Torino, 2 dicembre 2010
Libreria LegoLibri
La logica dell’amore
Luciano Faioni
L’IMPORTANZA DI SENTIRSI AMATI
Oggi parleremo del bisogno di sentirsi amati. Ciascuno sa che gli umani hanno questa prerogativa, vogliono essere amati, in tutte le varianti possibili, cioè considerati, apprezzati, desiderati eccetera. Ma il titolo pone un aspetto interessante, cioè dice il bisogno di sentirsi amati, non di essere amati, e in effetti è differente perché ciò che importa è che la persona si senta amata più ancora di esserlo, tant’è che in molti casi una persona ritiene di essere amata senza esserlo, o viceversa può accadere che una persona sia amata e pensi invece di non esserlo affatto, sembra che la cosa più importante sia proprio sentirsi amati, cioè credere di essere amati. È una cosa che tutti sanno, tuttavia se ci domandiamo perché le persone hanno bisogno di sentirsi amate il discorso si fa più complicato, le risposte a questa domanda vacillano, sono poche, e il più delle volte insoddisfacenti, perché gli umani hanno bisogno di sentirsi amati, perché? A che scopo? Sentirsi amati ha anche una valenza terapeutica in molti casi, pensate per esempio a una fanciulla che è stata abbandonata e che naturalmente si sente avvilita, umiliata, triste e insicura, quando qualcuno la fa sentire amata ecco che è come se rifiorisse, si sente più sicura, più bella, più importante, si sente amata e sta meglio effettivamente, come se avesse un effetto terapeutico, anche questo è noto da sempre però non risponde alla questione e cioè perché c’è questa necessità, a che scopo? Questo bisogno, questa urgenza che hanno gli umani di sentirsi amati viene sfruttato anche a scopo pubblicitario, politico, sociale anche, è una questione nota da sempre, tant’è che se ne è occupata soprattutto la retorica: fare credere alle persone di essere amate con tutti i vari corollari, cioè essere importanti, essere considerati, apprezzati eccetera questo già duemilacinquecento anni fa, e cioè già allora c’era la assoluta consapevolezza di questa necessità da parte degli umani di sentirsi importanti. In fondo sentirsi amati è sentirsi anche importanti, almeno per qualcuno, almeno per uno, se non proprio da tutti almeno uno. Sentirsi importanti è una di quelle cose alle quali gli umani non rinunciano, ciascuno a modo suo, per quanto gli è possibile, fa di tutto per avere un qualche cosa per potere sentirsi importante e sentirsi importante per qualcuno comporta anche in molti casi essere amati, anche se non necessariamente, una persona può essere importante anche perché odiata, può succedere. Ciò che a noi interessa in quanto psicanalisti ovviamente è sapere perché esista questa necessità, e il fatto che esista questa necessità, cosa che ciascuno può esperire con estrema facilità sia su di sé che sul prossimo comporta un altro risvolto, un corollario: la ricattabilità degli umani. Per sentirsi amati o importanti o considerati o apprezzati spesso gli umani sono disposti a fare qualunque cosa, di questo per esempio la politica si è sempre avvantaggiata ma non solo, in fondo anche nelle relazioni fra un ragazzo e una ragazza la cosa può essere utilizzata. Accade talvolta che una fanciulla creda di essere amata da qualcuno anche se di fatto non lo è, in fondo basta dirglielo e il più delle volte ci crede, ci crede per un motivo e cioè perché è una delle cose che desidera di più che si verifichi e quindi è pronta ad accogliere questa possibilità perché è ciò che più desidera ed è una cosa che i ragazzini utilizzano spesso, mentire a una fanciulla cioè fargli credere di essere amata per poterla avere, per poterla ottenere, sono quei ragazzini che generalmente le ragazzine chiamano bastardi perché mentono, anche se rimangono comunque attratte da una cosa del genere, perché sì, è vero che ha mentito ma ha mentito per uno scopo e cioè per averla in definitiva, e questo alla fanciulla può anche fare piacere all’occorrenza, non sempre e non necessariamente, ma può il fatto che qualcuno faccia di tutto, compreso mentire pur di averle. Appena per dire quanto sia forte la necessità di sentirsi amati e dicevamo che è più importante ancora che l’esserlo, perché l’esserlo effettivamente è sempre abbastanza difficile da appurare, averne l’assoluta e incrollabile certezza, come si fa? Glielo si può chiedere, ma se mente? Ma basta quindi sentirsi amati per stare meglio, per sentirsi più sicuri di sé, più forti, anche questa è un’altra questione che merita di essere considerata e interrogata, perché il sentirsi amati da effettivamente a molte persone questa sensazione di forza, di sicurezza? Non è così automatico che avvenga una cosa del genere, anche se appare come se fosse un automatismo, una persona si sente amata e sta meglio, ma perché? Da dove viene questa forza, questa sicurezza? Sicurezza da sola la fanciullina non aveva, poi a un certo punto si sente amata da qualcuno e diventa sicura, forte e spavalda. In effetti sentirsi amati significa questo: credere che qualcuno ami, ora ciò che dobbiamo domandarci per intendere bene la questione è a quali condizioni è possibile credere qualcosa, di essere amati o qualunque altra cosa, ma in questo caso di essere amati; una persona si sente amata quando il partner compie una serie di gesti, di azioni che sono quelli conosciuti come classici dell’innamoramento, per esempio se offre un fascio di ventiquattro rose rosse, magari lei pensa, crede di essere amata anche se potrebbe non essere affatto così tra l’altro, ma in ogni caso è uno di quei gesti più comuni, oppure deve compiere altri gesti che per la persona sono importanti e costituiscono la prova di essere amata e sono cose che riguardano quella persona in particolare cioè molto soggettivi, che riguardano un po’ la questione del come accade di innamorarsi di qualcuno anziché di un altro, che non è che necessariamente ci si innamora di qualcuno perché c’è lui in quel momento anziché un altro, può succedere anche questo, però non è il caso più frequente, come fa una persona a credersi amata dunque? Rileva dei comportamenti, degli atti, dei gesti che per questa persona sono segni di amore, affetto, considerazione, stima eccetera, quindi compie un’operazione molto semplice, in fondo se la persona fa questo allora vuole dire che mi ama, se non lo fa no, adesso io la faccio un po’ semplice per semplificare la questione, in fondo c’è, anche se non appare, una sorta di ragionamento, quella che si chiama comunemente inferenza “se …allora”, se fa questo allora mi ama, se me lo dice allora mi ama, torno a dirvi che non è così automatico, una persona può dire qualunque cosa e il suo contrario senza