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RETORICA DEL PERDONO

 

4-4-2000

 

Il tema di questa sera, come taluni di voi sapranno, è Retorica del perdono. Un tema abbastanza attuale visto che va di moda ultimamente, almeno da parte di alcuni personaggi più in vista, chiedere perdono per una serie di cose. (può fare qualche nome?) certo possiamo, ma non lo faremo. Retorica del perdono perché si tratta di un’operazione retorica, ma come abbiamo già visto in qualche incontro precedente la questione centrale nel perdono cosiddetto è la responsabilità, questione centrale dal momento che il domandare perdono è né più né meno che l’assunzione della responsabilità per qualcosa che si è commesso. Ora la fortuna che ha il perdono e soprattutto il domandare perdono, deriva in buona parte dal fatto che domandando perdono di qualcosa, io sancisco con questo stesso atto che il mio operato per il quale chiedo perdono è male, nessuno chiede perdono per qualcosa di buono, di fatto non avviene generalmente, dunque accolgo che una certa azione, una certa operazione è male. Questo è fondamentale anche nel diritto dove occorre che l’imputato si penta di ciò che ha commesso, l’imputato che non riconosce ai giudici, ai magistrati nessuna autorità per giudicarlo comporta un problema giuridico, dal momento che il pentimento, un aspetto fondamentale nel diritto, se l’imputato non si pente allora sì, può venire colpito ma il colpirlo è una vendetta e la vedetta non è contemplata negli stati civili, per cui paradossalmente non potrebbe essere punito, perché per punire qualcuno questo qualcuno occorre che riconosca il suo misfatto se non lo riconosce non può essere punito, può essere ucciso, ma per vendetta …e siccome gli stati civili almeno ufficialmente non utilizzano questi sistemi, direttamente non possono colpire chi non si pente cioè chi non chiede perdono per ciò che ha fatto e quindi per chi non riconosce che la propria azione è un male. È sempre importante in qualunque istituzione, in qualunque società che sia molto chiaro che cosa è bene e che cosa è male, anzi direi che è fondamentale e fin da ragazzini si è addestrati a compiere questa operazione: distinguere ciò che è bene e ciò che è male. Dunque chi chiede perdono riconosce che la sua azione è stata malvagia ed è questo riconoscimento che è fondamentale, è fondamentale in quanto in questo modo la persona è come se accogliesse il giudizio dell’altro o la sua opinione, come se gli desse ragione in definitiva e questo è sempre importante, che qualcuno ci dia ragione….questa operazione che sta avvenendo ultimamente da parte del personaggio e cioè chiedere perdono per tutti i mali che la chiesa cattolica ha fatto in precedenza è una operazione politicamente astuta, perché se una persona chiede perdono, per qualcosa che ha combinato, se il perdono viene accordato, tutto ciò che ha fatto prima non c’è più, e pertanto non lo si può più accusare di crimini orrendi, di massacri e genocidi, tutto viene cancellato, ha chiesto perdono…in effetti uno dei problemi che la chiesa cattolica si è trovata di fronte ultimamente, è proprio la necessità di dovere giustificare le operazioni poco pulite, diciamo così, avvenute fino all’altro ieri e siccome non c’è nessun modo di giustificare una cosa del genere, almeno nella società civile, l’unica scappatoia è esattamente questa, domandare perdono, compiere questo gesto per cui una persona che chiede perdono si pone, come dire, si sottomette al potere dell’altro, il penitente colui che chiede perdono generalmente è raffigurato con la testa china, difficile che vada in giro con la testa alta, fiero e sprezzante, il penitente….in genere è a carponi, cioè si sottomette all’altro, in questo modo compie anche un’altra operazione che è fondamentale e cioè fa in modo che l’altro, chiunque sia, si senta per l’occasione forte, potente, padrone della situazione, in questo modo l’altro sentendosi forte e potente, potrà essere magnanimo, perché se china il capo e chiede perdono, l’altro sentendosi forte, non infierirà generalmente, qualche volta sì, ma generalmente no, non infierirà sulla vittima, e proprio per questo motivo perché ha già avuto ciò che gli occorre, questa sensazione di potere. Un potere illusorio, ovviamente, però far sentire l’altro importante è uno degli strumenti più forti della persuasione ed è ciò che in buona parte sta accadendo tramite la pubblicità, tramite i giornali, tramite la televisione, dare l’impressione a ciascuno di essere importante, di essere considerato, costituisce da sempre uno degli elementi della seduzione, far sentire l’altro importante, operando in questo modo si ottiene un risultato notevole e cioè che la più parte delle persone si troverà esattamente nella posizione di chi immagina di avere il potere di fronte a quell’altro umile e sottomesso e quindi sarà molto disponibile nei suoi confronti, è ovvio che le cose non andranno poi esattamente in quel senso, perché si illude qualcuno di essere forte quando non lo è forte e potente, se lo è l’operazione non funziona