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26/2/2004

 

Libreria LegoLibri

 

IL GIOCO DELLA PSICANALISI

 

Intervento di Sandro Degasperi

 

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Intervento di Luciano Faioni

 

La psicanalisi è sorta in buona parte per questo: uno pensa delle cose ma non sa perché le pensa o perché le fa, immagina che qualcuno glielo sappia dire, tutto qui, non è nient’altro che questo, però come diceva prima Sandro in effetti ciascun analista si muoverà in base alla teoria che ha imparata e cioè indirizzerà la persona verso una strada anziché un’altra, perché ciò che la persona chiede in genere all’analista molte volte è di stare meglio, nient’altro, di tutto il resto gli importa poco, ma invece l’analista è sorretto dalla sua teoria e quindi è mosso dall’idea che l’analisi terminerà quando ci saranno certe condizioni, per esempio se è lacaniano con il riconoscimento della pulsione di morte nell’atto di parola, se si è formato con Verdiglione con l’identificazione con il sembiante, se è uno junghiano con il riconoscimento del fatto che esistano dei paradigmi universali con i quali ciascuno si deve conformare, se è bioniano invece con l’identificazione al super io dell’analista, che mi sembra fra tutte la più divertente. Per cui ecco la questione della terapia: qualunque cosa va bene, anche Lourdes va bene, una persona va lì e ha degli acciacchi, esce da lì e sta bene, perfetto, senza nessuna questione teorica, senza che abbia dovuto fare nulla se non andare lì e basta, naturalmente nessuno sa perché quella persona che è andata a Lourdes ed è guarita, così come nessuno saprebbe dirvi esattamente perché una persona che ha fatto un percorso analitico non ha più un certo sintomo, non ce l’ha più perché dice di non avercelo più, ma perché esattamente? Che cosa è successo? Naturalmente una persona dovrà spiegare o meglio, l’analista spiegherà che il sintomo è scomparso perché ha elaborato la questione per esempio del lutto, oppure si è identificato con il sembiante oppure ha fatto tutta una serie altre di cose a seconda della teoria con la quale si è formato l’analista, ma sia come sia la persona sta meglio, e a quella persona in fondo è questo che interessa, se qualcuno la fa stare meglio anche con un cioccolatino va bene. La questione centrale in tutto ciò è che si tratta di una sorta di conversione o di suggestione, ci sono infinite cose che sono terapeutiche, per esempio una persona che è abbattuta, depressa, triste ecc. se si innamora follemente di qualcuno ecco che guarisce all’improvviso, così un melanconico, depresso terribilissimo se per esempio gli prende fuoco la casa ecco che la sua malinconia scompare, e si dà un gran da fare per salvare la pelle, infatti durante la guerra, come già Freud rilevava, quando si è occupati a salvare la non si ha altro da pensare. Ma allora perché darsi da fare per interrogare la psicanalisi o qualunque altra cosa? Visto che tutto sommato funziona, tanto la gente non ha bisogno di nient’altro di qualcuno che dica che le cose vanno bene, magari dando qualche motivo in modo che sia più contento, la psicanalisi fa così, anche se poi è retta da teorie molto elaborate, molto sofisticate ma, come diceva molto giustamente Sandro, tutte queste teorie hanno la fondabilità e l’affidabilità di quella di Paperino, cioè nessuna, assolutamente nessuna, ciononostante funzionano. Allora la questione non è tanto quello della terapia ma porre le condizioni perché qualcuno, se ha voglia di farlo, possa incominciare a pensare, non è semplicissimo perché occorrono degli strumenti per poterlo fare, strumenti che già dalle scuole elementari vengono impediti oltre che inibiti, da sempre e non solo dalla scuola, l’educazione impedisce di pensare ma è costretta a compiere questa operazione, perché dei cittadini che si trovano a pensare in modo diverso non sono più gestibili e questo crea un problema per lo stato, per il governo in generale e la scuola, che è l’organismo che deve preparare i futuri cittadini ovviamente sa perfettamente quello che deve fare, poiché pensare è accorgersi di ciò che costituisce, diceva benissimo prima Sandro, la condizione di qualunque cosa, la condizione necessaria, senza la quale nulla sarebbe mai esistito ed è anche il potere praticare questa condizione fino alle estreme conseguenze senza fermarsi, vale a dire trovarsi a inseguire un pensiero o una causa fino alle estreme conseguenze. Pensate per esempio a ciò che fa la psicanalisi, visto che ne stiamo parlando, una persona lamenta un certo problema con il papà, ecco che allora c’è un problema con il padre e allora se è per esempio un lacaniano o viene dalla scuola di Verdiglione gli dirà che è una questione con il nome del padre, con la questione del nome, e quindi tutto ciò che ne seguirà muoverà da una cosa del genere e la persona potrà anche persuadersi che in effetti c’è dietro tutta una serie di marchingegni che a lui sfuggivano, ma che adesso che li sa va meglio, e in effetti magari va anche meglio, ma nessuno si è mai posta la questione di sapere se effettivamente le cose stanno così oppure no, e diceva ancora bene Sandro, che non gliene importa niente a nessuno e c’è una sorta di omertà generale, che riguarda i