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4 novembre  1999

 

 

Bene, allora dobbiamo parlare della questione isterica. In che modo questiona l'isteria. La volta scorsa abbiamo accennato ad alcuni fatti forse più tipici, forse più folcloristici del discorso isterico.

Sì. Che cosa specifica la struttura del discorso isterico? Innanzi tutto un'idea. L'idea, forse vi abbiamo accennato la volta scorsa è che qualche cosa debba essere necessariamente fatta. Questo è uno dei fondamenti del discorso isterico. Che cosa non ha importanza, ma una certa cosa, una cosa x deve essere fatta, a qualunque costo immediatamente.

Il non farla produce, nel discorso isterico un disagio fortissimo e subentra, oltre ad una grandissima agitazione ed eccitazione, anche la sensazione di inutilità, nonostante questa cosa che occorre assolutamente fare possa essere assolutamente inutile, ad esempio, non ha nessuna importanza che sia utile o no, per il discorso isterico diventa uno scopo, in quel momento, della sua esistenza.

Allora, dunque, una qualunque cosa x deve essere fatta immediatamente, ma deve essere fatta perché è come se questa cosa x chiamasse il discorso isterico, cioè avvertisse questa sorta di chiamata o di necessità. Diciamo che, a differenza del discorso paranoico, non afferma la verità ma enuncia una verità che non le appartiene.

Questa verità che non le appartiene riguarda questa cosa x che imperativamente ordina che si faccia qualche cosa. Di fronte a quest'ordine che l'isteria avverte è costretta naturalmente a, non solo farlo, ma che tutti sappiano e partecipino di questa cosa. Perché questo? Intanto perché è costretta a immaginare che ci sia qualcosa che ordini di essere soddisfatta? In primo luogo potremmo considerare che questo è uno dei modi per cui l'isteria a differenza di altre strutture del discorso immagina che il discorso prosegua. Tenendo conto che, ciascuno dei discorsi che stiamo affrontando si costruisce sulla paura, chiamiamola così, che la parola si fermi. Ora, il discorso isterico teme questo in modo particolare.

Nel discorso isterico il linguaggio, mentre il discorso paranoico se ne fa padrone, il discorso isterico lo serve, per così dire. Lavora per conto terzi. La verità sta lì e io devo diffonderla, però non mi appartiene, mi costringe a fare, lo avverte in effetti quasi come una sorta d'imposizione. Cioè, non posso non fare, sono sempre affannatissimi come se corressero dietro a qualcosa, a che cosa? Ad un imperativo.

Sottrarsi a questa cosa comporterebbe sottrarsi al soddisfacimento che avverte come un desiderio altro e l'esistenza di questo altro è ciò che consente di vivere, cioè immagina che sia ciò che le consente di vivere, ma soprattutto, consente al discorso di sopravvivere.

Sì, il desiderio dell'altro è fondamentale nel discorso isterico, è una figura cardine, anche in altri discorsi, ma nel discorso isterico necessita di conoscere il desiderio dell'altro non come il discorso ossessivo, in modo da potere desiderare attraverso l'altro, no, il discorso isterico non desidera attraverso l'altro, il discorso isterico desidera in prima persona, ma deve sapere che cosa l'altro vuole laddove mette il desiderio dell'altro al posto di una necessità, al posto di quella cosa x di fronte alla quale deve assolutamente muovere.

Il desiderio dell'altro, nel discorso isterico è importante, perché spesso è una di queste cose x che mette al posto di questo imperativo, allora l'altro vuole questo allora io devo fare assolutamente questo.

Per esempio, che ne so, tipico caso: a lui gli piacciono i tagliolini al salmone, nei prossimi quaranta anni tagliolini al salmone. Saranno buoni, è vero, ma dopo quarant'anni stufano un po'.

Intervento:…

Perché il discorso ossessivo desidera attraverso l'altro, l'isteria no, non desidera mai attraverso l'altro, l'isteria si espone sempre, subito, non ama i mezzi termini, è sempre in prima fila.