e quindi non lo è, non essendolo risulta dopo molto più facilmente manovrabile finché continua a sentirsi importante, è quando cessa di sentirsi importante che cominciano i problemi, esattamente come in una relazione finché ciascuno dei due si sente importante per l’altro la relazione regge, in qualche modo, ma se uno dei due non si sente più importante per l’altro cominciano i problemi, a livello sociale e politico funziona esattamente allo stesso modo perché le persone comunque pensano in questo modo, sia in privato che in pubblico e quindi qualcuno che riesce a trasmettere questa sensazione di importanza per cui la persona si sente considerata, importante come se stesse a lui prendere delle decisioni, cosa che non si verifica mai, ecco che a questo punto, sarà molto più disponibile a qualunque cosa io gli chiederò, domandare perdono si situa esattamente in questa struttura, il perdono è, così come viene utilizzato retoricamente, da verificare se in ciascun caso comunque, è una sorta di sottomissione retorica all’altro, in modo da potere avere sull’altro maggiore controllo. Se voi pensate, ne parlavamo forse l’altro incontro, alla paradossalità di ciò che sta avvenendo alla fusione delle varie religioni, una chimera ovviamente, se il mio dio è quello che dice la verità, chiunque sostenga qualunque cosa diversa dirà il falso necessariamente, non possono mettersi insieme, non possono per una questione grammaticale, logica. Nessuno rinuncia né ha alcuna intenzione di rinunciare alla priorità della sua fede rispetto a qualunque altra, se rinunciasse la sua stessa esistenza perderebbe ogni giustificazione, ciononostante questa assurdità la retorica del perdono funziona, funziona lì come funziona in moltissime altre situazioni, una persona che vi chiede perdono per qualunque cosa, generalmente vi ben dispone nei suoi confronti, il perdono serve esattamente a questo, a evitare una rappresaglia per esempio, a evitare uno scontro ma soprattutto a disporre l’altro nel modo migliore. Sia la religione che la politica hanno fatto largo uso di questo strumento, anche perché è difficile non concedere questo perdono a una persona che riconosce che è male ciò che noi stessi pensiamo che lo sia e quindi riconoscere che è bene ciò che noi stessi pensiamo che lo sia, come dicevo prima è come se ci desse ragione. Questione tutt’altro che secondaria nelle relazioni personali, ma al di là di queste considerazioni, possiamo riflettere su questo e cioè a che cosa serve esattamente e per quali altri motivi eventualmente una persona chiede perdono all’altra. Uno dei motivi oltre a quelli che abbiamo elencati è che in questo riconoscimento che compie la persona che chiede perdono, è come se rientrasse a fare parte di un gruppo di persone che pensano in un certo modo, come dire io riconosco quello che voi credete e quindi sono come voi, anziché asociale e reietto; è come una sorta di reintegrazione in un gruppo, una famiglia …quello che vi pare, questa reintegrazione ha una portata notevole nella vita sociale di molte persone perché uno dei timori maggiori dei cittadini è quello di essere isolati, di essere soli, cioè di non essere considerati, una volta, per fare in modo che i cittadini si sentissero considerati da un re o da un imperatore…chicchessia…occorreva fare cose molto impegnative e faticose, oggi con gli strumenti e con la tecnologia tutto questo è molto semplificato, basta creare un qualsiasi spot pubblicitario dove si dica "tu come tutte le persone intelligenti ti muovi in questo modo" e quindi la persona si sente immediatamente intelligente perché si muove in quel modo come fanno tutti, e se lo fanno tutti non saranno mica tutti stupidi, in questo modo il pubblicitario ha ottenuto il suo scopo e anche la persona si sente gratificata. Queste gratificazioni e cioè sentirsi importanti per qualcuno o considerate o amate a seconda delle circostanze, come vi dicevo prima sono esattamente le stesse che incontrate nella vita privata, come quella persona che chiedeva al partner di dirgli cose belle, amorevoli, e piacevoli anche se erano finte, per il solo piacere di sentirle, perché il piacere di sentirsele dire era superiore al pensiero che potessero essere false e così come ciascuno sa in cuor suo bene che qualunque casa multinazionale che produce qualunque prodotto, non è che ha inventato questo prodotto esclusivamente per lui, né il messaggio pubblicitario si rivolge a lui personalmente, nessuno sa della sua esistenza, né lo saprà mai probabilmente, tuttavia gli fa piacere sentirlo "tu sei una persona ecc… sicuramente non potrai fare a meno di questo aggeggio" esattamente così come quella persona sapeva che queste belle parole forse erano false ciononostante facevano piacere, e fanno piacere perché comunque danno l’idea della considerazione, dell’apprezzamento, dell’amore a seconda delle situazioni, ovviamente, e chiedere perdono comporta una cosa del genere per la persona a cui il perdono è domandato, si sente importante, si sente giudice in quanto può accordare oppure no il perdono