nessun problema, ma in questo caso cioè nel caso dell’amore, dei sentimenti, è come se gli umani fossero più facilmente portati a credere una cosa del genere, come se in fondo la desiderassero, desiderassero cioè che ci fosse un qualcuno che li ama. Detto questo adesso dobbiamo chiederci perché, e rispondere anche a questa domanda visto che ce lo siamo chiesto già varie volte, forse è tempo di incominciare a rispondere e possiamo incominciare a rispondere proprio dal fatto che per potere credere che una persona ami occorrono delle condizioni, e cioè che il partner compia certe azioni e quindi a quel punto c’è questa considerazione: se fa questo allora mi ama, che è importante, perché riguarda un aspetto che è peculiare degli umani e cioè la possibilità di pensare quindi di fare deduzioni, come in questo caso di partire da una premessa e giungere a una conclusione, se gli umani non potessero fare questo non potrebbero mai muovere dalla premessa che quindi questa persona ha fatto queste cose e di conseguenza mi ama. Dunque appare che la possibilità di sentirsi amati sia debitrice del fatto che gli umani pensano, potrebbe apparire una considerazione molto banale però ha dei risvolti, risvolti che invece potrebbero essere interessanti, e c’è anche l’eventualità che sia per il fatto che pensano che hanno la necessità di sentirsi amati, c’è questa possibilità, come dire che è in qualche cosa che attiene in modo peculiare al loro pensiero il fatto, non soltanto della possibilità di sentirsi amati, ma della necessità di sentirsi amati. Come dicevo è una necessità, e sottolineo necessità perché la pongo in termini differenti per esempio dal piacere di sentirsi amati, un conto è avere il piacere che qualcuno ami, altro è avere bisogno di questo, cambia parecchio perché nel primo caso, se è solo un piacere, se la cosa non si verifica non succede nulla di grave, nel secondo invece succede una cosa gravissima e cioè la persona a quel punto pensa di sé di essere disprezzabile, di nessun interesse, la peggiore persona che mai abbia calcato il pianeta e quindi si avvilisce, si deprime, ne fa una tragedia praticamente e cioè rovina la propria esistenza, mentre se è un piacere, soltanto un piacere no ovviamente. Ma dunque tutto questo c’è la possibilità che dipenda dal fatto che gli umani sono, come si suole dire, esseri pensanti, quindi se tutto ciò è prodotto dal pensiero, costruito dal pensiero, allora lì, nel modo in cui gli umani pensano c’è la risposta a tutte le domande, come vi dicevo prima, se una persona ha bisogno di sentirsi amata è ricattabile, è ingannabile con estrema facilità e cioè perde il controllo con estrema facilità della propria esistenza, della propria vita, vita che affida nelle mani di altri che promettono di farla sentire importante, amata, desiderata, considerata eccetera e come ciascuno sa, o dovrebbe sapere, mettere la propria vita nella mani altrui è sempre molto pericoloso perché questo altrui può cambiare idea da un momento all’altro, non è gestibile facilmente: la fanciulla può mettere la sua vita nelle mani di un fanciullino il quale le dice che la ama disperatamente, vero o falso che sia può in ogni caso cambiare opinione nel giro di cinque minuti, può succedere, e che si fa? La fanciullina ha messo la sua vita nelle sue mani e quell’altro gliela restituisce in toto perché non sa più cosa farsene, con tutto ciò che questo comporta per la fanciullina ovviamente. In ambito molto più ampio, anche un intero paese può essere ricattabile se si trova il modo perché i cittadini si sentano importanti, basta fare sentire una persona importante e si può gestire questa persona con estrema facilità, perché una persona che si sente importante pensa di essere al centro del mondo, pensa di essere stimata da tutti, pensa di essere amata da tutti in qualche modo e quindi una cosa del genere rende, non soltanto ricattabile una persona ma anche una società intera, una nazione, come accade d’altra parte, basta mentire e ci sono degli strumenti, dei mezzi per mentire in modo molto raffinato, in modo tale che la persona non possa cogliere, perché fa leva su questioni sulle quali la persona non ha nessun interesse a volerne sapere di più ad esempio, per cui crede qualunque cosa o il suo contrario a seconda dei casi. È una questione antichissima alla quale però nessuno ha mai saputo dare una risposta, cioè perché gli umani hanno questa esigenza, ma già ci siamo avvicinati intendendo che una cosa del genere, perché si verifichi, cioè perché abbiano la necessità di sentirsi amati richiede che siano esseri pensanti e questo è già un passo, un passo verso la soluzione, la soluzione naturalmente comporta non avere più questa necessità, non essere cioè in balia, in totale balia dell’ esigenza di sentirsi amati, che come abbiamo accennato ha anche dei risvolti negativi, rende la persona fragile, insicura, manipolabile, veloce a credere ciò che gli si vuole far credere. È noto da sempre quali sono i momenti per esempio in cui una fanciulla è più fragile e di conseguenza è più vulnerabile, cosa della quale i fanciullini si approfittano immediatamente è ovvio, ciascuno si approfitta sempre di qualche cosa che può consentirgli di acquisire potere sull’altro in un modo o nell’altro, un potere più forte possibile, come accade per esempio anche nell’amore dove si dice per esempio “tu sei mia” “io sono tuo” più potere di così. Nessuno ha mia considerato tra i presenti la possibilità che per esempio nell’amore, che è uno dei sentimenti considerati più nobili, più alti fra gli umani, sia in gioco una questione di potere? È un sentimento che viene spesso pensato come un qualche cosa che addirittura interrogarlo sembra sacrilego, sembra brutto, perché si pensa sia la cosa più bella del mondo e forse anche per questo nessuno è mai andato tanto in là nel domandarsi di che cosa sia fatta in realtà una cosa del genere, e cioè perché gli umani si innamorano per esempio, che pure è una bella domanda e merita una bella risposta, chi vuole provare ad azzardare una risposta a questa domanda, cioè perché gli umani si innamorano? Che è poi una variante della questione da cui siamo partiti, Lei forse signorina? Come si chiama se posso (Lisa) Lisa, ecco, è un bellissimo nome, perché secondo Lei gli umani si innamorano? Anziché non farlo? Non glielo ordina nessuno …
Intervento: troverà nell’altro qualche cosa di cui ha bisogno …
Questa è già una direzione, sì qualcosa di cui hanno bisogno e ciò di cui hanno bisogno, e qui torniamo alla questione precedente, è sentirsi amati, sentirsi importanti, sentirsi desiderati, considerati, apprezzati, stimati, o che altro?