Quindi questo caso è abbastanza frequente perché le persone domandano, quindi mostrano dei desideri a meno che non siano particolarmente tenaci nel discorso ossessivo se non, in qualche modo, mostrano un desiderio. L'isteria immediatamente trasforma questo desiderio dell'altro, può anche essere una presenza, immediatamente diventa un imperativo categorico, devo fare così, assolutamente. Ma, questo può essere qualunque cosa, può essere, che ne so, una cosa da mettere in ordine, devo mettere via quest'accendino, ecco, questa cosa può diventare un imperativo assoluto, per cui deve assolutamente, magari c'è una persona che sta morendo, però prima deve mettere via questa cosa.

È interessante riflettere sulla natura di questo imperativo, visto che nessuno le chiede niente, però parte in quarta, ha bisogno di essere domandata, l'isteria, chiaramente poi si lamenta subito perché non ha tempo di fare queste cose, ma la necessità di essere domandata ha un risvolto, cioè finché è domandata da qualcuno quel qualcuno la desidera se c'è un desiderio di qualcuno nei suoi confronti allora c'è qualcosa per cui muoversi, per cui esistere. Questo è tipico nel discorso isterico. Laddove avverta che nessuno la desideri c'è la depressione, è molto frequente la depressione nel discorso isterico.

Gli psichiatri chiamano questo con ciclotimia, che è come dire: lunatico.

Spesso sono raffigurazioni messe in atto dal discorso isterico, perché una persona che passa dalla depressione più profonda allo stato maniacale più eccitato, lo stato maniacale più eccitato è difficile trovarlo in un'altra struttura del discorso che non sia nel discorso isterico. Difficilmente troverete, anche il discorso paranoico può essere eccitato ma, non in modo così forte, così esagitato, questo è tipico dell'isteria. Tipico dell'isteria quando avverte che non c'è un desiderio, non c'è un qualche cosa che la desideri, può essere anche qualche cosa, non necessariamente qualcuno, qualcosa che desideri nel senso di: ecco questo accendino deve essere messo a posto, questo è un esempio di qualche cosa che la desideri e quindi immediatamente deve precipitarsi.

Quando questo non c'è o gli sembra che non ci sia, piomba nella depressione. Immediatamente la sua vita non ha più nessuno scopo, nessun senso, perché non c'è nessun accendino da mettere a posto.

Intervento:…

Fino ad un certo punto, perché, ha fatto bene a porre la questione perché stavo per arrivarci, prende il desiderio dell'altro e lo manovra. Cioè è necessario che qualcuno la desideri, il punto in cui avverte il desiderio dell'altro, immediatamente se ne appropria. Non per prenderne il posto come fa il discorso paranoico ma per dirigerlo, per manovrarlo. Per farne una cosa sua. Tempo fa si diceva che uno dei luoghi comuni del discorso isterico è che crea un Dio per abbatterlo, nel senso che prende il desiderio dell'altro e, immediatamente, svuota l'alto, l'altro diventa soltanto il supporto di un desiderio che lei utilizza per controllarlo, nel controllarlo, nel discorso isterico, non è altro che avere un qualche cosa per cui fare.

E, poi, chiaramente se l'altro si crede lui padrone del suo desiderio allora l'isteria non gioca più, perché deve mantenere questo suo possesso sul desiderio dell'altro. Controllandolo immagina che ci sia sempre un qualche cosa che desidera e, quindi, qualcosa da fare, perché questo è fondamentale, che ci sia qualcosa da fare, non c'è niente da fare. Se l'altro si rimpadronisce del proprio desiderio lo sottrae all'isteria e all'isteria questo non va giù.

Lo prende immediatamente come un abbandono, L'isteria non ha problemi ad abbandonare, contrariamente al discorso ossessivo che può metterci molti anni prima di decidersi a lasciare una persona, il discorso isterico ci mette pochi minuti.

