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15-4-2004

 

LegoLibri

 

I miracoli dello psicofarmaco

 

Sandro Degasperi

 

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LUCIANO FAIONI

 

Lo psicofarmaco più antico, quello fra i più conosciuti, risale a Platone: la nobile menzogna. Uno psicofarmaco per il popolo: le cose sono così e non si possono cambiare, una menzogna che, a dire il vero, ha poco di nobile, è più un’infamia poiché gli umani sono cresciuti, cresciuti nella menzogna, menzogna che ha consentito tuttavia la nascita della civiltà in cui viviamo, e la menzogna di cui sto parlando è questa: che le cose, la realtà esiste di per sé, magari c’è un creatore, però esiste di per sé e ciò che chiamiamo linguaggio è soltanto un modo per esprimerle, tutto questo è una menzogna. Nel caso dello psicofarmaco, l’idea è che il corpo sia una sorta di marchingegno che ogni tanto ha un malfunzionamento e deve essere riparato, così diceva Sandro in modo interessante, il pensiero, lo stesso pensiero può diventare una patologia, non ci vuole niente, basta stabilire un criterio, per esempio tutti coloro che credono in dio sono malati, non importa quale dio, e quindi vanno curati, vanno curati perché si può dimostrare che nel DNA qualcosa non ha funzionato, e quindi questo malfunzionamento del DNA ha provocato la credenza in dio, ma si può porre rimedio in vario modo, con i farmaci, con la galera, con il plotone di esecuzione, questo a seconda del ghiribizzo del momento, però aldilà del fatto che chiunque pensi altrimenti è malato, e come diceva giustamente Sandro, è un ottimo modo questo per sbarazzarsi di ogni eventualità di mettere in gioco ciò in cui si crede, basta che io stabilisca che chi non crede vero ciò che io ho dico è malato. Questo non comporta nessuna necessità di pensare, perché la malattia ha questa funzione, prevalentemente, anche la cosiddetta malattia diplomatica di cui dicevamo la volta scorsa trae d’impiccio, è un’ottima giustificazione per cui è accreditata, ma in fondo la necessità di mantenere le cose come stanno è tale per cui il pensiero ha sempre avuto una scarsa considerazione, addirittura appunto si diceva che un qualunque bimbetto che pensi agli affari suoi deve essere imbottito di psicofarmaci, per il momento, poi magari lobotomizzato o ucciso, perché no? In fondo è il modo più radicale per evitare a qualcuno di pensare. Pensare è il primo modo per cominciare a considerare che cosa accade, e che magari le cose non sono sempre esattamente così come viene fatto credere, magari da altre persone le quali ci credono, non è detto che siano tutti necessariamente in mala fede anzi, spesso è peggio la buona fede. Molti, i fondamentalisti islamici sono in assoluta buona fede, però ecco la questione centrale, dicevo che la menzogna è il supporre che qualche cosa sia fuori dal linguaggio, e che può apparire una questione molto banale il fatto di pensare che qualcosa sia fuori dal linguaggio, in effetti può essere considerata una ingenuità senza limiti, come posso pensare che qualcosa sia fuori dal linguaggio se non lo posso pensare se non con il linguaggio? Come posso pensare qualunque cosa e il suo contrario se non attraverso il linguaggio? E come posso pensare ancora che il fatto di essere vincolato a questa struttura non vincoli tutto il modo in cui penso, tutto ciò che mi circonda? Visto che lo costruisco, lo immagino lo penso, lo suppongo, lo vedo, lo tocco perché posso muovere delle considerazioni attorno a tutte queste operazioni: posso sapere che qualcosa esiste, posso decidere che non esista, perché? Perché il linguaggio mi ha consentito una definizione di esistenza, per cui provate a pensare all’assenza del linguaggio e allora la nozione di esistenza non esiste più, per esempio, le cose esistono lo stesso? Che senso ha questa domanda? Non significa assolutamente niente, tant’è che perché significhi qualcosa occorre una struttura che chiamiamo linguaggio che fa sì che qualcosa significhi, questo è stato sotto gli occhi di chiunque da sempre, qualcuno ha fatto una puntata in questa direzione, subito corretto dalle istituzioni, mi riferisco per esempio a qualche sofista, che ha intravisto la questione, ma è pericolosissima, e quindi la menzogna, la menzogna