Intervento: magari poter condividere degli aspetti della propria vita …
Però questo sposta solo la questione verso la domanda: “perché dovrebbero condividere qualcosa?”, non è necessario tecnicamente condividere qualcosa, è considerato generalmente come rendere partecipi altri dei propri pensieri che poi si possono anche formulare sotto forma di emozioni, sensazioni eccetera però “rendere partecipi altri” perché dovrebbe essere una necessità? Perché? A che scopo soprattutto? Cosa direbbe così d’acchito se qualcuno glielo domandasse? Non lo sa, qualcuno ha qualche ipotesi a questo riguardo? È una questione importante, ne va del destino del pianeta. Il fatto che gli umani si innamorino ha degli effetti, perché si innamorano non soltanto di un uomo o di una donna o viceversa, ma possono innamorarsi di un’idea, di un ideale, di una religione, di una qualunque cosa, al punto tale, come accade, di volere sacrificare la propria vita per ciò che si ama, qualcuno lo fa, si mette una cintura di C4 intorno alla vita e si fa saltare per aria all’interno di un cinematografo affollato, anche questo è un atto d’amore, non nei confronti degli spettatori del cinematografo, ma nei confronti di un dio che la persona ama tantissimo. Come ciascuno di voi sa molti dei massacri compiuti dagli umani sono stati fatti in nome dell’amore, non dell’odio, anche le streghe venivano bruciate per amore però a questo punto Lei ha detto bene, hanno bisogno di qualche cosa e questo qualcosa immaginano di trovarlo nell’altra persona di cui hanno bisogno, e parrebbe essere proprio questo sentirsi considerati, importanti, stimati, apprezzati, desiderati, ma tutte queste cose possono essere ricondotte forse a una sola e cioè a essere importanti, potremmo dirla così, a essere importanti nell’accezione più ampia del termine. D’altra parte è noto da sempre che il modo per sedurre una fanciullina è farla sentire importante, se uno non la fa sentire importante non ha nessuna chance, tant’è che ciò di cui spesso le fanciulle si lamentano dei fanciulli è che non le fanno sentire importanti, e cioè questo fanciullo non è presente, non la considera abbastanza, come dire in altri termini ancora che una persona si sente importante quando ciò che pensa viene apprezzato dall’altro, apprezzato quindi considerato vero, si apprezza ciò che è vero, ciò che non si ritiene vero non viene apprezzato anzi, generalmente non viene neanche preso in considerazione che è esattamente ciò che una persona avverte quando parla con un’altra e quest’altra mostra di non apprezzare per nulla ciò che sta dicendo perché non gli da nessuna importanza. Quando una cosa è importante per qualcuno? Perché lo sia occorre intanto che sia vera, se è falsa non è importante, è una stupidaggine, ora potremmo addirittura fare un balzo e affermare che sentirsi importanti equivale a supporre, pensare, credere, sapere in alcuni casi, che ciò che io penso viene considerato da altri vero, quindi apprezzabile, importante appunto. Adesso pensate un momento a cosa succede quando una persona si innamora di un’altra, o anche di un’idea, ma facciamo il caso di un partner che magari è più semplice: intervengono molti elementi naturalmente però ce ne è uno che in particolare è determinante, e cioè che questa persona della quale ci si innamora faccia sentire importanti, per un motivo o per l’altro, per esempio perché è importante per altri, perché è desiderato dalla altre per esempio, anche questo è un buon motivo in molti casi, c’è sempre qualcosa comunque di importante nello sfondo, che fa sentire importanti anche indirettamente, se questa persona è importante per molti e io sto con questa persona divento importante anch’io di conseguenza. Non è marginale il fatto che molte fanciulle siano attratte da fanciulli o uomini importanti, in qualunque campo non ha nessun interesse, una cosa del genere fa sentire importanti e quindi torniamo alla questione di prima e cioè la persona ha bisogno di sentirsi importante direttamente o indirettamente cioè direttamente per quello che fa o dice, indirettamente perché si accompagna con qualcuno che è considerato da altri importante. Ci sono obiezioni fin qui o è tutto limpido, magari ho detto qualcosa di complicato o di sgradevole …
Intervento: posso? Il concetto di importanza cioè a me sembra “io sono …” cioè è importante che la faccia sentire essere, essere qualcosa…magari a una persona piace sentirsi…l’importante che dia un’identità, non riesco a capire questa importanza perché è così importante …
Ho usato il termine “importanza” nell’accezione più ampia possibile, in effetti considero con questo termine l’essere apprezzati, stimati, amati anche, e questa identità di cui lei parla è qualche cosa che avviene in seconda battuta come dire “queste persone mi stimano, mi apprezzano, mi considerano quindi sono importante, quindi valgo qualcosa”, ci sono delle persone che non sanno neanche bene perché sono stimate e considerate, però di fatto si trovano a esserlo o a pensare di esserlo e questo fornisce una sorta di identità, come dire “io sono questo” quindi le cose che dico e di conseguenza le cose che faccio hanno valore perché sono considerate da altri. Certo, questo termine dovete considerarlo nell’accezione più ampia, ma adesso vedremo di precisare. Ho accostato la questione dell’importanza alla questione della verità, e cioè le cose che io penso sono considerate da altri importanti e apprezzate perché le considerano vere, se io dicessi un sacco di stupidaggini non penserebbero che le cose che dico siano apprezzabili, stimabili eccetera …
Intervento: scusi però è vero anche il contrario certe volte si sente dire “io sono innamorato però per lei neanche esisto” magari la cosa è soltanto unilaterale nel senso …