che gli viene chiesto e la persona che glielo chiede si sottomette almeno apparentemente e questo fornisce una sensazione di potere alla quale difficilmente gli umani sfuggono. Ma dicevo retorica del perdono e in effetti da ciò che vado dicendo emerge che si tratta di un’operazione retorica, e ciascuna operazione retorica ha un obiettivo, ovviamente, se no la retorica non esisterebbe, l’obiettivo è sempre quello di persuadere l’altro di qualche cosa, persuaderlo in questo caso nel senso di ingraziarselo, farlo sentire importante, una volta che si sente importante diventa molto malleabile, molto maneggevole, o comunque molto più facilmente, perché una delle cose che più gli umani temono è il non essere considerati, ascoltati, amati, apprezzati ecc.. ed essendo una delle cose che maggiormente temono, diventa una delle cose che maggiormente amano quando gli vengono rivolte, insomma il perdono è uno degli strumenti di seduzione, in effetti il personaggio in questione, non sta chiedendo perdono alle altre confessioni delle quali molto probabilmente gli importa molto poco, e se potesse le sterminerebbe ma sono tutti coloro che sono più o meno non credenti, atei, "homini sanza dio" i quali muovono delle obiezioni che stavano incominciando ad essere molto imbarazzanti e cioè da alcune parti si incominciava a chiedere alla chiesa che rendesse conto di un certo numero di cosucce poco belle, diciamo così, stermini, genocidi, torture ….e quindi è un’operazione che è rivolta a tutti coloro che, diciamo laici, muovevano tali obiezioni, da questo momento in poi sarà più difficile "la chiesa ha fatto tutte queste cose?" "sì . Certo. Ma ha chiesto perdono, e quindi è come se non le avesse fatte". Il domandare perdono in alcuni casi è un’operazione politica molto abile e anche molto redditizia, operazione politica ma non soltanto a livello politico, anche a livello personale ovviamente, talvolta in una relazione tra due persone può evitare la rottura proprio perché uno dei due chiede perdono all’altro, in questo modo esattamente come è avvenuto con la chiesa tutto ciò che è avvenuto prima è come se non fosse mai stato, tale è la sensazione di potere che fornisce il domandare perdono a chi si chiede, ché questa persona è disponibile a fare qualunque cosa anche a dimenticare, a cancellare cose terribili, adesso magari in una relazione personale non ci saranno genocidi, però magari per quella persona sono cose terribili. Non sto ovviamente invitandovi a chiedere perdono, la cosa di per sé non ha nessun interesse, anche perché in effetti non riconoscendo in termini morali il bene e il male è difficile domandare perdono, perché di che cosa? per cui non domanderei nulla però rimane in ogni caso la questione che interroga…tutto avviene perché agli umani piace sentirsi importanti, se non avessero questo ghiribizzo il perdono non sortirebbe nessun effetto, assolutamente nessuno, sarebbe nulla. "chiedo perdono" e allora? "ti penti?" non cambia assolutamente niente, invece no, questi due aspetti fanno sì che il perdono sia fondamentale, l’uno l’ho appena detto, che colui che giudica cioè che accorda oppure no il perdono si sente immediatamente importante, l’altro è che la persona che lo chiede comunque riconosce, che ciò che io penso essere il male è il male, viceversa per il bene. Aspetti irresistibili questi per gli umani, mentre una persona che non riconosce che è male ciò che io penso che sia, è potenzialmente un nemico, un sovversivo, una persona sospetta, in ogni caso pericolosa, pericolosa perché non si sottomette, non accogliendo ciò che io indico con il male, può fare qualunque cosa, per questo le religioni, le religioni sono formidabili produttrici di senso in questa accezione cioè di bene e di male cioè indicano quale è il bene e quale il male e questo riesce in buona parte a fare stare tranquille le persone. Tranquille chiaramente in modo un po’ particolare, fornendo questa illusione, nella religioni dicevo forse l’altra volta, c’è sempre l’aspetto seduttivo, cioè "se farai come ti dirò allora ti voglio bene" come fanno un po’ anche le mamme "la mamma ti vuole bene se ti metti la maglietta di lana, se mangi la marmellata di prugne allora ti vuole male, la mamma non ti vuole più bene, ti abbandona" tutta una serie di catastrofi grandissime, talvolta succede così, talvolta, non sempre, però come dire questo se farai come dico io allora ti vorrò bene e quindi avrò considerazione per te, sarai importante, non sarai solo, o sola. Chiaro questo apre a una questione fondamentale cioè perché gli umani temano di essere soli, per quale motivo, ovviamente, quando sono in compagnia si ammazzano gli uni con gli altri, curioso, però…di non essere soli e quindi di non essere amati, di non essere considerati, e pertanto la ricerca continua di qualcosa o qualcuno che li faccia sentire tali. Pare che in assenza di questo, sorgano notevoli problemi, il più delle volte, non sempre ovviamente ma molto spesso….Cesare è una serata in buona parte di signore a parte lei e me…contornati da fanciulle, bene…sì

