artifici retorici che il principe deve conoscere per potere mantenere il popolo spaventato, sempre alludendo a una salvezza che poi verrà. Questo è molto religioso: adesso soffrite, ma arriverà prima o poi il paradiso, è garantito. Sono artifici retorici, ma la questione centrale è che ciascuno, così come ciascuno Stato e ciascun governo, deve mantenere il potere a qualunque costo. Questo può apparire più evidente rispetto a uno Stato o a un governo, ma riguarda ciascuno, il modo in cui ciascuno pensa. Questo è l’aspetto che è mancato a Machiavelli. Lui è stato molto preciso rispetto al fatto che lo Stato o il governo abbiano bisogno di certe cose per mantenersi, a qualunque costo. Il passo successivo è stato Nietzsche: sì, è vero che lo Stato fa questo, ma perché lo Stato è fatto di persone, e le persone vogliono il potere. Di conseguenza, lo Stato vuole questo, perché questo è quello che vogliono le persone che sono a capo del governo, vogliono il potere. E oggi la cosa è talmente evidente, è sotto gli occhi in un modo che non si può non vedere. Al di là degli aspetti umoristici, come le passerelle dei virologi e tutto l’apparato mediatico, ecc., che fa apparire tutto questo una sorta di macchietta, però, ha questa “virtù” di mostrare in modo assolutamente evidente qual è l’unico obiettivo dello Stato.

Intervento: Ci sono forze che vanno oltre i singoli Stati…

Non pensavo allo Stato in questi termini. Possiamo pensare allo Stato come all’Unione Europea o come l’idea che i grossi gruppi finanziari hanno per potere mantenere un certo stato di cose. Non mi riferivo gli Stati nazionali.

Intervento: …

Sì. Dicevamo tempo fa della paura rispetto al terrorismo degli anni ’70-’80 e della paura di oggi rispetto al coronavirus. Quest’ultima è diversa ed è molto più grave, perché allora, negli anni ’70, c’era sì la paura dell’assassinio, ma erano assassinii mirati. Il nemico era visibile, era in carne e ossa, si poteva fermare, per es. bastava sparare per primi e si eliminava la minaccia, che era concreta, visibile, tangibile. Oggi no, la cosa è molto più sottile e più difficile da individuare. Come dicevo prima, si è passati dal fumo all’ecologia, cioè, a cose impalpabili, indimostrabili; mentre l’assassinio di qualcuno per strada, quello è invece dimostrabile, è un fatto, direbbe Gentile. In questo caso, invece, non c’è il fatto. Anche questo è un elemento interessante, e cioè che questa cosa che si è costruita è stata di fatto costruita su niente, su un qualche cosa che nessuno sa bene come funzioni, né che cosa sia, come infetti. Si sa praticamente niente, tant’è che si dicono un’infinità di cose contraddittorie tra loro.

Intervento: …

Questa epidemia, che esista oppure no, costituisce per alcuni una fonte di ricchezza inimmaginabile. Pensate a Amazon, a molte aziende informatiche di comunicazione, ecc. Come abbiamo detto, ciascuno mira al proprio interesse, al proprio superpotenziamento, in un modo o nell’altro.

Intervento: Questa epidemia non solo costituisce un’opportunità di ricchezza, ma credo che influirà molto su un cambiamento nel modo di pensare, nei costumi, ecc.

