HOME

 

 

L’ARTE DI COSTRUIRE UNA NOTIZIA

 

21-3-2000

 

Questa sera dobbiamo dire di come si costruiscono le notizie. Questo ci interessa non tanto per una questione tecnica cioè di come vengono costruite le varie notizie nei giornali o nei telegiornali o negli spot pubblicitari, ma per il fatto che il modo in cui viene costruita una notizia è lo stesso per cui ciascuno si costruisce un’opinione o una credenza o una certezza, come dire che c’è qualcosa di molto simile in questa struttura. Sul come avviene che una qualunque cosa sia intesa, pensata, creduta ecc. questo si è detto già dai tempi di Aristotele, già nei Topici, per esempio, quando indagava sul come costruire una notizia o una testimonianza o un racconto di qualunque cosa non ha importanza, e come sapete bene, una notizia o qualunque altra cosa occorre che sia innanzi tutto verosimile, verosimile si intende simile al vero generalmente e cioè qualcosa che potrebbe esserlo, qualcosa che comunque è configurata in un certo modo per cui la prossimità con ciò che si crede o si ritiene vero è molto marcata. Perché è verosimile una notizia? Perché deve essere verosimile? Perché costruita in modo da essere creduta conterrà tutti quegli elementi, quei criteri che fanno sì che una qualunque cosa sia più facilmente creduta vera, la stessa indicazione che veniva fornita tantissimo tempo fa per costruire una menzogna, una menzogna occorre che sia verosimile e cioè fortemente credibile, visto che è questo il suo obiettivo, essere creduta, una menzogna che è costruita per non essere creduta non ha nessuna funzione e dunque essendo costruita per essere creduta ha tutti i requisiti del caso, e cioè la verosimiglianza, la adattabilità a varie circostanze e soprattutto è costruita in modo tale da essere facilmente recepibile dal pubblico, dall’uditorio cui è rivolta. Questa tecnica antica come il mondo una volta veniva usata dai retori e adesso dai cosiddetti mass media, ma il sistema è sempre lo stesso non è mutato, si tratta in alcuni casi di fornire una informazione che produca anche qualche cos’altro, non è sufficiente che sia verosimile, che sia credibile che possa risultare interessante per qualcuno, occorre anche che produca delle sensazioni, delle emozioni in modo tale che questa notizia accompagnata da questi elementi possa soddisfare due requisiti, il primo di essere piacevole, divertente o comunque di attirare l’attenzione, e il secondo che è quello di sviare l’attenzione, cioè prima l’attrae e poi la svia. La attrae, in quanto un episodio fortemente connotato è sempre molto interessante, però proprio per questo motivo svia l’attenzione da altre cose, lo sapevano molto bene gli oratori antichi….vi dicevo che una notizia accompagnata da elementi che producono forti emozioni ottiene questo doppio risultato, il primo di interessare e divertire la persona, divertirla in vario modo anche attraverso l’angoscia, la paura ecc.….ecc.…..l’altra quello di sviarla da altre questioni. Sono note da sempre queste necessità di fare in modo che le persone siano molto interessate ma non a tutto solo ad alcune cose, quelle che voglio io ovviamente, ma la cosa più importante in tutto questo è che ciascuna volta, ciò che viene costruito, la notizia per esempio ma non soltanto, dicevo prima che il modo in cui si costruisce una notizia sia del giornale, che del telegiornale o di uno spot televisivo è la stessa, perché deve soddisfare gli stessi requisiti, le stesse richieste…ecco dicevo ciò che importa e già Aristotele notava innanzi tutto non turbare i destinatari, perché se il destinatario è turbato allora si allontanerà dalla notizia che gli viene fornita anche se magari c’è un aspetto piacevole ma se si turba si allontana, dunque occorre fare in modo che non si turbi, quando una persona non si turba? Quando ciò che ascolta gli è familiare, lo conosce e in ogni caso se c’è l’eventualità che non lo conosca allora gli si forniscono degli strumenti per interpretare il fatto, quali strumenti? È ovvio che se io desidero che una persona interpreti la notizia in un certo modo è ovvio che gli fornirò un certo tipo di strumento anziché un altro, è come vendere un prodotto, voi tutti sapete che per vendere un certo prodotto occorre che il destinatario di questo prodotto sia blandito cioè gli si mostri, adesso non so bene come funziona la pubblicità ultimamente ma negli ultimi anni si diceva che le persone cui lui tende, quelle che generalmente sono considerate ideali utilizzano quel certo prodotto, in molti casi, fare in modo cioè che il destinatario della notizia non si senta né solo né abbandonato di fronte alla notizia e quindi uno strumento interpretativo gli fa credere di avere, di possedere qualche cosa per cui ciò che viene a conoscere non gli