Intervento: la retorica del perdono perché ovviamente ciò che si sta facendo è male se non a certi fini, può anche bluffare , può mentire per raggiungere degli obiettivi… così non interrogandosi su ciò che è il bene e ciò che è il male cioè la premessa da cui parte tutta quest’argomentazione…

sì, scusi, se la interrompo un attimo, ma moltissime volte pur sapendo che la richiesta di perdono è una richiesta di menzogna, viene accolta lo stesso, per il solo fatto che viene formulata, curioso, sì?

Intervento: mi interrogavo su questa richiesta di perdono e su come l’altro si senta importante

Le è mai capitato di chiedere perdono? Mai negli ultimi quarant’anni? (il bene o il male non sono così netti per cui non c’è nessuna necessità ) in genere viene formulato meglio quando viene formulato in mala fede perché viene costruito meglio, fatto per benino….già

Intervento: quando invece viene formulato in buona fede chiedere perdono è prendere atto dell’errore, e dal momento in cui chiede perdono promette di non farlo più ….è vero che c’è il controllo sull’altro….però è anche vero che c’è l’impegno…un controllo (…..) sì un po’ come nella confessione, certo, poi si presenta settimanalmente e ….ricomincia di nuovo da capo…

Sì, non a questi livelli ma in ambito più ampio le escamotage sono infinite e non è più la stessa cosa di prima perché sono cambiate le condizioni, sono cambiati i termini, i sensi, poi di escamotage se ne possono inventare quante se ne vogliono, se la chiesa dovesse mai ricominciare a riaccendere i roghi, per esempio sicuramente CAMBIO CASSETTA