Intervento:…

Però, dicevamo che ciascun discorso è costruito sulla necessità di porre argine alla paura che il discorso possa arrestarsi, quindi, il discorso isterico si arresta se non c'è nulla che la desidera, cioè che desiderando la costringa, come dire che il discorso in questo caso, mentre il discorso si fa padrone, il discorso isterico invece non è padrone, lo serve ma nel senso che lo controlla, il desiderio e, quindi, il linguaggio, mettiamola così, provvisoriamente, il linguaggio c'è e governa tutto, io non ho controllo sul linguaggio ma so come funziona e faccio in modo che gli altri lo sappiano. Il discorso paranoico dice: io sono padrone del linguaggio, nell'isteria no, non c'è mai questa questione, non è padrone di qualche cosa.

Il linguaggio, pertanto, prosegue se si manifesta sotto forma di desiderio nei suoi confronti.

Quindi, se non c'è questo desiderio nei suoi confronti il linguaggio si ferma e immediatamente, piomba la depressione più nera. Infatti moltissimi casi di depressione riguardano il discorso isterico.

Gli psichiatri ignorano questo, ma l'isteria è facile alla depressione. La fanciulla che era qua l'altra sera si trova evidentemente in un discorso isterico e, non a caso, parlava di depressione.

Perché hanno sempre bisogno che qualcosa la sostenga, la tenga sulla corda, è tenuta su soltanto da questo.

Intervento: dalla paura dell'inutilità.

Intervento: come se non ci fosse mai riposo.

Sì, in effetti il discorso isterico è provvisto di grande ottimismo, va sempre tutto bene, fino al punto in cui va tutto male. Tutto bene, tutto prosegue regolarmente, però è tenuta letteralmente in piedi da questa idea che ci sia qualcosa che desidera, qualcosa da fare, ha questo imperativo senza il quale è il nulla. Il discorso isterico non è in condizioni da solo di esistere, necessita dell'altro. Come nel discorso paranoico ma la funzione dell'altro è differente. Nel discorso isterico l'altro ha la funzione del desiderante, nel discorso paranoico no, è colui che deve essere addestrato, educato.

Al quale si devono spiegare come stanno le cose.

Intervento: Per entrambe queste strutture l'altro è necessario?

Sì, assolutamente. Ha una funzione essenziale in quanto è come se fosse portatore di un aspetto che è quello che consente al linguaggio di proseguire. Il discorso paranoico prosegue se c'è qualcuno a cui dirlo, il discorso isterico prosegue se c'è qualcuno che, desiderandolo, lo fa proseguire.

Possiamo anche parlare di una questione che riguarda le donne che è la maternità, nel discorso isterico. Perché l'idea che ci sia un neonato che ha bisogno di tutto, quindi desidera, e in più c'è tutto un apparato statale e istituzionale che lo supporta, fornisce al discorso isterico una carica e una giustificazione all'esistenza formidabile.

Intervento:…

Sì, si sente soprattutto utile quando c'è o qualcosa o qualcuno, in questo caso, che ha bisogno di lei. Che desidera tutto e, quindi, lei ha sempre da fare, e quindi la sua esistenza è giustificata.

In molti casi il discorso isterico produce figli per questo motivo, non sempre, ma spesso.

Intervento: C'è anche quel proverbio che dice “Non rimandare a domani le cose che puoi fare oggi”, così uno non si annoia, no?

Sì, secondo il luogo comune che diceva Cesare ci sono delle persone che si lamentano perché hanno mille cose da fare, se non ci fossero sarebbe una tragedia. Però questa lamentela è tipica di tutti i discorsi è un modo in cui non si accoglie la responsabilità, il fatto che ho necessità di questo.

Il non accogliere questa responsabilità si annuncia con “devo farlo, poverina me”.

Intervento:…

Sì, perché se potesse accogliersi questa responsabilità già il discorso cambierebbe, non sono queste cose che mi s'impongono ma sono io che ho bisogno di loro, e, allora già, c'è il contraccolpo.