è più estraneo perché sa bene di che cosa si tratta. Non sa assolutamente nulla ovviamente ma lo crede e questo è fondamentale, dicevo prima che la notizia occorre che sia verosimile non vera, anche perché il vero è molto soggettivo, molto personale, ma per venderla occorre che sia verosimile come la menzogna, dicevo prima la menzogna è costruita per essere creduta e quindi ha tutti i requisiti per esserlo, questo fa sì che una qualunque cosa sia accolta e qui ci agganciamo alla questione che più ci interessa, per il fatto che ciò che io acquisisco o accolgo da una parte immagino che possa essermi utile per intendere altre cose, dall’altra dà, fornisce una ulteriore conferma alle cose a cui credo. Ora ci sono anche dei sistemi, che potremmo chiamare di rottura per cui la notizia non soddisfa questi requisiti, notizia oppure lo spot, come si diceva, si può fare ovviamente ma anche in questo caso occorre che ciò che opera una sorta di rottura all’interno di ciò che la persona crede sia comunque ricondotto rapidamente in seguito a qualcosa di domestico, di familiare, ciò che produce un elemento di rottura è sempre, come ciascuno di voi sa, una sorta di spaesamento, di disorientamento, e il disorientamento è sempre molto pericoloso, sia per la persona, sia per chi ovviamente conta di gestirla in qualche modo, la persona disorientata può andare da qualunque parte e quindi è più difficilmente indirizzabile. Perché è necessario indirizzare la persona? (perché uno potrebbe anche non farlo) perché le persone sono tante essendo tante costituiscono una notevole fonte di guadagno, quattrini, per questo motivo è importante che non si smarriscano, e sappiano sempre molto bene dove devono andare, in tutto questo, come dicevo, a me interessa la prossimità tra tutte queste operazioni arcinote e il come ciascuno si costruisce una sua opinione, un po’ parafrasando quel famoso saggio di Peirce, (famoso? mica tanto) "come si costruiscono le proprie opinioni" dal momento che un’opinione personale, cosiddetta, si costruisce nello stesso modo. Che cos’è un’opinione? È ciò che una persona pensa generalmente, ciò che crede, ciò che crede vero, se una persona crede una certa cosa la crede anche vera, nessuno può credere una cosa sapendo che è assolutamente falsa, è grammaticalmente impossibile, dunque l’opinione è qualcosa di molto prossimo alla superstizione, vedete l’opinione perlopiù passa attraverso una sorta di captatio benevolentiæ, una persona dice questa è una mia opinione, come dire io credo che le cose stiano così, lasciando immaginare che ci sia uno spazio in questo ad altre opinioni e la captatio benevolentiæ dice proprio questo, però in effetti non è esattamente così, supponete che io abbia un’opinione, una qualunque non ha nessuna importanza, allora credo che le cose stiano così come penso, posso pensare che le cose siano esattamente all’opposto di come penso? No. Occorre che pensi che siano proprio così, questo ha degli effetti, perché ciò che io opino lo opino anche necessariamente vero, se no non lo opinerei, non lo crederei, il problema è che ciò che mi sono costruito come pensiero, come credenza o come superstizione, ovviamente non ha un valore di verità assoluto cioè non è necessariamente vero anche se lo posso pensare, il problema è che non lo posso provare, per questo si chiama opinione, ma è un po’ come la fede, uno occorre che ci creda senza poterlo provare, perché al momento in cui dovesse mettersi a provarlo "ciò che credo" ovviamente incontrerebbe notevolissime difficoltà, dal momento che come sapete, lo ho detto varie volte, qualunque affermazione può essere provata assolutamente vera e assolutamente falsa, occorre essere sufficientemente abili ma è possibile. Dunque un’opinione a questo punto non è nient’altro che una superstizione e sapete come funziona la superstizione? come qualunque credenza cioè utilizza quel sillogismo tronco che Aristotele chiamava entimema. Il sillogismo come sapete funziona così, c’è una premessa maggiore, una minore e una conclusione, bene, voi saltate la maggiore sottacetela apparirà come implicita senza dirsi e perché non deve essere detta? Perché se venisse formulata potrebbe accadere che qualcuno malauguratamente mi chieda conto di tale premessa, chieda cioè conto della sua verità, qui sorgerebbero problemi notevolissimi, per questo si utilizza il sistema dell’entimema, la premessa maggiore non c’è come nei proverbi e questo sbarazza di ogni problema, in questo modo si ottiene soltanto la premessa minore e una conclusione, la conclusione a questo punto appare più facilmente vera dando ad intendere che la premessa maggiore c’è da qualche parte, anche se non viene enunciata, però c’è, si dà a intendere che ci sia. Questo ha dei vantaggi, ovviamente, anche