Una delle cose peggiori che possa capitare a un essere umano è di sentirsi una persona di nessuna importanza: nessuno mi considera, nessuno mi apprezza, nessuno mi ama, nessuno mi cerca, nessuno mi desidera, nessuno mi vuole cioè non importo niente a nessuno, è una delle peggiori tragedie che possano capitare agli umani e anche questo potrebbe essere interrogato, perché è un problema? Eppure una persona che non si sente amata sta malissimo al punto da arrivare anche alla depressione o peggio ancora, tutte cose che tornano a farci considerare quanto sia indispensabile agli umani sentirsi importanti per qualcuno o per qualcosa, qualcuno può sentirsi importante per il mondo intero, per la società, per un progetto, qualunque cosa. Dunque vi dicevo che gli umani pensano in un certo modo e in base al modo in cui pensano costruiscono delle scene, delle storie, delle fantasie e dicevamo anche che il sentirsi importanti o meglio la necessità di sentirsi importanti non si verificherebbe se non fossero esseri pensanti, e adesso vediamo di scoprire perché che è la cosa più complicata. Com’è che pensano gli umani? Come fanno a pensare? Ciascuno pensa e sa di pensare naturalmente però generalmente non ci si pone la domanda “in che modo penso?”, a questa domanda semplicissima non ci si pensa generalmente, ma avviene così: si parte da qualcosa che si ritiene essere vero, si compiono dei passaggi e si giunge a una conclusione, quando si pensa si pensa così, se no non si pensa, naturalmente la conclusione cui si giunge deve essere coerente con la premessa se no c’è un problema, ci si accorge che c’è qualcosa che non funziona e si scarta. Ciascuno di voi ha pensato sicuramente un’infinità di cose. e quando le ha pensate ha compiuta questa operazione semplicissima, come dicevo prima la fanciullina che deve sapere se il suo fanciullino la ama oppure no “se fa questo allora mi ama, se non lo fa allora non mi ama”. Si parte da una premessa che dice che se mi ama allora fa queste cose, si compiono dei passaggi in questo caso frutto dell’osservazione e si giunge alla conclusione, è semplice, e non ci sono altri modi. Anche quando appare che non ci siano dei passaggi perché si compiono in una sorta di automatismo, di fatto ci sono sempre e sono sempre ricostruibili volendo, non c’è nulla che avvenga magicamente. Da tutto questo abbiamo tratta una considerazione che sarà importantissima per ciò che sta per seguire e cioè che il modo di pensare degli umani è fatto in modo tale per cui sono “costretti” tra virgolette a concludere con un’affermazione vera i loro pensieri. Questa necessità di concludere, di affermare qualcosa di vero appartiene agli umani e solo a loro, e questo modo che hanno di pensare e torno a dirvi che non ce ne sono altri è anche ciò che li costringe a costruire tutto ciò che hanno costruito: i loro pensieri, speranze, affanni, desideri, paure, ogni cosa. Da quando esistono gli umani l’attività considerata più nobile, più importante è stata da sempre la ricerca della verità, la verità come concetto ultimo naturalmente, però anche nello specifico, la fanciullina che vuole sapere se è amata oppure no, vuole sapere la verità, non vuole sapere il falso, perché non vuole sapere il falso? Cos’è che la costringe a cercare la verità? Per sapere come stanno le cose. Ma perché vuole sapere come stanno le cose, a che scopo? C’è qualcosa che costringe gli umani a cercare la verità, non solo quella dei filosofi ma quella spiccia di tutti i giorni, cioè volere sapere come stanno le cose sempre e comunque: è una costrizione; intendo dire che gli umani non possono non farlo, una costrizione che viene dal modo in cui funziona il loro pensiero e non c’è via di uscita, se dovessimo dare una risposta immediata, rapida e fulminea alla domanda “perché gli umani hanno la necessità di sentirsi amati” dovremmo rispondere “perché sono esseri parlanti”. Non c’è nessun altro motivo, se no non gliene importerebbe niente. Ho saltato un po’ di passaggi che adesso inserisco, dicevo che sentirsi amati ha a che fare col sentire che ciò che si pensa è apprezzato, si pensa e quindi si fa di conseguenza, ma atteniamoci al pensiero: quand’è che il proprio pensiero è apprezzato? Quando lo si considera vero, cioè che le cose stanno proprio così come penso, in effetti quand’è che una fanciulla si sente capita? Quando le si da ragione. Ci ha mai pensato? Avere ragione significa essere nel vero cioè “quello che io dico è vero” e lui o lei conferma e dice: sì è vero, è così “pensi bene” o “hai fatto bene” a seconda dei casi. Supponiamo che non ci sia, in una coppia, facciamo l’esempio di una coppia che è più semplice, non ci sia mai questa conferma, diventa un problema, cioè se l’altra persona, il partner ogni volta che uno dei due afferma qualcosa l’altro la negasse dicendo: “no, non è affatto così” dopo un po’ sarà difficile mantenere in piedi una relazione, in quei termini mancano i presupposti perché possa proseguire e i presupposti sono che ciascuno dei due in qualche modo, direttamente o indirettamente confermi ciò che l’altro pensa, dia ragione, dia importanza. Una delle accuse che più sovente le fanciulle fanno ai fanciulli è di non prendere in considerazione, di non dare importanza a quello che dicono, quindi a quello che pensano, quello che fanno, ma di considerarlo irrilevante, e in effetti funziona così molto spesso, molte cose che per una fanciulla sono fondamentali per un fanciullo sono irrilevanti, e viceversa naturalmente, da qui qualche problema ogni tanto. Anche perché gli uomini e le donne pensano in modo differente per questioni in buona parte culturali, di tradizione, abbiamo detto in tante occasioni che per esempio il fanciullino vuole conquistare il mondo, mentre la fanciullina vuole conquistare il fanciullino che ha conquistato il mondo. Ma questo è un altro discorso, era giusto per dire che in molti casi uno dei motivi principali della rottura delle relazioni è il considerare di non essere più importanti per l’altro, e il modo in cui la persona avverte di non essere più importante per l’altro è rilevare che le cose che dice o pensa non hanno nessuna importanza, sono irrilevanti, non interessano, sono cose da poco: la fanciullina vuole parlare con il suo ragazzo delle cose che per lei sono importantissime e magari la fanno stare male e quelle cose invece il fanciullino le considera delle stupidaggini, delle banalità, quindi neanche le sta a sentire, ecco, questo è l’inizio della fine, poi generalmente le cose vanno a catafascio. La cosa che importa che qualcuno dia ragione, adesso detta così può apparire un po’ forte però il dare ragione si manifesta in varie forme, appunto sotto forma di considerazione, di stima, di apprezzamento, quindi “ho ragione” cioè le cose che dico sono vere e quindi degne di essere ascoltate, considerate, valutate eccetera, e quindi? Qual è la questione che si impone a questo punto? Adesso potremmo riproporre la domanda, una delle domande “perché ci si innamora di qualcuno? Perché si ha bisogno di innamorarsi di qualcuno?” Per condividere qualcosa certo, ma condividere che cos’è se