Per anticipare qualcosa sulla tecnica psicanalitica nel discorso isterico che cosa vuole l'isteria? Si diceva una volta, si leggevano diverse cose sia di Lacan sia di Verdiglione, il discorso isterico vuole l'impossibile, perché vuole l'impossibile? Questo è tratto dal fatto che qualunque cosa voglia e ottenga, ciò che ha ottenuto cessa di desiderare e, quindi, immediatamente deve avere un'altra cosa che costituisca un altro imperativo per muoversi.

Vuole l'impossibile, quindi, è esattamente ciò che si diceva tempo fa, cioè portare alle estreme conseguenze la struttura del discorso, nel caso del discorso isterico questo è impossibile, bisogna fornirglielo in modo tale che rimanga impossibile, mai possibile.

Che cosa è impossibile nel discorso isterico? Il discorso dell'altro, il desiderio dell'altro. Il desiderio dell'altro che deve essere sempre presente, sempre pressante, quindi, col discorso isterico occorre che voi, nella posizione di analisti, domandiate, esigiate, continuamente, praticamente ininterrottamente, senza tregua.

Ma esigiate cose che, chiaramente, sono utili al percorso, ma esigere in questo caso che cosa, soprattutto? Visto che il discorso isterico immagina di dire una verità che non le appartiene, e dalla quale lei è esente, perché si fa solo portavoce, allora imporre anche, in modo differente dal discorso paranoico, il rigore, al discorso isterico, ma non attraverso una questione logica, ma nella condotta. Il discorso isterico, almeno nel luogo comune, è piuttosto sconclusionato, casinista.

Tutto arruffato, sempre tutto esagitato, imporre il rigore assolutamente. Anche perché questo costituisce una sorta di argine a questo suo inarrestabile, questa cascata inarrestabile di cose da fare continue, il rigore estremo, nella condotta. Il discorso isterico la logica non sa neanche cosa sia, per cui muovere in termini logici nel discorso isterico, a meno che non ci sia un percorso, altrimenti non capisce neanche di che cosa state parlando.

Intervento:…

Rigore nella condotta, cioè imporre delle condizioni precise, imporre delle cose da fare, imporre, che ne so per esempio, delle letture, imporre di fare certe cose e seguire certi corsi, certe cose, no? Come dire fare la caricatura del verso del discorso, no? Il discorso isterico immagina di essere schiacciata sempre da imperativi, che poi non esistono, noi glieli forniamo.

Intervento: Fare il suo gioco, insomma.

Sì, portandolo alle estreme conseguenze, cioè facendo in modo che sia sempre e comunque in difetto, perché se io dico a una persona di leggere sarà sempre comunque in difetto no? perché di cose da leggere ce ne sono sempre dei miliardi, è buon gioco no? dire “Ma allora non ha letto questo”...

Chiaramente questo all'interno di un'analisi, torno a dire e non mi stancherò mai di ripetere, fuori dall'analisi questo non serve assolutamente a niente. Al massimo ve la inimicate.

Sì, invece, lungo l'itinerario analitico, la persona è in altre condizioni e, quindi, dovete sfruttare questo modo, no? Perché finché si sente domandata avverte che primo: è importante, perché qualcuno la desidera, desidera qualcosa da lei; secondo, le cose che incomincia a fare ovviamente già sono importanti, è importante cominciare a leggere, cominciare a occuparsi di alcune cose, comincia a muovere anche l'intelligenza. Quanto vi dicevo serve per i primi passi di un'analisi, poi chiaramente la cosa mano a mano prende piede, non c'è più la necessità di star lì a fare delle rappresentazioni, però quello che necessita nel discorso isterico inizialmente è questo, che facciate la caricatura della sua struttura, e cioè un imperativo ma impossibile da soddisfare, perché voi desiderate sempre di più.

Intervento: Cos'è che muove nel discorso isterico oltre al disagio dell'inutilità?