nelle opinioni cosiddette, perché nelle opinioni che io mi formo, la premessa maggiore cioè quella che dovrebbe sostenere tutto è taciuta, è taciuta ad hoc in alcuni casi, senza volerlo o senza saperlo in altri, è un po’ come avviene, come avveniva e avviene ancora oggi … o perché comunque si trova per esempio a dovere impartire degli ordini e dei comandi, si suggerisce almeno da sempre almeno da quando esistono gli umani di non motivare mai i comandi, gli ordini, se io non motivo un ordine, un comando o anche soltanto un suggerimento c’è l’eventualità che il destinatario di tutto ciò immagini che io abbia dei buoni motivi per fare una cosa del genere e può continuare a crederlo finché non me lo chiede, è dal momento in cui me lo chiede che sorgono i problemi e cioè a questo punto i motivi del mio comando vengono messi in discussione, sono richiesti di essere provati, e questo come sapete bene crea notevolissimi problemi per cui è preferibile evitare di farlo, in questo ambito ovviamente, ma anche in ambito scientifico avviene la stessa cosa in ciascun ambito in cui gli umani generalmente si cimentano dalle cose più sofisticate e mobili a quelle più umili e quotidiane, la premessa maggiore costituisce sempre un problema, e potremmo indicarla come quella domanda terribile che si può formulare in questo modo "provalo" oppure "come lo sai?" "come l’hai saputo?" è ovvio che domande di questo genere innescano una sorta di regressio ad infinitum inarrestabile per cui risulta straordinariamente arduo rispondere. Non soltanto risulta arduo rispondere che sarebbe il meno, costringe l’interlocutore o comunque il destinatario di tale messaggio a incominciare a pensare e allora anche lui può domandarsi "allora io come so un sacco di cose?" perché me l’ha detto la mamma? E lei come lo ha saputo?" e qui sorgono problemi di proporzioni enormi al punto che qualunque fonte di informazione risulta inattendibile. Voi vi ricordate del famoso quesito che si poneva Wittgenstein ponendo una questione apparentemente tanto risibile da far sorgere in effetti la questione e cioè si domandava guardando con attenzione la sua mano destra "come so che questa è la mia mano?" ….come lo sa? Perché glielo hanno detto? perché ci sono testimonianze? tutto ciò è logicamente assolutamente vano, non ha nessun conto come sapete posso fornire testimonianze a prova o al contrario in qualunque momento, dunque l’unica risposta possibile a una domanda del genere è che lo so perché questa è una regola del gioco, esattamente così come so che quattro assi, giocando a poker, valgono più di due sette, non c’è nessun altro motivo, ma la questione del sapere per quanto riguarda le proprie opinioni, le superstizioni o comunque la costruzione di un’opinione o di una notizia o comunque di qualunque altra cosa è fondamentale. Abbiamo detto in vario modo di come si costruisce un sapere attraverso degli artifici, facevamo l’esempio tempo fa proprio rispetto alle notizie del telegiornale, di come sia straordinariamente facile mostrare la stessa cosa da una parte oppure dall’altra, volete sollevare gli animi contro qualcuno che sta in Africa? È sufficiente mostrare due bimbetti sgozzati, in un lago di sangue e dire "ecco questo fanno" oppure se volete giustificare l’operato di quegli altri è sufficiente che mostriate le condizioni di povertà indicando come ciò che state facendo adesso sia in condizione di sollevare questo popolo da secoli se non millenni di fame ecc. .ecc. .. e altre storie del genere….se pensate che le proprie opinioni si formano esattamente allo stesso modo e cioè potete credere una certa cosa oppure il suo contrario indifferentemente a partire da ciò che vi conviene, vi conviene inteso qui in accezione un po’ particolare, ciò che vi conviene rispetto al modo in cui pensate alle cose che credete, ciò che in definitiva occorre che rimanga tale e quale e così si formano le opinioni politiche, religiose e qualunque altra cosa, in base a fantasie assolutamente personali, le quali poi trovano giustificazioni ma di giustificazioni se ne possono trovare a bizzeffe sia in un senso che nell’altro non è certo questo il problema, però…ora come porsi di fronte a una cosa del genere? Curioso dicevamo tempo fa del villaggio globale che si sta ponendo e soprattutto con l’accesso sempre più diffuso a Internet, la possibilità quindi di avere notizie in tempo reale da tutto il mondo e dell’assoluta inutilità di una cosa del genere per quanto riguarda la libertà personale ..primo perché in ogni caso queste notizie saranno sempre costruite da qualcuno, secondo perché è da moltissimo tempo che ciascuno con il minimo sforzo può avere un’infinità di informazioni, le ha e non per questo è cambiato assolutamente nulla almeno dagli