non l’attesa che l’altro apprezzi le stesse cose che apprezzo io? Perché se io apprezzo la montagna e quell’altro apprezza il mare, io apprezzo il giallo e quell’altro apprezza il rosso, io apprezzo le case piccole e calde e l’altra le case grandi e fredde diventa un problema, ma non tanto la convivenza in sé, quanto il potere parlare con questa persona, è impossibile parlare con qualcuno che non dà nessuna importanza a ciò che io sto dicendo. Se dovessimo dare una risposta eccessivamente rapida alla domanda “perché si ha bisogno che qualcuno ci ami”, dovremmo rispondere: perché qualcuno ci dia ragione, che sembra riduttivo e in effetti lo è, nel senso che riduce tutti gli aspetti della vita in comune alla questione essenziale e cioè al fatto che la persona ha bisogno che qualcuno le dia ragione attraverso l’apprezzamento, la stima, la considerazione e tutta la gamma di cui abbiamo parlato, ma a fondamento, alla radice di tutto questo c’è la necessità, l’urgenza, l’esigenza che qualcuno, almeno uno, dia ragione a ciò che penso, alle mie fantasie, ai miei desideri, alle mie paure, li consideri …
Intervento: perché la persona non può farla da sé questa operazione? Cioè giudicare da sé di avere ragione, per esempio, no, deve venire dall’altro questa verifica …
Il più delle volte non ha gli strumenti per farlo, attende quella sicurezza di cui ha bisogno dall’altro e questo rende la persona fragile, ricattabile e facilmente manipolabile, perché questa persona ha paura di sbagliare continuamente per esempio, ha paura che quello che fa o che dice o che pensa sia sbagliato e la persona che ha paura, che ha sempre paura è facilmente gestibile, molto più di uno che non ha nessuna paura, e questo ha dei risvolti politici non indifferenti. La necessità che qualcuno dia ragione appare fondamentale presso gli umani, è anche una della fonti delle peggiori tragedie, perché come dicevo rende le persone fragili, manipolabili, gestibili, insicure di sé. Ciò che intendo dirvi con tutto questo è che si dà la possibilità per ciascuno di intendere come stanno le cose, di intendere ciascuna volta perché accade qualcosa nei suoi pensieri, perché ha bisogno di avere qualcuno e di sapere sempre continuamente e di non potere non sapere perché pensa le cose che pensa e di conseguenza perché fa quello che fa, una consapevolezza totale ed assoluta, certo sapere perché ci si innamora non toglie il piacere di farlo ovviamente, sapere come funziona il gioco del poker non toglie il piacere ai giocatori di poker di giocare con gli amici anche se sanno benissimo come funziona il poker, ma sanno che è un gioco, è questo che sfugge agli umani, la consapevolezza che ciò che fanno di bello o di brutto, di piacevole o di tragico anche, è un gioco, nient’altro che un gioco e se proprio dobbiamo dirla tutta, un gioco linguistico. La tragedia che si vive in alcuni casi sorge dal fatto di scambiare ciò che la persona crede in una verità assoluta, prendere cioè i propri pensieri come verità assolute, non si tratta neanche di considerare che tutto è relativo naturalmente ma che qualunque cosa io mi trovi a pensare è la conseguenza di una sequenza di passaggi, all’origine ci sono sempre e soltanto altre sequenze, altre parole, altri pensieri, non c’è nient’altro. Pensare questo non significa soltanto togliere la paura, la tragedia, significa togliere la possibilità stessa di avere paura di qualcosa e di vivere tragedie. In un gioco, se si sa che è un gioco naturalmente, si sa perfettamente che il risultato di questo gioco non è altro che l’adempimento di una sequenza di regole per giocare; ma perché esiste una tragedia? Cos’è che rende un evento una tragedia, per esempio, anziché niente? Anche la peggiore delle tragedie è tale perché ci sono delle considerazioni, dei pensieri che si sono considerati precedentemente e che sono per la persona delle verità assolute. Tutto questo avviene “automaticamente” tra virgolette, ciascuno è stato addestrato fino dai primi vagiti a pensare in questo modo ed è molto difficile abbandonare una cosa del genere anche perché tutto questo fornisce emozioni molto forti e gli umani apprezzano, amano le emozioni molto forti, belle o brutte che siano: perché una forte emozione perché è così importante per gli umani? Che cosa dà? In quel momento dà la certezza che si sta vivendo una cosa brutta, una tragedia, si è certi almeno di questo. Si dice spesso che gli umani cercano certezze, è vero, ma l’unica certezza sulla quale possono basarsi è il fatto che sono esseri pensanti e quindi parlanti, non ci sono altre certezze, considerato che qualunque altra certezza è costruita dal pensiero. Qui si entra in una questione complessa e che ha infiniti risvolti ma questa sera era giusto per darvi un’indicazione, per fare notare che il fatto che gli umani siano esseri parlanti ha molte più implicazioni di quanto generalmente si pensi, è perché sono esseri parlanti che hanno potuto inventare la commedia, la tragedia, l’umorismo, le barzellette, cose bellissime e cose tremende, e dare a tutte queste cose un senso di volta in volta bellissimo o brutto o tragico, terrificante o piacevole o leggiadro, ché tutte queste cose di per sé sono niente finché qualcuno non attribuisce loro un senso, qualunque esso sia è irrilevante, e il modo in cui glielo determina il mondo in cui vive in definitiva, ciascuno vive in un mondo che è costruito dalle cose che inizialmente ha incominciato a considerare vere e che continua a considerare vere, mettete in discussione queste cose e crolla tutto. Tuttavia è come il crollo di alcune certezze che si perdono crescendo, come il fatto che i bambini siano portati dalla cicogna, che ci sia Babbo Natale a portare i regali, certezze che a un certo punto si smarriscono perché si acquisiscono altre informazioni che rendono le prime insostenibili, ecco, ciò che vi sto proponendo è questo: acquisire altre informazioni in modo tale da rendere quelle informazioni che sono considerate vere, verissime, incrollabili, poterle considerare per quello che sono, delle affermazioni assolutamente arbitrarie. Naturalmente molte cose possono essere considerate arbitrarie, ma per ciascuno ci sono alcune cose che sono incrollabili, sulle quali non transige, sono quelle su cui ha costruito la sua esistenza e il mondo in cui vive …
Intervento: una stupidaggine però la butto lì … gli animali non si innamorano quindi?
Secondo Lei?
Intervento: non lo so.