La depressione, nove volte su dieci. Più o meno marcata, in genere è questo. Sì, depressione anche se non ha ancora raggiunto livelli alti, però la sensazione di essere inutile, di non avere scopo, di non trovare motivo, questo.

Quindi, l'intervento dell'analista nel discorso isterico occorre che sia non massiccio come nel discorso paranoico ma, questo sempre per i primi passi dell'analisi ovviamente, perché mano a mano che l'analisi si evolve le condizioni mutano ovviamente, il percorso analitico si svolge sempre più come conversazione intellettuale, visto che è un percorso intellettuale, però prima che diventi una cosa del genere, ecco allora lì intervenire poco e poi attenersi sempre a un atteggiamento sempre molto rigoroso, talvolta sfiora anche quasi la severità, ma sfiora senza raggiungerla mai. La necessità del discorso isterico di avvertire che l'altro non è soddisfatto, no? Se l'altro non è mai soddisfatto, mentre negli altri discorsi c'è l'abbandono, il discorso isterico no, insiste, non molla.

Deve controllare questo desiderio, deve farlo suo quindi soddisfarlo. E, quindi, fare in modo che si senta sempre un passo al di qua e in ogni caso fare sentire sempre una vicinanza. Ecco, il discorso isterico ha bisogno di sentire vicinanza, non quella distanza di cui parlavo per il discorso ossessivo, rigore non distanza, tenendo conto che si tratta di indicazioni un po' empiriche, però…

Intervento: Le figure retoriche che intervengono nel discorso dell'anoressia, quali sono? Si attengono al discorso isterico? Una anoressica si trova nel discorso isterico o ossessivo o che?

L'anoressia generalmente sembra ossessiva, che poi volge in paranoia. Un caso d'isteria in cui sia subentrata l'anoressia non l'ho mai riscontrato, Mi pare difficile che un discorso isterico possa diventare anoressico. Non lo escludo però mi sembra poco portato.

Il discorso isterico è troppo occupato col desiderio dell'altro, dal soddisfare il desiderio dell'altro. Ci vuole per l'anoressia un discorso che sia più chiuso in sè, un discorso dove si rappresenti il rifiuto questo è tipico del discorso ossessivo, la rappresentazione del rifiuto, l'isteria non rappresenta mai il rifiuto, non sa neanche cosa voglia dire. l'isterica aggredisce però aggredisce con impeto mentre il discorso paranoico aggredisce con ferocia; il discorso isterico no, magari fa più danni, però senza accorgersene. Il discorso ossessivo è più programmato. Il paranoico non fa nulla senza avere un piano prima, mentre il discorso isterico un piano non sa neanche cosa sia. È improvvisato perché qualunque cosa accade è come se, diciamola così, fosse alla ricerca dell'imperativo del momento. Quindi non può programmare niente perché può cambiare da un momento all'altro. Non programma nulla, questa è un'altra differenza fondamentale tra il discorso isterico e quello paranoico. Il paranoico programma tutto, studia giorno dopo giorno, Il discorso isterico vorrebbe ma non riesce, pensa un sacco di cose tutte contrastanti una con l'altra.

Intervento:…

L'isteria è troppo attenta al desiderio dell'altro per potere programmare qualcosa. Perché programmare qualcosa vuol dire pensare: “Adesso faccio questo”. Il discorso isterico no, si mette subito al posto dell'altro, fa subito un grande macello, cioè immagina cosa pensa lui o lei, non ha una programmazione.

Intervento: Mi viene in mente Freud, l'isteria di conversione, dove c'è questa conversione in un male fisico si evita la depressione. È il sintomo che parla da solo, che blocca la cosa. L'isteria che porta la depressione in analisi è un'isteria d'angoscia, un malessere tutto cerebrale...

Sono due percorsi da distinguere.