fondamenti di qualunque teoria, perché ciascuno, che sia un analista, che sia un economista, un fisico nucleare sa, se poco si sia interrogato sul suo mestiere che può fornire spiegazioni fino ad un certo punto, oltre a quel punto non può più andare, c’è come uno sbarramento, qualcosa che comincia a girare in tondo, in effetti molti che studiano che ne so? La fisica per esempio, sono anche ferventi cattolici… ci si potrebbe chiedere: ma com’è possibile? Sono la stessa cosa, c’è un punto oltre il quale mai nessuno è mai andato, oltre il quale generalmente si incontrano paradossi irresolubili, ne sono stati trovati parecchi di paradossi nel pensiero, già gli antichi li avevano rilevati i paradossi, cioè quelle proposizioni che affermano di sé di essere vere se e soltanto se è vera la contraria, e a quel punto il pensiero non può proseguire, questione bizzarra per altro, però avviene così, su che cosa dunque si sono sempre fermati gli umani? Cosa non hanno mai avuto il coraggio forse, l’ardire o la capacità di porre? Una cosa che in effetti era sotto gli occhi di tutti da sempre, è sempre stata lì, e cioè la considerazione banalissima che è il linguaggio che consente di pensare e quindi di costruire qualunque cosa e il suo contrario, che senza il linguaggio non è possibile costruire nulla: in assenza di linguaggio nulla sarebbe mai esistito, e quindi è il linguaggio, questa struttura che Sandro ha bene illustrata, una struttura che potete considerarla come una sorta di sistema operativo, qualcosa che funziona perfettamente e che consente a ciascuno di pensare, di costruire le sue storie, i suoi problemi, senza linguaggio non c’è nessun problema, né c’è alcuna possibilità che ne esista uno, né sentimenti, né sensazioni né ricordi, niente di tutto ciò. La domanda che sorge a questo punto è se tutto ciò che hanno costruito, visto che è stato costruito dal linguaggio, è vincolato al linguaggio oppure no? Verrebbe da rispondere di sì, e in effetti è così, pertanto le cosiddette nevrosi, psicosi e tutte i vari malanni di cui una persona può lamentarsi, non possono essere stati costruiti da altro se non dal linguaggio, e se noi sappiamo perfettamente come funziona il linguaggio allora sappiamo come quella persona necessariamente pensa, e se sappiamo come pensa allora possiamo spiegarglielo e se quella persona sa come pensa allora non può più pensare nel modo in cui pensava prima. Quando una persona viene a sapere qualcosa di determinante rispetto al modo in cui pensava cessa di pensare nel modo precedente, faccio un esempio banalissimo: supponiamo che una fanciulla scopra il suo uomo che la tradisce, da quel momento tutto ciò che lui le ha detto prima, negli anni precedenti, cambia di senso, cambia di valore, è tutto diverso, perché? Eppure abbiamo inserito semplicemente un piccolissimo elemento, ma quell’elemento ha cambiato tutto e da quel momento ha funzione retroattiva, tutta la storia, tutto il passato viene modificato, come dire che non può più vedere, considerare le cose, in questo caso limitate a un settore certo, allo stesso modo, non lo può più fare, per una questione grammaticale che attiene al linguaggio come sappiamo, e cioè per il fatto semplicissimo che non posso credere vero ciò che so essere falso, non lo posso fare, si escludono a vicenda. Ecco perché se una persona, una qualunque persona, ha l’occasione di sapere come funziona il linguaggio e cioè il modo in cui pensa allora tutto diventa straordinariamente chiaro e straordinariamente semplice, ecco perché andiamo avanti in questo lavoro. Non perché siamo dei filantropi, ma perché ci interessa vedere cosa succede, in effetti questo pensiero è sorto per una pura curiosità teorica, non c’era nessuna aspettativa particolare, è un po’ come quelle persone che hanno cominciato a interrogarsi sulla struttura dell’atomo, poi hanno inventato la bomba atomica, ma prima era soltanto una ricerca teorica, qualcosa del genere. Ci siamo accorti ad un certo punto della straordinaria potenzialità di una cosa del genere, che dal momento in cui una persona incomincia a sapere come pensa e quindi comincia a sapere come funziona il linguaggio di conseguenza da quel momento tutto diventa straordinariamente semplice, e questo ci è parso avere qualche vantaggio, per ciascuno…

Intervento: un po’ come i ragazzini quando giocano, ad un certo punto vogliono vedere come è fatto il giocattolo, è successa la stessa cosa anche a noi, il nostro giocattolo era la psicanalisi e abbiamo voluto vedere cosa c’era dentro, il fatto è come anche per i ragazzini il giocatolo poi non è più utilizzabile… la stessa cosa è successa a noi, abbiamo rotto tutto e adesso dobbiamo cambiare il gioco.

Intervento: sono andata a curiosare nel vostro sito e mi chiedevo questo: questa associazione fate degli incontri? Io non ho trovato nessun annuncio

Nella pagina delle attività e comunque ogni martedì alle 21 nella sede dell’associazione, in via Grassi 10 facciamo un corso teorico di formazione e di elaborazione teorica, tutte le cose che abbiamo costruite, inventate e diciamo qui vengono dal corso, per cui se volete venire a trovarci una sera…

Intervento: mi intriga molto questa cosa, questa ricerca e quindi mi piacerebbe approfondirla

È un desiderio legittimo.