Non lo sa perché non glielo hanno mai detto, è semplice, naturalmente lei dal comportamento degli animali può trarre tutte le interpretazioni che vuole, tanto loro non obiettano nulla. Buona parte dell’etologia in fondo è fantasiosa, sono argomentazioni intorno ad animali fantastici che sono quelli che uno scienziato immagina che siano, ma che lui pensa che siano, non loro, loro non sono in condizioni di pensare alcunché. Certo, reagiscono a degli stimoli, ma non è questo che ci interessa, non esiste per esempio presso gli animali l’arte, la letteratura, la musica, non c’è la possibilità di costruire una tragedia, una commedia, ma questo è abbastanza irrilevante in fondo gli animali vivono la loro vita, e già complicato intendere come funzionano gli umani, complicato e anche interessante. Sapendo di che cosa sono fatti si offre la possibilità di conoscerli perfettamente e non è una forma di arroganza ma è una conclusione logica, nel senso che se si sa con assoluta certezza come funziona ciò di cui sono fatti e cioè il modo in cui pensano e cioè il linguaggio, si sa inesorabilmente come pensano gli umani, con delle varianti certo, ma gli aspetti fondamentali del loro pensare sono previsti, sono già dati e cioè per esempio sapere che la persona comunque vorrà avere ragione in ogni caso, sempre, non può non farlo, se non lo fa è perché pensa di essere talmente al di sopra dell’altra persona che può persino consentirgli di pensare di avere ragione lui, che è l’inganno che accade spesso fra fanciulli e fanciulle: la fanciullina vuole avere il potere sul fanciullo, e il fanciullo che sa di essere più forte della fanciullina compie questo beau geste, direbbero i francesi, e cioè lascia che la fanciulla, anzi apprezza, gli piace questa cosa, lascia che possa pensare di avere potere su di lui, è il massimo del potere, permettere all’altro di avere potere su di me, come dire che ho il controllo totale su di lui. Naturalmente nessuno dei due si accorge che è un gioco e che di fatto non è esattamente così, ma la fanciullina ci crede veramente, una volta che l’altro le ha lasciato il potere pensa davvero di averlo su di lui e lo utilizza naturalmente secondo l’occorrenza e viceversa per il fanciullo. Dunque sapere perché accade una cosa del genere e perché non può non accadere, sapere che quando ci si innamora il proprio partner ha come unico obiettivo, e cioè il motivo stesso per cui si è innamorato, l’esigenza di avere potere su qualcuno, se voi togliete questo, togliete questa esigenza di avere e di esercitare, di pensare di avere potere sull’altro, di controllarlo, di gestirlo, di fargli fare quello che voglio io, quello che resta è molto poco, c’è l’attrazione sessuale, sì certo, però negli umani, contrariamente agli animali visto che li abbiamo tirati in ballo prima, è comunque connesso con il loro pensiero, non si può fare senza pensiero e quindi anche questo atto sessuale cosiddetto è coinvolto dal modo in cui si pensa, dalle proprie fantasie erotiche in quel caso, per alcuni funzionano alcune, per altri funzionano altre, alcune persone sono eccitate da certe cose altre da altre cose, perché? Sono le fantasie che si sono create, prodotte nel corso degli anni ma questo ci interessa poco, ciò che a noi interessa è che è possibile, sapendo come funziona il linguaggio, adesso vi dirò anche che cosa intendo con linguaggio, dicevo che è possibile sapere come inesorabilmente le persone pensano, cosa che le rende prevedibili per molti versi così come rende ciascuno prevedibile a se stesso in un certo senso, e soprattutto lo rende meno ingenuo nei confronti dei propri pensieri. Vi ho detto del linguaggio, si possono creare degli equivoci a questo riguardo, il linguaggio non è ovviamente la verbalizzazione del pensiero, il linguaggio è la condizione del pensiero, il linguaggio è una struttura, una struttura che consente di costruire proposizioni e di riconoscerle come tali cioè di comprendere il senso di una proposizione, il linguaggio è questo, detta retoricamente: ciò che consente agli umani di pensarsi tali, di dirsi “ecco io sono un umano, tu sei una bestia, tu sei un sasso”, consente di fare questo e insieme con questo tutto il resto che gli umani hanno fatto da quando esistono. Il pensiero, la scrittura, tutto ciò che è stato fatto, detto, pensato, immaginato, desiderato, sperato, aborrito eccetera, tutto questo è stato prodotto dal linguaggio, da questa struttura, che ci rende assolutamente particolari su questo pianeta e questa particolarità consente anche di animizzare tutto, cioè immaginare che qualunque cosa in qualche modo pensi come pensiamo noi, il che non è ovviamente, animali compresi. La questione del linguaggio meriterebbe ben altra attenzione e molto più tempo, vi ho dette queste poche cose giusto per riflettere su tutte le implicazioni che seguono al fatto che gli umani sono esseri parlanti, per esempio la possibilità di avere paura, la possibilità di soffrire, soffrire d’amore per esempio, la possibilità di innamorarsi, la possibilità di sperare, di fare progetti, di attendersi qualcosa da qualcuno, togliete il linguaggio e tutto ciò magicamente scompare nel nulla, potremmo dire addirittura che se non ci fosse il linguaggio gli umani non sarebbero mai esistiti. Può apparire strano detta così, eppure perché qualcosa esista occorre che esista per qualcuno e se per questo qualcuno non esiste niente, non può esistere niente, per questo orologio che vedete qui, esiste il mondo? O non gliene importa un accidente? No, nemmeno questo perché non gliene può importare niente di nulla. Ma adesso dite qualcosa voi, io ne ho dette di cotte e di crude, anche dei fanciullini e delle fanciulline, pensate che ciò che ho detto sia errato? Incompleto, incompiuto, inadeguato, insufficiente, balzano? O c’è qualcosa che secondo voi potrebbe anche essere?