Sì, dicendo che rappresenta un desiderio dell'altro diciamo anche che lo può rappresentare fisicamente allora in questo caso ci sono una sorta di paralisi isteriche, andavano più di moda il secolo scorso, adesso un po' meno, queste rappresentazioni sono quelle che faceva Charcot alla Salpetriere. Oppure rappresenta l'assenza del desiderio dell'altro attraverso la depressione e se invece il desiderio dell'altro è presente, allora lo rappresenta attraverso una sorta di insoddisfacibilità del desiderio. Lo mette in atto non riuscendo a concludere niente, il desiderio è sempre insoddisfacibile, non riesce mai a soddisfare questo desiderio e lo rappresenta in questo modo, lo rappresenta nel rincorrere sempre qualche cosa

Intervento: Quindi sempre d'impotenza si tratta

Sì. Anche il discorso paranoico denuncia l'impotenza, ogni tanto si trova il contraccolpo che è violento.

Intervento: Quindi nell'isteria di conversione è abbastanza facile intendere qual'è la fantasia.

È interessante questo. Anche quando c'è la depressione il discorso isterico è comunque una sorta di rappresentazione del fatto per esempio che, nel caso di una fanciulla, che l'altro non la desidera più e mette in scena questa cosa l'assenza di desiderio, allora io non sono niente, non desidero niente solo perché l'altro non la desidera  o immagina che non la desideri più. Deve sempre comunque mettere in scena questa rappresentazione, comunque sia.

Intervento:…

Sì, il discorso ossessivo si vieta il desiderio, vietandosi il desiderio si vieta qualunque cosa. È tutto vietato. Il discorso ossessivo si vieta, si vieta qualunque cosa fino al punto di rappresentare il rifiuto da parte dell'altro.

Intervento:…

Sì il discorso ossessivo non può desiderare, costringe l'altro a desiderare, o meglio a costringerlo a desiderare. Lo costringe a fare le cose che lui desidera ma che si vieta. Allora se l'altro lo costringe, allora sono costretto...Mentre l'isteria non costringe l'altro, costringe lei. Ma il discorso isterico come ciascun altro discorso è interessante, perché sono raccolte di luoghi comuni, sono summe di tutti i luoghi comuni del discorso occidentale; tutte le superstizioni nei vari discorsi le trovate tutte, più o meno assemblati, Tutto ciò che gli umani si sono costruiti per arginare il linguaggio, per supporre di potere controllare, È una costruzione incredibile, per niente, assolutamente per niente.

Intervento:…

Sì, sì. I tic sono fondamentali nell'isteria di conversione, cioè rappresenta qualcosa che si è desiderato da lei e che non è riuscita in qualche modo a soddisfare, è rimasta una traccia, conserva una traccia. Spesso sul corpo dell'isteria ci sono tracce.

Intervento: È importante il corpo nell'isteria, tutto sommato.

Sì, si pensava che fosse una prerogativa femminile, mentre no, l'isteria come ciascun discorso...

Intervento:…

Così come è stata descritta la figura di Cristo è una figura isterica, il Dio è una figura paranoica. Però la figura di Cristo è una figura isterica, infatti l'enunciato “Prendete e mangiate questo è il mio corpo” è tipica del discorso isterico. E poi anche lui parla in nome del Padre, mica sono io che.. no è Lui.

Intervento:…

Ma lì è difficile perché in effetti si oscilla fra lui quando parla per sè, quando parla per il padre. Quando parla per il padre dice io sono la via, la verità, la vita, io sono...allora è molto più prossimo al discorso paranoico, è difficile in questo caso perché oscillano le due persone, però la sua figura è un po' come i mistici no? I mistici si trovano nel discorso isterico. S. Teresa d'Avila, S. Giovanni della Croce...

Intervento:…

Sì, la questione del corpo nel discorso isterico è fondamentale, per gli aspetti che abbiamo discusso.

Intervento: ci avviciniamo alla questione dell'omosessualità nei vari discorsi...

Sì, certo.

Intervento:…

Sì, parlo di un caso che mi è capitato sull'isteria, non di conversione ma di angoscia.

Ci vediamo martedì, buonanotte.