…..sicuramente potrebbe trovare dei buoni motivi, i buoni motivi sono quelli riconosciuti dai più, questi sono i buoni motivi, se appartengono alla minoranza invece sono cattivi motivi, non sono sufficienti, in genere funziona così

Intervento: anche se io non posso valutare esattamente gli aspetti della situazione…..(si sente pochissimo) però bisognerebbe dare spazio anche alla positività

Sì, sì io ho considerato una serie di aspetti positivi connessi con il perdono cioè la sua utilità anche quella della crescita cosiddetta può essere un’utilità (…..) sì lei diceva in una relazione uno dei due partner chiede perdono all’altro, questo diceva, potrebbe essere elemento di crescita, anche questo è un vantaggio e io non ho fatto che elencare dei vantaggi con il domandare perdono in effetti…

Intervento: ma io sentivo più l’aspetto critico

Ho parlato dei vantaggi che offre questa operazione, proprio sottolineando l’aspetto retorico di questa operazione, poi ciascuno può utilizzarla come ritiene più opportuno, in moltissimi casi ha questo utilizzo, diciamo i casi più efficaci, poi sicuramente ci sono persone che chiedono perdono e sinceramente promettono di non commettere più lo stesso reato, però anche qui rimane interessante il riconoscimento del reato, perché se una persona è in buona fede riconosce che ciò che ha fatto è male. Già questo può dare da riflettere del perché ci sia un tale riconoscimento in buona fede, come in questo caso quello della buona fede è un accoglimento di un comandamento morale cioè riconosco che questo è male, riconosco che questo è bene, certo e perché? Uno può riconoscere quello che gli pare ma adesso io ho sottolineato quello che è l’altro aspetto quello magari più in malafede, dove il perdono viene utilizzato in mala fede appunto per ottenere dei risultati magari anche ottimi, nel senso, per rimanere nel suo esempio della coppia, dei due partner anche chiedere perdono in assoluta malafede può per esempio mantenere un’unione, non è che sia disprezzabile

Intervento: anche il bambino chiede perdono e non lo fa per raggiungere ….i bambini sono proprio così, viene spontaneo essere così….bisogna distinguere io credo …si può andare incontro all’altro….lei …

Intervento: il rimorso

Sì il rimorso è connesso con il senso di colpa, il crimine commesso (………) sì certamente e questo funziona moltissimo, le persone provano spesso sensi di colpa, il senso di colpa cioè il fatto che le persone provino senso di colpa è fondamentale, se non lo provassero sarebbe un problema gravissimo, perché non sarebbero governabili. Ora come si instaura il senso di colpa? Be, la prima operazione è quella di cui dicevo all’inizio dell’addestramento a riconoscere, a distinguere il bene dal male, una volta che una persona ha distinto e sa distinguere questo allora quando farà il male ci sarà la minaccia chiaramente di abbandono, buona parte delle minacce si può ricondurre alla minaccia di abbandono e quindi al senso di colpa per avere commesso un qualche cosa, il senso di colpa è senso di colpa nei confronti dell’altro che si è offeso, non ci fosse nessuno non ci sarebbe senso di colpa, questo altro che si è offeso in quanto offeso mi abbandonerà, adesso non sempre è formulato in questi termini però molto spesso è riconducibile a una fantasia del genere e pertanto ecco il rimorso è assolutamente essenziale, come dicevo guai se le persone non provassero rimorso, già Freud diceva senza senso di colpa non c’è possibilità di governare alcunché, perché cosa vuol dire? Che senza senso di colpa non riconosce il bene e il male e se non fa questo non c’è nessun modo di controllarla di gestirla e quindi è indispensabile che ci sia perché lo stato possa proseguire. Si può discutere sulla necessità dello stato ma questo è un altro discorso…..adesso c’è Anna Maria che è da tempo che voleva intervenire

Intervento: di getto mi metto a pensare al gesto teatrale della richiesta di perdono, io mi metto nei confronti dell’altro e chiedo perdono di che? Quasi a volersi giustificare e allora pensavo a questo aspetto alla teatralità