Intervento: forse questa questione di ridurre l’amore … cioè è un po’ riduttivo …
Sì infatti io ho ridotto la questione all’osso, e cioè alla condizione per cui possa verificarsi un fenomeno, poi ciascuno ci può mettere tutto quello che vuole dentro però se toglie tutto ciò che c’è di inessenziale e arriva alla condizione senza la quale questo non può esserci ecco che trova alla fine di tutto ciò che ho indicato come linguaggio. Certo che è riduttivo, e in effetti è la riduzione al limite, a ciò che è la condizione per innamorarsi, come dire che senza linguaggio innamorarsi non significa niente, non è niente, poi Lei può metterci tutto quello che vuole, i cuoricini che lampeggiano, va tutto benissimo, ma se non ci fosse questa condizione di cui io vi ho parlato non solo non esisterebbe l’amore ma nessuna altra cosa, neanche il concetto stesso di esistenza potrebbe darsi. Ecco perché è importante il linguaggio e soprattutto cogliere le implicazioni di questa struttura, le implicazioni del fatto che gli umani sono esseri parlanti, che appare una banalità, ma provate a trarne tutte le implicazioni e vi troverete ad avere a che fare con cose che tanto banali non sono più, ma possono risultare anche sorprendenti, come dire che tutte le tragedie, gli affanni più inenarrabili senza linguaggio non sarebbero mai esistiti, mai. Potrebbe provare dolore per qualche cosa? Non mi riferisco adesso al dolore fisico, ma il dolore per una perdita di qualcuno, perché? Perché non c’è più qualcuno? E allora cosa cambia? Non posso più parlare con lui, parlo con un altro, adesso lo so che detta così sembra una cosa feroce, però giusto per portare le cose alle estreme conseguenze, per renderle magari più facilmente comprensibili …
Intervento: anche perché in un percorso analitico in genere accedono delle persone che hanno qualche piccolo problemuccio …
Sì, generalmente avviene così …
Intervento: in un percorso analitico si ha a che fare moltissimo con l’amore, difficilmente una persona accede ad una analisi perché “non ha bisogno di essere amata” è perché nel modo più ampio questo è il suo problema, ha bisogno di questo amore da parte dell’altro che poi la persona lo neghi, lo affermi, lo esponga, lo costruisca nei modi più svariati però sono in gran parte storie d’amore quelle che va costruendo e soprattutto storie d’amore che hanno degli esiti spiacevoli in linea di massima per cui la storiella è il limite che è dato dai racconti che si sentono o si raccontano alla televisione che sono pieni di emozioni, insomma bisogna anche considerare anche l’altra parte dell’amore quella che è costruita su tragedie, non è per rovinare la naturalità dell’amore che noi stiamo dicendo che l’amore tutto sommato è questo bisogno che ha la persona di sentirsi importante, di sentirsi amata, del bisogno di avere ragione soprattutto farsi confermare da un’altra persona, da un'altra persona perché lei da sola non può trarre questa conclusione e non lo può fare perché beh e questa è un’altra questione che è molto complessa e cioè intendere perché il linguaggio funziona così, non gli umani ma il linguaggio, bisogna intendere come funziona il pensiero, il pensiero ha bisogno che altri certifichino le proprie verità perché così ha cominciato a funzionare.
Intervento: quindi secondo lei vale anche il viceversa ossia la presenza del linguaggio o in senso più ampio dell’interazione quali la nascita delle emozioni quali l’amore, quelle che diceva lei anche la sofferenza?
Provi a pensarci bene, supponiamo così per incanto, che lei non possa più pensare, non c’è più pensiero cioè non può più trarre conclusioni, inferenze non può più trarre giudizi, niente, a questo punto che ne è di lei? Potrebbe innamorarsi di qualcuno? Come?
Intervento: certo non è possibile ma nel mondo naturale ci sono un numero enorme di interazioni e anche nel mondo animale ma, come giustamente diceva lei prima, a parte il fatto che noi non siamo in grado di valutare come siano effettivamente i pensieri di un animale e neanche se ci sono giustamente però giustamente negli animali l’iterazione c’è …
Sì, anche fra le cose …
Intervento: ecco questo mi chiedevo, se c’è l’amore allora vuol dire che è causato dall’interazione allora se c’è l’interazione vuol dire che c’è l’amore o …
L’interazione è un termine molto ampio, qualunque cosa può interagire con un’altra, anche un fiammifero può interagire con una tanica di benzina, ma non possiamo dire che si innamorino o come dico talvolta, un termometro messo in un frigorifero subisce una mutazione, il mercurio si restringe quindi ha una reazione, però questa reazione non l’attribuiamo al fatto che il termometro senta freddo. Qualunque cosa interagisce, cioè noi chiamiamo così ciò che comunemente osserviamo, le cose stesse interagiscono fra loro, le nuvole che producono i fulmini. Tutto è interazione, però una domanda che lei potrebbe porsi, una domanda interessante è questa, che è una domanda estrema, e cioè se lei non fosse in condizione di pensare nulla, mettiamola nella condizione di prima, ci sarebbero delle interazioni fra le cose?
Intervento: questo non potrei saperlo …
Non lo potrebbe sapere in nessun modo certo. Ma torniamo alla domanda: “per questo orologio esiste il mondo?” potremmo dire che questa domanda è un non senso, non significa niente, non ha nessuna risposta possibile, certo possiamo dire quello che ci pare che sì, questo orologio percepisce il mondo che lo circonda, e infatti sta compatto e se gli leviamo la pressione intorno esplode, quindi sa che c’è la pressione. Tutto ciò non significa assolutamente niente ovviamente, e sono queste considerazioni che ci hanno condotti a porre tanta attenzione a questa struttura che chiamiamo linguaggio, di cui gli umani sono provvisti e che li rende tali, cioè li rende umani con tutto ciò che questo comporta ovviamente nel bene e nel male, ma anche i concetti di bene e di male sono frutto di elaborazioni, di considerazioni, di tradizioni, di tutto quello che volete e cioè di conclusioni, di inferenze. Se in assenza totale di pensiero non ci sarebbe niente, come abbiamo verificato, allora tutto ciò che c’è, c’è perché esiste questa cosa che chiamiamo linguaggio, per questo possiamo anche dire che non c’è nulla fuori dal linguaggio, non c’è niente, perché qualunque cosa possiamo dire ci sia fuori dal linguaggio comunque è un non senso, non significa niente, io posso anche dire che se io non esistessi o gli umani non esistessero le cose ci sarebbero lo stesso, molti lo pensano, ma non lo possono provare naturalmente, se immagino per assurdo di essere fuori dal linguaggio, con che cosa valuto qualunque cosa, considero qualunque cosa? A questo punto affermare che qualcosa esisterebbe comunque in assenza di linguaggio è un altro non senso, non significa niente perché non ha nessuna risposta possibile, questo non toglie che posso congetturare tutto quello che mi pare ovviamente …
Intervento: io non ho capito bene il nesso fra la domanda da cui siamo partiti e perché l’uomo ha la necessità di innamorarsi …
Alla risposta finale e cioè perché parla …