Questo è interessante. Stavo pensando alla psicoanalisi. Al punto in cui siamo possiamo dire che la psicoanalisi, così come è stata sempre intesa, è finita, non c’è più, è stata soppiantata dalla psicoterapia, dalla psicologia e dalle neuroscienze. È terminata come strumento di pensiero o come elaborazione intellettuale, così come si era posta negli anni ’70-’80, in cui aveva avuto questa connotazione per cui ebbe in effetti una grandissima espansione in quegli anni. Adesso è morta, non c’è più. La psicoanalisi è finita, però, a questo punto c’è l’opportunità di proporre altro, che tenga conto indirettamente dell’insegnamento “anche” della psicoanalisi. La portata interessante della psicoanalisi è stata di avere messo in evidenza il fatto che ciascuno parlando parla di ciò di cui dice ma anche di molto altro; cosa che, peraltro, leggiamo in Gentile, Hegel, Heidegger, Severino, in modo diverso, certo, Freud aveva un altro obiettivo, ma la questione è sempre la stessa: ciascuno parlando dice molto più di quello che crede. Questa potrebbe essere una via per rilanciare il pensiero. Come, quando e in quali termini, questo è difficile a dirsi; però, tutto questo può anche essere un’opportunità intellettuale, non solo per intendere ancora di più cosa sta accadendo, cosa è in gioco per ciascuno, in definitiva, ma per trovare il modo per cui qualcuno, che abbia voglia di farlo, possa avere gli strumenti per incominciare a pensare qualche cosa in più, un’aggiunta. Sapete come vanno queste cose, si aggiunge una cosa e poi questa cosa si combina con altre, e si propaga. Questo è l’elemento che Nietzsche aggiunge, come dicevo prima, a Machiavelli, che, vivendo nel Rinascimento, era ben lungi da tutto ciò. Però, ero partito da questa fantasia: che cosa succede se si fanno lavorare insieme questi due testi di questi due autori? Nietzsche, certo, ha colto la questione della volontà di potenza, ma non ha mai preso le mosse da ciò che accade di fatto nel mondo, non si è mai occupato un granché degli eventi del mondo che lo circondava, che è invece esattamente ciò di cui si occupava Machiavelli. È come se in un certo senso i due si integrassero, come dire: sì, certo, la politica ha questo obiettivo di mantenere il potere, costi quello che costi. Ma la politica è fatta di politici, i quali politici vogliono esattamente questo: il loro potere, costi quello che costi. È semplice, non c’è nulla di difficile in tutto ciò. Intendendo questo, si leggono con estrema facilità tutte le cose che gli umani fanno, perché è come se di colpo si spalancasse una enorme finestra che mostra qual è l’obiettivo, necessariamente – badate bene, questo è importante – necessariamente di ciascuno, che lo sappia o no, che lo voglia o no, non importa, però, va in quella direzione, cioè deve superpotenziarsi, a qualunque costo.

Intervento: A questo punto si potrebbe dire: a quanto una persona è disposta a schiavizzarsi pur di mantenere il suo potere?

Certo, questo è uno dei modi, anzi, uno dei più comuni. Farsi amico dei potenti è uno dei modi per sentirsi importanti. In tutto questo, trasversalmente, c’è un’altra questione che riguarda la scienza e la tecnica, e cioè come questi due elementi oggi partecipino indirettamente a tutto ciò. Lo è sempre stato, ma oggi in modo più evidente. Basti pensare a quanto la scienza sia nominata in questo ultimo anno, non c’è trafiletto su qualunque quotidiano che non parli di scienza: la scienza dice che…

Intervento: La scienza non ha fatto una bella figura…

La scienza non fa belle figure, non dovrebbe in teoria neanche preoccuparsi delle figure.

Intervento: …

È la doppia verità di Averroè. C’è una verità per l’élite, che sa come stanno le cose, e l’altra per il popolo, perché il popolo non deve sapere.

Intervento: La scienza non è nient’altro che uno strumento per mantenere un certo stato di cose…

Intervento: …

Se ci pensate bene, non sono altro che modi per perfezionare il principe. Però, l’obiettivo è sempre mantenere il potere a qualunque costo. Come mantenerlo? I modi cambiano, anche storicamente, a seconda delle situazioni, però, l’obiettivo è sempre quello. Potrebbero accadere anche le cose più fantascientifiche, ma l’impianto di base è lo stesso da tremila anni perché gli umani non hanno cambiato modo di pensare: il processo contro Verre di Cicerone è come il processo di Mani pulite, né più né meno. Certe cose si ripetono da sempre perché, come dice Nietzsche, sono sempre state qui, non le abbiamo mai abbandonate, e non possiamo abbandonarle perché non possiamo abbandonare la volontà di potenza, che fa muovere sempre nella stessa direzione, utilizzando strumenti, macchinari, aggeggi diversi, ideologie diverse. Ma sono dettagli, che chiaramente Machiavelli non conosceva, e che sono utili. Dettagli che potrebbero anche intendersi come artifici retorici per mantenere quella situazione: voglio il potere e lo otterrò a qualunque costo. Così era tremila anni fa e così è oggi. Quello che è mancato a Machiavelli ce lo ha messo Nietzsche, quello che è mancato a Nietzsche ce lo abbiamo messo noi. La volontà di potenza non è altro che l’agire del linguaggio, è il linguaggio stesso. Non può togliersi la volontà di potenza, però, ed è questo che in definitiva stiamo facendo, è possibile agirla anziché subirla, nel senso che, sapendo ciò che sta accadendo, è possibile giocare con questa fantasia anziché subirla e quindi metterla in scena, rappresentarla e, come diceva Gentile, fingit creditque, prima la immagini e poi ci credi davvero; credi davvero di avere ragione e, quindi, di dovere persuadere, convincere, ecc.