ultimi duemila e cinquecento anni si continua a pensare esattamente nello stesso modo, non è questa la questione di fornire informazioni, le informazioni ci sono sempre state e sono sempre state costruite con i criteri di cui vi dicevo, la questione più interessante è intendere invece come ciascuno costruisce le proprie notizie come cioè qualcuno si trovi a credere non importa a che cosa ma crede a una qualunque cosa, se voi ci riflettete una cosa del genere risulta incredibilmente sorprendente anche se è molto diffusa ovviamente, pensate alle religioni sono diffuse in tutto il pianeta in un modo o nell’altro, ma ciò che sorprende è proprio questo non soltanto che delle persone credano qualunque cosa ma che esprimano o comunque abbiano tale necessità; ecco perché abbiamo cominciato a riflettere su una questione tutt’altro che semplice, tutt’altro che marginale e cioè questa "a quali condizioni è possibile credere" torno a dire non importa a che cosa, è assolutamente marginale, a quali condizioni dunque è possibile che una persona qualunque si trovi a pensare che una certa cosa o un certo qualcuno costituisca oppure dica quella cosa che gli umani cercano da sempre e cioè la verità. Il fatto è ancora più curioso se si tiene conto che ciascuno, almeno in teoria potrebbe e anche abbastanza facilmente avere, possedere e raggiungere quegli strumenti che gli consentono di cessare di fare una cosa del genere. È ovvio che occorre un minimo di flessione intorno appunto a quella cosa che gli umani cercano sempre e ciascuno in cuor suo pensa di avere trovata attraverso la propria opinione e cioè la verità. La verità almeno da quando se ne parla, sia in greco che in latino ha a che fare con qualcosa che sia necessariamente, e cioè che non potrebbe essere altrimenti, se fosse altrimenti, non sarebbe la verità, cioè ciò che è necessario che sia, il problema chiaramente è stabilire che cosa corrisponde a questo requisito. Tuttavia ecco questo costituisce molto spesso quella premessa maggiore di cui vi dicevo che si tace, perché se non la si tacesse si creerebbero notevolissimi problemi, allora la via per incominciare ad accorgersi che forse credere non è così necessario passa attraverso questo reinserimento della premessa maggiore e cioè una riflessione introno a ciò che occorre che sia necessariamente, eliminando a questo punto una quantità enorme di cose che cessano di essere necessarie e diventano arbitrarie e gratuite. Tutto ciò che voi ascoltate generalmente dalla vicina di casa o dal telegiornale ecc. è tutto assolutamente gratuito, può essere più o meno verosimile più o meno divertente ma non è in condizione di rispondere a questo requisito, a questo punto domandarsi se è una propria opinione o se la notizia che si ascolta è vera o falsa può risultare un non senso. Esattamente come chiedersi se questa è la mia mano, questa affermazione (Cambio cassetta) detto questo possiamo continuare a riflettere su l’opinione, pensate all’eventualità che ciascuno si ritrovi a riflettere se tutto ciò che crede, tutto ciò che pensa, vero o falso non ha nessuna importanza è assolutamente gratuito, e cioè non è sottoponibile a un criterio verofunzionale a meno che questo criterio verofunzionale non sia strettamente connesso a un particolarissimo gioco che si sta facendo, ecco che a questo punto, a che cosa io potrei credere? Risulterebbe molto difficile a meno che non trovi qualche cosa che risulti assolutamente necessario che sia, però a questo punto mi trovo a fare un gioco che è quello della logica che è straordinariamente rigoroso e allora per potere affermare che qualcosa è necessario che sia, occorre che formuli prove piuttosto potenti, in caso contrario ciò che affermo è nulla e cioè posso sempre costruire una proposizione che afferma esattamente il contrario e provarla vera, provarla vera sempre chiaramente all’interno di un gioco. È buffo trovarsi a credere delle cose immaginando che siano vere e cioè necessarie. È una cosa che gli umani si trovano a fare da un sacco di tempo ovviamente, ogni tanto qualcuno pone qualche obiezione però senza moltissimi risultati. Buffo perché in effetti ciascuno costruisce la propria esistenza poi in definitiva a partire da cose, per esempio da pericoli, da superstizioni, da cose che non esistono, non sono mai esistite, la più parte delle persone si muove così cioè costruisce la propria esistenza intorno a cose che di fatto non hanno nessun senso, sì, ce l’hanno per lui certo ma, lui ha costruito la propria esistenza immaginando che le cose siano assolutamente vere e quindi necessarie, e invece sono assolutamente gratuite, cosa che poi ha qualche effetto nella vita di ciascuno. Se qualcuno vuole già porre delle questioni possiamo proseguire con i vostri interventi