che consente comunemente di governare, che consente di educare anche secondo certi criteri, ma che consente soprattutto di evitare che, diceva Sandro giustamente, che qualcuno possa cominciare a chiedersi qualcosa, per esempio come mai pensa, perché? C’è qualcosa che glielo consente? Se sì, cosa? Come abbiamo visto prima ciò che glielo consente è questa struttura che comunemente si chiama linguaggio, senza la quale non pensa, e non pensando non sente neppure, non sente caldo, non sente freddo, non sente la fame, non sente niente. Perché? Perché non ha nessun modo di considerare questi eventi, ché non ci sono neppure questi eventi, perché siano eventi occorre che siano qualche cosa che ha un significato, e senza linguaggio non c’è nulla che possa attribuire loro un significato, ora io posso anche supporre, immaginare, credere, che in assenza di linguaggio comunque le cose esisterebbero, c’è chi crede anche nella madonna di Fatima, ma nel primo caso come nel secondo c’è la stessa possibilità di affermare qualcosa di vero e cioè nessuna, affermazioni che non hanno senso, so perfettamente che è ciò che la più parte degli umani va affermando, ma questo non ci conforta, gli umani affermano qualunque cosa e il suo contrario, ma per potere affermare qualche cosa occorre pure che abbia un idea seppure vaga di che cosa mi consente di affermare che ciò che sto dicendo è vero, oppure no? E come non potere sapere che l’unica cosa che mi consente di costruire questo criterio è di nuovo il linguaggio? L’unica cosa che mi consente di potere stabilire se ciò che affermo è vero o è falso, cosa che non è del tutto marginale poiché coinvolge qualunque cosa io pensi o non pensi, affermi o neghi, tutto, eppure come dicevo è sempre stato a disposizione di chiunque, cionondimeno ci sono stati sicuramente dei buoni motivi per evitare una cosa del genere. Abbiamo deciso invece di considerarla, per riprendere il discorso di Sandro, di cessare di fare uso di psicofarmaci, di sciocchezze, sciocchezze che non stanno né in cielo né in terra, che non sono sostenute da niente, indimostrabili, affermate così, così come si può affermare la favola di Cappuccetto Rosso. Ora questo gesto che abbiamo intrapreso non va senza conseguenze ovviamente, ed è per altro la questione di cui andiamo parlando da tempo, però in fondo è anche questo il gesto che invitiamo a fare: cessare di prendere lo psicofarmaco e quindi cominciare a confrontarsi con le questioni fondamentali, la prima cui ho già accennato è che cos’è che mi consente di pensare? Il sistema nervoso forse? Senza il linguaggio che ha consentito di costruire alcune cose che poi si tratterà di verificare, fra cinquantamila anni se ancora crederemo al sistema nervoso, non lo so, ma in ogni caso è una costruzione operata da un sistema particolare che è il linguaggio, il quale consente di costruire certe cose, in un certo modo, e anche l’idea del sistema nervoso centrale e periferico e così anche questa affermazione che ciò che mi consente di pensare è per esempio l’esistenza di una testa, con dentro l’aggeggio noto come cervello con tutte le sue evoluzioni, di per sé non significa assolutamente niente perché vedete, l’unico modo per stabilire un criterio, per potere affermare che ciò che affermo è vero è il linguaggio, anche se posso supporre che sia l’esperienza, ma l’esperienza è fatta di questo sistema che è noto come linguaggio, per cui da un elemento trae un’altra considerazione, ma come fa a trarla? La trae perché c’è un sistema che lo consente, e è di nuovo il linguaggio, è tutto vincolato a questa struttura. Questo non ha nessuna implicazione? Difficile crederlo, ciò che sappiamo, ciò che abbiamo scoperto, inventato immaginato etc. è una produzione del linguaggio con tutto ciò che questo comporta ovviamente, e non potrebbe essere altrimenti anche perché l’unico modo per saperlo è sempre il linguaggio, un sistema che è al tempo stesso chiuso e aperto, è chiuso perché non c’è uscita, in qualunque modo io cerchi di uscirne comunque lo utilizzo, aperto perché consente di costruire infinite combinazioni, e allora per chiudere: abbiamo deciso di cessare di usare psicofarmaci di qualunque sorta, chimici e non, e questo ha avuto degli effetti straordinari incominciare a pensare.