Intervento: perché secondo me ci sono cose ben più importanti dell’innamoramento che mancherebbero se mancasse il pensiero …
Era quello l’argomento, quindi ci siamo attenuti un po’ alla questione “sentirsi amati” …
Intervento: appunto e quindi di conseguenza sto pensando che non è espressamente l’innamoramento che verrebbe a mancare se noi non potessimo parlare, non potessimo pensare, ci sarebbero un sacco di altre cose …
Certo, compreso l’innamoramento …
Intervento: ma per innamoramento in sé che cos’è indispensabile, che cos’è necessario? Io pensavo che l’argomento fosse questo, non anche tutto il resto, è ovvio che c’è dentro anche l’innamoramento perché l’innamoramento fa parte di qualsiasi cosa comporta l’uomo e anzi in particolar modo l’uomo ma che cosa rende necessario l’innamoramento al di là di tutto il resto, mi sembra abbastanza, non voglio essere presuntuoso, e dire che questa cosa mi sembra ovvia però questa conferenza è sull’innamoramento io vorrei sapere …
Non esattamente …
Intervento: è proprio perché pensavo di mettere l’argomento sul sentirsi piuttosto che l’essere come evidenziato, purtroppo mi è sfuggito questo nesso appunto fra la partenza e l’arrivo, non ho capito bene questa cosa …
Sì, qualcuno vuole suggerire al nostro amico qual è il nesso? Qualcuno che ha intesa la questione? La necessità di sentirsi amati viene dal fatto che gli umani sono esseri parlanti, se non lo fossero non ci sarebbe questa come nessun altra cosa, come giustamente ha rilevato, e incominciare a tenere conto di questa cosa può portare delle implicazioni interessanti, primo la scomparsa della necessità, così come è pensata comunemente, di trovare qualcuno che supporti quello che io penso, dia alle cose che penso importanza, questa necessità potrebbe incominciare ad affievolirsi, potrebbe, non è così automatico naturalmente …
Intervento: però anche questo è una cosa che noi stiamo ipotizzando e che comunque è anche vero come dicevo prima l’esatto contrario cioè molto spesso gli innamoramenti più forti sono rivolti a persone che non ci hanno appoggiato per niente … non hanno dimostrato nessun interesse nei nostri confronti, non si sono magari comportati bene con noi…
Certo, certo questo è quasi un luogo comune in un certo senso, per esempio da sempre si dice che le fanciulline si innamorano di quelli che le fanno soffrire, ecco allora lì sorge un’altra questione …
Intervento: Forse perché li cerca …
Certo se non lo cercasse non lo troverebbe …
Intervento: sì cerca qualsiasi cosa comunque …
Sì, ma in questo caso si cerca una cosa particolare, la sofferenza, infatti la fanciullina ha capito subito che è la sofferenza ciò che attrae e allora la fanciullina va a cercare, come spesso accade, proprio quei ragazzi che sa che la faranno soffrire perché sono donnaioli, inaffidabili, menzogneri, tutto il peggio che si può pensare di un fanciullo, però proprio quello vanno a cercare, perché?
Intervento: non mi sono spiegato, molto spesso non è avere a che fare con un donnaiolo o cose simili, molto spesso basta anche solo l’indifferenza, l’altra persona può essere la persona più buona del mondo ma non essere interessata e quindi rivelarsi indifferente nei confronti e quindi molto spesso l’amore può essere rivolto a circostanze di questo tipo …per questo si soffre e non necessariamente perché si va alla ricerca di qualcuno che ci faccia soffrire la persona può essere non responsabile di non essere interessata a noi …
No, certo che no, semplicemente non ha interesse per una certa persona, è legittimo. Il caso che lei pone è particolare, cioè innamorarsi di una persona che si dimostra nei nostri confronti totalmente indifferente, che cosa ci fa innamorare?
Intervento: il fascino che può suscitare, quello che dice … quello che vorrei capire è proprio questa necessità dell’uomo e della donna di sentirsi amata da dove provenga e perché non si riesce a farne a meno … io penso rispetto alla domanda che ha fatto all’inizio che la risposta potrebbe essere viviamo in una società dove comunque siamo tutti presi dalle nostre cose è comunque difficile trovare qualcuno con cui stare bene che probabilmente l’innamoramento è proprio l’occasione di vivere … in maniera reciproca e di condividere l’intimità di noi stessi con qualcun altro, però questo non significa che l’altra persona debba sempre essere d’accordo con me oppure dimostrare interesse nei confronti delle cose che faccio … ma l’innamoramento esce fuori nel momento in cui una persona mi conosce e probabilmente quindi dal fatto che c’è un interesse verso ciò che sono non verso ciò che appaio …
La questione è un po’ più complicata, in effetti lei dice interesse per ciò che sono, cioè per chi esattamente? È difficile definire che cosa è lei, e anche definire che cos’è l’altra persona. Lei domanda: “perché ci si innamora di una persona che fa soffrire?” perché in fondo se l’amore non è ricambiato uno tecnicamente potrebbe dire “questa persona non è interessata a me” e chiuso il discorso, se ne va da un’altra parte e invece no, che cos’è che la mantiene lì, attaccato a una persona che magari neanche conosce bene, può succedere anche questo magari l’ha vista una volta o due e non sa neanche bene chi è e allora visto che c’è questa forte possibilità di soffrire a causa di questa persona, di questa situazione c’è la possibilità che sia proprio la sofferenza ciò che attrae in questo caso, come dicevo, tecnicamente una persona potrebbe abbandonarla, non la conosce, non sa neanche chi è “questa persona non è interessata a me, perché devo interessarmi a lei?” non c’è nessun motivo, però la sofferenza, e qui dovremmo passare un altro paio d’ore, la sofferenza è una delle cose che attraggono fortissimamente gli umani da sempre, è stata inventata anche la tragedia per questo, esercita una fortissima attrazione al punto che in molti casi proprio la persona che mostra indifferenza provoca una grande sofferenza e se la persona è attratta dalla sofferenza allora ci sono buone probabilità che sarà comunque attratto preferibilmente da persone che si mostrano indifferenti e da lì può anche pensare di essere vittima di una sorta di maledizione, e cioè che si innamora sempre di persone che non la vogliono, può capitare, le fantasie che una persona si può costruire sono infinite, questa è una delle tante. Ma perché gli umani sono attratti dalla sofferenza? E qui di nuovo ritorniamo al punto da cui siamo partiti e cioè al fatto di essere o sentirsi importanti per qualcuno, una persona che soffre è una persona che vale, non per caso Gesù Cristo è stato considerato portatore di verità perché l’hanno giustiziato …
Intervento: non per tutti … prima dicevo, mi piace una persona perché trovo in lui quel qualcosa di cui ho bisogno, non c’è bisogno che una persona mi apprezzi per quello che sono ma mi piace condividere le cose con lui … cioè è un po’ diverso da come l’ha spiegata lei prima sembra una cosa di dipendenza …
Perché piace condividere qualcosa con qualcuno? Non certo perché disprezza le cose che penso, ma dà a esse un valore, che è esattamente ciò che dicevo prima.