 

Intervento: si potrebbe costruire nel futuro…..e perlomeno costruendo nel futuro hanno una verosimiglianza diversa…proiettare nel futuro perché proiettare nel passato….

 

Sì, dipende dal gioco che si sta facendo, per esempio io posso sapere che giocando a poker con gli amici se avrò quattro assi (e gli altri no) ci sono buone probabilità che vinca, e vede la questione centrale in tutto ciò è sempre intendere qual è il gioco che si sta facendo, ora uno dei giochi che continua ad essere nonostante generalmente non lo si pensi, è un gioco che è noto come realtà al quale gioco la più parte degli umani si appella, le faccio un esempio molto banale, è vero che (cosa è successo ultimamente?) che gli americani hanno bombardato il Kossovo l’anno scorso? (non ricordo più quando è stato?) è vero oppure no? È una curiosa domanda formulata in questi termini, ciascuno è indotto a immaginarsi una scena dove si verifica una cosa del genere e quindi è indotto a dirsi "sì è vero" ha buoni motivi per pensarlo anche se magari nessuno ha sentito le bombe, supponiamo invece che le abbia viste cadere e allora affermerà che è sicuramente vero questo fatto, già, ma è un po’ come, forse è lei che pose la questione tempo fa della legge fisica se è vera o è falsa, ovviamente per rispondere a una cosa del genere occorre che ci intendiamo rispetto a ciò che ciascuno intende l’essere vero, generalmente con vero si intende un qualche cosa la cui esistenza è verificabile in un modo o nell’altro, si accolgono dei sistemi di verifica dopo di che il gioco è fatto, cioè accogliamo come criterio di verifica per esempio l’osservazione, dico uno qualunque, in alcuni casi non si può fare con l’osservazione, può essere il calcolo matematico, per esempio, la questione della relatività di Einstein non è osservabile propriamente però il calcolo numerico può confermarle la validità, dunque il sistema è questo ci si accorda su un criterio di verifica, ora ci si può accordare ovviamente su un’infinità di criteri di verifica, qualcuno potrebbe domandarsi qual è il più attendibile? L’osservazione? Per esempio per i greci l’osservazione era un criterio assolutamente inattendibile e c’è chi osserva in un modo e c’è chi osserva in un altro, c’è chi non osserva niente, può risultare non attendibile, in ogni caso anche un numero notevole di persone non costituiscono una certezza, un sacco di persone pensa di avere parlato con dio, non per questo si attesta con questa testimonianza la sua esistenza…alcuni secoli fa la fede cattolica in Europa era molto forte, e milioni di persone attestavano assolutamente anche a prezzo della loro stessa vita, di vedere dio, tuttavia questo non ha mai garantito della sua esistenza. Feyerabend si divertiva con questi giochi, secoli fa si credevano assolutamente certe, certe cose, come si poteva obiettare della loro certezza? oggi non si credono più, tutte cose fondate sull’osservazione, molti vedevano l’opera di dio in tantissime cose, o del demonio, o di qualunque altra cosa, ma non è osservabile da tutti, come posso essere sicuro che tutti osservino una certa cosa? supponiamo che qualcuno mi mostri un esperimento fisico, dice - lo vedi questo esperimento soddisfa ai criteri della scientificità cioè è riproducibile in qualunque momento e in qualunque luogo - certo ma questo che cosa prova esattamente? Posso sicuramente vedere qualche cosa, forse no, ma ciò che io vedo che cos'è esattamente? È ciò che altri vogliono che io veda? Ci si può accordare, in queste condizioni tu attesti di vedere questa cosa e va bene, la questione della premessa maggiore qui è fondamentale perché in questo caso richiederebbe un criterio assoluto di verificabilità, questo cosa comporta? Comporta che qualunque criterio io utilizzi ovviamente deve essere giustificato, perché giustifico questo criterio noto come osservazione, in base a che cosa? in questo caso la richiesta è qualcosa che sia logicamente molto potente, non che sia di dominio pubblico o che le persone pensino una certa cosa, questo per la logica non ha nessun rilievo assolutamente nessuno, occorre che questa premessa maggiore sia assolutamente e incontrovertibilmente certa e cioè che il criterio che utilizzo per verificare questa certa cosa non possa in nessun modo essere negato e allora sì, però un criterio del genere non è reperibile in questo modo, i fisici lo sanno anche loro ciò che fanno è vero chiaramente all’interno del gioco che stanno facendo, già Wittgenstein si domandava che cosa prova una dimostrazione, niente semplicemente che ci si è attenuti a dei criteri stabiliti cioè che si sono eseguiti dei passaggi in modo corretto, nient’altro che questo. In tutto ciò ovviamente il problema che si pone anche se può apparire una questione molto astratta se non addirittura astrusa, in realtà è straordinariamente pratica perché se posta in atto impedisce di credere una quantità sterminata di cose che sono necessariamente arbitrarie, cioè le si accoglie all’interno di un gioco particolare. Porsi delle questioni circa proprio questa premessa maggiore comporta inesorabilmente a incominciare a pensare in modo differente e cioè ciò che incontro, ciò stesso che mi circonda, assume un’altra connotazione, diventa diverso dal momento che so che è necessariamente arbitrario e cioè che non è necessario che sia così, che non significa nulla al di fuori del gioco in cui mi trovo, ecco che allora mi trovo a fare una serie sterminata di giochi linguistici, so perfettamente che una notizia che viene fornita in qualunque modo è un gioco linguistico con delle regole e tutta una serie di storie che lo accompagnano, ma che non ha nessun valore costrittivo, generalmente in seguito a una notizia ciò che viene enunciato può sortire qualunque riscontro, qualunque riscontro e il suo contrario, poi generalmente la notizia non ha …funziona esattamente allo stesso modo per l’educazione, per la scuola, il fatto di fornire delle informazioni circa l’agire tecnico su alcuni meccanismi è un pretesto per lo più, un pretesto per addestrare le persone a pensare in un certo modo. Se da qualche parte avviene un terremoto, il fatto che sia avvenuto un terremoto è un pretesto per fornire altre informazioni, il terremoto è solo un pretesto, non importa niente a nessuno del terremoto, tranne a quei due e tre che si trovano sotto le macerie, ma in linea di massima non ha un grande interesse allora questo interesse viene costruito affiancando a questa notizia altro che ha una sua valenza e un suo tornaconto ovviamente. Gli umani sono bizzarri cioè si interessano alle cose solo ad alcune condizioni, la principali di queste è che questa cosa produca delle emozioni, delle sensazioni allora sì interessano se no, no. Ciascuno sa che nel mondo da sempre se muore un proprio caro ci si addolora, per tutti gli altri miliardi no, perché? Perché questi altri non producono delle sensazioni, quell’altro sì, però se io riuscissi in qualche modo a produrre le stesse sensazioni ecco che creerei un depresso e un disperato perché sarebbe sempre…occupato…