Sì certo, sì nell’accezione che stiamo indicando il perdono è sempre perfettamente strutturale alla morale, a un ordinamento proprio perché è un riconoscimento, al di là del fatto che sia in buona o in cattiva fede è sempre comunque confacente a una morale civile, cosiddetta, da qui il successo che ha nella buona e mala sorte. L’aspetto centrale in tutto ciò rimane un elemento che forse qui è stato appena sfiorato ma abbiamo sviluppato in altri incontri quello che indicavo come addestramento a pensare in un certo modo, e siamo partiti a parlare di tal addestramento dal cominciare ad insegnare che se c’è un effetto allora c’è una causa, come ricordate tempo fa abbiamo incominciato da lì, questione fondamentale da cui muovere ché senza questo tutto il resto non funziona, bisogna credere che se c’è un effetto allora c’è necessariamente una causa, in senso ontologico anziché grammaticale, stabilito questo cioè come fondamento in una educazione allora è possibile compiere tutta una serie di passi, e a quel punto allora è possibile continuare a compiere tutti i passi successivi e le stesse nozioni di bene e di male necessitano di questo primo passo, essenziale, sul quale magari è il caso di ritornare anche nei prossimi incontri, che pare essere il fulcro di tutto l’addestramento a pensare, ciascuno pensa in effetti in questo modo, senza sapere esattamente perché, né sapere dare una ragione solida a una cosa del genere tuttavia funziona come una sorta di automatismo, come funziona come una sorta di automatismo l’idea di dovere chiedere perdono se si commette un reato, riconoscere quindi la propria colpa, una serie di automatismi che si acquisiscono fino dai primi vagiti e che in effetti sono il pilastro su cui ciascuna istituzione si regge. Ciò che stiamo facendo è togliere la terra sotto i piedi a questi pilastri, per vedere cosa succede per esempio, così per curiosità. Ci sono altri che vogliono aggiungere qualche elemento se vi è venuto in mente qualche cosa, una qualunque cosa……forse la signora ha trovato bizzarre le cose che ha ascoltate?

Intervento: non tanto…

Come dicevo prima, quando uno riceve la ragione si sente meglio, ha sempre comportato e immagina così di essere sulla strada giusta mentre non è così automatico, come dire i nove decimi degli abitanti del pianeta sono religiosi e quindi è bene essere religiosi, non è che ci sono tanti a pensare in un certo modo e allora …non significa assolutamente niente, vero Cesare? Nessun altro vuole aggiungere qualcosa intorno a come funzionano alcune fantasie mosse da alcuni modi di pensare? poi stiamo parlando di questo ultimamente, come funzionano le fantasie negli umani mosse da un modo particolare di pensare le cose e se si pensa in un modo c’è una certa fantasia, se si pensa in un altro c’è un’altra fantasia, così è. Cioè se una persona è un fervente cattolico penserà che se muore in peccato mortale andrà all’inferno e quindi si muoverà di conseguenza, se una persona non pensa una cosa del genere si muoverà in un modo diverso, perché il modo in cui si pensa decide il modo in cui si agisce, delle cose che si fanno e del modo in cui le si fanno…..e parafrasando il buon vecchio Cicerone il quale diceva che meglio si parla meglio si pensa, potremmo dire "meglio si pensa e meglio si vive" per proseguire questo antico adagio, perché meglio si pensa e meglio si vive? Pensare meglio comporta avere migliori strumenti per poterlo fare e quindi non essere attratti dalla prima cosa che accade di credere vera, e quindi alleggerirsi da tutta una serie di cose che rischiano di credersi vere e quindi necessarie mentre sono assolutamente arbitrarie, e cioè potrebbe essere così ed esattamente al contrario, magari sarebbe anche la stessa cosa. Però e qui vedete, per esempio, ciò che indico come struttura del discorso religioso, cioè il discorso che per definizione nega che le cose possano essere differenti da come immagino che siano, l’esempio emblematico è quello della fede, se il papone immagina che il suo dio sia quello vero, concediamogli questo desiderio, necessariamente deve escludere che un altro sia altrettanto vero per una questione grammaticale ché se A è vero allora non A è necessariamente falso, non c’è via di uscita per cui il dio degli ebrei è necessariamente falso, e così quello degli islamici, ovviamente la stessa cosa pensano loro del dio del papa, ché non è possibile conciliare…è più facile conciliare uno iuventino con uno del torino

Intervento: forse questo…..