 

 

Intervento: forse la notizia dei giornali o della televisione ha questa funzione di rendere enorme qualcosa che enorme non è …

 

Sì perché è essenziale per il governo, prendete per esempio il Giulio Cesare di Shakespeare … c’è una notizia è stato ammazzato Cesare, non il mio amico Cesare, ma un altro più antico, evento di per sé assolutamente irrilevante, chissà quanti ne venivano ammazzati e ancora oggi, però in questo caso la notizia che ne fornisce Bruto e quella che ne dà Antonio sono molto differenti, nel primo caso è stato eliminato un tiranno, nel secondo, trucidato un benefattore, diverso….cambia tutto ma cambia, soprattutto perché cambia? Cambia il fatto che in seguito a una certa notizia si va in una certa direzione, almeno alcune persone sono indotte ad andare in una certa direzione, se la notizia è differente vanno è in un’altra da qui l’importanza per Antonio, per esempio, di dimostrare che l’assassinio di Cesare non fu l’eliminazione di un tiranno, necessaria di un tiranno, ma l’assassinio brutale di un benefattore, di un amico, tant’è che riuscì a scatenare la rivoluzione, la guerra civile, risultato non da poco, visto che era esattamente questo che voleva ottenere. Non è possibile governare se non si pilotano le notizie, in nessun modo, come ciascun governo sa perfettamente, dai tempi di Cesare fino ad oggi, per questo, una persona che cessa di credere ciò che gli viene detto, costituisce un pericolo, una minaccia e deve essere eliminata. Almeno così è generalmente, in un modo o nell’altro, non necessariamente fisicamente. Sì …..

 

Intervento: il referente, fornire un referente per non creare squilibrio, per non creare paura però chiaramente lui può pilotare una massa di persone

 

Dipende se vuole scatenare una rivoluzione allora sì, deve creare paura e disorientamento…sono sempre d’esempio….per esempio per scatenare uno stato di polizia potentissimo, è facile basta andare in giro con una macchina armati di mitra e sparare sugli donne, vecchi e bambini nel giro di un mese c’è uno stato di polizia. Sicuro. Le persone si trovano che fanno queste operazioni qua (la questione del referente) sì una buona scuola per chi si occupa di giornalismo è leggere le arringhe di Cicerone, nel caso giudiziario lì occorre costruire una notizia cioè un evento accaduto oppure no, non ha nessuna importanza, in modo tale che la giuria, il giudice non soltanto ritenga vero, ma ci creda in modo tale da non potere pensare in altro modo, è così che si costruisce una notizia esattamente come Cicerone costruiva le sue arringhe, per esempio o altri grandi oratori, perché in quel caso c’è una verifica in atto, c’è addirittura qualcuno che cerca di smontare le sue cose, è come se uno desse una notizia e l’altro "non è vero io ho visto il contrario" e devi provarlo in modo tale che anche l’altro creda in questa cosa, ci vuole una notevole abilità oratoria.

Lei che si occupa di giornalismo che cosa dice di tutto ciò?

 

Intervento: è diverso costruire un articolo di giornale da una notizia televisiva (si sente pochissimo)

 