Questo lo sapevano da sempre che ciascuno adorava un dio….il problema non è di sapere che ci sia un dio, quale? Che ci sia un dio questo gli umani lo pensano da sempre, da quando esistono… (il buddismo è diverso dal pensiero cattolico ma c’è addirittura una ricerca uno scambio tra dottrine differenti senza dire questo dio è vero e questo è falso non c’è più questo riferimento…..sarà vero sul piano logico ma non esiste più salvo….) quello che lei elimina come un problema marginale risulta invece sempre fondamentale dopo che si è stabilito che per esempio esiste un bene. Tutti quanti sono disponibili ad affermare che il bene esiste, perché se mi do una martellata su un dito, sento male e se non me la do ecco che il bene consiste nell’assenza di questo dolore per esempio, i problemi sorgono poi quando ci si trova a definire che cosa sia bene. Così come adesso è vero che apparentemente c’è questa grande apertura ma lascia molto perplessi, perché se dovesse avvenire una cosa del genere è ovvio che un numero notevolissimo di persone perderebbero notevolissimo potere, e non hanno nessuna voglia di farlo, l’idea di un dio unico per tutti può far sorridere, come dire ciò che importa ciascuna volta è potere stabilire una propria verità e quindi un proprio modo di pensare, cercare di conciliare modi di pensare assolutamente differenti, soprattutto in ambito di fede, è arduo, così per esempio coloro che si pongono come una religione universale questa religione che immagina di inglobare tutte le religioni in effetti ha un suo credo, una sua fede, che è assolutamente differente di tutte le altre, non ci sono due fedi uguali, perché se ci fossero sarebbero una, ma diverse, sono diverse …è possibile anche se molto difficile, che si fondano insieme generalmente si scindono però….avete in mente nella storia degli umani due religioni che si siano fuse insieme? Chi è pratico di storia? Un caso in cui religioni si siano fuse insieme? Non che si siano scisse perché di quelle ce ne sono a bizzeffe, ma in cui si siano fuse due diverse, come dicono a Roma "volemose bene" non si è ancora verificato che io sappia negli ultimi tremila anni…. (forse le religioni non lo fanno però i ricercatori spirituali sì…) sì, sì, certo….sì poi come ciascuno come accade molto spesso, quando si chiede a una persona "credi, sei religioso?" "sì io credo però ho una mia credenza diversa" ma? Anche un comunista ha una sua credenza personale non è questa la questione, la questione centrale e che meriterebbe di essere discussa, e forse ne abbiamo accennato tempo fa, riguarda proprio il credere, il credere in dio o in qualunque altra cosa non ha nessuna importanza, in che cosa consiste questa necessità, a cosa serve? poi certo le varie fedi sono inconciliabili per definizione, si può anche prendere Gesù Cristo e farlo un pezzo del Budda, e prendere Maometto e fare le braccia di Cristo….un assemblaggio (…….) certamente di fronte a un pericolo ci si allea sempre (qualsiasi deve avere la propria identità per aver possibilità di scambio con gli altri) certo per esempio nell’ultima guerra i russi erano alleati con gli americani, che problema c’è? (se noi vogliamo vedere la prevaricazione) prevaricazione, ci si allea ….(…….) no, perché credere? è questo che pongo come questione, perché credere cioè a cosa serve? perché mai accade che una persona creda? Questa è la questione interessante (perché l’uomo ha bisogno di sentirsi importante e di non sentirsi solo) sì è questa la questione che ponevo e proprio su questa questione diremo nel prossimo incontro che ha come titolo "come costruire il consenso politico" politico ma non solo, certo. Allora ci vediamo tra quindici giorni, buona notte a tutti e grazie.