Sì, certo la notizia alla televisione si costruisce come si costruisce un film in cui c’è uno sceneggiatore, uno che pensa all’ambientazione, le riprese come farle o come non farle, nel giornale no, d’altra parte un rendiconto di un bilancio trasmesso per televisione potrebbe essere un po’ problematico (…..) alla televisione si dice molto rapidamente, si fa una bella zummata su Palazzo Chigi e via, oppure se si vuole dire che il rendiconto non è stato positivo per lo stato, mentre qualcuno fornisce questa informazione, si mostrano delle case in costruzione o distrutte o dei poverelli che chiedono l’elemosina …sono quei messaggi chiamiamoli "subliminali" tra virgolette (……..) vede colui che legge il giornale ed è avvertito sa bene che comunque chi ha raccolto queste notizie difficilmente ha raccolto tutti i dati che il governo ha in mano, perché non glieli fornisce, non soltanto ma di quei pochi dati di cui è venuto a conoscenza fa un uso assolutamente personale, sottolineando alcuni aspetti, un po’ come si fanno le statistiche, una volta conobbi una persona che faceva statistiche in ambito medico, nella migliore delle ipotesi queste statistiche che venivano fatte dai medici ordinari erano pilotate cioè falsate, alcune cose venivano sottolineate, altre no, per cui la statistica soddisfaceva sempre i requisiti che ci si attendeva oppure nel peggiore dei casi venivano inventati, cioè non erano mai esistiti quei casi, ecco anche nel caso del giornale, molti giornali possono rischiare di fornire notizie, per esempio bilanci inesistenti, difficile andare a verificare e poi può sempre trincerarsi dietro il caso che qualcuno ha fornito informazioni errate anche se….però in ogni caso il lettore attento sa bene che comunque i bilanci dello stato non sono di facilissima acquisizione, lo stato se ne guarda bene, lo stato dà già lui quello che vuole fornire e quello che riceve di ciò che lo stato gli ha voluto fornire farà l’uso che ritiene più opportuno e quindi ha già passato tutta una serie di filtraggi tali per cui ciò che ha sotto gli occhi, ha un interesse molto scarno. Invece l’impatto televisivo utilizza altre cose, anche lì è chiaro che uno spettatore attento sa benissimo che ciò che gli stanno dicendo non significa generalmente niente, il fatto che dicano che i bilanci del governo, dello stato, sono in attivo o in passivo non significa niente assolutamente niente, né per lui né per nessun altro, è una notizia che ha uno scopo e questo vale anche per il giornale, uno scopo pubblicitario, se io dico che il governo ha sperperato dei quattrini è chiaro che con questo do un messaggio, la prossima volta non votateli….generalmente è questo….ecco come dice giustamente usano strumenti diversi, per esempio il giornale in questo caso può utilizzare una parvenza di articolo tecnico, finanziario, la televisione no, non la può usare perché uno cambia canale dopo tre secondi, dopo un secondo di cifre è già stato lì abbastanza e mette un'altra cosa….e quindi deve giocare su altri strumenti, come dicevo le notizie al telegiornale vengono costruite come si costruisce un film, e invece il giornale è più come un romanzo, perché è diversa l’attenzione per la parola scritta e per l’immagine, il romanzo deve avvincere, anche la notizia però la struttura è diversa, è diverso scrivere un romanzo dal fare un film, non è la stessa cosa, si può riflettere anche su questo ovviamente, potremmo discutere però il film ha un altro ritmo, e poi gioca su una successione di immagini che si offrono mentre nel romanzo le immagini devono essere prodotte da chi lo legge non ci sono immagini tranne nei libri dei bambini che ci sono le figurine, ma in genere non ci sono, è il lettore che le costruisce, come dire che è il lettore che deve costruirsi, come se fosse lui a costruirsi il film, e gli si forniscono gli strumenti perché lui faccia questa operazione e se il film riesce il romanzo avrà successo…..(……………………) ho inteso, mi chiedo se però è necessario che rifletta al di là di ciò che occorre che faccia…cioè non è necessario che rifletta è sufficiente che visto il terremoto si muova in una certa direzione cioè per esempio avalli delle opere di bonifica in palazzi che sono fatiscenti oppure che dia un suo contributo, oppure per esempio come spesso avviene che si occupi del terremoto anziché del bilancio dello stato, come avviene, di molte notizie catastrofiche in realtà non importa niente a nessuno ma hanno questo utilizzo, le stesse guerre spesso hanno anche questo utilizzo un problema interno e perché le persone non stiano ad indagare troppo si fa una guerra, una delle ultime accadute pare avere anche questa utilità, come molte altre, cioè un elemento che svia l’attenzione, come se qualcuno volesse aggredirla e lei lo distrae e dice attento che arriva un camion, e quello per un istante si distrae, stessa cosa "guardate che c’è un pericolo, tenete conto che la natura…" la natura poi a seconda dei casi o è cattiva e tremenda oppure è da salvare a seconda delle opinioni, che cosa è necessario in quel momento? Mentre il giorno prima la natura è da salvare dagli umani, il giorno dopo sono gli umani che devono essere salvati dalla natura, ecco per esempio "tenete conto che siete piccolini e la natura è grande e quindi non valete niente" come dire una sorta di umiltà e quindi è inutile che alziate la testa e in questo la chiesa è stata e lo è ancora maestra, la retorica della chiesa è formidabile, va studiata soprattutto sotto questo aspetto l’aspetto retorico, tant’è che il prossimo incontro è dedicato a questo aspetto, abbiamo dato un titolo particolare si chiama "retorica del perdono" come si utilizza retoricamente, direi che per una giornalista come lei lo studio della retorica si dimostra fondamentale, è proprio il suo pane, se lei legge già i Topici di Aristotele, le arringhe di Cicerone lei trova come si costruisce una notizia, o anche soltanto nel Giulio Cesare di Shakespeare che è anche piacevole a leggersi, come cioè un qualunque cosa di per sé assolutamente irrilevante, può essere utilizzata per qualunque scopo e il suo contrario indifferentemente, senza grandi grosse difficoltà, non è difficile. Chi è il professore che l’ha mandata? (Renato Demo è il direttore della scuola di giornalismo della Stampa) cosa insegna la scuola di giornalismo? (l’esposizione…..) e insegnano anche la retorica? (….) è l’unica cosa che devono insegnare (…..) si sa bene che l’università dà un’infarinatura molto generale, ci vorrebbe proprio una vera e propria scuola di retorica, ci vogliono anni (….) posso farlo io, possiamo fondarla insieme….sì l’unica cosa che è veramente importante….lei saprebbe mentire? (….) per qualcosa che le preme. Non saprebbe costruire una menzogna ad hoc? (scritta forse sì ma nella vita non lo farò mai) perché vede se lei costruisce una menzogna la costruisce in modo tale perché sia credibile e quindi è ben fatta la menzogna è sempre molto ben costruita e questo già è una scuola, no? Per costruire qualcosa che risulti assolutamente credibile, verosimile e interessante, occorre imparare a mentire ma non utilizzare…ma perché la struttura della menzogna è di grande interesse, insegna a costruire dei discorsi così come la retorica, quello che occorrerebbe sapere fare e questo una scuola di retorica potrebbe farlo, insegnare a ciascuno a provare in modo assolutamente inconfutabile una certa tesi e poi provare in modo altrettanto inconfutabile che quella tesi è necessariamente falsa, i Gesuiti lo facevano, sì le testimonianze del loro scritto Ratio Studiorum, dove addestravano, una volta lo facevano adesso non usa più, dove addestravano gli allievi proprio a un agone di questo tipo "un agone dialettico" tu provi che una certa cosa è vera e tu provi che è falsa. Una persona sa fare queste cose e allora sa benissimo che una qualunque notizia può essere costruita in un certo modo ed esattamente al contrario, che differenza fa? nessuna. I Sofisti erano ancora più abili in tutto ciò, addirittura dicevo agli amici occorre sapere fare due cose provare in modo inconfutabile l’esistenza di dio, in modo che nessuno riesca a confutarla e questo è un bello esercizio, bisogna esercitarsi. È vero che la più parte delle persone che leggono o che vedono la televisione non hanno una formazione teorica e culturale così sofisticata ed è anche vero che è preferibile non fornirgliela se no sono guai. Va bene fra quindici giorni parleremo della retorica della chiesa, la retorica del perdono e quindi ancora di retorica.